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Autore: Marian Yagami    21/06/2009    1 recensioni
In un mondo parallelo, umani e Starlight (luci stellari) vivono in armonia. A turbare questo equilibrio, però, ci si mette di mezzo il malvagio e spietato sovrano di un impero sotterraneo, che mira ad impossessarsi dell'incredibile e illimitato potere delle Starlight.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6

 

Nola sospirò.

- Che succede? – chiese Wythe, sedendosi vicino a lei.

- Niente... è che Michelangelo non vuole unirsi a noi, e così potrebbe essere pericoloso per lui! –

- Ti piace? – chiese Wythe, facendo la civetta. Nola rise.

- Ma cosa dici! È solo che mi preoccupo per lui... -

- Tu ti preoccupi per tutti! – disse Shia, mentre apparecchiava la tavola.

Nola sprofondò nella poltrona.

- Uffa! Vorrei fare qualcosa... -

- Già, ma lui ha un tour da seguire. Non può abbandonare il suo lavoro. – cercò di spiegarle il ragazzo.

- Lo so... - sbuffò lei.

 

 

Boris trotterellava irrequieto. Aveva tanto voglia di uscire di casa a fare una passeggiata, ma fuori imperversava un violento temporale.

- Non ci credo! Siamo praticamente in estate e guarda che tempo! – esclamò Nola, scostando una tendina della finestra.

- In ogni caso, dove vorresti andare? – fece Wythe. – Ormai qui non ci facciamo niente. Dovremmo partire alla ricerca di qualche altra Starlight... -

- Ma come facciamo? Hai avuto qualche altra percezione? – chiese Shia.

- No, ma ci sarebbe un modo per scoprire dove si trovano. Basterà andare in biblioteca... -

- Vorresti trovarle su un libro? – disse Nola, trattenendo un sorriso. Anche Shia rise.

Wythe lanciò un’occhiataccia a Nola. Ultimamente era diventata più fredda nei suoi confronti.

- Bella battuta! Comunque, no. Quando andremo, vedrai come farò! – disse lei.

 

 

Finita la pioggia, i ragazzi uscirono di casa. Il cielo era ancora plumbeo, e una cappa di nuvole copriva la città.

- Io porto Boris a fare un giro. Ci vediamo più tardi! – disse Nola, mettendo il guinzaglio al cane.

- Che peccato! Non potrai ammirare il metodo che userò per cercare le Starlight! – disse Wythe, prendendo sottobraccio Shia.

- Andiamo! – disse poi a lui.

 

 

- Boris! Smettila di tirare! – esclamò Nola, riuscendo a stento a stare dietro al cane.

L’animale si voltò verso di lei e la fissò intensamente negli occhi. Abbaiò.

- Che c’è? – chiese lei, divertita. Più il tempo passava, più riusciva a comprendere quello che il cane cercava di dirle.

Boris abbaiò un’altra volta. Nola si concentrò.

- Vuoi dire... “ Shia”? – gli chiese.

Lui abbaiò nuovamente. Significava “si”.

La ragazza fece un sospiro.

- La verità è che mi da fastidio che quei due siano andati via insieme... -

Il cane guaì con fare comprensivo.

- Non è come credi! Non sono gelosa in “quel” senso! –

Boris abbaiò, ma quel verso era molto più simile ad una risata che al verso di un cane.

 - Nola! – esclamò una voce alle spalle della ragazza. – Che sorpresa! Porti a spasso il cane?-

 

 

- Siamo arrivati! – esclamò Wythe, fermandosi davanti ad un gigantesco palazzo in stile vittoriano. L’enorme portone di legno scuro era spalancato, e dava su un grande androne da cui partiva una scala di marmo che portava ai piani superiori.

Shia e Wythe si diressero verso il banco informazioni. Al banco era seduta una giovane donna con i capelli rossi spettinati. Era impacciata e maldestra.

- Buon giorno! – disse, sistemandosi gli spessi occhiali sul naso.

- Veramente siamo di pomeriggio! – sussurrò Wythe a Shia, che rise.

- Salve! Ci può indicare il reparto geografia? – chiese la ragazza.

- Primo piano, sala A24, buona lettura! – disse la bibliotecaria con un sorriso.

