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Autore: Kaoruayame    16/10/2017    1 recensioni
Se anche voi avete amato Max Ligthwood e non volevate vederlo morto qui avete la possibilità di vederlo crescere e diventare uno dei più forti shadowhunters di tutto il mondo nascosto!
Intrighi, amore, passione, porteranno Max a compiere scelte difficili le quali comporteranno tradire l'ordine del clave.
Questa è la storia capovolta al contrario... buona lettura
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, James Herondale, Magnus Bane, Max Lightwood
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Max e Livia avevano l'asciato l'istituto da più di un'ora. Si erano diretti al mercato delle ombre senza dare troppo nell'occhio, Max era abituato a sgusciare fra la folla senza farsi notare, lo faceva spesso. Livia lo seguiva anche se con una certa fatica, sicuramente le due rune che le aveva disegnato Max sul braccio ossia: la runa del silenzio e dell'agilità le erano indispensabili per quella missione. Max sapeva il fatto suo e con grazia si muoveva elegantemente fra il trambusto del mercato. Livia affiancò Max quando quest'ultimo si fermò dinnanzi ai piedi di una porta ben messa, a lato di essa penzolava un cartello anch'esso in legno la scritta in nero portava il nome di Johnny Rook. -Sei sicuro che lui sappia del presunto demone Max?- Livia si accostò a lui mentre il ragazzo aveva già bussato alla porta -Ne sono convinto Liv- Livia notò che Max in missione cambiava completamente, si faceva più adulto questo lato di lui era interessante pensò Livia. -Max ben tornato- sull'uscio della porta comparve un uomo sulla cinquantina, il suo sorriso gli aveva provocato una ragnatela di piccole rughe intorno agli occhi. Livia lo guardò con sospetto, quel tizio non le era mai andato a genio. L'uomo sulla porta fece entrare i due guardingo poi si chiuse di nuovo la porta a chiave alle spalle. -Allora- disse l'uomo sfregandosi le mani -Come posso aiutarvi ragazzi?- Max fece un passo avanti - Abbiamo bisogno del tuo aiuto riguardo gli omicidi - disse Max lanciando sul bancone di Johnny Rook un sacchetto pieno di soldi. L'uomo guardò il contenuto dentro il sacchetto e si passò le labbra sopra la bocca producendo un suono simile ad un sibilo. -Ho sentito dire che la regina delle fate nasconde un oscuro segreto, alcuni dicono che abbia partorito il figlio del dominio. prima di morire ha dato alla luce un bambino, dicono sia figlio di uno Shadowhunters... alcuni suppongono sia il figlio di Sebastian Morgenstern- Max sgranò gli occhi di colpo -Sei sicuro di quello che hai sentito? Com'è possibile che il Clave non ne sappia nulla?- Livia tremò nella sua mente tornarono vivide le immagini delle guerra oscura, le immagini terribili dei suoi genitori resi pazzi da quel mostro, vide nuovamente Julian uccidere suo padre e Ty scagliarsi contro di loro nel vano tentativo di salvalo. La ragazza si tenne al pilastro di legno mentre le lacrime presero a scendere. Livia sapeva benissimo cosa significasse avere a piede libero un altro Morgenstern. -Io non do mai informazioni errate a chi paga bene Shadowhunter- rispose in modo secco Johnny. -Se è come dici tu... allora dobbiamo prevedere il rischio di un'altra guerra- Max tremò di rabbia, sapeva a cosa si stava andando in contro, e il Clave in tutti questi anni non aveva mai mosso un dito. Si voltò verso Livia e appena vide il terrore nei suoi occhi si avvicinò a lei. -Livvy ehi, tranquilla non accadrà nulla di brutto a nessuno di noi - le asciugò una lacrima con il pollice e le sorrise, questa volta però Livia non parve ricambiare - Come fai a saperlo con certezza Max? La guerra porta morte! Distruzione! Ti strappa quello a cui tieni di più, e io sono stufa di perdere le persone che amo Max- La voce di Livia era rotta dai singhiozzi, odiava