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Autore: EvrenAll    23/10/2017    1 recensioni
"Dove finiscono i sogni dimenticati?"
Sequel di Elizabeth.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nostro










 

23 ottobre 1991







 

-Ciao-

Avevo malapena appena la porta, sentito la sua voce ed intravisto la sua zazzera rossa, ma fu più forte di me.

Gli sbattei la porta in faccia.

-Nina!-

Beta mi allontanò dalla porta ed aprì.

-Eccovi qui! Ciao Dylan vieni qui con Beta-

Osservai la scena con una punta di scetticismo.

Uno: non volevo vedere Axl.

Due: non volevo conoscere il figlio della sua adorabile nuova ragazza.

Tre: non potevo vederlo fare il paparino.

Arricciai una ciocca di capelli attorno all’indice trattenendomi dal far correre le mani al mio ventre, memore delle innumerabili volte in cui era stato proprio dentro di me e della nostra sera.

Strinsi le labbra e mi voltai, prendendo la giacca dall’attaccapanni.

-Beta, vado a prendere Alessandro, lo porto qui e me ne vado-

Quando tornai a rivolgermi alla porta mi ritrovai davanti gli occhi limpidi di un bimbo di uno o due anni.

Rimasi a guardarlo per una manciata di secondi, dilatati in un tempo indefinito.

A me non piacevano i bambini, a me non piacevano.

Strinsi le dita sulla giacca chiudendomi nel silenzio.

-Dylan, questa è Elizabeth, un’amica di Axl-

Odio i bambini troppo piccoli.

Si nascose sul petto di Beta senza smettere di guardarmi.

-Saluta, non sei così timido…-

Will gli accarezzó la schiena incoraggiandolo ed il piccolo alzò una mano in un sottile cenno.

Non riuscii a dire nulla: smarrita da quegli occhi puri e da quello strampalato accostamento.

-Elizabeth, hai bisogno di un passaggio? Dovrei passare davanti a scuola andando all’intervista-

Scossi la testa.

-Cammino-

-Sei sicura?-

-Cammino!-

Lo oltrepassai ed iniziai a scappare, anche se i maledetti polmoni incatramati mi rendevano difficile prendere fiato.













 

Porca puttana.

Sbattei la porta dell’appartamento, rifugiandomi nella mia stanza. Mi rannicchiai sul letto, appiattendomi contro il muro e trattenendo la sigaretta quasi finita tra le labbra. Non Malboro, non questa volta. Inspirai a fondo, sperando che il fumo annebbiasse la mia mente, i miei ricordi e i dannati sentimenti, sperando che cancellasse la rabbia e sedasse per sempre il mostro che sentivo avere in fondo al cuore.

-Fanculo-

La presi tra le dita sporgendomi verso il posacenere. Le mani tremavano in maniera incontrollata, dimostrando per l'ennesima volta il potere che quell'essere aveva su di me.

-Maledetto- schiacciai con forza la cicca nel contenitore.

Trattenni le lacrime e mi rialzai, diretta all’entrata. Composi il familiare numero di telefono ed appiccicai la cornetta all’orecchio, aspettando.

-Sì?-

-Lo odio- sputai, interrompendo il suo saluto.

-Quel bastardo continua ad intromettersi nella mia vita-

-Non lo sopporto, Morgan! Non riesco nemmeno a guardarlo e lui si presenta davanti alla porta di casa di Beta con un bambino-

-Un bambino. Il figlio della sua fottuta ragazza-

-Perchè anche lui si prende cura di quell’essere. Avevano gli occhi più limpidi dell’universo. Erano felici-

Scoppiai. Le parole mi ferirono la gola e rotolarono fuori dalle labbra con rabbia. Non gridai, non avrei mai potuto urlare così forte.

-Doveva essere nostro, quel bambino!-

Il dolore zittì anche i miei lamenti, lasciando per un attimo la linea in un assordante silenzio.

-Liz, arrivo-

-Grazie-







 
  
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