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Autore: Longriffiths    20/10/2017    3 recensioni
Si sentiva diversa da tutti i suoi coetanei, e non solo per il non proprio piccolo dettaglio scuro e peloso lungo sessanta centimetri che portava avvolto intorno alla vita e sotto la gonna ogni giorno, per nascondere il fatto di essere la discendente di una razza aliena scomparsa tempo addietro con il suo pianeta natale di cui lei sentiva dentro una grave mancanza pur non avendolo mai visto, e non solo a causa del titolo che avrebbe portato se fossero ancora esistiti.
Genere: Angst, Avventura, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Pan, Un po' tutti | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!

Ragazzi, ve lo giuro, mi sono messa a piangere mentre scrivevo questo capitolo, fino ad ora è il mio preferito. Non perché io abbia chissà quale proprietà di scrittura o linguaggio, non perché abbia creato chissà quale capolavoro che manca alla matita di Toriyama, ma per il semplice motivo che ormai ho preso davvero a cuore la storia e i personaggi come se li avessi creati io, come se fossero veri! Potete tranquillamente prendermi per la pazza psicopatica quale sono, ma il mio cuore ha rischiato di scoppiare per le emozioni che mi sono venute ad immaginare queste scene, ora la finisco con le smancerie :’) e vi auguro una buona lettura, e scusatemi per i troppi dialoghi♡

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La confusione aleggiava nella mente ovattata dell’uomo, come una folata di vento nel mezzo del deserto assoluto che portava con sé tanti minuscoli granelli di sabbia. L’espressione imbambolata e smarrita sul volto del maturo Saiyan assunse un tono di sbigottimento, sostituito poi dalla comprensione e dalla presa della realtà. Come se qualcuno avesse pigiato un invisibile interruttore sul retro della sua nuca portando un po' di luce in quella che era una camera vuota alle parole del figlio, la consapevolezza si fece spazio in lui scendendo sino al petto, ove avvertì il proprio cuore non più soggetto alla patologia che anni addietro aveva rischiato di portarlo all’altro mondo, perdere qualche battito, fermarsi alcuni secondi, improvvisamente gelido così come il sangue che aveva arrestato la propria corsa nelle vene. Tante cose stavano accadendo dentro Goku, molte emozioni stavano intrecciandosi tra loro andando a sfiorargli il cuore schierandosi in due lati opposti come eserciti di truppe nemiche, generando in lui e sulla sua coscienza una profonda indecisione, influenzata fin troppo da entrambi i moti per affermarsi parte integrante di uno dei due lati. Era felice, molto. Bra era sempre stata presente nelle loro vite, era la propria allieva, la “nipotina” acquisita a cui era più affezionato, la più buffa, impertinente e divertente ragazza che avesse mai conosciuto, nonché la figlia della sua migliore amica da quando aveva diec’anni, una delle persone a lui più care, e tutto ciò scatenava in lui un elettrizzante e piacevole sensazione al pensiero che suo figlio si congiungesse a lei. Guardandoli da un punto di vista estraneo e simultaneamente diretto in seconda persona, erano meravigliosi insieme. Due guerrieri guidati dallo stesso spirito, due animi forti senza alcun segreto l’uno per l’altra in merito alla stretta amicizia che da sempre li legava, due caratteri differenti in perenne lotta tra loro, smania di manie di controllo e sempre pronti a primeggiare, in grado di venirsi incontro in qualsiasi situazione. La complicità tra loro nasceva e si sviluppava naturalmente ogni qualvolta sceglievano sotto forza maggiore di allearsi, ma l’uomo così come gli altri membri di quella famiglia allargata per scelta di tutti, non aveva mai visto tale intesa sotto una luce intima ed estremamente confidenziale come l’amore, eppure suonava bene, e ciò non era altro che un fattore utile ad incrementare quella gioia. Dall’altro lato invece, era anche la figlia di Vegeta, ed altre parole ad esprimere il concetto che rendeva un’orribile sensazione di disagio nel Saiyan, sarebbero state futili.