I due ragazzi salirono la grande scalinata di marmo e raggiunsero il corridoio con le varie sale. Tra le tante porte presenti, riconobbero subito quella che cercavano.

La sala era di forma quadrata, colma di scaffali traboccanti di libri. In fondo alla stanza c’era una parete interamente coperta di carte geografiche, planisferi, mappe topografiche e quant’altro.

Wythe si avvicinò alla carta geografica della Repubblica dell’Aria.

Si guardò intorno per vedere se c’era qualcuno nei paraggi, ma la sala era completamente vuota, poi unì le mani come per pregare.

In un attimo un’intensa luce verde si irradiò da esse, e le avvolse completamente.

Alzò le mani e le poggiò nel punto in cui c’era scritto “River Town”.  Iniziò a muovere le mani sulla cartina, come per cercare qualcosa.

- Allora? – chiese Shia in un sussurro.

- Nulla. Provo su un’altra carta. – Wythe si spostò sulla cartina del Regno della Terra.

Anche qui sopra mosse le mani, in direzione circolare.

- Ecco... sento... sento qualcosa... Trovato! – esclamò.

- Dove si trova? – chiese Shia, avvicinandosi.

- A Beryl City! –

 

 

Nola si voltò.

- Michelangelo! – esclamò e gli corse incontro. – Anche tu in giro? –

- Chiamami Mick, per favore! Beh, senza il costume da mago, non mi riconosce nessuno, quindi non corro il rischio di essere aggredito dai fan! –

- Modesto come al solito! – rise Nola.

I due si misero a passeggiare.

- Allora? Non hai cambiato idea sul fatto di unirti a noi? – chiese la ragazza.

Questa volta fu Michelangelo che rise.

- Ti piaccio così tanto che vuoi a tutti i costi che io ti segua? –

- Uffa! Tutti con questa storia! –

- Comunque te l’ho detto... -

- Già. –

- Mi è venuta un’idea! – fece all’improvviso Mick.

- E se fossi tu a venire con me? –

Nola si fermò in mezzo alla strada.

- Che cosa? – esclamò.

- Ma certo! Tu e io! Potresti diventare la mia valletta nello show, poi quando compirò diciotto anni ti sposerò e insieme avremo cinque figli! –

- Cosa che cosa? – esclamò Nola, ancora più sorpresa e trattenendo una risata.

- Nola, non sto scherzando. Mi sono innamorato di te! –

- Ma se ci siamo visti una sola volta! E in più non sai niente di me. Quanti anni ho? – fece lei.

- Ehm... - Mick parve pensarci su. – In realtà non lo so! –

Nola sospirò divertita.

- Ne ho sedici! –

- Che coincidenza! Anche io ne ho sedici! – esclamò il ragazzo.

- Oh! Guarda! Siamo arrivati al ponte! – disse poi.

I ragazzi erano arrivati al massiccio ponte di pietra che collegava le due parti della città, separata dal fiume Glyn.

Nola si sporse dal parapetto per guardare giù.

L’acqua del fiume era scura e agitata, e rifletteva il cielo scuro.

- Credimi, nelle belle giornate il Glyn è uno spettacolo! Dal porticciolo partono delle piccole barchette che fanno il giro turistico, e i cormorani vengono qui a pescare il loro cibo! –

La ragazza sorrise. Era davvero un peccato che fosse brutta giornata...

Nola guardava ancora l’acqua, quando si accorse che stava accadendo qualcosa di strano. Nel punto dove si erano posati i suoi occhi, l’acqua iniziò a ribollire e formare bolle d’aria, finché dal fiume fuoriuscì qualcosa, che in uno spruzzo potentissimo, facendo la doccia ai due ragazzi, si posizionò sul muretto di pietra.

Nola arretrò di un passo, mettendosi in posizione di attacco.

- Ehilà! Chi si rivede! – disse l’uomo.

- Dray... - mormorò Nola tra i denti.

- Non mi aspettavi, vero? –

- Chi è? – chiese Mick, allontanandosi anche lui.

Dray fece un elegante salto, ritrovandosi esattamente di fronte alla ragazza.

- Non è un amico. – disse lei, secca.

