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Autore: mirianacantali__    28/10/2017    3 recensioni
"Perché noi siamo come la notte, così intensa, buia, paurosa. Ma quando è illuminata dalla luna... beh in quel caso è tutt'altra cosa. Siamo così sbagliati che i nostri difetti, insieme, si annullano. E non importa il blu dei miei capelli o quello biondo dei tuoi, non importa se le stelle questa sera non si vedono, perché adesso siamo noi ad illuminare questa notte tenebrosa."
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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"Ehi cos'è? Ti sei incantata?" Mi domandò Austin, ridendo di sottecchi.
"Ehm no... stavo solo... cioè.. " staccai con qualche difficoltà i miei occhi blu dal ragazzo che si avvicinava a noi. 
"Piuttosto, invece di farti gli affari miei, perché non mi accompagni in segreteria?" sdeviai il discorso.

La Midwood High School era davvero enorme; mi sarei certamente persa.

Quando si avvicinò ebbi modo di studiarlo meglio. Occhi scuri, pelle chiara ma non troppo, lineamenti perfetti, fisico alto, muscoloso e altrettanto bello.
Aveva un sorriso stampato in volto e lo sguardo sicuro di sé.
Un solo un difetto; i suoi capelli erano biondi, così tanto che quasi ti accecavano gli occhi ed io già li odiavo.
Camminava sotto lo sguardo di tutti e la prima impressione, che poi non si rivelò del tutto sbagliata, fu quella di un ragazzo vanitoso.

"Ehi Austin" abbracciò l'amico e poi puntò i suoi occhi su di me.

"E tu sei?"
"Kayla" dissi disinteressata.
"Piacere Justin" mi informò porgendomi la mano che io non ricambiai. 
"Il piacere non è mio" dissi così apatica che quasi mi spaventai di me stessa. 

I miei complimenti Kayla, davvero. Come primo incontro direi davvero ottimo. 
A volte mi vergogno di essere la tua coscienza.

Justin perse il suo sorrisetto fastidioso e un lampo di confusione attraversò i suoi occhi, mentre gli altri due non la smettevano di ridere.
"Noto anche che sei molto acida" e di nuovo quell'odiosa espressione di superiorità sul viso. 
"Meglio acidi che sentirsi la persona più affascinante esistente sulla Terra"dissi sfidandolo con lo sguardo e dirigendomi verso Paige.

La risata del ragazzo arrivò dopo poco tempo. 
'Oddio già non lo sopporto' pensai.

A quel punto presi Paige per un braccio che nel frattempo era rimasta a guardare la nostra sceneggiata e la trascinai letteralmente via.

Quando però mi ricordai della presenza di Austin, mi fermai di colpo e tornai indietro.
"Ci vediamo durante la pausa pranzo così poi torniamo a casa insieme."

Dopodiché io e la mia amica ci immettemmo nella grande folla di studenti che si dirigevano verso l'entrata.

•••

"Adesso spiegami perché trovi tutte le persone più antipatiche e stupide di questo mondo" chiesi a Paige.
"No spiegami tu quali problemi ti affliggono, perché quello stupido, come lo chiami tu, è il mio fratellastro"
"Non vorrei essere al tuo posto, anche se io non sono stata molto più fortunata" dissi riferendomi ad Austin.

Ad un certo punto qualcuno bloccò il mio polso e mi trascinò verso di sé.
Mi ritrovai a pochi centimetri dal viso della mora al mio fianco. 
"Non ci credo, vorrei essere io a convivere con lui. Ma non vedi quant'è bello?"

In effetti Austin era proprio un bel ragazzo; aveva i capelli castani e gli occhi di un verde quasi magnetico, che sicuramente attirava moltissime ragazze.
Era poco più basso di Justin, ma in ogni caso più alto di me.

'Tutti sono più alti di te' mi ricordava il mio subconscio e in effetti non potevo dargli torto.

