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Autore: 7vite    13/10/2017    1 recensioni
La vita di Doremi e le sue amiche è cambiata definitivamente da quando le sei apprendiste hanno deciso di rinunciare per sempre all'uso dei poteri magici, scegliendo di restare a vivere nel mondo degli esseri umani.
Le loro strade si sono divise, ognuna di loro ha intrapreso un cammino diverso, promettendosi però di restare amiche per sempre.
Ed è qui che le incontriamo nuovamente, alle prese con i problemi che affliggono tutte le adolescenti.
Riusciranno a gestire le nuove avversità senza l'aiuto della magia?
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- PICCOLI SEGRETI INNOCENTI -
 
Ancora una volta Doremi si ritrovò completamente indaffarata in attività extracurricolari che poco avevano a che vedere con la sua partecipazione al club di dibattito. Si era dimenticata diverse volte di presentarsi alle riunioni del club, ma la signorina Asami la giustificava, essendo stata proprio lei ad averle consigliato di occuparsi delle decorazioni. Ben presto Doremi venne affiancata da alcuni studenti volontari, che sembravano aver dimenticato le false accuse lanciatele da Ryuji sul giornalino scolastico.
Anche Makoto le dava una mano quando non era impegnata col club di dibattito, dal momento che non si allenava più in compagnia di Tetsuya da almeno tre mesi. Dal giorno in cui Doremi l’aveva pubblicamente rimproverato,  i due non si erano più rivolti la parola. Makoto aveva cercato qualche pretesto per parlagli, ma alla fine aveva rinunciato, vinta dal timore di venire aggredita verbalmente com’era successo alla sua amica.
“Se dovesse arrabbiarsi anche con me e rimangiarsi la parola?”
Aveva scritto a Rei, confessando i suoi timori.
“In quel caso allora meglio così! Vuoi davvero partecipare al ballo scolastico in compagnia di uno che nemmeno ti parla? Cosa farete tutta la sera?”
Era stata la pronta risposta della ragazza di Sapporo, arrivata quattro giorni dopo.
Makoto si era domandata diverse volte se fosse il caso di ritirare l’invito, in fondo quello non era affatto il Tetsuya per cui si era presa una cotta, quel tipo ombroso e taciturno non aveva proprio nulla a che vedere con il ragazzo solare e divertente con cui condivideva la passione per il calcio.
In quei quattro mesi non aveva ancora raccontato nulla a Doremi. Negli ultimi tempi, il rapporto tra quei due si era deteriorato ultimamente. Diverse volte Doremi l’aveva sgridato perché non le andava a genio il suo comportamento, invitandolo a tornare quello di una volta e affermando che avrebbe preferito essere nuovamente il suo bersaglio, piuttosto che vederlo ridotto in quello stato. Tetsuya aveva risposto alzando la voce, intimandole di farsi gli affari suoi e di non intromettersi mai più nella sua vita. Doremi si era spesso lamentata del suo cambiamento assieme a Makoto, e l’astio crescente tra i due le aveva fatto preferire tacere la cosa, e intanto erano già arrivati a marzo. Il ballo si sarebbe tenuto un mese dopo, e in tutto questo Makoto non sapeva neppure se Tetsuya si ricordasse della promessa o meno.
 
