Anime & Manga > Sugar Sugar
Segui la storia  |       
Autore: DarkAkiko    13/10/2017    1 recensioni
Le cose sono cambiate da come le avevamo lasciate l'ultima volta: La gare per diventare regine è ricominciata dopo la non-incoronazione; adesso Chocolat ha 17 anni. ed è ritornata sulla terra, dopo un lungo, periodo di assenza: sei anni, apparentemente senza motivo alcuno.
In tutti questi anni le cose sono cambiate, e gli equilibri non sono più gli stessi. 
Nuove amicizie e nuovi amori, vecchie storie e un passato che ritorna.
Che ritorna o che non è mai stato realmente passato?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chocola Meilleure, Pierre Tempête de Neige, Vanilla Mieux, Yurika
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccoci qui, con il nuovo capitolo. 
Spero vi piaccia, e spero di ricevere vostre notizie :) (fatemi quest'altro regalo dai) 
Cosa sarà successo a Chocolat nel capitolo precedente? Adesso lo scoprirete. 
Inoltre sono molto lieta di avvisarvi che sono stata molto impegnata a scrivere ben 11'000 parole, di puro getto, quindi adranno un attimo revisonate, ma prima di arrivare a quel o quei capitoli (devo ancora decidere) ce ne passerà, ma credetemi ne varrà la pena. 
Ora vado che più scrivo in questi giorni di paura dall'università, e meglio è per tutti noi. 
Alla prossima
DarkAkiko 

 



Capitolo Sette
 
Quando la porta venne chiusa, separando Chocolat da Pierre, quest’ultimo tirò un sospiro di sollievo. Ne erano usciti vivi da quel confronto, certo non erano stati esattamente diplomatici, o calmi, ma in qualche modo erano riusciti a superare l’ostacolo.
Dall’ultima volta che l’aveva vista in quella casa, tra quelle mura, erano passati ben sei anni, e da una ragazza allegra e spensierata si era ritrovato una persona completamente diversa.
E per lo più era colpa sua.
Lo sapeva.
In un certo senso quella ragazzina sempre attiva gli mancava, il suo sorriso una volta gli scaldava il cuore, provocandogli un grande dolore, ma anche sollievo; ma ormai aveva rinunciato per sempre a lei.
Sei anni prima prese una decisione che non sarebbe mai più stata ripresa, aveva deciso di rinunciare a lei, per il suo paese, certo, ma soprattutto per lei, sapeva che poteva farle solo del male, e col tempo, anche lui aveva smesso di provare qualcosa per lei. Anche se era consapevole del fatto che in qualche astruso modo fossero legati.
 
Tutti i suoi pensieri vennero interrotti bruscamente da un rumore, che non prometteva nulla di buono, anzi. Si precipitò immediatamente fuori dalla sua camera e vide Chocolat priva di sensi al piano di sotto; doveva essere caduta, ma non riusciva a capire il motivo per il quale fosse successo, e poi non ci avrebbe messo nulla a fermarsi con la magia, cosa le aveva impedito di usarla?
Appena vide Sylvette gli ordinò di chiamare Marille, consapevole del fatto che ne sapesse quanto lui dell’accaduto, o ancor meno, pensando che forse sarebbe stato meglio per Chocolat avere lei, e sicuramente quella ragazza avrebbe risolto in fretta il problema, senza andare incontro ad ulteriori problemi; nel mentre lui l’avrebbe portata di sopra, nella stanza dedicata agli ospiti, ma quando la poggiò sul letto, ancora priva di sensi, si ricordò di quella volta, di quella sera di tanti mesi prima, quando Chocolat, dopo una settimana passata a studiare per un test che ebbe quella mattina, si addormentò sul divano e lui, pur di non farla svegliare il giorno dopo con il mal di testa, la portò sul suo letto, e si addormentarono così, in pace e in armonia.
 