"Ti piace eh?" La stuzzicai ridendo.
"Si,no... ehm... cioè. Andiamo sennò arriveremo in ritardo" disse mentre le sue guance si coloravano di rosso.
"Da quando ti importa arrivare in orario?" Vedere Paige imbarazzata era una scena che non si vedeva tutti i giorni, anzi addirittura era la prima volta, ed io quando volevo sapevo essere davvero stronza.
"Stai zitta e cammina" mi riproverò mentre io mi piegavo in due dalle risate.

Mentre cercavamo disperatamente la segreteria per ritirare l'orario delle nostre lezioni Paige mise in atto la sua piccola vendetta.

"E tu che mi dici, non è che Justin..."
"No, non mi piace. Anzi mi dà fastidio anche la sua sola presenza. Che stronzo" la interruppi parlando più a me stessa che a lei.
"Sarà divertente vedervi litigare tutti i giorni" disse decisa come se fosse una cosa ovvia.
"Tutti i giorni? Stai scherzando vero?" 
"Dimentichi che vivo nella sua stessa casa e quindi, a prescindere dalle tue volontà, passeremo molto più tempo insieme di quanto pensi." 
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai. 

Fortunatamente riuscimmo a recuperare l'orario delle lezioni e anche le chiavi dei nostri armadietti. 

"Prima ora matematica, non ce la posso fare" disse la mia amica appoggiandosi una mano sulla fronte e facendo finta di svenire.
Scossi la testa, la scuola proprio non le piaceva.

Quando arrivammo, l'aula era già piena, quindi prendemmo posto tra i primi banchi. 

Dopo che l'insegnante fece il suo ingresso in aula, tra gli studenti caló il silenzio.

Non prevedevo nulla di buono.

Avevo l'abitudine di studiare le persone, cogliendone ogni piccolo dettaglio, gesto o comportamento.
Sapevo per esempio che Paige, quando era nervosa era solita toccare le punte dei suo capelli; oppure che quando doveva dirmi qualcosa che sapeva non mi sarebbe piaciuto aveva l'abitudine di mordersi ripetutamente il labbro inferiore.

Mi feci un'idea iniziale anche sulla prof. di matematica, di cui dimenticai subito il nome.
Pensai fosse una di quelle severe e antipatiche e ne ebbi subito la conferma.

"Buongiorno ragazzi"ci salutò scrutandoci uno per uno.
"Vedo che ci sono dei volti nuovi" e nel frattempo si soffermò su di me e sulla mia compagna di banco.
A quanto pare, nessuno si era accorto di noi perché a quell'affermazione tutti si ammutolirono e iniziarono a fissarci.

Odiavo trovarmi in situazioni simili.
Così mi alzai.
"Mi chiamo Kayla Smith e questo è il mio primo giorno alla Midwood".
Quando anche Paige si presentò l'arpia alzò gli occhiali sul naso e disse:"Sapete che siete in ritardo vero? È appena iniziato il secondo semestre e dovrete lavorare molto per mettervi al pari con gli altri. Non penso ci riuscirete. Qui non si gioca, non potete presentarvi quando vi pare e piace. "

Per una volta decisi di frenare la mia indole impulsiva, non volevo attirare ulteriormente l'attenzione.

L'ora di matematica passò con Paige che, dopo aver cercato di stare attenta alla lezione senza riuscirci per più di due minuti, borbottava insulti a discapito della professoressa e io che cercavo in tutti i modi di seguire la spiegazione evitando di ridere alle battutine della mia amica.

•••
Dopo aver affrontato un'ora di chimica e due rilassanti di letteratura ci ritrovammo sedute ad un tavolo della mensa con tre vassoi di cibo davanti a noi. Si perché a Paige uno non bastava.

"Non la sopporto, la sua voce mi fa venire mal di testa. Sai a chi assomiglia? A Shrek; è identica, le manca solo la pelle verde" Disse riferendosi all'insegnate di matematica, mentre io non potevo far altro che ridere.

"Ehi bellissime" ci interrupe una voce fastidiosa che avevo già sentito. 
Era Justin che accompagnato da Austin si accingeva a sedersi al nostro tavolo, provocando uno sbuffo da parte mia e un sorriso ebete sul volto di Paige.

'Oh no, ancora lui' pensai.
   
 
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