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Autore: Cailiel    19/10/2017    2 recensioni
Adriel Rosewain non potrebbe essere più felice di così. Presto sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon e basta.
Beh, non proprio e basta... Sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon ma con sei zeri nel conto corrente.
Il suo matrimonio con Dante Rosewain era miseramente fallito e lei ci aveva guadagnato due case, il 30% dei suoi soldi e uno stipendio mensile di diecimila dollari australiani. La vita potrebbe andare meglio di così? Certo che sì: ora che Derek, il suo primo amore, è tornato nella sua vita.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Di solito non lo chiedo ma... lasciate una recensione, sono curiosa di sapere quello che ne pensate della storia e se è il caso di continuarla o meno


WHAT GOES AROUND COMES AROUND
 

Quando il lunedì della settimana successiva Adriel rientrò nel suo ufficio, si ritrovò un Oscar decisamente molto preoccupato ad aspettarla.

Erano passati ormai dieci giorni dalla festa a casa di Cody Baxter e i due si erano sentiti solo tramite uno scambio di messaggi veloce e un po' imbarazzante.

-Tutto bene?- Le domandò Oscar non appena la vide.
-Tutto bene, grazie, tu come stai?-

In realtà Adriel non stava affatto bene. Quella che avrebbe dovuto essere la sua settimana di riposo lontana da stress e drammi era stata una delle settimane più penose della sua vita.
In qualche misterioso modo sua madre era venuta a conoscenza della festa di Cody, aveva fatto ricerche sul suo conto ed aveva scoperto che frequentava una bella cerchia di rampolli coi quattrini, perciò aveva deciso di fare delle visitine quotidiane a casa della figlia per chiederle se avesse conosciuto un nuovo, possibile genero.

-Non mi posso lamentare.- Oscar accennò a un sorriso per poi attaccare a parlare di lavoro: -Ti verranno girate tutte le cose che sono successe la settimana scorsa, vorrei che tu riorganizzassi la mia agenda e preparassi anche il discorso che dovrò fare alla cena di beneficenza di sabato prossimo. Ti arriverà anche la lista degli invitati cerca di impararli tutti a memoria, dovrai suggerirmi chi sono quando saremo lì.-

Adriel annuì. Aveva partecipato a diversi eventi di beneficienza con Dante ma non era per niente entusiasta di dover preparare il discorso di Oscar e tantomeno di doverlo accompagnare all'evento.

Dopo aver finito con le istruzioni Oscar la lasciò sola per andare a sbrigare compiti che non avrebbe mai finito.

Più passava il tempo e meno il suo lavoro la entusiasmava, non capiva che soddisfazione ci trovasse la gente a farsi il mazzo per un misero stipendio mensile.
Magari era solo quel posto che la stava stancando troppo.

 

 

Qualcuno bussò alla porta dell'ufficio.

-Avanti.- Disse Dante alzando gli occhi dal bilancio che stava esaminando vedendo la sua segreteria, Valerie, fare capolino.
-Signor Rosewain, dovrei parlarti.-

Valerie era una bella donna di trent'anni, sposata da quasi otto e sempre di buon umore.
Era la quinta o forse la sesta segretaria che aveva avuto e l'unica che aveva lavorato per lui per più di un paio di mesi, non solo perché non aveva mai provato a sedurlo ed era professionale ma anche perché era in grado di sopportare gli sbalzi d'amore del suo capo in ogni momento e situazione.

-Solo se è una cosa di vitale importanza.-
-In questo caso si tratta di due vite.- Valerie era su di giri e non lo nascondeva nemmeno: -Sono incinta!-

Dante aggrottò la fronte alla notizia cercando di capire come la cosa lo potesse minimamente riguardare: -Beh, congratulazioni!- Cercò di dimostrarsi un minimo entusiasta ma quella non era decisamente la sua giornata, ne la sua settimana... Ne il suo anno.

Valerie non si lasciò sminuire e continuò: -Sono solo al secondo mese e penso di poter lavorare per un altro paio di settimane ma poi... Non vorrei stressare troppo il piccolo con il lavoro.- Gli spiegò portandosi le mani sul ventre in maniera protettiva.
-Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno, sono felice per te e Michael.- Dante era troppo occupato a guardare lo stomaco della donna ma le sue parole erano sincere, Valerie e Michael avevano provato per anni ad avere dei bambini e finalmente ci erano riusciti. 
-Ti ringrazio. Mi metterò subito alla ricerca di una sostituta se vuoi.-

L'altro annuì e con ciò Valerie fu congedata. La donna andò a sedersi alla propria scrivania posta proprio fuori dall'ufficio del suo boss, sapeva già chi contattare.

Dante si appoggiò con la schiena contro la poltrona, i suoi pensieri erano troppo affollati al momento per poter pensare al bilancio che si era rifiutato di controllare per troppo tempo.