Goten, figliolo, ti prego dimmi che hai conosciuto un’aliena che è dovuta tornare sul suo pianeta natale.》 

《Non proprio..》

《Si può sapere com’è che alla fine voialtri dobbiate fare sempre qualcosa che mi porti a litigare con Vegeta, eppure lo sapete che quando perde le staffe è più forte di me!》

《Che dici?!》

《Goten io non mi opporrei, ma ti prego stai attento, non sia mai, prendete ogni sorta di precauzione esistente, Vegeta mi sotterra vivo!》

《Papà, ma insomma!!》La tonalità del viso del giovane divenne un grado più scura ad ogni parola. Il solo ascoltare quegli ambigui ammiccamenti bastò a mandargli il volto in fiamme, e i pensieri arpionati a certe immagini. Imbarazzato oltre i propri limiti, Goten massaggiò le tempie cercando di evitare lo sguardo del padre, divertito da quella reazione, ma seriamente preoccupato per ciò che aveva intimato al ragazzo. Il moro sapeva perfettamente quanto genuini, semplici e privi di malizia fossero i discorsi del padre, espletati e generati dalla sua mente spontaneamente, senza rifletterci troppo allo stesso modo di quelli di un bambino. 

《Mi spiace che ti senta così, ma non credo tu abbia qualcun altro all’infuori di me o Gohan con cui parlarne. Trunks lo escludo, e tua madre ancora peggio, giusto? E poi chi meglio di tuo padre può dirti certe cose.》

《Il problema è che lei non sa niente. Sto iniziando a pensare che sia anche colpa mia se è fuggita.》

《La troveremo, e quando sarà potrai scioglierti i dubbi faccia a faccia con lei. Domattina andrò da Ub per allenarlo, vuoi partecipare e schiarirti le idee?》

《No, ti ringrazio papà.》

《Goku, presto, c’è Bulma al telefono!》In men che non si dica, i due Saiyan attraversano il corridoio della casa che in quella circostanza dava l’impressione d’essere molto più lungo del normale, precipitandosi al telefono ove la donna della famiglia aveva provveduto ad inserire il vivavoce.

Goku? Sei tu? Ascolta devi venire qui subito!》

《Perché piangi così tanto? Ma che avete voi donne stasera? AHIO!!》

《IDIOTA! Ascoltala!》 

《Grazie cara. C’è Jaco qui con me, dice di sapere dove si trova Bra, è stata rapita, ti prego fate in fretta!》 

《Arriviamo Bulma!》Sconvolti dalla notizia appena comunicata dalla scienziata, i tre veloci come fulmini s’apprestarono a chiudere ogni finestra dell’abitazione, volando in direzione della Capsule Corp;. Chichi, sorretta dal marito ancora dolorante a causa di un visibile bernoccolo sul retro della testa procuratogli da ella stessa nel corso della telefonata con la migliore amica, nascose il volto nell’incavo del collo dell’uomo, spaventata a morte dall’altezza a cui era rispetto al terreno, e la velocità pazzesca a cui si stavano muovendo. Goten era afflitto ed angosciato, il suo corpo si muoveva da sé senza che gli impulsi cerebrali potessero trasmettergli qualsivoglia ordine, poiché la sua mente era impegnata in ben altre faccende. La paura ed il terrore erano comodamente adagiati al suo corpo nella stessa posizione in cui si trovavano i suoi genitori, e come parassiti indesiderati premevano sul proprio sterno battendo contro il cuore, allungando i loro viscidi tentacoli nei fori uditivi del giovane per andare ad avvolgere il cervello, che pensava a comando dei loro suggerimenti uno scenario orripilante, in cui Bra come protagonista, soccombeva sofferente per mano di qualche spietato alieno. Era perfettamente conscio della potenza della turchina, è avrebbe scommesso i propri attributi puntando sulla sua incolumità e destrezza nell’affrontare la situazione in cui era andata a cacciarsi, eppure non riusciva a fare a meno di abbandonarsi a lugubri ed esuli pensieri, scacciati appunto l’attimo dopo il loro nascere da egli stesso. Senza accorgersi di star atterrando nell’immenso giardino dei Brief -ove era stazionato a dovere il veicolo del guerriero d’élite-, il moro ristabilì il contatto con la realtà solo nel momento in cui le piante dei suoi piedi toccarono terra, avvicinandosi al resto della combriccola riunita accanto al Poliziotto Galattico. Gohan e Pan erano presenti anch’essi, e con un veloce scambio di saluti alquanto formale -tranne che per il trio dell’ultima generazione presente-, tutte le attenzioni furono rivolte all’alieno, retto in piedi come se la colonna vertebrale di cui era dotato fosse inflessibile, a braccia conserte e il capo basso. Schiantandosi la voce, iniziò a parlare rivolgendosi soprattutto ai genitori della ragazza.

