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Autore: Elgul1    27/10/2017    1 recensioni
Questa storia è un What if di cosa sarebbe potuto accadere, secondo me, se invece di Shouyou, Gintoki avesse avuto come maestro Utsuro diventando il più temibile assassino a disposizione dei Naraku.
Gintoki ha sempre vissuto per servire e aiutare il suo maestro Utsuro che lo ha cresciuto come un figlio. Da anni commette crimini di ogni genere uccide coloro che infangano il buon nome dei Narakue chi rappresenta una minaccia per l'ordine imposto. La sua strada però, durante la sua missione più pericolosa, sarà costellata di numerosi incontri che riusciranno a portarlo verso la dritta via che sembra irragiungibile?
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Per tutta la sera era stato in dubbio se intervenire o no, se seguire i due assassini oppure starsene a casa come Oboro gli aveva detto, ma non c'e l'aveva fatta. Con foga aveva indossato la lunga tunica e la maschera e si era messo in marcia seguendo gli schiamazzi e le grida di terrore, aveva trovato il posto dove i due avevano colpito ma era arrivato troppo tardi. L'intero locale era ricoperto da corpi mutilati e sangue. Qua e là sentiva le grida indistinte di combattenti chiedere aiuto. Alcuni membri della Shinsengumi stavano in disparte, e alcuni ancora stavano lottando con i Joi, ma la maggior parte degli uomini stava fissando l uomo con la maschera di corvo e dagli occhi neri come la pece.
 
 Takasugi era bianco come un cencio: non si aspettava la venuta di quel uomo non in quelle circostanze. Strinse con forza l'elsa della spada, e nel caso, pronto a difendersi. Sapeva che da solo, e stanco dopo la lotta con quel tizio, non sarebbe mai riuscito da solo a farcela. " Bansai, prendi Matoko e andiamocene subito..." Disse con voce dura cercando di trattenere il nervosismo. Bansai annui, prese sotto braccio la ragazza e si avviarono circospetti verso l'uscita. 
Gintoki osservò il trio andarsene senza fare nulla. Gli altri uomini della stanza si stavano avvicinando a lui guardinghi " Perché lo stai lasciando scappare?" Esclamò lei inviperita cercando di passare, ma venendo fermata dal bianco.
" Shin mi ha chiesto di proteggerti e adesso hai bisogno di essere protetta..." Replicò lui duramente. Alcuni joi si fecero avanti.

Gintoki urlò e si lancio sul trio. Il primo lo abbattè con un fendente allo stomaco, il secondo cercò di colpirlo al fianco ma lui, con una giravolta, evito l'attacco e gli tranciò di netto la mano destra il terzo provò dall'alto ma Gintoki parò col piatto della spada e con un calcio lo mandò contro il bancone, urlando:" Se qualcun'altro vuole morire si faccia sotto!" Il silenzio percorse l'intero locale. I joi iniziarono lentamente a uscire dal retro inseguiti dai pochi agenti rimasti.


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Okita si risvegliò completamente confuso. L'urlo di prima lo aveva fatto rinvenire. Al centro della sala c'era un uomo alto dal fisico snello e vestito di nero, con una grande maschera a forma di corvo e accanto a lui una ragazza poco più piccola e un cadavere. 
 
Il giovane Shinsengumi ebbe un brivido lungo la schiena. Barcollante si alzò da terra e si porto di fronte allo sconosciuto e disse:" Per caso sei tu colui che ha ucciso il diplomatico due settimane fa?" 
L uomo mascherato lo fissò per qualche istante, come se lo stesse studiando poi semplicemente rispose:" Si, sono stato io..."  
" Allora non ti scoccerà se ti porto con me alla centrale eh?!" Detto questo Okita gli si lanciò addosso. Provò con una stoccata a colpirlo allo stomaco ma Gintoki scarto a sinistra evitando il colpo. 
 
