Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: samv_s    21/10/2017    1 recensioni
Jimin continuò ad osservarlo con sguardo scettico: uno come Yoongi non era solito aiutare le persone, eppure in quel momento gli stava offrendo una mano per conquistare il rosso.
"Accetto." Disse, quindi. Tentar non nuoce, no?
Vmin//Yoonmin. Accenni Namjin
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I due si staccarono una manciata di secondi dopo, interrotti dal forte rumore della porta dell’aula che venne bruscamente aperta. Jimin fu il primo a notare la figura cupa di Taehyung. Deglutì rumorosamente osservando come le mani del ragazzo fossero strette a pugno – tanto da far sbiancare le nocche – e come il suo sguardo, seppur trasmettesse paura, fosse lucido per delle lacrime pronte ad uscire.
Il volto impaurito del corvino, fecero voltare Yoongi ed anche il maggiore potette notare la figura incazzata di Taehyung. Il grigio non proferì parola, aspettò con impazienza che fosse il rosso ad incominciare.
Sapeva che se solo avesse provato ad aprire bocca, in quell’aula si sarebbe scatenato un putiferio.
Ma le parole di Taehyung non arrivarono mai, sostituite anzi da un pugno ben assestato sul naso di Yoongi. Quest’ultimo, si portò le mani davanti in modo da proteggersi da altri colpi che non tardarono ad arrivare.
“Come hai potuto fare questo!” Sbraitò Taehyung in preda al dolore e alla delusione.
Se solo ripensava a tutta la gelosia ed il dolore che aveva sopportato, alle lacrime che aveva consumato e ad i sensi di colpa che lo avevano logorato per giorni e giorni dopo la rottura con Hoseok. Aveva sofferto come un cane, aveva fatto soffrire come cani persone a lui care ed aveva ringraziato Yoongi per il suo conforto quando si era presentato a casa sua dopo la rottura con l’arancio.
Ma adesso che aveva appreso i motivi per cui il maggiore si era comportato così, sentiva solo un disperato bisogno di scaricare su di lui tutta la frustrazione che stava provando in quel momento.
Cosa ne era della loro amicizia? Erano bastate delle cotte ed un piano subdolo per mandare tutto a puttane?
Era ciò che pensava Taehyung, mentre la sua ira continuava a scagliarsi su Yoongi che nonostante cercasse di difendersi, era stato più volte incapace di schivare colpi.
Alle loro spalle, Jimin li osservava incapace di reagire. Era bloccato sulla sedia, tremante e scosso da un pianto isterico. Avrebbe tanto voluto alzarsi ed impiegare tutte le sue forze per allontanare quei due che si stavano facendo del male. Ma non ci riusciva, la paura stava avendo la meglio su di lui.
Ancora una volta, il corvino si sentì completamente impotente ed inutile.
Altre lacrime presero a scendere copiose sulle sue guance paffute.


Jungkook ed Hoseok aprirono di scatto la porta dell’aula cercando, al contempo, di riprendere fiato per la corsa. Ma quando alzarono lo sguardo, lo scenario che si prestava ai loro occhi era dei peggiori.
Jimin si era rannicchiato sulla sedia, le mani tremanti che reggevano il telefono con cui – attraverso un messaggio – aveva avvisato i due ragazzi appena arrivati. Ma ciò che pietrificò Hoseok e Jungkook, furono le figure avvinghiate di Yoongi e Taehyung per terra intenti a scambiarsi continui cazzotti.
Hoseok, ripresosi dallo shock iniziale, si apprestò a dividere i suoi due amici incitando Jungkook a trattenere il rosso e a trascinarlo sul fondo dell’aula. Ciò nonostante, i due non facevano che urlarsi contro.
“Che diamine sta succedendo!? Siete impazziti!” Urlò, richiamando l’attenzione di tutti. Il silenzio calò nella stanza, rotto dai forti singhiozzi di Jimin.
Solo in quel momento, Yoongi e Taehyung si accorsero delle condizioni pietose in cui il corvino si trovava. Entrambi si immobilizzarono sul posto, spalancando gli occhi e abbassando successivamente il capo.
