Videogiochi > Final Fantasy XV
Segui la storia  |       
Autore: Myra11    16/10/2017    2 recensioni
Allora...da dove inizio..sono una fan sfegatata di Final Fantasy XV, e ho adorato tutto del gioco, e ancora di più del film Kingsglaive, quindi ho deciso di scrivere una WhatIf? descrivendo cosa sarebbe accaduto se [ATTENZIONE SPOILER] Nyx Ulric non fosse morto alla fine del film, ma fosse sopravissuto e avesse accompagnato Luna nel suo viaggio per risvegliare gli Dei.
[DALLA STORIA]
Lo individuò immediatamente. Non era difficile riconoscerlo, con quei capelli di un blu quasi nero, e i vestiti logorati dal lungo viaggio. Non aveva molto di regale, pensò, ma se il suo Re si era sacrificato per difenderlo, e se Luna credeva così tanto in lui, forse, solo forse, ne valeva la pena.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lunafreya Nox Fleuret, Noctis Lucis Caelum, Nyx Ulric, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 4
 
 
«Noct, calmati.»
Era facile, pensò lui, dirgli di calmarsi, quando non era la tua auto ad essere stata rubata dal tuo peggior nemico. O ancora peggio, l’auto di tuo padre, e l’unica cosa che ancora ti legava a lui.
Morto.
Il suo cuore saltò un battito, mozzandogli il respiro.
Era ancora assurdo.
Era assurdo pensare che non avrebbe più rivisto il suo volto, la sua espressione corrucciata quando faceva qualcosa di poco adatto ad un principe.
«Hey, stai bene?» La voce rauca di Gladio tagliò il dolore.
Non era da solo, si sforzò di pensare, ma la sua mente traditrice gli inviò un altro pensiero.
Nemmeno Luna è da sola.
«Si, sto bene. Dobbiamo pensare a come riprenderci l’auto.»
Chi era l’uomo con Luna?
Ignis annuì. «Cindy la sta rintracciando per noi, poi penseremo ad un piano.»
Aveva avuto altre visioni, prima che si decidessero a raggiungere Titano, e lui era sempre presente.
Non portava simboli di nessun tipo, nulla che potesse aiutare ad identificarlo.
«Bene. Per ora mangiamo, che ne dite?» Il sorriso di Prompto fu come un calmante.
Non era da solo.
E, dato che non avevano ancora avuto notizie dall’Impero riguardo alla cattura dell’Oracolo, forse era un bene che nemmeno lei lo fosse.
Batté le mani, cercando di darsi una svegliata. «Prompto ha ragione, non possiamo stare con le mani in mano aspettando Cindy. E combatteremo meglio a stomaco pieno.»
«Concordo.» Ignis si sistemò gli occhiali, osservando il suo principe mentre si avviava al ristorante di Wiz. Sapeva che qualcosa lo turbava, aveva imparato a conoscerlo, ma sapeva anche che non ne avrebbe mai parlato finché non fosse stato pronto.
Fortunatamente la distrazione perfetta arrivò durante il pranzo, quando il telefono squillò e Cindy comunicò loro che aveva trovato la Regalia, in una base imperiale.
Gladio si concesse un ghigno. «Andiamo a spaccare qualche testa.»
 

 
«Nyx! Come…»
Le uniche scintille rimaste erano quelle che scaturivano dai resti dei loro assalitori, ma Nyx non perse tempo.
Afferrò Lunafreya e la guidò fuori dal locale. Come aveva fatto ad usare la magia?
«Non lo so. Andiamo ora.» Quasi saltò nell’auto, ringraziando che le navi magitek avevano l’abitudine di scaricare i loro soldati e poi svanire nel cielo.
Lunafreya, doveva immaginarselo, non voleva lasciar perdere. «Hai indossato l’Anello?»
Quella domanda gli strappò una breve risata. «No.»
«E allora come hai fatto ad usare la magia, solo il re…»
«…Solo il re e coloro a cui lui concede la sua magia possono usarla, lo so. Ero una Guardia del Re, ricordi?»
La sua interruzione sembrò non sorprendere la ragazza, e nemmeno disturbarla.
«Che cosa è successo la dentro?» Gli domandò, in tono meno concitato.
