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Autore: __roje    29/10/2017    1 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Aki Nomura è solo un ragazzo di 16 anni che ha sempre sognato di poter condurre una vita scolastica del tutto normale, fatta di amicizia e nuovi amori. Tuttavia la realtà in cui si trova non è affatto così; a causa di diversi eventi il suo carattere è diventato molto più rude e introverso e i primi due anni di scuola non sono stati esattamente ciò che credeva ed una delle ragione è la continua presenza nella sua vita di quello che una volta era il suo migliore amico: Hayato Maeda. Un ragazzo di straordinaria bellezza che viene definito da tutti "Principe" per i suoi tratti e i suoi modi, ma la realtà è ben altra infatti Aki scoprirà presto i nuovi gusti sessuali della persona che credeva di conoscere bene e da quel momento tutta una serie di strani eventi cominceranno a susseguirsi nella vita di questo giovane ragazzo.
IKIGAI: è l'equivalente giapponese di espressioni italiane quali "qualcosa per cui vivere" o "una ragione per esistere" o "il motivo per cui ti svegli ogni mattina".
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CAPITOLO 19

Quando tornai a scuola quel lunedì decisi dire tutto ciò che era capitato a Yoshida, anche perché una spiegazione sincera gliela dovevo e così feci durante la pausa a metà mattinata. Mi ascoltò con attenzione, inizialmente con un po’ di broncio stampato in faccia ma poi la sua espressione si trasformò in vero e proprio stupore per poi sbiancare non appena arrivai a raccontare della faccenda di Kuro, senza però accennare a ciò che era successo con Hayato a casa sua. Non mi sembrava il caso di parlare anche di quello.
“Kuro è gay?!” gridò e attirò l’attenzione di diverse ragazze che passavano per il corridoio. Si zittì subito, si guardò le spalle con fare furtivo e si avvicinò di nuovo a me preoccupato “Dannazione c’è rimasto qualcuno di etero qui?”
“Non è questo il problema stupido.”
“E il problema sarebbe che anche Kuro vorrebbe farsi la tua anima gemella?”
Lo colpii con un pugno alla spalla e squittì dal dolore, “Piantala di scherzare idiota! E’ una cosa seria, e volevo chiedere a te se ne sapessi qualcosa al riguardo.”
“Che vuoi che ne sappia io. Sono arrivato al dojo quando il principe era già andato via.”
“E’ vero...”
Notò la mia delusione “Non puoi semplicemente chiedere a lui?”
“No, mi direbbe qualche bugia conoscendolo” mi lamentai irritato della cosa.
Yoshida parve riflettere su qualcosa “Ma quindi se il principe è innamorato di te, ed è stato Kuro a cercare di baciarlo questo significa che è un tuo rivale in amore!” scoppiò a ridere, “Siete in un cazzo di triangolo!”
Partì un altro colpo e si zittì “Non siamo in nessun triangolo!”
“Oh si che c’è, se questo fosse un qualche manga yaoi del cazzo voi sareste la coppia principale, e Kuro la minaccia alla vostra love story.” Spiegò seriamente come se credesse sul serio in ciò che stava dicendo, e pensò ancora ad alta voce “Ora che ci penso però manca il rivale del principe...”
“Hai finito?”
Sospirai che la stesse prendendo così sullo scherzo, era snervante ma allora stesso tempo aveva detto più o meno la mia stessa cosa, pensava anche lui che Kuro fosse preso da Hayato, il che doveva preoccuparmi davvero?
“Aki dobbiamo trovarti un altro spasimante così anche il principe dovrà lottare per te!”
“Piantala! Mi pento di averti detto tutto, e per fortuna non ti ho detto il resto-” mi tappai la bocca.
Yoshida cessò di scherzare e si fece improvvisamente serio, “C’è altro?”
Scossi la testa “No, niente!”
“Andiamo, siamo amici e dovresti dirmi ogni cosa o sarò incazzato con te di avermi dato buca per sempre” sorrise bieco dandomi una sorta di ultimatum.
“Prometti di non impazzire?” lo scrutai attentamente, per vedere se fosse davvero pronto a sentire proprio tutto ciò che era successo e continuò a fissarmi con lo sguardo di un ebete. Ero sul serio convinto di ciò che stavo facendo? “Sono quasi andato a letto con Hayato.” Piombò un imbarazzante silenzio in quel momento, e Yoshida sembrò essersi bloccato di colpo. Continuò ad avere in viso un sorriso idiota e continuava a guardarmi. “Ok ora mi fai paura...” dissi.