“Ho rivelato i miei sentimenti a Jimin, e Taehyung ha ascoltato tutto il discorso. Sa che ho messo su il piano, che ho sfruttato Jimin e che però me ne sono invaghito. Poi, ci siamo picchiati.” Spiegò il grigio beccandosi un’occhiataccia dall’arancio che aveva leggermente allentato la presa sulle sue spalle.
Dopo quelle parole, seguì un secondo silenzio sempre più assordante. Nessuno proferiva parola, nessuno aveva il coraggio di alzare lo sguardo.
“Io me ne vado.” Affermò poco dopo Taehyung, caricando quelle semplici parole di tutto l’odio che stava provando in quel momento. Il grigio alzò lo sguardo, incontrando quello del suo amico.
Poteva ancora definirlo così?
Taehyung lo osservò, gli occhi ridotti a due fessure. Fece scoccare la lingua sotto al palato, poi abbandonò l’aula. Non aveva intenzione di sentire alcuna spiegazione, non aveva voglia di vedere più nessuno.
E mentre si dirigeva verso le porte della scuola a passo spedito, sentì finalmente le lacrime di dolore bagnargli il viso.


“Jimin tutto bene?” La voce di Jungkook raggiunse le orecchie del suo migliore amico, risvegliandolo dallo stato di shock in cui si trovava. Il corvino scosse lievemente il capo, facendo intendere che adesso si sentiva meglio. Eppure dai suoi occhi, continuavano a scendere lacrime salate che bagnavano il resto del volto.
Jungkook si morse il labbro, sentendo una fitta al petto mentre il suo sguardo continuava a vagare sulla figura di Jimin: il suo migliore amico non stava affatto bene, ed il fatto che stesse continuando a tremare e a piangere ne era la prova.
“Hyung, se vuoi andiamo in infermeria. Diciamo che non ti senti bene oppure…” Ma il castano fu interrotto dallo rumore che provocò la sedia mentre il corvino la spostava. Poco dopo, si ritrovò la figura di Jimin al suo fianco. Le lacrime si erano ormai seccate.
“Jungkookie, sto bene.” Disse semplicemente, prima di fiondarsi dalla classe correndo.
Il minore sbatté gli occhi confuso: come aveva fatto a cambiare totalmente nell’arco di pochissimi secondi?
“Ha scelto.” Rispose Yoongi, rimasto in silenzio fino a quel momento richiamando su di sé l’attenzione degli altri due rimasti. Un sorriso amaro gli incurvò gli angoli della bocca e poi abbandonò anche lui quell’aula accompagnato da Hoseok e Jungkook.
Nessuno di tutti e tre proferì parola per tutto il percorso dalla classe all’infermeria.


Jimin correva per i corridoi della scuola chiedendosi come, tutto ad un tratto, fossero diventati così lunghi. Non aveva mai impiegato così tanto tempo a trovare le porte di entrata.
Quando finalmente scorse la sala principale dove vi erano tutti gli armadietti in cui venivano depositate le scarpe prima dell’inizio delle lezioni, sorrise debolmente.
Ci stava ancora sperando.
“Taehyung!” Urlò quindi il nome del ragazzo che stava cercando, girando fra una fila e l’altra di armadietti pur di individuare la sua figura ancora rannicchiata per infilare le scarpe. Ma del rosso, sembrava non esserci ombra.
Senza darsi per vinto, il corvino superò l’ingresso ritrovandosi quindi sulla distesa di ghiaia e ciottoli che costituivano la parte anteriore dello spazio aperto dell’istituto. Allungò lo sguardo prima a destra e poi a sinistra, indeciso su quale direzione prendere e quali posti controllare per prima. Aveva il presentimento che Taehyung non fosse ancora sulla strada di casa, specialmente nelle condizioni in cui si era ridotto.
Non poteva, pensò Jimin.
Fu quando chiuse gli occhi e rilassò il suo respiro, che udì in lontananza un pianto malamente soffocato.
Seguendone il suono, raggiunse la parete laterale di sinistra: punto in cui erano state collocate delle panchine. Ed è proprio seduto su una di quelle, vi era la figura piangente di Kim Taehyung.
Jimin deglutì notando il viso bagnato dell’altro ed il modo in cui singhiozzava. Non faceva che ritenersi colpevole di tutto quel dolore che il rosso stava provando.