Nyx avrebbe voluto poterle rispondere, davvero. Ma come poteva, se nemmeno lui aveva la risposta?
Mentre i terreni verdi sfrecciavano di fianco a loro, provò ad accontentarla.
«Io…Non ho mai avuto problemi a padroneggiare la magia del re, a differenza di altri miei commilitoni. Nonostante questo, da quando abbiamo lasciato la capitale, non ho più sentito quel potere.»
Non avrei dovuto sentire più nulla.
Abbassò un attimo lo sguardo sulle sue mani: c’erano ancora piccole scintille che danzavano sulle sue dita.
«Ma davanti a quei soldati, prima, è tornato. Sapevo di avere la magia, sapevo di poterla usare. Non è del re, non so da dove sia venuta…L’ho semplicemente sentita. E l’ho usata.»
Era dentro di lui, era sua.
«Questo non ha senso. Devo…devo parlare con Gentiana. Andiamo verso il Ravatogh, dobbiamo allontanarci il più possibile da qui.»
«Sono d’accordo. Voi state bene?» Non gliel’aveva ancora chiesto, si rese conto. Stordito com’era stato da quell’esplosione di fulmini, e dalla sensazione che gli avevano donato, si era quasi dimenticato di colei che doveva proteggere.
Lunafreya annuì brevemente. «Sto bene. Grazie al mio eroe.»
Non riuscì a trattenersi, e scoppiò a ridere.
Ecco chi sono, pensò, Nyx l’eroe.
Gli stava bene, ammise a sé stesso, era stato considerato eroico per così tanto tempo che quasi non provava più nulla a sentirselo dire. Per lui era, semplicemente, normale proteggere coloro a cui teneva, anche se significava farsi del male.
Un suono insolito lo raggiunse e, voltandosi, si rese conto che era la risata delicata della giovane donna al suo fianco. Ascoltandola, si rese conto che assomigliava a quella della sua sorellina, e qualcosa nel suo cuore sembrò finalmente tornare al posto giusto.
Sorrise tra sé e sé, pensando che ora più che mai era convinto che avrebbe fatto di tutto, per lei.
Il resto del viaggio passò in un silenzio pacifico finché non videro il cielo oscurarsi a poca distanza da loro, e furono costretti a fermarsi quando la figura imponente di Ramuh comparve nel cielo.
Prima che se ne accorgesse, Lunafreya era scesa dall’auto e stava camminando verso quella figura divina.
«Dove state andando?» Le domandò precipitandosi a bloccarla per un polso. Quando lei si voltò vide che aveva gli occhi lucidi, ma sorrideva.
«Nyx, solo Noctis può evocare gli dei per aiutarlo. È là, a poca distanza!» Era la prima volta che la vedeva perdere il controllo, ma subito dopo il suo viso mutò nuovamente, e tornò seria.
«Dobbiamo andare.» Decretò, tornando indietro verso il loro mezzo. «Devo portare a termine il mio compito.»
Quel cambiamento repentino lo sorprese, ma Lunafreya stava avanzando a testa bassa, come se si stesse costringendo ad allontanarsi. «Posso andare io.» Propose ancora prima di rendersene conto.
E nonostante lo slancio seppe che ne valeva la pena, solo perché Lunafreya si voltò nuovamente verso di lui, e il sorriso sul suo volto era di una felicità che non le avrebbe mai associato inizialmente.
Si strinse nelle spalle e sorrise. «L’impero non conosce la mia faccia, non sarà difficile entrare nella base.» Sdrammatizzò, ma la ragazza gli afferrò le mani e vi posò un bacio delicato sopra.
«Grazie. Digli…digli che sto bene. E che ci vedremo presto.»
«D’accordo. Cercate di non attirare troppo l’attenzione mentre non ci sono.» La incitò voltandosi, ma le sue mani delicate lo trattennero ancora.
«Fai attenzione, Nyx.»
Sembrava così preoccupata…Il soldato scrollò le spalle e si allontanò con un cenno della mano. «Dovreste conoscermi ormai, Principessa. Faccio sempre attenzione.»
Mentre si avvicinava alla base imperiale e la figura di Ramuh iniziava a svanire, per un folle istante ebbe la sensazione che la divinità sapesse che lui era lì, e che gli sorridesse.