So dove si trova, ma potrebbe anche non essere così. È una supposizione, probabile, ma lo è.》

《Tu sei venuto qui per una supposizione? E non potevi accertartene e telefonarci nel caso?》

《Spero tu stia scherzando. Coraggio, salite a bordo.》 

《Cosa? Loro non si muovono da qui fino a quando non avremo qualcosa di concreto!》

《Se ti aspetti che io mi avvicini di nuovo a lei da solo, puoi scordartelo. Tua figlia mia cara, mi ha quasi disarcionato, procurato ferite ancora abbastanza gravi, e visibili anche nel caso non avessi notato, ed ha distrutto la mia bambina sbattendomi con lei ai confini dello spazio con le sue enormi mani scimmiesche!》 

《Aspetta, Bra si è trasformata? Ed era forte?》

VEGETA!》

《Era solo per sapere terrestre, calmati. Comunque, perché non chiedi aiuto alla tua squadra?》

《Beh se non vuoi che tua figlia venga abbattuta in quanto ormai segnalata come massimo pericolo, o a meno che tu non voglia avere a che fare con lei solo per telefono per il resto della tua vita no, non posso. Allora, salite?》Le parole dell’uomo non fecero che aggravare la situazione generale, incrementando le lacrime agli occhi delle donne presenti, e la rabbia nei guerrieri. Dopo aver preso un lungo sospiro espellendo figurativamente il fuoco che aveva in corpo, Trunks prese cautamente la parola.

《Jaco, come fai a sapere dove si trova?》

《Stavo tornando dal mio turno di lavoro, e l’ho vista. Combatteva contro tre uomini. Due sono mangime per pesci ora, ed uno era con me sull’astronave quando ci ha colpiti. Dopo essere stati soccorsi dai miei compagni, sono tornato a cercarla e lei non c’era. Mi sono messo in viaggio imbattendomi in una nave, che portava lo stesso simbolo stampato sulla tunica degli uomini contro cui si è difesa. In quel momento avevo la testa altrove e non ci ho fatto caso, ma adesso so che quella gente è pericolosa, credo che l’abbiano presa in merito a ciò che ha fatto. 》

Bene, andiamo.》

《Trunks tu resti qui. Io e Kaaroth-》

《È mia sorella! Prima che sparisse abbiamo litigato di brutto, e non me ne starò fermo qui senza far niente rischiando di non poterle chiedere scusa. Io vado.》

 《Vado anch’io.》

《Pan!》

《Papà, è una vita che salvate i mondi e le galassie, lasciatene un po' a noi!》

《Ha ragione fratello, perché ci allenate se non ci date modo di passare all’azione?》

《Sapete, è per questo che Bra è fuggita.》A turno, i tenaci mezzosangue balzarono all’interno del veicolo spaziale dalla tetto decappottabile, schierandosi fianco a fianco come se da un momento all’altro, qualcuno dovesse omaggiarli con scatti e medaglie, anche se le loro espressioni facciali erano tutt’altro che divertite. Sospirando, gli eroi del loro tempo scambiarono tra loro sguardi complici, formulando domande e scambiandosi opinioni e pensieri quasi telepaticamente, giungendo alle stesse conclusioni. Senza batter ciglio né spendere alcuna parola in merito, i tre Saiyan adulti annuirono in direzione dei giovani, augurando loro buona fortuna, bilanciandosi più del dovuto soltanto ammiccando un sorriso diverso per ognuno di loro. Vegeta sorrise compiaciuto, Goku palesemente fiero, Gohan semplicemente felice. 