Senza che Mick se ne rendesse conto, il braccio di Dray si era già trasformato in un’arma di morte, e così anche Nola aveva attivato il suo potere.

I due iniziarono una lotta serrata, tanto che il ragazzo non riusciva a seguirli con gli occhi. Anche lui però voleva partecipare, perciò fece spuntare dal nulla il suo arco e si preparò e scagliare le frecce.

Impegnato com’era a schivare il vento dell’anfora di Nola, Dray si accorse della presenza di Mick solo grazie alla freccia che gli trapassò un braccio da parte a parte.

La lotta si bloccò improvvisamente.

Dray si voltò verso il ragazzo, fissandolo con occhi gelidi.

Improvvisamente il cuore di Mick partì all’impazzata, terrorizzato da quell’uomo, che, con una sola mano, spezzò la freccia azzurrina e la lanciò per terra.

- Non farmi ridere. – gli disse, e si apprestò a scagliarsi contro di lui, ma Nola gli bloccò la scure a mezz’aria, aggrappandosi.

Fu un attimo.

Dray agitò il braccio violentemente, e le mani di Nola si staccarono alla presa.

La ragazza sentì il suo corpo ondeggiare in aria, un attimo prima di vedere davanti ai suoi occhi la balaustra del ponte.

Cadde in acqua con violenza.

 

 

Shia alzò gli occhi dalla carta geografica, con espressione profondamente preoccupata.

- È successo qualcosa a Nola! – esclamò, e subito dopo si fiondò fuori dalla biblioteca, seguito da Wythe, che cercava di capire.

- Che cosa è successo? – urlò, per farsi sentire sopra il traffico pomeridiano.

- Nola ha avuto un problema! – gridò lui, con la rabbia che cominciava a salire.

- E come fai a saperlo? –

- Ho avuto uno strano presentimento! Ora zitta e corri! –

Sentendosi parlare così, Wythe si offese e lo seguì furiosa.

 

 

L’acqua del fiume era gelida e sembrava penetrarle dentro la pelle, fino alle ossa.

La testa di Nola uscì dall’acqua quel tanto che bastava per farle prendere fiato, ma subito un’onda la travolse nuovamente.

Come se non bastasse aveva ricominciato a piovere, e il fiume si era agitato notevolmente.

- E ora, a noi, ragazzino. – disse Dray.

Si avvicinò a Mick con sguardo minaccioso.

Il ragazzo non riusciva a capirne il perché, ma quello sguardo lo terrorizzava a morte.

Alzò l’arco davanti a se, ma le mani e le gambe gli tramavano.

Dray bloccò la freccia con una mano, e la spezzò stringendola in un pugno.

- Qu... quella è la seconda freccia che rompi... - disse Mick, scoppiando in una risata isterica.

Dray fece un ultimo passo e prese il ragazzo per il collo, stringendo la presa.

- Le tue ultime parole? – chiese Dray, con un sorrisetto di sfida.

Mick sorrise: - S... sei f... fregato... -

Il bastone dell’Ariete si abbatté con forza sulla schiena di Dray, che lasciò la presa e cadde per terra.

- Dov’è Nola! – gridò Shia, aiutando Mick, che nel frattempo riprendeva fiato.

Il ragazzo indicò il fiume.

- È caduta! –

- Fermo! Non farlo! – gridò Wythe, ma Shia l’aveva già fatto.

Si tuffò dal parapetto.

 

 

Nola cercò di aprire gli occhi, ma la potenza dell’acqua era talmente forte che le facevano male. Cercava di nuotare per arrivare in superficie, ma la corrente la trasportava troppo velocemente e lei non riusciva a muovere ne braccia ne gambe.

Sentiva che ormai le forze la stavano abbandonando.

Poi, d’improvviso, andò a sbattere contro qualcosa di grande e compatto che le tolse il fiato.

Istintivamente aprì la bocca per prendere fiato, ma l’acqua le invase la gola e i polmoni.

Dai suoi occhi uscirono abbondanti lacrime, che si mischiarono con l’acqua del fiume.

Aprì gli occhi, ormai convinta che sarebbe morta.

Che fine penosa...

“ E dire che io volevo fare grandi cose... Chissà che fine farà la mia Starlight...” pensò, prima di abbandonarsi definitivamente all’oblio.