 

 
Lo individuò immediatamente. Non era difficile riconoscerlo, con quei capelli di un blu quasi nero, e i vestiti logorati dal lungo viaggio.
Non aveva molto di regale, pensò, ma se il suo Re si era sacrificato per difenderlo, e se Luna credeva così tanto in lui, forse, solo forse, ne valeva la pena.
Lo osservò parlare con i tre uomini al suo fianco, e lo guardò mentre si avvicinava all’auto parcheggiata poco distante. Ecco perché erano lì, allora. Per recuperare la Regalia.
Aveva visto l’auto un paio di volte, nel cortile del palazzo, e di sicuro non passava inosservata.
Nonostante fosse nascosto sulle scale di metallo accanto al muro della base, percepiva il potere del principe come se fosse un aroma. Era diverso da quello del Re, ma non sapeva dire in che modo.
Stava per annunciare la sua presenza quando lo scintillio di un’armatura bianca attirò la sua attenzione. Un uomo dai capelli bianchi come la neve e l’aria tormentata stava avanzando verso il gruppo, e lui lo riconobbe appena vide il braccio metallico che impugnava la spada.
Ravus, il fratello di Lunafreya, l’uomo che gli Antichi Re avevano giudicato indegno, e al quale avevano bruciato un braccio. Quasi istintivamente sfregò il braccio ustionato, e ricordò il dolore che l’aveva quasi distrutto mentre lottava con Glauca.
La voce rabbiosa di Ravus lo fece tornare alla realtà, e vedere cosa stava facendo gli fece scorrere una scarica di adrenalina lungo il corpo.
Noctis era di sangue reale, e si chiese se avrebbe potuto sfruttare il suo potere per intervenire anche se non gliel’aveva concesso.
Ebbe pochi secondi per pensare, ma gli sembrava di avere tutto il tempo del mondo.
La spada di Ravus si stava abbassando verso il Principe, e l’uomo dai capelli neri al suo fianco stava per intervenire, ma lui sapeva che non avrebbe fatto in tempo.
Mandò al diavolo la logica ed estrasse entrambi i pugnali.
Sapeva che nessuno di loro l’aveva visto quando sentì le loro esclamazioni sorprese alla sua apparizione. Rubare il potere del Principe per proiettarsi tra lui e la minaccia aveva funzionato, fortunatamente, ma decise che ci avrebbe pensato in seguito.
Il braccio metallico di Ravus era forte, molto forte, e Nyx fu costretto a fare forza sulle gambe per contrastarlo. Quando i suoi occhi viola si posarono su di lui gli concesse un ghigno.
«Togliti.» Gli ordinò, e lui si domandò come fosse possibile che quell’uomo così freddo fosse parente di Lunafreya.
«Devo parlare con il Principe, mi spiace.» Lo congedò prima di allontanarlo bruscamente.
Doveva aspettarsi che lo attaccasse di nuovo, ed era pronto.
Ravus era giovane e arrabbiato, ed era una brutta combinazione quando si combatteva; per quello fu semplice evitare il suo assalto e colpirlo sulla nuca con l’impugnatura del pugnale.
Fu un’azione rapida e precisa, che gli permise di stordirlo quel tanto che bastava per calciare via l’arma dalla sua mano artificiale e bloccarlo con i pugnali incrociati sulla sua gola.
Sentiva lo sguardo di Noctis trafiggerlo, ma lo ignorò per il momento.
Ravus era la priorità, ma la sua presenza era di troppo.
«Senti.» Iniziò a bassa voce. «Tua sorella non vorrebbe che ti facessi del male, quindi non costringermi a farlo. Vattene da qui.»
Qualcosa passò nello sguardo furibondo del Comandante, e lo placò. «Luna…sta bene?»
Nyx annuì. «Vattene.» Gli intimò facendo un passo indietro e abbassando le armi.
Per volere di qualche divinità Ravus non cercò di ribellarsi, ma si allontanò a passi veloci ignorando i suoi obbiettivi primari, e Nyx fu libero di concentrare la sua attenzione su ciò che davvero gli interessava.
Quattro paia di occhi lo stavano fissando attoniti mentre rinfoderava i pugnali.