Sylvette, dal canto suo, non era per niente contento quando arrivò nei pressi di casa Subaya, la sua espressione non era delle migliori, non era mai riuscito a sopportare quella ragazza e ancora adesso a distanza di sei anni riusciva a dargli fastidio, nonostante il suo modo di comportarsi fosse completamente diverso, se non addirittura opposto.
Quella volta la porta venne aperta da un ragazzo che lo riconobbe immediatamente, lavorando per il ministero non gli era difficile ricordare i volti delle persone poco raccomandabili, a suo avviso.
-La signorina Marille è in casa?- chiese Sylvette nonostante tutto, sapeva bene quanto Pierre non ammettesse persone che non eseguissero i suoi ordini, e doveva ammettere a se stesso, che con gli anni, anche lui era cambiato.
-Dipende. Cosa vuoi da lei?-
-E’ per Chocolat Meilleur- la ragazza sentendo nominare la sua amica si precipitò da Sylvette e da Leo
-Che l’è successo?- chiese preoccupata
-Le posso solo dire che non sta bene, e che il Principe ha chiesto di lei-
-Non le avrete fatto qualcosa- ringhiò Leo
-E’ da escludere. Ha intenzione di andare dalla sua amica o no?- disse infine spazientito, ma ottenne il risultato sperato, dopo neanche cinque minuti Marille si ritrovò alla villa del Principe dei Malefici, accompagnata da Leo, poiché non aveva la minima intenzione di lasciare la propria ragazza da sola in quel posto.  
-Signore è arrivata- lo avvertì Sylvette vendendo il ragazzo scendere giù dalle scale, il quale si diresse direttamente dai due ospiti
-Cos’è successo a Chocolat?- chiese Marille, lasciando i convenevoli per la volta successiva
-Per quanto ne so è caduta dalle scale ed è svenuta-
-E l’avete fatta preoccupare così tanto solo per questo?-
-Ci deve essere dell’altro, per avermi fatto venire fin qui. E poi Chocolat non cade dalle scale- esordì infine –Dov’è?-
-Primo piano, a destra- non ebbe neanche il tempo di finire la frase che Marille era già sparita dalla sua visione, lasciando i due ragazzi da soli.
 
Quella sarebbe stata una lunga notte per tutti quanti.
 
-Dov’è la sua borsa?- chiese con tono glaciale Marille, una volta ritornata da Leo e Pierre, seduti da due parti opposte intorno al camino intenti a discutere su temi neutri, in modo tale da non creare ulteriori divergenze.
-Sylvette l’ha raccolta prima, dovrebbe essere sul tavolo- spiegò Pierre atono
-Come sta?- chiese invece Leo, preoccupato per l’amica
-Adesso meglio, ma come si sveglia, se i miei sospetti sono veri, l’ammazzo-
-Marille, calmati. Che succede?- la invitò a parlare, o meglio, spiegare, dato che né lui né Pierre erano riusciti a comprendere la situazione.
-Succede che quelle è una cretina patentata!- rispose con tono non poco alterato –Ecco cosa succede!- a quel punto i due ragazzi si trovarono un po’ spaesati, non capivano per quale motivo fosse scattata in quel modo dopo aver letto dei fogli buttati a caso nella borsa dell’amica
-Per favore spiegati- a quel punto Marille prese un bel respiro, sentiva il bisogno di calmarsi
-Ha purificato due cuori neri, oggi- disse dopo qualche minuto –Entrambi oggi- ripeté
-Quella ragazza è pazza. Quando si sveglia mi sente- fu il commento di Leo, a differenza di Pierre che preferì non parlare, ma ascoltare solo attentamente il tutto, per trarre poi le sue conclusioni.
-Si è affaticata troppo. Si sarà tenuta la mente impegnata in ogni modo pur di non pensare- spiegò Marille ai due ragazzi, anche se in realtà parlava più con se stessa, ma non finì la frase, certa che non ce ne sarebbe stato bisogno; tutti quanti sapevano quanta voglia avesse Chocolat di vedere Pierre.
 
 
Nella camera dove era stata portata Chocolat c’era un silenzio e un buio assoluto, che se anche fossero state le dieci di mattina non sarebbe cambiato nulla.
Quando si svegliò, rimase immobile per alcuni momenti, non capiva cosa le fosse successo e dove si trovasse, ma poi gli eventi di qualche ora prima le si materializzarono davanti agli occhi, e lentamente si sedette, appoggiando le spalle contro la spalliera del letto, aveva bisogno di osservare e capire: doveva essere per forza a casa di Pierre ancora, quella non era la sua camera; con l’ausilio della magia accese la luce, ed ebbe la conferma dei suoi sospetti, si trovava ancora nella villa di Pierre.
Quella volta si alzò di scatto ed improvvisamente, provocandosi un forte dolore -avrebbe ringraziato Delia prossimamente, quella donna aveva sofferto talmente tanto, vero, peccato che ora a pagarne le pene era lei- per un attimo si chiese come avesse fatto ad arrivare al piano di sopra, se avesse potuto salire quelle scale da sola, allora avrebbe potuto tranquillamente uscire da quella villa, l’unica persona che avrebbe potuto portarla lì era Pierre, Sylvette piuttosto si sarebbe fatto uccidere.
Realizzando tutto questo, il dolore che fino a poco prima l’aveva colpita, tornò prepotentemente tanto che fu impossibile per lei trattenere un urlo.
Prima se ne sarebbe andata da lì, prima sarebbe stata meglio.
 