“AKIIIIIII!” esplose infine afferrandomi per le spalle, mi fece paura seriamente “SEI ANDATO A LETTO CON IL PRINCIPE E TU COSI’ ME LO DICI? CHE CAZZO MI VIENI A DIRE!”
“HO DETTO QUASI IDIOTA!” scandii bene il quasi.
“Che significa quasi!? Non si fa QUASI sesso con qualcuno, o succede o non succede. E poi non avevi detto che non saresti mai arrivato a quel punto?!”
“Significa che non me l’ha infilato va bene?”
Yoshida cambiò colore e divenne tipo viola “Infilato...? SEI ANCHE QUELLO PASSIVO?! OH MERDA!” si voltò dal lato opposto cercando di riprendere fiato, e si toccò il petto per darsi una calmata.
“Mi spieghi cos’è che ti sconvolge tanto? Non è successo nulla.”
Tornò verso di me, più calmo, mi cinse di nuovo le spalle e mi fissò serio ma con un leggero sudore che gli colava dalla fronte. “Allora Aki, non so quanto tu ne sappia di sesso gay ma chi sta sotto lo prende lì!”
“Si, lo so, l’ho immaginato.”
“E A TE STA BENE?!”
Ci pensai su, “Credo sia stata l’ultima cosa a cui io abbia pensato in quel momento” feci una pausa e mi liberai dalle sue mani, “non c’ho pensato bene, sono andato a casa sua e sono finito sul suo letto, mentirei se ti dicessi che non mi è piaciuto. Io voglio bene ad Hayato, è mio amico e ciò che sento mi confonde in questo momento ma non ho provato disgusto per ciò che ho fatto.”
Mi accorsi che Yoshida era completamente andato, assente. “Non posso crederci...” commentò.
“Fottiti Yoshida” feci per andarmene, irritato che la stesse prendendo in quel modo ma mi trattenne per un braccio.
“Perdonami se sono un po’ scioccato, ma non è facile sentire certe cose e dette anche con tanta disinvoltura. Non ti facevo così libertino su certe cose, in particolare sul sesso gay.”
“E’ sempre sesso, gay o non gay. Avresti reagito allo stesso modo se lo avessi fatto con una ragazza?”
“Beh no, ma è diverso...”
“Non cambia assolutamente nulla.”
Yoshida deglutì a fatica “Mi dispiace.”
Feci spallucce “Tranquillo, non mi hai offeso. Ma arrivato a questo punto sono molto confuso, io voglio bene ad Hayato ma non credo di provare gli stessi sentimenti che lui sente per me. Mi guarda come se fossi la cosa più bella che abbia mai visto, e io invece non ho fatto altro che chiudere gli occhi per non vedere. Non credo di dover continuare tutto questo eppure se penso a quel Kuro mi incazzo da morire.”
Guardai Yoshida e vidi che stava sorridendo, non ne capii il motivo “Questo non significa forse che ti piace?”
“Eh?”
“Sei intervenuto per fermare Kuro e se non ti importasse del principe in quel senso non credo che l’avresti fatto.”
Spalancai gli occhi davanti a tale verità, io avevo reagito quindi per gelosia in quel momento? “Io sarei innamorato di Hayato...”
“Beh non amore amore magari, ma sicuramente non lo guardi come guarderesti me e spero che tu non lo faccia mai” asserì con un po’ di ironia alla fine e mi sorrise ancora, “sono contento che tu abbia trovato qualcuno che ti vuole bene, un po’ ti invidio.” Avevo una persona che mi voleva bene, quel pensiero mi riempì il cuore di uno strano tepore e il pensiero che quella persona fosse Hayato non fece che rendere più intenso quel calore che sentivo nel petto. Yoshida se ne accorse e ridacchiò tra se poggiandosi alla parete del corridoio. “Va da lui” disse alla fine.
Lo guardai, incredulo che avesse colto quale fosse il mio desiderio in quel momento e con un sorriso di imbarazzo lo salutai correndo via. Volevo vedere Hayato, volevo che mi baciasse ancora e che mi dicesse che ero l’unico per lui come ormai faceva da un po’ di tempo, quelle stesse parole che mi facevano stare così bene.
Andai a percorrere tutti i lunghi corridoi alla sua ricerca, e sapevo bene dove trovarlo durante l’intervallo, sicuramente nella biblioteca abbandonata così mi diressi proprio li. Hayato mi piaceva, era presto per chiamarlo amore ma sicuramente non mi era indifferente e volevo che la cosa crescesse sempre di più.
Svoltai l’angolo di un altro corridoio e qualcosa mi andò a sbattere contro ma non mi fece male, aveva un buon profumo di fuori ed era stato un impatto morbido.