«E tu chi sei?» La domanda venne dal più alto dei quattro, il giovane uomo dai capelli neri che stava per contrastare Ravus, e che in quel momento fece un passo avanti, parando Noctis.
Aveva un viso vagamente familiare, pensò Nyx, e la risposta gli balenò in mente all’improvviso.
«Il figlio di Clarus.» A giudicare dall’espressione stupita che le sue parole causarono, aveva indovinato.
Fu Noctis a troncare una conversazione ancora prima che nascesse. «Dov’è Luna? So che era con te.»
Nyx fece scorrere lo sguardo sul Principe.
Assomigliava vagamente al suo re, pensò, ma privo di quell’aura di nobile forza che aveva contraddistinto Regis.
Era un ragazzino.
«Sta bene.» Rispose, guardingo.
Avevano davvero sacrificato tutto, solo per lui?
«Mi ha detto di dirti che vi vedrete presto.» Terminò, cercando di ignorare lo sguardo pungente dell’uomo castano, e quello curioso del ragazzo biondo accanto a lui. Immaginò che tutti e quattro si stessero chiedendo come si fosse procurato le cicatrici che gli devastavano una guancia, ma lui aveva altro a cui pensare.
Un’occhiata all’orologio sul polso gli confermò che l’intervento di Ravus gli aveva fatto perdere tempo prezioso: non poteva lasciare Lunafreya indifesa e sola troppo a lungo, non se lo sarebbe mai perdonato se le fosse accaduto qualcosa. Voltò le spalle al gruppo curioso, ma la voce di Noctis lo bloccò sul posto.
Sembrava arrabbiato, e la cosa per qualche motivo era divertente.
«Chi sei tu?»
L’uomo morto che ancora cammina.
Si voltò nuovamente e portò una mano al petto, sentendo l’Anello pulsare nella tasca della giacca.
L’uomo dal sangue non reale che comanda la magia.
«Il mio nome è Nyx Ulric…Principe.» Si sforzò di usare il titolo che gli spettava, ma era così difficile, paragonando Regis e lui. Era davvero lui, il loro futuro?
«Ero tra le guardie del Re, quando la città è caduta.»
«Come conosci Lunafreya? Dov’è ora?» Di nuovo il futuro re. Nyx sorrise, divertito dalla sua apparente rabbia.
«Fai un po’ troppe domande, e io non ho il tempo di rispondere, ora.» Lo congedò con quella frase, e gli voltò le spalle. E nonostante questo, sentì il peso del suo sguardo sulla schiena finché non uscì dalla base imperiale abbandonata.
 
 

 
Le rune sulla roccia erano quasi ipnotiche, quella notte.
«Dici che sta bene?» Prompto arrivò furtivo alle sue spalle, ma l’unica risposta che Ignis poté offrirgli fu una scrollata di spalle.
«Tu come ti sentiresti se comparisse all’improvviso un uomo che usa il tuo stesso potere, che non hai mai visto, e che porta notizia della tua futura moglie?» Fu Gladio ad intervenire, portando le ciotole della cena terminata. Noctis non aveva mangiato, quella sera, ma si era seduto al bordo dell’accampamento, lo sguardo basso, e non aveva più detto una parola.
«Male, immagino.» Prompto si morse il labbro inferiore osservando il suo migliore amico ma, quando fece un passo avanti per raggiungerlo, la mano decisa di Gladio lo inchiodò sul posto. «Lascialo riflettere. Gli passerà.»
Avrebbe dovuto essere lui lo scudo del re, pensò, eppure quell’uomo comparso dal nulla aveva neutralizzato Ravus in pochi istanti. Rapido, efficiente e forte, si era mosso come se combattere fosse naturale per lui, e non aveva mostrato nessun segno di fatica in seguito.
Come faceva a conoscere suo padre?
Sbuffò pesantemente e distese la schiena.
«Noct!» Chiamò, attirando l’attenzione del Principe.
Mentre lui lo guardava, Gladio materializzò la spada a due mani che prediligeva per combattere.
«Muoviti, è ora di allenarsi!» Gli ordinò e, mentre lo osservava alzarsi controvoglia, pensò che almeno in quel modo nessuno di loro due avrebbe potuto pensare troppo a lungo a cos’era successo.

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy XV / Vai alla pagina dell'autore: Myra11