Tuttavia la ragazza ignorava che affianco ci fosse proprio il soggetto dei suoi pensieri, il quale essendo perso nei suoi di pensieri, era tutto tranne che assonnato e quel grido di dolore lo fece scattare in piedi.
-Chocolat, perché non sei a letto?- le chiese vedendola aggrapparsi ad un mobile, dall’uscio della porta
-Perché voglio tornarmene a casa. Mi pare abbastanza scontato-
-Sei così ostinata anche quando stai male-
-Sono stata peggio. Questo è solo dolore fisico-
-Chocolat purificare due cuori in un solo giorno è da folli- le disse porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi, aiuto che a malincuore accettò –Domani mattina andrai via, ma adesso riposa-
-Voglio andarmene ora-
-Se vuoi vediamo che ne pensano Marille e Leo-
-Che ci fanno loro qui?-
-Li ho chiamati io, o meglio, avevo chiamato solo la tua amica, ma evidentemente il ragazzo non si fidava a lasciarla andare da sola-
-Prevedibile e scontato da parte sua. E affrontare la furia omicida di Marille mi ammazzerebbe definitivamente, per la tua gioia, ma non per la mia-
-Non voglio certo che te muoia Chocolat. Quindi per favore, ritorna a letto-
-No-
-Sei testarda-
-Non è una novità- rispose lei a tono, mentre lui ribatté alzando gli occhi al cielo,
-Io non ho intenzione di sentirla urlare, nel cuore della notte poi ancor meno- concluse, un attimo prima di prenderla in braccio, per poi adagiarla dolcemente sul letto, come suggerito da lui stesso in precedenza
-So camminare anche da sola- disse lei autoritaria
-Se neanche ti reggi in piedi. Piuttosto che parlare senza cognizione di causa, dormi- rispose lui infine –Non farmi ritornare più qui, Chocolat- l’ammonì poco prima di uscire da quella camera per rientrare nella sua.
 
 
Quella mattina Yurika non vedeva l’ora di raccontare tutto all’amica, unico motivo per il quale era interessata ad andare a scuola quel giorno, specialmente considerando l’orario scolastico che era costretta ad affrontare.
Come ogni mattina aspettò che Chocolat arrivasse, ma non vedendola nel giro di dieci minuti, decise di mandarle un messaggio, alla quale non ebbe risposta. Il tutto le sembrava strano, spesso non faceva in tempo a scriverle che subito rispondeva. Ma in realtà, ciò che la portava a fare tutte quelle strane congetture era il fatto che Chocolat la sera prima avrebbe dovuto vedersi con Pierre.
Ed era preoccupata per i suoi amici. Sia per Chocolat che per Pierre. Così decise di mandare un messaggio proprio al principe.
 
“Com’è andata ieri sera?”
“Non immagini neanche”
“Mi devo preoccupare?”
“No, ma Chocolat si trova ancora qui”
“Arrivo”
 
Leggendo i messaggi di Pierre, decise che quel giorno avrebbe saltato la scuola. Aveva come il presentimento che il ragazzo avesse bisogno di parlarle, e se Chocolat stava ancora lì doveva per forza essere successo qualcosa.
Mezz’ora dopo si trovò nel salone di casa De Neige, con mille domande per la testa
-Pierre!-
-Sei arrivata alla fine-
-Si può sapere che è successo?-
-Vieni, parliamo in camera. Questa casa è diventata un albergo per quanta gente ci sia-
-Chi c’è oltre Chò?-
-Ieri sera mi sono trovato costretto a chiamare Marille, accompagnata dal suo ragazzo-
-Non sono bellissimi insieme?- fu il suo commento –A proposito due sere fa sono uscita con Mark- continuò con un sorriso a trentadue denti
-E com’è andata?-
-Benissimo- rispose gettandosi sul letto del ragazzo
-Come immaginavo-
-Piuttosto, che è successo ieri?- chiese curiosa ma con un atteggiamento molto più serio, al che Pierre si vide costretto a raccontarle tutto per filo e per segno.
 