" Non ho voglia di giocare con te ragazzino..." Rispose annoiato lui suscitando l'ira del giovane che tentava in ogni modo di attaccare o scalfire la difesa di Gintoki, che parava ogni suo colpo con una facilità disarmante.       
 " Sogo finiscila!" gridò Kondo, sorretto da Yamazaki. 
" Avremmo tempo per lui, concentrati sui joi adesso!" Ordinò nuovamente lui. Okita abbassò la spada senza perdere di vista l uomo e disse:" La prossima volta che ti troverò sappi che ti ucciderò, sporco bastardo..." Gintoki rise di gusto a quell'affermazione e disse:" Hai solo da provarci piccolo rospo.
 Dopo queste parole sollevò il corpo di Shin come fosse una piuma,  prese la sua testa e, seguito da Ureka, uscirono dal locale.
 
 
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Mentre uscivano dal territorio cittadino ci fù silenzio tra i due nessuno voleva parlare o dire qualcosa. Gintoki si fermò su una collinetta su cui depose il corpo ormai senza più vita di Shin.
" Resta qua Ureka." Mormorò addetrandosi nel piccolo boschetto. Dopo qualche minuto si sentì un enorme tonfo. 
 
Ureka si voltò nella direzione da cui Gintoki era sparito e lo rivide apparire, e trascinare con sè un albero. Con calma iniziò a tranciare l'albero e, all improvviso, la ragazza sussurrò:" Gintoki, perché non hai vendicato Shin?" Tagliò un pezzo d'albero e tranquillo rispose:" Shin mi aveva chiesto di proteggerti..."  Tagliò un altro ceppo.   
" Uccidere il suo assassino non era contemplato nella richiesta che mi aveva fatto." Concluse. 
" Allora avresti dovuto lasciare fare a me..." Sbottò lei alzandosi in piedi.                 
" In quel momento saresti stata uccisa, non stavi più pensando a concludere la missione ti sei fatta prendere dal sentimento e non sarebbe servito a nulla." Disse Gintoki pacato mettendo da parte alcuni dei ceppi di legno. Ureka iniziò ad allontanarsi.
 " Dove diavolo stai andando adesso?!" Esclamò Gintoki cercando di raggiungerla.
" Torno in città, devo uccidere quel bastardo..." Mormorò lei sicura. 
Gintoki l'agguantò per il braccio destro e disse:" Smettila di fare così... Anche se lo uccidi non lo riporterà in vita."
 " Lasciami ti ho detto!" Gridò lei cercando di liberarsi dalla morsa dell uomo, che non accennava a mollarla. 
" No, non permetterò che l'ultima richiesta di Shin vada sprecata." Rispose lui duro.
" E allora cosa dovrei fare dimmelo tu, che sei così saggio!?!" Domandò lei gridando. Gintoki stava per replicare quando sentì dei passi provenire dalla boscaglia.
 Mise la ragazza dietro di sè ed estrasse la spada di fronte alla fonte del rumore.
 " Ehi ehi stai calmo Gin..." Mormorò una voce che conosceva fin troppo bene. 
" Cosa diavolo sei venuto a fare qua Oboro?!" Domandò Gintoki. 
Il grigio apparve al chiaro della luna scortato da quattro uomini e un quinto in penombra nascosto da un cappuccio. 
" Bhe è difficile non notare in giro il caos che è stato provocato a quel locale..." Rispose Oboro tranquillo. " La vera domanda è cosa ci facevi tu lì quando ti avevo espressamente chiesto di non seguire le mie spade..." Aggiunse lui con una vena d'irritazione nella voce. 
" Shin mi aveva chiesto di badare a lei nel caso gli fosse successo qualcosa. Ho avuto un brutto presentimento e sono andato di corsa lì. Se non fossi arrivato un'altra delle tue preziose spade sarebbe morta..." Spiegò lui tutto d'un fiato. 
Oboro lo osservò per qualche istante e rispose:" E allora? Cosa vuoi che mi importi di loro? I loro obblighi sono finire le missioni o morire nel tentativo. Sono solo questo per me loro." Gintoki  rimase basito da quell'affermazione, si aspettò che Ureka dicesse qualcosa ma al contrario era rimasta in completo silenzio, con la testa china come un cane bastonato. " E Gintoki questa è la seconda volta che disobbedisci agli ordini di Utsuro. Ti aveva ordinato di non fare niente e tu cosa fai? Osi intrometterti in una missione non più tua? Ricordati bene cosa accadrà al terzo sgarro che farai..." Lo ribeccò ancora Oboro con voce dura e glaciale. Gintoki chinò la testa in segno di resa e sussurrò: Si signore..." 
" Molto bene Ureka ti do il permesso di restare per seppellire il tuo compagno ma tra due giorni voglio rivederti alla base." Disse Oboro allontandosi con la sua scorta.
 