 

 

Nola aprì piano gli occhi. La luce la disturbò, e dovette richiuderli.

- Si è svegliata! – disse una voce.

- Spostatevi, lasciatele spazio! – disse un’altra voce.

La ragazza schiuse gli occhi un’altra volta. Davanti a lei si trovava il viso maschile più bello che avesse mai visto.

- Sono in paradiso? – mormorò. – Allora sono stata brava... -

Improvvisamente sentì che nel suo stomaco si muoveva qualcosa, e fu colta da un conato. Si voltò su un lato e vomitò una quantità industriale di acqua di fiume.

- Nola! Oh, Nola! – esclamò Wythe, e si lanciò ad abbracciarla.

- Ho temuto che fossi morta! – esclamò, piangendo forte.

Ancora frastornata, la ragazza non capì niente di quello che stava succedendo.

- Dove... sono? – chiese, prima che un altro conato la cogliesse.

Dopo essersi ripulita la bocca, Shia le si avvicinò.

- Siamo sulla sponda del fiume. Eri caduta e mi sono tuffato a prenderti. –

Nola si guardò intorno. C’erano tutti: Shia, Wythe, Michelangelo e Boris. E avevano tutti un’espressione preoccupatissima e insieme sollevata.

Poi, capendo solo in quel momento il significato di quelle parole, si voltò verso Shia e si buttò tra le sue braccia, iniziando a piangere.

- Grazie! – riuscì a dire tra i singhiozzi.

Wythe si avvicinò e si unì a quell’abbraccio, mentre il cane si lanciò nella mischia, leccando i volti di chi capitava a tiro.

- Avanti! Vieni anche tu Mick! – disse Nola, e così si unì anche il ragazzo.

 

 

La giornata si era completamente rischiarata, e in cielo non c’era più neanche una nuvola.

- Odio i temporali estivi. – esclamò Shia.

Lui e Nola erano completamente fradici, da capo a piedi.

- A proposito... Che fine ha fatto Dray? – chiese Nola, interessata. 

- L’abbiamo fatto scappare! – esclamò Wythe, orgogliosa.

Mick si scostò un poco.

- Scusami Nola. Io avrei voluto davvero darti una mano, ma ero come paralizzato, e non capisco perché... –

Lei gli sorrise comprensiva.

- L’importante è che tu stia bene, no? – rise.

- Certo che sei proprio strana! – disse Shia. – Eri tu quella che stava per rimetterci la pelle, e invece sei felice per gli altri! Io proprio non ti capisco! –

 

- Allora... La buona notizia è che sappiamo dove si trova un’altra Starlight. – disse Wythe, camminando avanti e indietro nel salotto di casa.

- E la cattiva? – chiese Shia.

- C’è anche una notizia cattiva? – fece Nola.

I due si erano asciugati e cambiati d’abito.

- La notizia cattiva è che dovremmo andare nel Regno della Terra, ma la cosa peggiore, è che laggiù io non possiedo ne abitazioni ne nient’altro... Dovremmo arrangiarci come meglio possiamo... -

“ Il Regno della Terra! ”

Improvvisamente il cuore di Nola si svuotò.

“ Così di sorpresa... Lasciare il mio paese natale...”

I suoi occhi si spalancarono, vagando nel vuoto.

- Tutto bene? – Wythe sventolò una mano davanti alla faccia di Nola, che si riscosse.

- S... si, stavo solo pensando... -

- Ok, domani mattina vado alla stazione delle navette e prendo tre biglietti. – disse Wythe. – Penso che dovremmo comprare anche una cuccia per Boris, di quelle da viaggio, non credo si possano trasportare gli animali senza gabbietta... -

A quelle parole Boris fece un verso di disaccordo.

- Lo so! È un po’ fastidioso, ma cerca di sopportare... quanto dura il viaggio? – chiese Nola, grattando le orecchie del cane.

- Oh... non troppo... Credo una ventina di minuti, forse un’ora… -

La ragazza sospirò, guardando fuori dalla finestra.

 

 

Mick entrò nel camerino, togliendosi la maschera e lanciandola sulla specchiera con agilità. Si tolse la giacca e si fece sprofondare nella poltrona.

“ Oggi sono proprio stanco...” pensò.