Era stata anche per lui una notte strana, una notte dove in realtà non aveva preso sonno, da quando era uscito fuori da quella stanza gli erano apparsi tanti vecchi ricordi, di lui e Chocolat, era incredibile come un piccolo gesto nato dall’esasperazione per la testardaggine della rossa lo avesse portato a rammentare tanti eventi passati. Eventi che avrebbe volentieri dimenticato. Eppure quel tocco, quella pelle gli erano così familiari, anche se così diversi.
 
Una mano tesa ed un aiuto accettato.
Nonostante tutto.
 
-Ancora quattro giorni e sarà il compleanno di Chocolat- pensò ad alta voce Yurika, immersa nei suoi pensieri
-Il 10 ottobre-
-Si, esatto e credo che la sera andremo a ballare-
-Vedi di stare attenta Yu- disse premuroso Pierre –Non vorrei doverti venire a prendere a causa di qualche ragazzo troppo ubriaco- continuò ricordando una sera di qualche anno prima
-Non ti farei mai questo torto, e poi te detesti posti come quelli-
-Detestare è un eufemismo. E quel Mark che ne pensa di questa tua idea?-
-Non sa ancora nulla, effettivamente neanche io ho deciso, e dovrei parlare con Marille, non so se lei abbia in mente qualcosa. Ma credo festeggeranno su Extramondo-
-Ancora quattro giorni e compirà diciotto anni. Sembra essere passata un’eternità-
-Infatti è così, è stata lontano tanto tempo. E’ nella stanza affianco?- chiese, e il biondo dagli occhi azzurri annuì –Bene, vado da lei- disse prima di sparire al di là della porta.
 
Pierre, rimasto nuovamente da solo, si distese sul letto cercando inutilmente di prendere sonno, sapeva bene che quando Chocolat si sarebbe svegliata non si sarebbe capito più nulla, quindi cercava di godersi quegli ultimi istanti di pace, prima della tempesta.
Si, tempesta, era questo il termine che più identificava quella ragazza dagli occhi verdi e dai capelli rossi.
 
Anche Yurika dal canto suo era immersa nei pensieri, ed era sempre più ferma nelle sue convinzioni. Quando entrò nella stanza vide Marille e Leo accanto al letto dell’amica, ancora, e per fortuna, persa tra le braccia di Morfeo.
-Marille, Leo. Buongiorno-
-Yurika, che ci fai qui?- chiese Leo dopo averla salutata
-Sono venuta appena ho saputo- spiegò –Come sta adesso? Pierre mi ha detto che non si è sentita bene-
-Esatto, vedi, purificare i cuori è un’attività che ti stanca molto, ma tutto dipende dalla quantità di odio, rancore, dolore che ha accumulato negli anni la persona. Più questa ha sofferto, o altro, più purificare il cuore è difficile, e doloroso. Ogni volta che Chocolat purifica un cuore, assorbe il loro dolore, i loro sentimenti, li comprende e li prova sulla sua stessa pelle. E purificarne due, nello stesso giorno, è uno sforzo troppo grande. Considerando poi, che avrebbe dovuto parlare con Pierre. Incosciente che non è altro- cercò di spiegare Marille
-Quei due per come la penso io sono due idioti-
-Perché?-
-Perché nonostante tutto sono legati, talmente tanto che appena avranno modo di mettere da parte tutto, scopriranno di amarsi ancora-
-Non lo dire neanche per scherzo Yurika- l’ammoni Leo
-Fino a prova contraria, Leo, non è te che riguarda- lo rimbeccò Marille –E se mai dovesse andare così lo accetteremo, perché noi le vogliamo bene-
-Io no, non l’accetterei mai-  disse infine lui provocando il riso delle due giovani –Vieni qui tu- continuò prendendo per il braccio la sua ragazza e abbracciandola
-Che succede? Yurika? Come mai sei qui?-  chiese Chocolat appena riuscì ad aprire gli occhi
-Ben svegliata. Come ti senti?- le chiese a sua volta l’amica
-Bene, o almeno credo-
-Ancora quel dolore?-
-No, adesso è solo la testa il problema- rispose francamente: era vero, non aveva più alcun dolore al petto, ma la testa, quella le scoppiava, ma forse dopo la giornata e la nottata passata era più che normale sentirsi ancora frastornate
-Oggi ti devi riposare, e non voglio sentire lamenti Chocolat-
-Si, okay, posso tornarmene a casa?-
-Se riesci a fare due passi senza cadere per terra, prego- Chocolat capì bene il tono dell’amica, talmente ironico che avrebbero potuto studiarlo, fino a farlo entrare nei libri di storia –Senti Chò, capisco come ti senti, so che non vuoi stare qui, che non hai intenzione di vederlo, parlargli, che non ce la fai a stare fra queste mura, che ti senti soffocare dai ricordi, ma lo devi fare per te, sai bene che se il tuo corpo non recupera arriverai ad un certo punto in cui non riuscirai a prendere neanche un bicchiere d’acqua. Devi stare a letto e riposarti-
-Marille, so che vuoi il meglio per me, e credimi se ti dico che non sarà un mal di testa ad ammazzarmi. Quindi, quando dico che posso fare una cosa è così. E soprattutto so badare a me stessa-
-Questo lo sappiamo anche noi Chocolat- s’intromise Leo
-Bene, quindi siete d’accordo con me, nel dire che non ci sia alcun pericolo; inoltre è mattina, tu devi andare a lavorare, tu hai da preparare non mi ricordo cosa, e te mi devi raccontare di Mark-
-Sei uscita con Mark?- chiese Marille elettrizzata
-Affermativo-
-E va bene Chò, se hai intenzione di tornare a casa, prego vai. Del resto hai ragione io devo andare al Ministero, e te sai badare a te stessa, da tempo immemore. Ma sappi che sei stata avvertita e che sta sera passo da te-
-Ma Leo!- lo rimproverò la sua ragazza, ma lo sguardo del leoncino non ammetteva contraddizioni o altro, piuttosto la prese per mano ed uscirono prima da quella stanza, e poi, dopo aver salutato Pierre, dall’immensa villa.
 