 
La campanella che segnava l’inizio della ricreazione era appena suonata. Doremi era corsa a cercare la signorina Asami per parlarle delle ultime idee che le erano venute in mente, lasciando Makoto in classe. La ragazza rimase con la testa china sui libri, rileggendo per l’ennesima volta il paragrafo che non aveva capito.
«Scusa, Makoto, avrei una domanda da farti…»
A distrarla dalla lettura era stato il suo compagno di classe Sugiyama. Makoto alzò il capo e notò che erano rimasti da soli in classe. Presa com’era dal libro, non ci aveva neppure fatto caso.
«Ciao, sì certo dimmi pure. Ti avviso, se ha a che fare con la lezione di matematica, sappi che neanch’io ci ho capito nulla.»
Rise, passandosi una matita sulla guancia. Sugiyama arrossì debolmente, abbassando lo sguardo sul pavimento.
«No, figurati, la matematica non c’entra nulla.»
Disse, incapace di proseguire. Makoto lo fissava con i suoi grandi occhi verde acqua, senza capire dove il ragazzo volesse andare a parare.
«In realtà volevo chiederti qualcos’altro...»
«Cosa aspetti? Coraggio, non essere timido, dimmi cosa posso fare per te!»
Lei gli sorrise amabilmente, mettendolo ancora più a disagio.
«Ehm… In realtà io… Volevo chiederti se… Se ti andrebbe di venire al ballo scolastico insieme a me.»
Lo urlò velocemente, come se volesse togliersi un peso dallo stomaco. Makoto aveva abbassato lo sguardo.
«Sai? In realtà mi piacerebbe, sei un ragazzo molto simpatico e divertente, ma vedi, non posso proprio. Mi dispiace tanto Sugiyama.»
Prima ancora che potesse finire la frase, il ragazzo era corso via, uscendo dall’aula.  Si alzò con l’intento di corrergli dietro per scusarsi, ma Doremi entrò in classe prima ancora che lei arrivasse alla porta.
«Eh? Che succede? Perché Sugiyama è corso via?»
Domandò Doremi, fissando l’espressione preoccupata dell’amica.
«Mi ha chiesto di andare al ballo scolastico ed ho rifiutato.»
«Capisco. Beh, immagino ci sia rimasto male. So bene che a volte può essere uno sciocco, ma in verità è un ragazzo davvero molto sensibile.»
Makoto scosse la testa.
«Ma no, cos’hai capito? Non ho rifiutato perché penso che sia uno sciocco…»
«Ah no? E perché allora?»
«Perché ci vado con qualcun altro, è ovvio!»
Per un attimo si era completamente dimenticata che Doremi non ne fosse al corrente. Si tappò la bocca, ma ormai era troppo tardi, le parole erano venute fuori prima che avesse il tempo di bloccarle.
Doremi non riuscì a nascondere la propria sorpresa.
«Come sarebbe a dire che ci vai con qualcuno? Perché non me lo hai detto? Sono o no la tua migliore amica qui dentro?»
Urlò mettendo il broncio, Makoto non riuscì a risponderle.
«Uff, che ingiustizia! E dire che volevo proporti di andare insieme, dal momento che nessuna delle due aveva un compagno! Adesso cosa farò? Con chi ci andrò? Sono la ragazzina più sfortunata della terra!»
Piagnucolò, dimenticandosi completamente del povero Sugiyama.
«E sentiamo un po’, con chi è che ci andresti?»
Domandò infine, senza riuscire a nascondere del tutto il suo rancore.
«Non posso dirtelo.»
Farfugliò Makoto debolmente, sentendo la vergogna crescere dentro di lei.
«E perché no?»
Lo sguardo di Doremi cambiò,  sembrava quello di un bambino a cui si nega qualcosa. Makoto si sentiva maledettamente in colpa, ma quello non era il momento giusto, doveva prima andare a parlare con Sugiyama.
«Adesso devo andare, scusami.»
Aggiunse correndo via, lasciando l’amica da sola e confusa all’interno dell’aula vuota.
 