Cautamente, si avvicinò al ragazzo posandogli delicatamente una mano sulla spalla. A quel contatto improvviso, Taehyung alzò lo sguardo incontrando quello di Jimin.
“Che vuoi adesso!” Sputò, cercando di asciugarsi le guance bagnate con la manica della felpa. Jimin gli si sedette accanto e lo osservò dispiaciuto prima di prendergli una mano e stringerla.
“Mi spiace Taehyung, mi spiace che tu abbia sentito tutto quello che è successo in modo così brutale. Mi spiace averti deluso, mi spiace averti ferito e più di tutto mi spiace di averti usato. Perché so che pensi di esser stato una semplice pedina del mio gioco e di quello di Yoongi.
Non era nostra intenzione far soffrire nessuno: volevamo solo metterci ognuno con le rispettive cotte. Ma non abbiamo considerato i vostri sentimenti, ed abbiamo fatto sì che il rapporto fra te ed Hoseok finisse in malo modo. Abbiamo montato su la finta relazione, peggiorando la situazione. Ma voglio dirti solo una cosa: i miei sentimenti per te sono sempre stati veri, e ti prego di credermi. Non ti ho notato adesso, mi piacevi già da tempo.
Mi sono sempre domandato come potesse essere parlare con te, scherzare con te, confidarmi con te ed avere una possibile relazione che andasse oltre l’amicizia. E quando poi abbiamo iniziato a parlare, quando mi hai iniziato a sorridere, mi sono sentito felice. Mi sono sentito al settimo cielo.
E scusami se mi sono comportato da immaturo, sciocco e menefreghista ferendo i tuoi sentimenti. Ma sono una persona timida Tae, e non avrei mai avuto il coraggio di fare ciò che ho fatto senza l’aiuto di Yoongi.
Lo so, è stato orrendo ma senza il suo intervento, non mi sarei mai avvicinato a me. E credimi se ti dico che lui non voleva farti soffrire, che nemmeno lui avrebbe voluto che tu venissi a conoscenza di tutto in un modo così brusco.
Grazie a questo piano, sono cambiato Tae. Ho conosciuto persone fantastiche, ho conosciuto te. E non stavo aspettando altro da due anni ormai.
"Mi spiace, mi spiace tantissimo.” Concluse Jimin, sentendo nuovamente il bisogno di piangere. Si avvicinò maggiormente a Taehyung e poggiò la sua fronte su quella del rosso.
I loro visi erano così vicini, ed i loro sospiri si unirono in un solo quando le labbra di Taehyung si posarono dolcemente su quelle di Jimin in un bacio casto.
Dispiace anche a me.” Disse Taehyung quando si staccò, la voce bassa e roca.
Sul suo viso però, non vi erano più lacrime.


Quando avevano raggiunto l’infermeria, avevano trovato Seokjin e Namjoon intenti a ridacchiare come una coppia di fidanzatini e Yoongi aveva sentito una fitta al cuore. Aveva ripensato a come Jimin si fosse alzato di scatto, riprendendosi, ed aveva abbandonato l’aula per raggiungere Taehyung. Non lo aveva nemmeno osservato, non si era minimamente preoccupato delle sue condizioni. E ciò aveva fatto capire al maggiore quale fosse stata la sua scelta.
Aveva trattenuto le lacrime, focalizzando la sua attenzione sul labbro spaccato e sul sangue ormai secco presente sul sopracciglio: aveva evitato gli sguardi confusi di Namjoon e Seokjin.
Non aveva intenzione di parlare con nessuno.
E fu per questo motivo che Hoseok si limitò a disinfettargli le ferite, evitando di dire qualcosa a proposito di quanto successo ed invitando gli altri tre ragazzi ad abbandonare l’infermeria. In quel momento, Yoongi aveva bisogno di rimanere solo con i suoi pensieri. Avrebbe poi deciso lui quando parlarne e sfogarsi.
Ma il silenzio della stanza non durò più di tanto, poiché poco dopo la porta scorrevole fu aperta e le figure di Jimin e Taehyung fece capolino da dietro di essa. L’arancio sentì come l’amico si fosse tirato sull’attenti nonostante il suo viso cercasse di non far trapelare alcuna emozione.