-Sei sicura di voler andare via?- le chiese Yurika, appena si ritrovarono da sole nella camera
-Yurika, ti voglio bene, ma non ti ci mettere anche te, per favore. Voglio tornare a casa, già è stato abbastanza devastante doverlo vedere ieri, figurati rimanere qui un’intera giornata-
-Lo capisco Chò, ma l’hai sentita Marille-
-Si, l’ho sentita, ma credimi mi riposo molto di più a casa che qui, stare costantemente sull’attenti mi stanca-
-Perché lo fai? Voglio dire, sei a casa di Pierre, non ti può succedere nulla-
-Non parliamone più. Piuttosto, com’è andata con Mark?-
-Benissimo, e purtroppo per me mi piace sempre di più- dopo aver esordito con questa frase, Yurika raccontò per filo e per segno tutto quello che fosse successo con il ragazzo, ogni più piccolo particolare e virgola detta, come solo una ragazza sa fare; dal canto suo Chocolat era contenta di vedere la sua amica felice, e si ricordava quanto bello fosse essere innamorati di una persona e ricambiati, o quanto meno averne l’illusione, e il suo sorriso malinconico ne era la prova più tangibile.
Rivedeva in lei il suo sguardo quando pensava a Pierre, era passato così tanto che ormai non sapeva neanche più come fare ad amare di nuovo, non sapeva proprio da che parte cominciare, anche se, in realtà, dopo il principe dei Malefici non si era interessata più a nessuno, probabilmente era troppa la paura di ricominciare, di soffrire di nuovo, che aveva gettato le chiavi per arrivare al suo cuore.
Il loro chiacchiericcio venne, però, interrotto nel momento in cui sentirono qualcuno bussare alla porta, rivelando la figura di Sylvette
-Il principe vorrebbe sapere se resterete per pranzo-
-Non ti darei mai questo dispiacere Sylvette. Sto andando via-
-Io si, invece, credo che resterò un po’ con Pierre oggi-
-Riferirò- disse chiudendo la porta dietro di se, diretto verso le cucine per informare dei cambiamenti
 