Dopo alcune ore la pira ormai era pronta. Gintoki esausto si asciugò la fronte colma di sudore e e si mise a sedere accanto a Ureka che, da quando Oboro era andato via, era sprofondata in un religioso silenzio.
 " A cosa pensi?" Domandò Gintoki. 
" Penso che mi mancherà molto..." Rispose lei afflitta. Gintoki capii: Shin era uno dei membri più anziani. Li aveva visti crescere e aiutati nel loro apprendistato. " Ureka, mancherà anche a me e a tutti coloro che ha addestrato. Proprio per questo gli sto dando l'onore più grande che si possa dare a uno della nostra organizzazione." Rispose lui alzandosi in piedi e accendendo una fiaccola.
Fece un lungo respiro e disse:" Shin Fukuwa, ottava spada, siamo qui di fronte alla fiamma per darti l'onore che spetta a un uomo del tuo rango. Sempre inflessibile con la missione che c'e stata data. Che tu possa riposare in pace in nome del corvo." Chinò la testa in segno di rispetto e poi gettò la fiaccola dentro la piccola pira. Il fuoco inizio a crepitare fino poi a inglobare l'intera piattaforma di legno. Ureka che fino ad quel momento non aveva versato una lacrima iniziò a piangere in modo incontrollato. Gintoki si avvicino a lei e la strinse a sè. Mentre la ragazza continuava a piangere il sole si stava alzando illuminando la pira che lentamente continuava a bruciare.
 
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Takasugi camminava veloce per i vicoli bui della città insieme agli altri due membri della sua squadra speciale. In lontananza sentì le volanti di rinforzo della shinsengumi farsi sempre più vicine. Non potevano farsi catturare, non in quel momento. " Dove stiamo andando?" Domandò Bansai che ancora teneva in spalla la ragazza svenuta. " Alla nave, mi sembra ovvio. Sarà il caso di sparire per un po. Quei dannati cani per il momento ci staranno alle costole." Rispose Takasugi mentre si mischiavano alla folla spaventata per allontanarsi.                                                              
 " Volevo chiederti una cosa capo, sempre se vuoi rispondere..." Disse Bansai. 
" Cosa vuoi sapere? Domandò lui.
" Come mai hai avuto quella reazione di fronte a quel membro dei Naraku? Sembravi molto preoccupato..." Disse Bansai. 
Takasugi continuando a camminare rispose:" Perché lo ero... Ero già stanco dopo aver lottato contro quel ciccione, trovarmi di fronte lui più quei dannati shinsengumi non era il momento adatto per affrontarlo, ma prima o poi ci sarà la resa dei conti e quando avverrà bhe... gli farò pagare quello che mi ha fatto..." Mentre diceva questo si toccò il volto e sopratutto il punto dove aveva perso l'occhio.          
" Speriamo che quel giorno arrivi presto..." Mormorò speranzoso il sottoposto. 
" Ho bisogno che tu mi faccia un favore Bansai..."
 " Cosa vuoi capo?" Chiese mentre appoggiava sopra il vascello la ragazza. " Di a Zura che ci rivedremo tra cinque giorni al solito posto e in più continua tu l'addestramento del giovane Shimura." 
" Consideralo fatto. Ancora mi domando cosa ci hai visto in lui così tanto da volerlo con noi." Disse lui scendendo dalla nave. " Bhe quando mi ha chiesto di diventare un joi ho visto che aveva i miei stessi occhi. Lui vuole vendetta ma ha bisogno di qualcuno che lo guidi in quei luoghi oscuri e solo uno come me lo può guidare. Ci rivediamo Bansai e stai attento, mi raccomando." Dopo queste parole il portellone iniziò a chiudersi lasciando Bansai solo sul molo.
 