Non vorrete farli partire sul serio, razza di sconsiderati?》

《Si, Chichi. Partiranno.》

《Per una volta sono d’accordo con lui.》

《State iniziando a trovarvi spesso sulla stessa lunghezza d’onda voi due, vero?》

《Tsk. Dì a tuo padre di non abituarsi. Non accadrà più.》

《Sicuro? Io non ci conterei troppo Vegeta, eheh!》Confuso ed interdetto da quell’insolita risposta, l’orgoglioso Principe dei Saiyan replicò con un semplice sbuffo infastidito, mentre il suo eterno rivale strizzava l’occhio al proprio secondogenito con fare ingenuo, anche se evidentemente, lui neanche aveva capito a cosa si riferisse l’uomo, impegnato com’era nel controbattere ai pareri dei compagni già intenti a formulare strategie d’attacco e difesa. Sollevato nell’animo per la felicità di avere al proprio fianco delle persone qualificate in grado di salvare l’adorata nipote, Jaco prese posto all’interno del mezzo di trasporto cercando di sistemarsi più comodamente possibile, dato il fatto che quel veicolo fosse stato collaudato per appena una persona, o al massimo due se sapevano stringersi. Con un notevole sforzo ed impegno, tutti riuscirono ad accomodarsi occupando ogni spazio a disposizione, anche se ciò implicasse che qualcuno stesse disteso, a gambe aperte, o accovacciato. L’alieno diede opportunità ai comandi a propulsione di accendersi, e dopo poco, nuovamente si diresse sotto gli occhi commossi e i cuori speranzosi delle famiglie verso casa propria, di modo da sistemare i ragazzi per prepararli ad affrontare qualsiasi cosa, offrirgli del cibo prima della partenza, e disegnare un piano di ricerca per mettersi sulle tracce della nave su cui era ubicata la più piccola tra loro. Un’intera settimana scorse rapidamente, sulla Terra gli impegni non lasciavano spazio ai suoi abitanti di fermarsi un istante a contemplare le piccole cose quotidiane, ma essi trovavano ugualmente il tempo di rilassarsi e beneficiare dei momenti di pausa per prendere fiato e godersi quegli attimi in compagnia delle persone amate, come avrebbero voluto fare al più presto anche sei genitori fin troppo agitati, ed un’intera famiglia scombussolata dalla partenza degli individui più assoggettati alla protezione di ogni membro di essa. Tutti loro auspicavano nel ritorno di ognuno dei quattro raggi solari, che avevano inconsapevolmente oscurato le loro vite con quell’assenza già fin troppo prolungata. Ma dall’altro lato, adesso ogni combattente, amico e genitore coinvolto, poteva toccare con mano e sulla propria pelle le spiacevoli ed opprimenti sensazioni che i loro familiari subivano quando essi si assentavano per cimentarsi in imprese rischiose con la possibilità di non fare ritorno, giurando internamente in confidenza con sé stessi di non sparire più. Goku, massimo esponente implicato nella questione, optò per allenare il proprio allievo a casa propria, andando a prenderlo per poi riportarlo a casa al calar del sole ogni giorno, usufruendo della tecnica del teletrasporto. A distanza di undici giorni dalla partenza dei ragazzi, non passava mezzo dì nel quale tutte le madri chiamassero Jaco, per mettersi in contatto con i propri figli, accertarsi delle loro condizioni fisiche e morali, ed essere messi al corrente di qualsiasi novità, di entrambi i fronti per natura. La ricetrasmittente dell’alieno minacciava di esplodere così come il suo udito, trovandosi spesso in preda ad una crisi nervosa. L’uomo difatti, ne aveva di questioni in sospeso di cui preoccuparsi nel proprio sacco. Il suo congedo era terminato, e l’operazione di ricerca andava purtroppo a rilento a causa della sua pretensione -e quella della sua fidanzata- di non lasciare le pestifere forme umane in giro per lo spazio aperto da sole con un mezzo interstellare tra le mani, data la precedente esperienza negativa. Jaco stava riscoprendo in sé un’innata padronanza teatrale, ed una facilità troppo sfruttabile nel farsi compromettere. Sotto richiesta dei ragazzi, era infatti riuscito a farsi sottoscrivere dal proprio medico un permesso mensile dell’astensione al lavoro, a causa dei danni subiti dall’impatto e la fragilità delle ossa in quella specifica circostanza. Promise a se stesso che presto o tardi quando avrebbero ritrovato la turchina, le avrebbe immediatamente stampato due contorni delle mani dritti sul viso, dopo averla soffocata in un abbraccio. Dopo interi giorni di ricerche, sfruttando i suoi vantaggi tecnologici e sociali e conoscenze varie dati dal titolo che portava, per intercettare la nave e finalmente, riuscirono nei tentativi. Senza rivelare i metodi utilizzati, Jaco riscontrò successo nell’ottenere le informazioni desiderate: Bra era viva, parte della ciurma, parte della nave. Quel giorno i festeggiamenti durarono molte ore, è la notizia non tardò a viaggiare attraverso l’intera galassia fino ad arrivare sul pianeta dei tre, dove finalmente aleggiava un’atmosfera leggera e colma di gratitudine. Ora, non restava che recuperare Echalotte, la meravigliosa guerriera capace di tenere testa ad una delle gang più pericolose del Cosmo. 



