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Autore: scoiattolo17    25/10/2017    3 recensioni
"Un sorrisetto si formò sul volto dell’uomo ancora in auto; all’inizio era l’ultima persona che avrebbe voluto al fianco. Quando gliela presentarono era una novellina giovane ed inesperta. Adesso invece… Adesso che le aveva insegnato il lavoro, il loro legame era diventato praticamente inscindibile… Adesso si sarebbe opposto con tutte le sue forze prima di essere diviso da lei.
Purtroppo la cosa non avrebbe tardato".
Ciao a tutte! Eccomi di nuovo tra voi :)
La mia nuova storia ha come protagonisti i nostri amati Ryo e Kaori in versione poliziotti.
Cinque omicidi, avvenuti in una sola notte, impegneranno i nostri due agenti alla risoluzione del caso. Buona lettura! S.
:)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hideyuki Makimura, Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Entrando al dipartimento di polizia notarono subito una certa attività quella mattina. Le segretarie avevano i centralini intasati e tutto sembrava più caotico del solito.
Imboccando il corridoio che portava alla prima divisione i due si scambiarono uno sguardo d’intesa: era accaduto qualcosa.
-Era l’ora, signori, che ci onoraste della vostra presenza!- il direttore li guardava dall’alto della fredda scalinata di metallo.
-Che palle…- sussurrò Ryo all’orecchio della socia, strappandole un sorriso dagli occhi.
-Forse non lo sapete ancora ma stanotte è successo il finimondo, vorrei sapere dove cazzo eravate! Il vostro turno è iniziato mezz’ora fa!- continuò il direttore paonazzo in viso.
Ryo gli stava rispondendo assumendosi le responsabilità ma la sua partner lo precedette: -Colpa mia capo, l’auto non partiva stamani… Forse a causa del freddo…-
Ryo guardò la ragazza con ammirazione e ringraziamento, sapeva che il capo si sarebbe incazzato ulteriormente se avesse saputo di un altro ritardo dell’uomo.
-Mmm… Comunque, tornando a noi…- si schiarì la voce mentre veniva raggiunto dai due –Stanotte ci sono stati cinque omicidi, tutti identici. Cinque prostitute sono state uccise in cinque zone diverse di Tokyo. Uno solo di questi omicidi è avvenuto a Shinjuku ma la questione è ormai di portata nazionale. La scientifica è già sul posto ma voglio che vi rechiate subito là. Voglio un rapporto completo prima che qualunque altro dipartimento metta le mani sul cadavere e invadi la scena del crimine. Visto che avete mezz’ora di ritardo non vi scoccerà sapere che il rapporto lo voglio per mezzogiorno sulla mia scrivania-.
Detto questo si girò, rispondendo ad una chiamata sul telefono personale mentre se ne andava.
Kaori guardò Ryo.
-Fare rapporto per mezzogiorno è praticamente impossibile…-
-Andiamo socia, non sei una tipa che molla … Dammi le chiavi della GT, guido io adesso…-
-Tu sei matto! Almeno ci schiantiamo… Guido io  vah, che è meglio…-
 
Entrando nella stanza del vecchio motel nei sobborghi di Shinjuku Kaori fu colpita non poco dal cadavere di quella giovane. Non che non ne avesse mai visto uno, anzi. Certo era che quel mestiere camminava a fianco della morte, seguendone le tracce. Ma la vista di quella ragazza, giovane e dal bel corpo ormai freddo la fece rabbrividire. Non doveva avere più di vent’anni. Poco più che una ragazzina insomma. Immobile su quel letto. Prona, bianca come una bambola di porcellana e bella e fredda come proprio doveva essere la morte. Un coltello conficcato tra le scapole e lei, dopo il colpo subìto, si era adagiata morente sul letto pieno di cuscini; il suo sangue aveva tinto i tessuti di un colore scarlatto incorniciandola in quel quadro macabro.
Ryo notò subito il fremito di Kaori ma non riuscì a dire niente; anche a lui quella scena colpì non poco.
Fecero tutte le rilevazioni del caso in breve tempo, scattarono diverse fotografie, ma non trovarono niente che facesse anche solo ipotizzare la presenza dell’assassino. Il cellulare della vittima era al fianco del corpo ma non erano autorizzati a contaminare la scena del crimine e lasciarono che fosse la scientifica ad informarli in seguito dei tabulati telefonici.
Tornarono velocemente al distretto e seduti alla scrivania di Kaori iniziarono a scrivere il rapporto.
Ryo si dondolava sulla sedia di fronte a lei mentre la ragazza stendeva il verbale in silenzio.
-La faccenda degli omicidi mi puzza… Non può essere certo casuale… Deve esserci qualcosa sotto…-
-Chiunque le abbia uccise doveva trovarsi li, ma… Se così fosse come ha fatto a non lasciare traccia?? Come può essere entrato nel motel senza farsi notare dal proprietario? E’ quasi impossibile…- chiese Kaori distogliendo lo sguardo dal monitor per guardare il suo socio in faccia.
Ryo la fissò negli occhi.
In fin dei conti il coltello nella schiena faceva presupporre ad un omicidio ma come poteva l’assassino essere entrato nella stanza al quarto piano del motel senza essere visto? Nessuna delle due telecamere di video sorveglianza l’avevano inquadrato.
-Non lo so ma… Non mi torna… Occorrerà aspettare i rapporti degli altri omicidi e confrontarli per tirarne fuori qualcosa-
-Gia…- sussurrò Kaori tornando al suo lavoro.
 