Bussarono alla porta.

- Avanti. – disse.

La porta si aprì piano ed entrò una giovane cameriera dai capelli corvini, che portava un vassoio con una lettera.

- Un messaggio per il signor Dupont. – disse.

Mick prese la lettera e l’aprì.

“ Ciao Mick!” diceva. “ Sono Nola. Purtroppo io e i miei amici partiremo molto presto per il Regno della Terra. Se non hai cambiato idea sul fatto di seguirci, ti va almeno di venire a salutarci? Ne sarei molto felice! Un bacio, Nola.”

In un attimo, il ragazzo prese carta e penna e scrisse un messaggio veloce.

“ Certo che vengo! Soprattutto se quel bacio me lo dai sul serio!”

- Signorina. Consegni questo messaggio all’ingresso e chieda ad uno dei fattorini se la mittente ha lasciato un indirizzo. In quel caso gli chieda di portarlo urgentemente a destinazione, per favore. –

- Ma per chi mi hai preso, per la tua schiava personale? – fece la cameriera.

Mick alzò lo sguardo, meravigliato e contrariato.

- Ma come si permet... - fece per dire, poi la guardò bene in faccia, e il suo cuore ebbe un sussulto.

- Mi hai riconosciuta, eh? – fece lei.

Con un gesto fulmineo si tolse gli abiti da cameriera, mostrando che sotto portava un abito nero molto succinto.

- Tu. – sibilò il ragazzo.

- Esatto! Il mio nome è Morgan, per tua informazione...– disse lei, e in un attimo le sue dita si trasformarono in lame affilatissime.

- Sagittarius! – gridò Mick, e subito apparve il suo arco azzurro con le frecce.

- Non ti servirà a niente in un corpo a corpo! – fece la ragazza, e scoppiò in una risata.

- Scommetti? – mormorò lui, scagliando una freccia che la colpì ad una gamba.

Morgan gridò di dolore, un attimo prima di lanciarsi su Mick con le sue lame di rasoio.

Il ragazzo parava ogni fendente con il suo arco, costituito da pura anima, e perciò invulnerabile, ma più di quello non poteva fare.

In un impeto di violenza, Morgan si gettò su di lui, mirando a trafiggerlo con le lame, ma all’ultimo momento, Mick schivò l’attacco, e la ragazza perforò un groviglio di cavi elettrici, che lanciarono scintille su ogni cosa.

I due si fermarono per prendere fiato.

- Perché... anf... mi attacchi? Cosa ti ho fatto? –

- Io obbedisco agli ordini. – disse lei secca.

- Oh! Non riesci a pensare con la tua testa e allora gli altri pensano per te? – rise il ragazzo.

Gli occhi della ragazza si riempirono di rabbia. – Rimangiati quello che hai detto! – gridò.

Alzò un braccio per colpirlo, ma fu colta da una tosse improvvisa. La stanza si era riempita di fumo. Mick si voltò in direzione dei cavi. Le scintille avevano incendiato parte dell’arredamento, e il fuoco pian piano si era esteso. 

 

 

Per la strada non si sentivano altro che sirene dei vigili del fuoco. Shia si affacciò al balcone, proprio nel momento in cui due autopompe sfrecciavano li sotto.

In lontananza vide una colonna di fumo innalzarsi al cielo, e per strada c’era un viavai di gente spaventata e urlante.

- Che succede? – chiese il ragazzo ad una signora che passava per strada.

- Un incendio! Il teatro va a fuoco! –

Shia tornò in salotto come un fulmine e prese la sua giacca.

Nola e Wythe lo fissarono con sguardo interrogativo.

- Mick è in pericolo! Correte! – disse lui in risposta.

 

 

Il camerino si era ormai riempito di fumo.

- Stai per morire. Ora consegnami il tuo potere. – ordinò Morgan.

- Questo fumo non fa bene neanche a te... - disse Mick, sorridendo.

- Io però ho una possibilità di fuga! – continuò Morgan.

Mick alzò di scatto l’arco e con una freccia spaccò il grande specchio in tante piccole schegge.

- Sbagliato! – disse lui in un soffio.

- Dammi il tuo potere! – gridò la ragazza, perdendo la pazienza.