Quel luogo non era mai stato più bello come allora da anni. Da tempo non vedeva la sua gente sorridere e campare tranquilli in serenità. Certo, l’unica pecca era avere un sosia cadauno in carne ed ossa, ma quello rappresentava per ogni persona il problema minore e meno rilevante. Grazie alla vicinanza, all’impegno ed al contributo di ciascuno di essi, ora quegli abitanti disponevano di nuove strutture in cui vivere, istruirsi, curarsi, e divertirsi. Tutto andava nel verso giusto, ed ora come allora, ognuno dei presenti che con impegno e perseveranza avevano dato vita a nuovi esseri per ripopolare almeno parte del pianeta, egli era ancora considerato un eroe da omaggiare, e ringraziare ogni volta che lo si incrociava. Nuovi orticelli e piccoli allevamenti sorgevano da quasi un ventennio, ed il sorriso abbondava maggiormente sui volti dei terrestri. Il viaggio che stava progettando da qualche anno poteva essere messo in atto, e senza esitare un minuto di più, Trunks girò la chiave all’interno del quadro dopo aver salutato la propria moglie ed il proprio figlio, partendo alla volta di una dimensione parallela alla sua, diciassette anni nel passato attraverso lo spazio-tempo.

Il cielo della Capsule Corp; quel pomeriggio domenicale ove la squadra Z si era riunita per pranzare collettivamente, d’improvviso si tinse di un vortice giallo speciale, un mulinello apparso dal nulla che ogni persona riconobbe all’istante, è che scaturì all’interno di ogni individuo un misto tra euforia e timore, incapace di essere controllato. La macchina del tempo atterrò poco distante dal lungo tavolo al di sotto del gazebo del giardino in cui la famiglia stava consumando il pasto, e dal suo interno ne uscì un uomo ormai maturo, cresciuto più nell’animo che nel corpo giovane quanto quello di un normale trentenne, dall’aria vissuta e l’espressione pacata e felice. I capelli nel solito taglio lillà, con l’unica caratteristica della spada sulle spalle, ormai assente per mancanza di necessità. Senza dare un attimo di pace all’uomo, lieti della sua apparizione motivata da una lista ragione, tutti si precipitarono a porgergli i saluti e donargli i più caldi abbracci possibili, enfatizzando il suo aspetto e soprattutto, la sua età attuale, che nel presente in cui si trovava, corrispondeva a trentasette anni. Trunks si accomodò volentieri partecipando alla tavolata, discutendo generalmente sulla situazione del futuro in cui egli abitava. Dopo un resoconto delle domande più frequenti e generali, il lillà chiese espressamente di coloro che all’epoca aveva conosciuto come semplici bambini.

Ah Trunks, sono partiti per un’importante spedizione. Vedrai figlio mio come sei cresciuto, sei forte e bello come lo eri la prima volta che ti ho conosciuto!》

《Sul serio, mamma?》

《Quanto ti fermi qui?》

《Non so Goku, perché me lo chiedi?》

《Beh penso che resterebbero delusi se non ti vedessero, no?》

《Già, inoltre c’è qualcuno che credo sarai felice di salutare.》

《Dici davvero, papà? E chi è?》

《Lo vedrai quando la riporteranno a casa.

 

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Dimenticavo, grazie infinite a tutti voi che seguite il mio lavoro, specialmente coloro che mi seguono e mi supportano da quando ho iniziato. Grazie a paige95 e felinala♡

P.s: ogni riferimento a Pirati dei Caraibi è puramente voluto :')

   
 
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