Come venne chiusa la porta Chocolat cercò la sua borsa, trovandola appoggiata ad una sedia, senza di quella non poteva assolutamente andare via, doveva ancora riscattare i compensi per il suo lavoro, fra le tante che cose che avrebbe fatto appena messo piede nel suo appartamento; stava anche pensando di mettere qualche barriera per impedire l’ingresso a Sylvette e Pierre, ma forse, sarebbe stata un’azione troppo grave. Doveva tener conto che lui era pur sempre un principe e lei una candidata al trono di Extramondo, non era molto pratica di politica estera, come invece lo era Leo, ma sapeva che doveva cercare, con ogni mezzo a sua disposizione, si non scatenare una guerra, soprattutto nella sua posizione, soprattutto nella loro posizione, e probabilmente l’unico modo che aveva era essergli completamente indifferente, ma nonostante non ci fosse più alcun sentimento, nonostante quei ricordi erano del tutto apatici, rimanevano le cicatrici, ed erano proprio quelle a ricordare quanto quel passato fosse stato reale.
Una ventina di minuti dopo Chocolat si trovava per strada, diretta finalmente verso casa, con la testa immersa nei suoi pensieri, tanto da non accorgersi neanche di chi le passasse di fianco.
Il suo sguardo vagava nel vuoto, davanti ai suoi occhi solo le immagini della notte precedente.
Nel suo camminare meccanico non si accorse di aver scontrato un ragazzo, che come lei era perso nei suoi pensieri
-Scusami, ero distratta- si scusò
-Tranquilla, sono colpevole anch’io-
-Aspetta- disse un attimo dopo averlo osservato –Tu sei quel ragazzo che come me aveva fatto tardi a lezione, qualche mattina fa-
-Che occhio, Chocolat-
-Come fai a conoscere il mio nome?- chiese sconcertata
-Conosco molte più cose di quante ne immagini- rispose lui, lasciandola nuovamente senza parole, continuando il suo percorso.
 