Più tardi, dopo aver consegnato il verbale al direttore, i due erano di pattuglia lungo la via principale di Shinjuku. Come sempre in borghese non attiravano mai l’attenzione; anche se, oramai, erano conosciuti dai malviventi della zona come City Hunter: erano la coppia di poliziotti più temuta nel quartiere e se si mettevano sulle tracce di qualcuno, quel qualcuno era praticamente già in prigione (o sottoterra nel peggiore dei casi).
Erano un po’ i silenziosi paladini della legge, una legge che oggigiorno è un po’ un ‘fai da te’. Comprata e svenduta al miglior offerente. Era infatti molto probabile sentire di poliziotti che si erano venduti alla malavita e al crimine organizzato per coprirne le tracce ed arricchirsi schifosamente.
Ma non era il loro caso. La correttezza nella loro coppia era il laccio che li univa. Il lavoro che facevano era per garantire la giustizia e non per garantirsi i soldi. Chi aveva cercato di comprarli in passato, oltre che cadere nelle fauci del lupo, era anche finito in galera a vita.
Il freddo della mattina sembrava non volesse smorzarsi e tutta Tokyo continuava a restare sotto uno strato di brina.
Kaori, avvolta nella sua nuova sciarpa multicolor, camminava pochi passi più avanti del suo compagno, persa nei suoi pensieri.
La folla caotica del centro si accalcava e rendeva difficile il passaggio lungo il marciapiede quando ad un tratto la porta di un locale si aprì e il tipo che ne uscì si scontrò in pieno con la donna, che batté letteralmente il suo naso contro il petto dell’uomo di fronte.
La donna stava per urlargli contro tutta la sua collera quando il suo occhio vigile notò una pistola nella fondina sotto il cappotto dello straniero.
Veloce e senza farsi notare dalla folla, estrasse la sua pistola, premendola contro l’addome dell’uomo di fronte a lei.
Quello restò immobile e con un sorrisetto stampato sul volto seguì le indicazioni di Kaori che lo intimava a spostarsi nel vicolo adiacente.
Quando Ryo notò la situazione raggiunse la socia all’imbocco del vicolo, prendendo il tipo per il bavero della giacca e mettendolo spalle al muro.
Era un uomo dai tratti occidentali:  alto, biondo e occhi azzurri come il ghiaccio.
-Che succede Kaori?-
-Ha una pistola- disse quella mentre lo disarmava e lo perquisiva ulteriormente.
Il tipo se ne stava fermo e buono, con le mani in alto e un fottutissimo sorrisetto beffardo sul volto.
-Perché sei armato?- ringhiò Kaori mentre Ryo lo teneva sotto tiro
-Non credevo che la polizia Giapponese fosse così sfacciata nei confronti degli americani…-
-Noi non abbiamo paura di nessuno e nemmeno di voi fanatici delle armi… Ha il porto d’armi per questa?-
-Certamente signorina- rispose maliziosamente il biondo –Ce l’ho nella tasca dei pantaloni, lo prendo da solo o lo vuole prendere lei??-
Ryo rideva sotto i baffi. La sua socia non era il tipo da avances e quando qualcuno si rivolgeva a lei in maniera poco appropriata diventava una tigre.
Ma quella volta rimase stranamente calma e stette al gioco del forestiero.
-Faccia pure da solo… Non ho portato i guanti…-
-Peccato perché si sarebbe divertita…- detto questo il tipo tirò fuori dalla tasca il borsello di pelle nera e lo diede a Kaori.
Quella lo aprì e rimase spiazzata.
Agente C.I.A.
Mick Angel, NY
Il distintivo era più che sufficiente a far capire alla donna che aveva reagito troppo d’impulso.
Guardò Ryo dicendogli di abbassare l’arma.
-Mi scusi signor Angel, ho visto l’arma ed ho tratto conclusioni affrettate- si scusò la ragazza facendo un breve inchino con il capo
-Non si preoccupi signorina…- fece una pausa aspettando che quella gli dicesse il suo nome
-Kaori Makimura-
-…signorina Kaori, da lei mi sarei anche fatto prendere in ostaggio- ironizzò, rinfoderando la pistola.
-Che ci fa la CIA a Shinjuku?- Ryo prese la parola
-Mi dispiace ma non sono autorizzato a rivelare il motivo della mia permanenza a Tokyo- rispose Mick con tono di sfida verso il poliziotto
-Comunque…- riprese parola l’americano rivolgendosi a Kaori –Se il destino vorrà ci rincontreremo Darling- detto questo uscì dal vicolo, venendo poco dopo inglobato dalla folla.
Ryo guardò Kaori
-Che tipo… Ehi Kaori tutto bene?-
-Ho reagito come una dilettante…-
-Non potevi sapere che era un agente della CIA, hai fatto bene…-
Kaori non rispose ma si limitò a sospirare… Quella giornata iniziata così bene… Adesso non vedeva l’ora che giungesse al termine…
  
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