Non aveva mai preso in seria considerazione l'idea di avere dei figli. 
Lui e Adriel avevano accennato un paio di volte all'argomento ma era tutto molto vago e campato in aria.
Eppure ora come ora l'idea di un bambino non lo disgustava affatto.

-Pessimo tempismo, Rosewain.- mormorò fra se e se per poi cercare di tornare a lavorare.

 

La settimana stava procedendo lentamente e, giorno dopo giorno, Adriel era sempre più nervosa e inspiegabilmente stanca. La sindrome premestruale era ciò che più odiava al mondo, sentiva sempre i seni gonfi e doloranti e mangiava di tutto per poi sentirsi in colpa. 

Sperò che sua madre avesse la decenza di non disturbarla almeno per i prossimi dieci giorni o avrebbe rischiato di sbranarla. Anzi, da quanto era nervosa avrebbe potuto benissimo sbranare anche Brad Pitt semmai si fosse presentato davanti a casa sua per chiederle di sposarlo.

Stava camminando per casa senza sapere che fare con indosso un pigiama che non ricordava nemmeno di avere ed i capelli raccolti in uno chignon basso e disordinato, non riusciva a stare seduta per un momento e l'unica cosa che sembrava dare un attimo di sollievo a quei dolori era il movimento.

Sussultò sentendo il campanello suonare: non si aspettava nessuno.

Giuro che se è tornata mia madre, l'ammazzo. Pensò mentre andava ad aprire, il campanello suonò ancora una volta con insistenza aumentando solo la sua irritazione. Ma chi era il maleducato? 

Spalancò la porta pronta per fare un cazziatone a chiunque avesse osato disturbare la sua inquietudine ma si bloccò non appena vide Derek sull'uscio di fronte a lei.

-Ehi.- Lo salutò chiaramente sorpresa di vederlo, era passato un sacco di tempo dall'ultima volta che si erano incontrati e, per come la vedeva lei, poteva passarne benissimo altrettanto.
-Ti disturbo?- Chiese lui spostando il peso del corpo da un piede all'altro.
-N... No, beh no. Ma a dire il vero stavo giusto per...- 

Adriel spalancò gli occhi quando si ritrovò con la bocca di Derek attaccata alla propria. L'uomo le aveva preso il volto fra le mani avvicinandosi a lei troppo velocemente e senza che nemmeno lei se ne accorgesse ed ora le sue labbra stavano baciando in modo famelico quelle di lei.
Il cervello di Adriel andò completamente in tilt, chiuse gli occhi ricambiando il bacio con la stessa aggressività per poi mordergli il labbro inferiore. Derek ansimò, le sue mani avevano giù raggiunto i glutei della ragazza e li stringevano con forza. 
Fu questione di pochi attimi e i due si ritrovarono stesi sul divano a strapparsi di dosso i vestiti, ben presto la stanza si riempì dei loro ansiti di piacere, di gemiti sommessi e di parole sussurrate a metà voce.

 

Derek sorrise socchiudendo gli occhi per poi voltare la testa verso Adriel la quale stava stesa sul divano a fissare il soffitto con un'espressione vacua dipinta in volto.

-Beh... Quando lo rifacciamo?- domandò lui con voce maliziosa.
Anche Adriel si girò a guardarlo: -Mai.- rispose con calma.
-Come scusa?- Derek si alzò a sedere di scatto e la fissò dall'alto: -Non ti è piaciuto?- Le chiese accigliato e molto offeso.
-Derek, per favore, vattene.- Anche la donna si alzò a sedere, raccolse la maglietta del pigiama e se la infilò velocemente per poi andare a recuperare anche gli slip e i pantaloni.
-Qual è il problema? Anche tu lo volevi, forse più di me.- 
Adriel si voltò verso di lui fulminandolo con gli occhi: -Tu stai con Emily, questo non è giusto.-
-Ci siamo lasciati.- L'uomo si alzò in piedi per raggiungerla, la guardò quasi con tenerezza portando le mani sulle braccia della ragazza per rassicurarla ma la reazione che ottenne lo lasciò ancor più spiazzato di prima, Adriel strinse le labbra in una linea sottile e tesa irrigidendosi.
-Ti ho chiesto di andartene.- prese una pausa e poi continuò: -Per favore.-

Derek alzò gli occhi al cielo e senza dire un'altra parola si rivestì andandosene dalla casa e sbattendo la porta con forza.
Adriel sobbalzò per il rumore per poi sospirare, era tutto un fottuto casino.

 

La mattina seguente, entrando in bagno per farsi una doccia prima di andare al lavoro, la donna si accorse che il suo proteggi slip aveva delle piccole macchie di sangue. Sospirò di sollievo portandosi una mano sul cuore: era salva.

 

 

  
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