 
Finito il lavoro, Leo, tornò a casa, prima di recarsi dall’amica come promesso, non poteva non salutare la sua ragazza, avevano passato tante cose in quell’anno di continuo tira e molla, e non voleva che passasse anche un solo giorno senza averle dato un bacio, o ricordarle quanto l’amasse, per quanto in pubblico avesse atteggiamenti molto freddi nei suoi confronti.
Stava diventando una vera e propria figura istituzionale, e si esigeva un certo comportamento dai membri del consiglio, almeno nelle ore di servizio. Il suo lavoro lo portava a stare molte ore lontano da casa, e a volte Marille doveva stare via per giorni interi, quindi, ogni volta che gli fosse possibile cercava di abbreviare la sua permanenza a palazzo.
Quando aprì la porta, tuttavia, non si aspettava di certo una riunione di alcune delle più stravaganti, nonché famose, personalità di Extramondo, altrimenti note come: i loro amici.
-Che succede qui?- chiese esterrefatto, non era stato informato di quell’avvenimento
-Amore- lo salutò Marille con un bacio –Stiamo organizzando il compleanno di Chocolat, mi pare ovvio-
-Non mi dire che hai fatto questo tutto il giorno-
-Hai idea di quanto sia difficile riunirci tutti?- chiese ironicamente Huryah
-Per niente, dato che ogni volta ci riusciamo perfettamente-  rispose lui, porgendo una birra al suo più caro amico, Mark
-Amico mio, mi hai salvato-
-Touché-
-Allora, cosa avete in mente questa volta?-  chiese facendo sedere la propria ragazza sulle sue gambe
-Stiamo ancora decidendo, in realtà. Dobbiamo fare le cose in grande. Compirà diciotto anni-
-Sembra essere passata una vita-  sospirò il Leoncino
-E se ci presentassimo tutti a casa sua la mattina?-
-Sarebbe capace di ammazzarci-  commentò Leo
-Forse-
-E se andassimo fuori scuola?- propose Maria
-Ho dei dubbi che sia realmente fattibile-  ribatté questa volta Mark
-Prenotiamo un ristorante solo per noi e poi festeggiamo qui a casa-
-E’ più verosimile-  rispose nuovamente Leo
-Senza considerare che ovunque andiamo, anche se dovessimo rimanere qui, o andare sulla Terra, ci saranno giornalisti per ogni dove-
-Questo è vero, quindi non ce ne dobbiamo neanche preoccupare, in ogni caso troveranno un modo, senza contare che quelli del Wizard sono piuttosto bravi nel loro lavoro-
-Ci stiamo inoltre dimenticando un altro particolare, non proprio insignificante: il regalo-
-A quello ci penseremo dopo. Devo anche sentire Yurika, non ho idea di cosa voglia fare-
-Potrei andare a prenderla fuori scuola, e portarla qui-
-Il problema non è questo Leo, ma cosa vogliamo organizzare-
-Purtroppo per voi, però, adesso vi devo abbandonare. Giusto stamattina ho minacciato Chocolat di andarla a trovare. Mark, vieni con me?-
-Non devi neanche chiedere, mi hanno portato qui con la forza-
-Idiota, mi chiamavi- gli rispose ridendo
-Leo, conosci bene la tua ragazza e di cosa è capace di fare con Huryah-
-Le mie condoglianze amico-  detto ciò i due sparirono dietro la porta di casa, per ritrovarsi un quarto d’ora dopo all’interno della casa della propria amica, senza trovarla.
-Non avevi detto di averla minacciata?-
-Si e non ho idea di dove sia finita, a stento aveva la forza di alzarsi-
-Ma cos’è successo?- chiese Mark, e nel frattempo che i due scendessero in strada, il ragazzo raccontò ogni cosa all’amico, anche perché, di lì a poco si sarebbero ritrovati alla villa De Neige sperando che la ragazza fosse rimasta lì, colpita da un improvviso spazzo di buon senso, ma lo stesso Leo non era assolutamente convinto di questa sua ipotesi.
-E’ impossibile sia qui-
-Da qualche parte dobbiamo pur cominciare. Marille è stata chiara, se non si dovesse riposare, non avrebbe neanche la forza per alzare un bicchiere d’acqua-
-Andiamo bene, ma da Pierre sicuramente non è rimasta- il loro discutere si bloccò nell’attimo in cui Sylvette aprì la porta e con aria interrogativa li osservò
-Mi può chiamare il principe Pierre, per favore?- chiese Leo con tutta la diplomazia che gli appartenesse, ma il fidato servitore non si degnò neanche di rispondere ai due ragazzi, piuttosto li fece entrare nell’atrio della casa, nel mentre che il principe arrivasse
-Che succede?- chiese Pierre appena finte le scale, ma quando si trovò di fronte Leo, capì che quella giornata non sarebbe ancora terminata –Sylvette, prendimi il cappotto per favore. Cos’ è successo a Chocolat?- chiese senza mezzi termini
-Non è a casa sua, né da me, né da te, a quanto pare-
-No, direi di no, è andata via-
-Per mia grazia, intorno a mezzogiorno- li interruppe Sylvette porgendo il cappotto al principe –Altro che devo fare, signore?-
-Al momento no- lo congedò, tornando a parlare con i due ragazzi –Come dicevo, sono passate più di otto ore dall’ultima volta che l’ho vista-
-Non ho idea di dove possa essere- constatò Mark
-Forse è con Yurika-
-No, lei è andata via da poco. Forse dovresti provare a casa di Vanilla-
-E perché mai?-
-Mi è stato riferito che è lei e Houx siano tornati ad essere amici-
-Forse ha ragione, Marille mi aveva detto una cosa del genere. Ma sarebbe tornata a casa, sapeva che sarei passato da lei-
-Quella ragazza non fa mai quello che le si viene detto. Hai sul serio bisogno che te lo dica io?-
-Credimi è ben diversa dalla ragazza che conoscevi tu-
-Non c’è bisogno che sia te a dirmelo. Ma per quanto diversa ci sono cose che non cambieranno mai-  in quel momento, Pierre realizzò che era vero, per quanto una persona possa cambiare, c’erano delle cose che restavano immutate, e forse, aveva capito dove quella ragazza potesse essere. Alle volte si fanno delle cose all’improvviso, di puro istinto, ed è proprio l’istinto che ci porta dove non avremmo mai immaginato di ritornare
-Ci conviene andare da Houx, a questo punto-
-No, credo sia inutile-
-Ti è venuta un’idea migliore?-
-In realtà credo di aver capito dove possa essere- disse indossando il cappotto richiesto precedentemente a Sylvette –Ed è meglio che vada io-
-Stai scherzando?- gli chiese ironicamente Leo –Probabilmente sei l’ultima persona che voglia vedere- ma Pierre non lasciò che il ragazzo continuasse la sua arringa, lasciandolo da solo con il suo amico, sparendo sotto i loro stessi occhi. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sugar Sugar / Vai alla pagina dell'autore: DarkAkiko