Another awakening
Mentre
camminava nella neve, tenendo saldamente nella sua mano grande quella
minuta e calda della bambina, pensava solamente a dove avrebbe potuto
condurre la piccola perché potesse rimanere al sicuro
dall'attacco di altri vampiri. Esisteva una persona che doveva molto
a suo padre, di cui lui comunque si fidava molto, ma soprattutto
era una persona che conosceva a fondo i vampiri e che avrebbe saputo
proteggerla. Sospirò una volta giunto davanti alla porta
dell'abitazione
di Kaien Cross, e prima di suonare il campanello si
chinò
per poter parlare faccia a faccia con la bambina.
«Non
preoccuparti del direttore Cross, va bene? A volte può
risultare decisamente... eccentrico, sì,
ma non è
una cattiva persona. So di affidarti in buone mani».
La
bambina continuò ad osservarlo, con i grandi occhioni
spalancati, ed era come se in quel momento gli stesse consegnando
sé
stessa. Kaname le posò una mano sulla testolina e si
rialzò,
prima di suonare alla porta. Aspettarono in silenzio che venisse
qualcuno ad aprir loro, mentre i loro respiri si condensavano in
piccole nuvolette davanti ai loro visi; sentirono chiaramente una
chiave scattare dentro la serratura e la porta aprirsi con un
cigolio.
«Oh,
Kaname! Che piacere rivederti!», l'uomo di fronte a loro
sorrise entusiasta e gli strinse la mano ed il braccio con calda
esultanza; Kaname finì con il sorridere a sua volta
ricambiando la forte stretta dell'altro.
«Il
piacere è anche il mio, direttore».
In
quel momento l'uomo chiamato Cross si accorse della figuretta accanto
al ragazzo, e si inginocchiò per osservarla meglio.
«Oh...
Ma chi è questa bella bambina? Non sapevo avessi una
sorellina, Kaname!», disse, senza accorgersi del lieve
irrigidimento
della mascella dell'altro.
«Non
ha un nome, l'ho trovata per caso nella neve, stava per essere
attaccata da un vampiro», rispose tranquillamente Kaname.
«Sono
qui per chiederle un favore, direttore».
L'uomo
fece un'altra buffa faccia alla piccola, prima di rialzarsi ed
aggiungere, questa volta con un tono pacato e sereno:
«Meglio
che ne parliamo dentro, venite. A volte anche un luogo desolato come
questo può essere pericoloso».
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L'urlo
spaventato della bambina risuonava ancora nelle orecchie di Kaname,
quando raggiunse la porta d'ingresso.
«Non
preoccuparti, è ancora sotto shock per l'attacco che ha
subito», disse il direttore Cross, intuendo la piccola vena
di
tristezza negli occhi del vampiro.
«Sì,
lo so», aggiunse solamente l'altro, prima di posare la mano
sulla maniglia. L'uomo lo fissò scaltro, cercando di
decifrare
la verità di quella situazione.
«Kaname...
Per te quella non è una bambina qualunque, dico
bene?»,
domandò il direttore, con quello sguardo fin troppo acuto
che
di tanto in tanto lasciava trapelare. Kaname lo fissò per
qualche istante, con la mente stranamente svuotata; sorrise
enigmatico, inclinando il viso.
«Forse»,
rispose soltanto, lasciando che l'altro pensasse ciò che
più
gli aggradava.
«Ho
capito. Stai tranquillo, mi prenderò cura di lei
finché
non verrai a riprendertela».
Kaname
lo fissò intensamente, prima di concludere il discorso,
voltargli le spalle e sparire tra la neve.
«Su
questo non avevo dubbi».
Il
direttore Cross richiuse la porta e si girò, sentendosi
osservato. La bambina era dietro di lui e lo guardava, come se non
avesse alcuna preoccupazione al mondo ma, al contempo, come se stesse
studiando tutto ciò che la circondava. Le sorrise
rassicurante
e le disse:
«Adesso
andiamo a farci un bel bagnetto, cosa ne dici? Non vorrei proprio che
la prossima volta che Kaname verrà qui ti trovi tutta
sporca!», e la prese per mano, conducendola verso la sala da
bagno, al piano di sopra. La bambina lo seguì docile,
voltandosi continuamente verso quella porta dove aveva visto sparire
il suo salvatore; l'uomo se ne accorse e le carezzò la testa.
«Tranquilla,
tornerà presto», le sussurrò,
già sapendo
in cuor suo che avrebbe dato modo alla piccola di rivedere il
ragazzo, per farle comprendere che non tutti i vampiri sono cattivi.
La bambina alzò di poco il viso e guardò
profondamente
quello che sarebbe diventato il suo futuro padre adottivo; e negli
occhi di lei, nel suo sangue, c'era
già scritto tutto. Il suo destino e la sua
appartenenza a quel ragazzo dagli occhi rossi e i canini appuntiti.
Rob, cuore mio, abbi pietà di me. E Vale, grazie dello spunto, che farei senza di te? XD