quel lato fragile di lei, ma quando si parlava di guerra il suo corpo reagiva da solo. -Perché ci sono io con te Liv, e credimi non lascerò che ti facciano del male, ora vieni qui - Max tirò Livia a se e la strinse. Sapeva quanto Livia e la sua famiglia avesse sofferto durante la guerra, e per lei parlare di Sebastian era come metterla davanti ad un dirupo. Max e Livia uscirono dal negozio di Rook, nuovamente senza dare troppo nell'occhio insieme percorsero la strada a ritroso. Livia stringeva la mano di Max mentre uscivano dal mercato affollato di nascosti. Alec stava riordinando alcune documentazioni nell'archivio, quando Magnus si fece presente materializzandosi davanti a lui. -Alec è tardi vieni a casa- Magnus prese le mani del suo futuro marito e lo attirò a sé. Alec era stanco, aveva a dosso il peso di una vita passata dietro le scartoffie per il clave che ancora non si era reso conto di quanto fosse realmente stanco. Era sciupato e quasi dimagrito, sotto gli occhi si presentavano occhiaie violacee che davano al suo sguardo un'aria da uomo vissuto. Magnus non poteva più vederlo così il suo Alexander era irriconoscibile. -Ho chiesto a Jace e Clary di sostituirti per un po' siamo tutti molto preoccupati per te, i tuoi figli in primis, oggi Rafe ha pianto tutto il giorno e Michael con lui. I nostri figli hanno bisogno di te- Le parole di Magnus colpirono Alec. -Hai ragione ho bisogno di riposarmi- rispose Alec, il calore dell'abbraccio di Magnus era un toccasana per  il suo corpo che gridava per la stanchezza. In pochi minuti i due si ritrovarono a casa loro. Alec vide i due bambini correre verso di lui che si chinò per accoglierli in un abbraccio. -Papà sei tornato!- disse Rafe tutto contento. -Papà!- aveva gridato il piccolo Michael Alec non si era reso conto di quanto potesse mancare ai suoi figli, stare lontano dalla sua famiglia lo rattristava. Adesso era un genitore e come tale non poteva permettersi di pensare sempre in modo egoistico, tutti loro avevano bisogno di lui. -Sono tornato a casa amori miei- Strinse i suoi figli come se fossero le cose più preziose e fragili di questo mondo. -Papà lo sai che ho imparato a tenere bene l’arco? Lo zio Max mi ha insegnato guarda- Rafe corse a prendere il suo piccolo arco curvo e lo impugnò. Alec osservò il figlio maneggiare la sua solita arma è una punta di orgoglio si manifestò, Rafe impugnava bene l’arco e pure la posizione era corretta. -Rafe ti va di scendere in palestra con papà così mi mostri come sai fare centro suoi bersagli?- Alec si alzò prendendo Michael in braccio. Rafe strillò felice e scese di sotto scapicollandosi giù per le scale. Rafe era molto felice di poter mostrare ai loro papà e al suo fratellino quanto era bravo con l’arco, si mise in posizione e incoccò la freccia che scagliò con precisione contro il bersaglio. -Bravissimo- gridarono in coro Magnus e Alec orgogliosi del figlio. Alec si stava perdendo gli anni migliori dei bambini, anni in cui era stato in istituto per settimane, non si rendeva conto che i piccoli stavano crescendo, e lui si stava perdendo tutto il meglio di loro. -Puoi sempre recuperare Alec- Magnus gli si fece vicino prendendoli la mano - sono ancora piccoli hanno ancora tanto da imparare- Alec senza Magnus era perduto, si abbandonò a lui e poggiò la testa sulla sua spalla -Te l’ho mai detto che ti amo?- esordì Alec. Magnus sentendo quelle parole rise -Mmmh una volta credo - -Magnus so che non te lo dico spesso, ma sono molto felice e fortunato ad averti- -No Alec sono io che devo ringraziare te! Mi hai salvato e te ne sarò per sempre grato- I viso dei due si incrociarono Alec si sporse verso Magnus e lo baciò, un bacio casto ma colmo di amore... Amore che provava per lo stregone ma anche per la sua bellissima famiglia.
   
 
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