“Perdonami! Oh... Aki?”
Quando misi a fuoco di chi fosse quella piccola e squittente voce mi resi conto che era proprio quella di Mayucchan, che diversamente dal giorno del nostro incontro indossava una divisa scolastica diversa, stavolta aveva quella della mia scuola.
“Mayu..?”
Restai senza parole di trovarla li, nei corridoi della mia scuola e di nuovo compagni dello stesso istituto. Provai una stretta al cuore, e improvvisamente ricordi dolorosi mi riportarono alla mente quei giorni orribili.
Sulle sue guance comparve un lieve rossore di imbarazzo, portava i capelli ramati legati in due grosse trecce che le scendevano lungo il petto e la divisa le stava dannatamente bene mostrando le sue sottili gambe.
“Non ci credo! Che strano rivederti in così poco tempo.”
“Mayu... che ci fai qui?” era l’unica domanda che avevo in testa.
“Beh, abbiamo cambiato casa qualche giorno fa e andare tutti i giorni alla vecchia scuola era troppo lontano visto che ci siamo trasferiti qui in periferia, allora ho pensato di sceglierne una più vicina.”
Quante dannate coincidenze potevano esserci. Nella nostra prefettura c’erano tantissime scuole, e lei aveva scelto proprio la mia, non che pensassi che mi avesse seguito ma era tutto dannatamente strano.
Come dovevo reagire, c’era anche Hayato nella mia stessa scuola e sapevo bene che lei aveva sempre avuto un debole per lui, sarebbe di nuovo successo lo stesso disastro e ciò che non volevo era che un altro provasse a baciarlo.
“Aki, tutto bene?”
“Eh? Sì certo!”
Mi si avvicinò “Sembri un po’ pallido, per caso non ti senti bene?” senza che me ne rendessi conto si avvicinò abbastanza da poggiare la sua delicata e piccola mano sulla mia guancia, e quel tocco fu dolce e morbido. “Dovresti andare in infermeria se non stai bene.”
“S-sto bene... davvero...”
Un tempo chissà che avrei pagato per quel gesto, ma non ero il ragazzo che le piaceva. Provai un senso di vuoto in quel momento, la stessa angoscia di quel tempo e il cuore appesantito da un sentimento che non era più amore nei suoi confronti ma qualcosa che non sapevo definire.
Un altra mano afferrò quella di Mayu allontanandola dalla mia guancia e quest’ultima se ne sorprese facendo diversi passi indietro, la terza persona che era apparsa mi si parò davanti spingendo via la mia interlocutrice. Era proprio Hayato, apparso dal nulla
Vidi Mayu toccarsi il polso dolorante, guardai quella scena con un nodo in gola ma non seppi che dire. Guardai allora Hayato, trovai davanti i suoi occhi che mi fissavano in cagnesco e in maniera fredda come aveva fatto un tempo.
L’ultima persona che avrei voluto li in quel momento, sperai davvero che Mayu non si rendesse conto di chi aveva davanti ma non ebbi neppure il tempo di pensare a tutto ciò che fui trascinato via senza dire una parola lasciando la povera Mayu dietro di noi, le lanciai un ultima occhiata e notai che ci fissava sconvolta e spaventata.
Hayato mi gettò letteralmente all’interno della biblioteca chiudendola. Era furioso, eppure io non avevo fatto nulla di male, anzi era proprio lui che io stavo cercando e avevo beccato per puro caso lei.
“Hayato ascolta io...”
“Taci!” mi catturò il viso e mi baciò con impeto togliendomi il respiro, mi costrinse a indietreggiare e trovai come appoggio uno dei tanti tavoli di quella piccola biblioteca. Che gli prendeva, perché faceva così, allora lo respinsi ma lui non si spostò e continuò ad infilare la sua lingua nella mia bocca con prepotenza.
“Hay...ho.. detto BASTA!” riuscii finalmente a liberarmi riprendendo fiato, “Che cazzo fai, sei impazzito!”
“Io? Ti trovo che amoreggi per i corridoi con una troietta qualsiasi!”
Non aveva quindi riconosciuto che quella fosse Mayu? Possibile? “Amoreggiando? Ti sbagli, io stavo cercando te.”
L’espressione di Hayato non cambiava, era furioso “Tsk. Fottuto bastardo, adesso lo ripeterò una volta sola e spero di essere chiaro” mi si avvicinò abbastanza da catturarmi il colletto della camicia e mi tirò verso di se con forza, ebbi addirittura paura che volesse farmi del male, “tu sei mio! Non lascerò che tu vada in giro con nessun altro eccetto me, e taglierò le mani a chiunque tenti di toccarti quindi non farmi arrivare a tanto!”