«Makoto si comporta in modo strano.»
Aveva confidato nel pomeriggio a Melody, mentre poggiava il viso sui palmi delle mani con lo sguardo perso nel vuoto, anche se in realtà avrebbe dovuto scrivere un tema sul periodo Hesei* per la lezione di storia.
L’amica  graffiava sonoramente con la penna la superficie del suo foglio di carta, di cui aveva riempito quasi la metà.
«Come mai?»
Domandò distrattamente, senza arrestarsi.
«Valla a capire! Oggi si è lasciata sfuggire che andrà al ballo insieme a qualcuno, ma non vuole rivelarmi di chi si tratti, e dopo le lezioni è corsa via per non restare da sola con me. Mi sta evitando!»
Il tono con cui aveva pronunciato la ultima frase la costrinse a fermarsi e a guardarla.
«Non prendertela così, forse è solamente imbarazzata.»
Suggerì saggiamente Melody
«Ma perché dovrebbe esserlo? Sono la sua amica, non la prenderei mai in giro e tu lo sai.»
«Non si tratta di te, magari non vuole che la voce si sparga, o forse teme che tu ti lasci sfuggire qualche battutina in proposito. Lasciale del tempo, vedrai che te ne parlerà quando si sentirà a suo agio.»
Doremi alzò le spalle, non del tutto soddisfatta dalla risposta.
«Beh, se lo dici tu… Ad ogni modo adesso mi ritrovo completamente da sola, avevo pensato di chiederle di andarci insieme, dato che pensavo fosse da sola anche lei. Ehi, ho avuto un’idea! »
Disse infine, mentre una lampadina le si illuminò in testa.
Che ne dici di venirci tu assieme a me? Sarà uno spasso, verrà un deejay e ci sarà un ottimo banchetto, vedrai che ci divertiremo un sacco!»
Melody s’irrigidì sulla sedia.
«In realtà non posso venire nemmeno io.»
Doremi si rabbuiò all’istante, assumendo un’aria scettica.
«Non dirmi che anche tu hai già un compagno per il ballo.»
Disse scherzosamente, aspettando una risata che non arrivò.
«In verità è proprio così.»
Sussurrò Melody, avvampando.
«Eh? Come sarebbe a dire, tu non fai neanche parte della mia scuola! Se è uno scherzo sappi che non fa affatto ridere.»
«In verità mi ha invitata un ragazzo che frequenta la scuola media pubblica.»
Dovette attingere a tutto il coraggio che aveva in corpo per farle quella rivelazione. Doremi spalancò gli occhi e si poggiò le mani sul viso in una posa che ricordava tantissimo l’urlo di Munch.
«Come sarebbe a dire? Tu non frequenti la mia scuola e trovi un compagno ed io invece passo del tutto inosservata! Chi sarebbe questo ragazzo?»
Strillò. La castana divenne paonazza. Deglutì prima di sussurrare il suo nome.
«Masaru.»
Doremi si congelò. Certo, sapeva che tra quei due c’era del tenero, era stato così sin dai tempi delle elementari, ma apprendere la notizia in quel modo l’aveva spiazzata. Non avrebbe saputo dire esattamente quale parte la sconvolgesse maggiormente: se il fatto che la sua migliore amica da sempre glielo avesse taciuto, o se invece fosse stato il fatto che quei due avevano continuato a fare i piccioncini in segreto. Non ci riusciva davvero ad immaginarsi Melody e Masaru al centro di una pista da ballo a volteggiare e scambiarsi chiacchiere. Le venne quasi da ridere, immaginandosi il ragazzo con abiti eleganti che guidava Melody sottobraccio davanti agli occhi di tutta la scuola. Vedeva l’amica indossare uno dei tanti vestiti merlettati che invadevano il suo armadio. Doveva essersi lasciata sfuggire un sorrisino, perché Melody, con il viso ancora in fiamme, si affrettò a chiederle cosa ci fosse di tanto buffo.
«Proprio nulla, lo giuro!»
Melody si mise le mani sulle orecchie.
«Ecco hai visto? Ti stai prendendo gioco di me, ecco perché Makoto non vuole confessarti chi sia il suo accompagnatore!»
Urlò, socchiudendo gli occhi e scuotendo la testa da una parte all’altra. Doremi agitò le mani davanti a sé in senso di diniego, mentre una gocciolina le scendeva sulla fronte.
«Ma no, cosa dici? Non mi prendo affatto gioco di te, non lo farei mai,lo giuro, parola mia, croce sul cuore, è solo che è un po’strano immaginarvi insieme, tutto qui.»
Melody finalmente si fermò, anche se la testa le girava a causa di tutto quel movimento.
«Perché mai dici così? Pensi forse che formiamo un brutto duo?»
La rossa notò bene che Melody si era guardata bene dal pronunciare la parola “coppia”, ma pensò saggiamente di non farglielo notare.
«Al contrario, penso che tu sia l’unica persona al mondo in grado di stare al suo fianco.»
Quelle parole fecero calare il silenzio nella stanza, e fu come se rimasero sospese per aria a riecheggiare. Melody non riusciva a dire niente e Doremi credette che fosse il momento giusto per dare una piccola spintarella all’amica, sperando che le sue parole la facessero sentire meglio.
«Tu sei la sola a cui Masaru abbia mai dato retta, hai sin da sempre un’ascendente su di lui. Vedervi insieme sarà forse strano all’inizio, ma poi finirò per farci l’abitudine. In questo momento non dovresti preoccuparti del parere delle altre persone, me inclusa. Ti conosco da tanti anni, quando mai hai lasciato che il giudizio di terzi si intromettesse tra te e la tua felicità?»
Gli occhi di Melody brillarono impercettibilmente. Afferrò le mani della sua migliore amica e la guardò intensamente senza dire nulla, lasciando che il suo sguardo esprimesse tutta l’ammirazione e la gratitudine che non riusciva ad esternare con le parole.
«Scusami per quello che ho detto prima. Sei una persona molto comprensiva Doremi, ed io ti ringrazio per l’appoggio che mi stai dando.»
«Non devi affatto ringraziarmi, siamo migliori amiche, non potrei non essere dalla tua parte! Lo sai che faccio sempre il tifo per te, non è vero?»
La timida risata cristallina di Melody si espanse per l’aria, eliminando definitivamente ogni traccia di imbarazzo.
«Ma certo che lo so, e lo apprezzo tanto.»
Doremi socchiuse gli occhi e allargò le labbra in un sorriso.
«Voglio solo che tu sia felice, il resto non importa.»
«Lo stesso vale per me. »
 
Quella sera Doremi passò da casa di Makoto prima di rientrare. Muovendosi con cautela per non attirare l’attenzione su di sé, si avvicinò al cancello di casa Kyosuke e con l’agilità di un felino infilò una piccola busta nella cassetta per le lettere. Infine suonò il campanello e corse a tutta velocità lontana da quel luogo, nascondendosi dietro l’angolo più vicino.
«Chi è? C’è nessuno?»
Riconobbe la voce dell’amica a distanza, ma non fiatò.
Makoto stava per chiudersi la porta alle spalle, convinta che qualcuno cercasse di fare lo spiritoso. Prima di farlo però, notò una piccola busta gialla che fuoriusciva dalla buca lettere. Striscò le pantofole sul vialetto e afferrò la lettera.
“Volevo scusarmi per l’insensibilità mostrata oggi nei tuoi confronti. Se non ti senti pronta a rivelarmi il nome del ragazzo con cui verrai al ballo, io non insisterò. Ricordati però che puoi sempre contare su di me.
         Con affetto,
Doremi.”

 
DIZIONARIO (JUST IN CASE)
Periodo Hesei* Periodo della storia giapponese che va dal 1989 ad oggi.
 
  
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