- Sai... le Starlight capiscono quando è giunto il momento della loro morte. E so che io non morirò qui, perciò è meglio che ti ritiri! -  

In quel momento la porta del camerino venne sfondata, e un potentissimo getto di schiuma entrò nella stanza.

Morgan lanciò un’occhiata gelida al ragazzo, poi si lanciò su un piccolo pezzo di specchio e ne venne risucchiata, scomparendo.

- C’è qualcuno? – gridò un pompiere, entrando.

Mick tossì, ma alzò un braccio in segno di saluto.

Stava bene.

 

 

Fuori dal teatro si era radunata una fila di curiosi, più naturalmente vigili del fuoco e ambulanze. In realtà la zona invasa dal fuoco era poco estesa, ma il camerino era completamente bruciato, e così anche il magazzino, dove stavano tutti gli strumenti per i trucchi di magia.

L’infermiere tolse la mascherina dell’ossigeno dalla bocca di Mick.

- Mi hai fatto prendere un colpo! – esclamò Nola

Mick sorrise. – Sto bene... sono solo un po’ abbrustolito... -

- E i tuoi trucchi di magia? –

- Non preoccuparti! Sono tutti qui dentro! – disse, toccandosi la testa con un dito.

Nola sospirò.

- È strano... Nello stesso giorno abbiamo rischiato la vita entrambi, ma ci siamo salvati. –

- Sarà stato un miracolo? – fece Mick, scoppiando a ridere.

 

 

La stazione delle navette era gremita di gente, che partiva o che tornava a casa.

- Stiamo vicini, o ci perderemo in mezzo a tutte queste persone! – gridò Shia, cercando di farsi sentire sopra tutto il mischiarsi di voci e suoni.

Affaticata dal peso dei bagagli, Nola si guardò alle spalle.

“ Alla fine Mick non è venuto a salutarci... Spero che gli vada tutto bene!” pensò.

Con una mano si aggiustò l’ormai consueto cappello sulla testa, mentre l’altra mano stringeva con forza la cuccia da viaggio di Boris.

- Ecco il check in. Forza, sbrighiamoci. – disse Wythe.

Improvvisamente Nola sentì il peso della cuccia diminuire, finché qualcuno non gliela tolse di mano.

- Ehi! – fece per dire lei, voltandosi.

- Il mio tour è saltato, perciò ho deciso di venire con voi! Il cane lo prendo io, è troppo pesante per te! – esclamò Mick, sorridendo a trentadue denti.

Nola lo guardò incredula, per poi saltargli al collo ed abbracciarlo, ridendo di gioia.

 

 

 

 

 

 

 

 

Prima di tutto vorrei dirvi... scusateeeeee!

Non sono riuscita a mantenere la promessa di postare più velocemente, ma il fatto è che in questo periodo mi devo concentrare molto sullo studio, infatti quest’anno ho la maturità...

Ma bando alle ciance...

Vorrei fare un ringraziamento speciale a Ladywolf: grazie mille per avermi fatto tutti quei complimenti, e ora passo a rispondere a tutte le tue domande!

Allora... ho letto che non hai capito bene l’aspetto fisico di Shia...

È alto, un po’ abbronzato, perché passa il suo tempo a curare il suo orto, ha i capelli corvini, con qualche ciuffo che gli ricade sul viso, e ha gli occhi di diverso colore, uno viola e l’altro grigio.

Devo dire che anche a me piace molto la coppia Shia/Nola, ma non posso rivelare niente, e soprattutto, non si sa mai che... bocca mia, cuciti!

Un’altra cosa... mi fa piacere che il tuo segno sia scorpione! Lo Scorpione della mia storia è un personaggio molto particolare, però purtroppo non apparirà molto presto, mi dispiace...

Bene... a tutti voi lettori è piaciuto questo capitolo?

Si è capito definitivamente che Mick è davvero bizzarro, non trovate?

E non sarà la sua ultima sorpresa, credetemi!

Però, come avrete notato, il mago si è aggiunto al gruppo, e da questo momento i nostri poveri ragazzi dovranno proteggere le orecchie dalle sue chiacchiere senza senso!

Ci ritroviamo al prossimo capitolo, allora, e buona estate! ^w^

  
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