Era completamente impazzito, mi mancò l’aria tanto che stava stringendo e quando cominciai a respirare più faticosamente parve rendersene conto e mi lasciò andare. Che cazzo, pensai. Che fine aveva fatto il dolce Hayato del giorno prima, quello che mi accarezzava e mi trattava così dolcemente?
“Calmati adesso, che diavolo stai dicendo.”
“Chi era quella ragazza?”
Non volevo dirgli la verità, avevo troppa paura per farlo. Se ora era arrabbiato nell’averla semplicemente vista insieme a me non riuscivo ad immaginare cosa avrebbe detto o fatto se avesse saputo che era Mayu.
“Un ragazza qualsiasi.” Nel dirlo sembrò quasi che stessi per piangere, ma diciamo che era il senso di colpa a rendere la mia voce bassa e quasi titubante. Non volevo mentirgli ma un po’ ero anch’io possessivo, desideravo che non si incontrassero più perché Hayato doveva stare con me e non con lei. Avevo quella paura, nonostante Hayato mi stesse facendo una scenata evidente di gelosia quindi cosa temevo? “Non voglio litigare per una cosa del genere” aggiunsi.
“Allora non farlo più, non lasciare che nessun altro ti tocchi eccetto me” e Hayato sembrò tornare se stesso, la sua espressione si rilasso e mi accarezzò il viso nello stesso punto dove lo aveva fatto quella ragazza e ciò che percepii fu completamente differente, sentivo una morsa nello stomaco quando a farlo era Hayato e sentivo il cuore che batteva più forte. Era quindi l’amore quello?
Istintivamente, senza pensarci neppure, toccai quella mano e poggiai la mia sopra e la cosa stupì Hayato che mi fissò con gli occhi sgranati.
“Stavo cercando te al dire il vero” ammisi.
“Me?”
“Hayato io credo che tu mi piaccia davvero”, era incredibile che quelle parole mi fossero davvero uscite fuori, e che lo avessi ammesso con tanta facilità. Non provavo imbarazzo, ed era completamente diverso dai tempi in cui mi ero dichiarato a Mayu, ora sembrava tutto mettersi a posto ogni tassello di quegli anni. “Mi dispiace non essere mai stato chiaro al riguardo ma non sapevo nulla di tutto ciò, cosa significasse avere qualcuno che mi vuole bene e che pensa a me in quel senso, è tutto strano e avevo solo bisogno di tempo ma nel frattempo ho fatto soffrire te e ti ho fatto spesso arrabbiare mi dispiace.”
Ammisi quelle cose senza riuscire a guardarlo in faccia, ma non appena finii feci per guardarlo, sollevai lo sguardo su di lui e il cuore mi si fermò. Ciò che ebbi davanti mi lasciò senza fiato, Hayato era arrossito per la prima volta da quando lo conoscevo e fissava in basso confuso, imbarazzato. Avevo messo a disagio il principe, il ragazzo più distaccato del mondo che non aveva mai mostrato alcuna emozione da quando lo conoscevo. Sembrava un altra persona.
“Hai detto che io ti piaccio?” ripeté.
“Sì, esatto.”
Hayato finalmente mi guardò negli occhi e lo trovai davvero adorabile tutto rosso in viso “Piaccio in quel senso o come ti può piacere un gelato?!” si avvicinò in maniera quasi isterica.
“In quel senso.. dannazione!” mi spinsi in avanti e gli strappai un bacio, magari così lo avrebbe capito. Era la prima volta che osavo tanto, addirittura baciarlo così. “Ora lo capisci idiota?!” Distaccandomi da lui lo trovai completamente paralizzato per ciò che avevo appena fatto, sembrava quasi pietrificato e aveva gli occhi sgranati. “Mi fai preoccupare così..” osservai.
Non ebbi il tempo di dire altro che Hayato mi catturò nuovamente impadronendosi delle mie labbra in maniera famelica, catturandole completamente quasi a volerne lasciare la firma per dire al mondo che adesso appartenevo solamente a lui. Mi andava bene però.
Mi lasciò andare e si strinse contro di me in un profondo abbraccio affondando il viso nella mia spalla, e sentivo il suo cuore battere forte contro il mio petto o forse era il mio?
“Ce ne hai messo di tempo baka” disse ridacchiando felice come non mai.
Ogni paura di prima era stranamente svanita così come le incertezze avute in quelle settimane. Io gli volevo bene, desideravo stare con lui in ogni modo possibile e volevo che lui avesse quelle attenzioni solo con me e con nessun altro. Saremmo stati bene insieme.
  
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