 
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Okita se ne stava solo in disparte accanto a un muricciolo mentre i compagni caricavano sui furgoni i pochi samurai catturati. " Tutto bene amico?" Domandò Kondo col braccio sinistro ingessato. 
 " No, per niente..." Mormorò lui nervoso.
 " Non è andata così male, abbiamo catturato una decina di loro, senza contare tutti i documenti. Ci sarà un gran bel pò da fare in queste settimane." Annunciò Kondo abbozzando un sorriso.
Okita sbuffò e replicò:" Si ma, ti ricordo che sei dei nostri sono morti e altri due sono all'ospedale." 
" Mi spieghi che ti prende?" Domandò, confuso lui.     
   " Cosa mi prende? Avevamo lì il colpevole dell omicidio, l'unico che potrebbe scagionare Hijikata e fare in modo che tutti abbiano fiducia in lui, e tu ti bei di aver catturato una decina di pesci piccoli?" Ribeccò l'altro, ancora più irritato e alzando la voce.
 Kondo si massaggiò le tempie con la mano libera e disse." Cosa volevi che facessi? Che ordinassi a tutti i membri rimasti completamente esausti e feriti di attaccare un uomo appena arrivato capace di sconfiggere pure Hijikata?" 
" Si, e poi sai benissimo che sono molto più forte di lui! Avrei potuto batterlo..." Sbottò il giovane. 
" In quel caso non c'e l'avresti fatta..." Rispose Kondo sicuro. 
Okita lo guardò sorpreso e andandogli a muso duro di fronto agli occhi domandò:" Perché non c'e l'avrei fatta sentiamo un po..."       
" Motivo numero uno: hai dovuto combattere contro un membro elite dei joi e,  secondo motivo. Eri colmo di rabbia e anche se ti stavi muovendo bene lui stava giocando con te eri pieno di aperture, ti avrebbe finito come e quando voleva." Spiegò lui tutto d'un fiato per niente spaventato dal giovane. Okita stette in silenzio, avrebbe voluto dire altro a Kondo, come dove infilarsi i suoi pareri, ma era troppo nervoso così, in silenzio, prese e se ne ando sulla camionetta. - Prima o poi te la farò pagare, sporco bastardo in maschera.- Pensò mentre saliva sul furgone.
 
 
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Takasugi si sedette sulla sedia della sua cabina. Era veramente sfinito inoltre, rivedere quell'uomo, aveva riportato in mente tanti ricordi della guerra, momenti brutali. Un brivido gli percorse tutta la schiena: ogni volta che ripensava a quella maschera nera e quegli occhi neri e freddi come i suoi. In tutti quegli anni contro cui ci aveva combattuto aveva tentato decine di volte di scoprire chi si celasse dietro quel volto, ma ogni volta i suoi sospetti erano andati a puttane- Chi diavolo sei davvero tu?- pensò fra sè e sè mentre cominciò a versarsi del tè in una tazza. 
" Ehi per caso, ne hai un'po di più per un ospite?" Domandò una voce nascosta dietro di lui. Con uno scatto si alzò dalla sedia che cadde a terra. Ed estrasse la spada e disse:" Chi diamine sei?" 
" Mi pare assurdo che non mi conosci visto quante volte ti ho dato la caccia..." Rispose quello mentre aspirava una sigaretta. 
" Ti ho detto di farti vedere..." Insistette lui serio. 
Un uomo alto e dai corti capelli mori uscì dall'oscurita e, con la sigaretta ancora in bocca, continuo: " Sei contento adesso? Ho bisogno di parlarti per un nostro nemico comune..." Hijikata fissando uno dei Joi più pericolosi della nazione.
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL' AUTORE: Rieccomi qua col nuovo capitolo in anticipo rispetto al solito. Ringrazio per chi sta continuando a leggere la mia storia dico davvero. ^^ Magari vi aspettavate che Gin facesse una nuova mattanza però stavolta no :D secondo voi cosa vorrà Hijikata da Takasugi? Non vi resta che scoprirlo nel prossimo capitolo. 
   
 
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