“Vorrei parlarti.” Disse Taehyung, invitando silenziosamente Hoseok e Jimin ad uscire. L’arancio annuì e si spostò dal grigio, passando accanto a Taehyung e posandogli con fare affettuoso una mano sulla spalla. Quel semplice tocco era carico di tante raccomandazioni. Il rosso gli sorrise prima di vedere la sua figura, assieme a quella di Jimin, sparire dietro la porta.
“Cosa vuoi sapere?” Esclamò Yoongi dopo minuti interminabili di imbarazzante silenzio. Da quella mattina, di silenzi del genere, ne aveva avuti fin troppi.
“Quando hai capito che i tuoi sentimenti per Jimin non erano più un gioco?” Quella domanda lo spiazzò completamente, facendolo sussultare e boccheggiare alla ricerca delle parole. Dopo quello smarrimento iniziale, il grigio prese un profondo respiro e riordinò le sue idee.
“Quando ho ammesso a me stesso i sentimenti che provavo per lui, ero in compagnia di Hoseok. Lui aveva provato a baciarmi ed io l’ho respinto pensando che quelle labbra non fossero quelle di Jimin. Quello è stato il momento preciso in cui l’ho ammesso a me stesso. Ma se devo dirti quando, prima di allora, lo avevo capito non posso darti una risposta definitiva. Jimin mi ha cambiato, mi ha totalmente stravolto. Ha fatto distrutto, raso al suolo, eliminato ogni mia maledetta barriera e devo dirti che all’inizio mi dava fastidio: mi dava fastidio essere vulnerabile davanti ad una persona con cui non avevo un legame affettivo così stretto. Mi dava fastidio che ci fosse riuscito lui prima di te e di Hoseok.
Ma poi ho accettato che lui entrasse a far parte di me, che prendesse un posto nel mio cuore. Ho permesso a Park Jimin di prendere possesso del mio cuore e di farne ciò che vuole. O meglio, voleva.
Penso sia chiaro, a questo punto, quale sia la sua scelta.” Concluse amaramente il maggiore, le mani che stringevano con forza il lettino su cui era ancora seduto.
“Ma fin quanto ti piace hyung?” Chiese allora Taehyung, e Yoongi lo osservò non capendo. Che cosa pensava di ottenere dalle sue risposte? Voleva forse farlo soffrire per ciò che, indirettamente, gli aveva rivelato.
Beh, pensandoci, se lo meritava. Aveva sepolto sotto metri e metri di terra la fiducia che il più piccolo aveva per lui. Aveva mandato a puttane il loro rapporto di amicizia per un ragazzo.
E tutto quello potevo significare una cosa sola.
“Non si parla di piacere Tae. Io sono innamorato di Jimin.” A quella affermazione, Yoongi non riuscì più a trattenere il dolore né le lacrime. Lasciò che quelle scie salate gli bagnassero le guance, silenziosamente.
Quando abbassò il capo per non far vedere la sua vulnerabilità e quanto tutta quella vicenda lo avesse distrutto, sentì due braccia avvolgerlo e stringerselo a sé in un caldo abbraccio.
Ti amo anche io hyung.” E quelle parole, sussurrate dalla voce di Jimin - entrato chissà quando nella stanza – risultarono il più bel suono che Yoongi avesse mai sentito.





 
​​​Salve a tutti!
​Vorrei iniziare col ringraziare tutte quelle mille e passa persone che hanno sprecato il loro tempo a leggere il primo capitolo; quando ho visto il numero, per poco non cadevo dalla sedia lol.
​Vorrei ringraziare anche le venti persone che hanno inserito la storia fra le preferite, le diciannove fra le seguite e le quattro fra le ricordate. 
​Voi non potete nemmeno lontamamente immaginare la gioia che io abbia, e che tutt'ora, provo nel averlo letto.
​Detto ciò, vorrei passare al capitolo. 
​Io ho solo una cosa da dire: FINALMENTE!
​Ammetto che non è stato facile scriverlo, ma nemmeno super difficile: spero di aver fatto un buon lavoro e che vi piaccia, tanto quanto piace a me.
​Avviso, prima di dileguarmi per sempre, che il prossimo capitolo sarà l'epilogo e che la storia è praticamente alla fine.
​Un bacione e alla prossima.
​Sam.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: samv_s