Capitolo
6
Nola
sospirò.
-
Che succede? – chiese Wythe,
sedendosi vicino a lei.
-
Niente... è che Michelangelo
non vuole unirsi a noi, e così potrebbe essere pericoloso per lui! –
-
Ti piace? – chiese Wythe,
facendo la civetta. Nola rise.
-
Ma cosa dici! È solo che mi
preoccupo per lui... -
-
Tu ti preoccupi per tutti! –
disse Shia, mentre apparecchiava la tavola.
Nola
sprofondò nella poltrona.
-
Uffa! Vorrei fare qualcosa...
-
-
Già, ma lui ha un tour da
seguire. Non può abbandonare il suo lavoro. – cercò di spiegarle il
ragazzo.
-
Lo so... - sbuffò lei.
Boris
trotterellava irrequieto.
Aveva tanto voglia di uscire di casa a fare una passeggiata, ma fuori
imperversava un violento temporale.
-
Non ci credo! Siamo
praticamente in estate e guarda che tempo! – esclamò Nola, scostando
una
tendina della finestra.
-
In ogni caso, dove vorresti
andare? – fece Wythe. – Ormai qui non ci facciamo niente. Dovremmo
partire alla
ricerca di qualche altra Starlight... -
-
Ma come facciamo? Hai avuto
qualche altra percezione? – chiese Shia.
-
No, ma ci sarebbe un modo per
scoprire dove si trovano. Basterà andare in biblioteca... -
-
Vorresti trovarle su un
libro? – disse Nola, trattenendo un sorriso. Anche Shia rise.
Wythe
lanciò un’occhiataccia a
Nola. Ultimamente era diventata più fredda nei suoi confronti.
-
Bella battuta! Comunque, no.
Quando andremo, vedrai come farò! – disse lei.
Finita
la pioggia, i ragazzi
uscirono di casa. Il cielo era ancora plumbeo, e una cappa di nuvole
copriva la
città.
-
Io porto Boris a fare un giro.
Ci vediamo più tardi! – disse Nola, mettendo il guinzaglio al cane.
-
Che peccato! Non potrai
ammirare il metodo che userò per cercare le Starlight! – disse Wythe,
prendendo
sottobraccio Shia.
-
Andiamo! – disse poi a lui.
-
Boris! Smettila di tirare! –
esclamò Nola, riuscendo a stento a stare dietro al cane.
L’animale
si voltò verso di lei
e la fissò intensamente negli occhi. Abbaiò.
-
Che c’è? – chiese lei,
divertita. Più il tempo passava, più riusciva a comprendere quello che
il cane
cercava di dirle.
Boris
abbaiò un’altra volta.
Nola si concentrò.
-
Vuoi dire... “ Shia”? – gli
chiese.
Lui
abbaiò nuovamente.
Significava “si”.
La
ragazza fece un sospiro.
-
La verità è che mi da
fastidio che quei due siano andati via insieme... -
Il
cane guaì con fare comprensivo.
-
Non è come credi! Non sono
gelosa in “quel” senso! –
Boris
abbaiò, ma quel verso era
molto più simile ad una risata che al verso di un cane.
- Nola! – esclamò una voce
alle spalle della
ragazza. – Che sorpresa! Porti a spasso il cane?-
-
Siamo arrivati! – esclamò
Wythe, fermandosi davanti ad un gigantesco palazzo in stile vittoriano.
L’enorme
portone di legno scuro era spalancato, e dava su un grande androne da
cui
partiva una scala di marmo che portava ai piani superiori.
Shia
e Wythe si diressero verso
il banco informazioni. Al banco era seduta una giovane donna con i
capelli
rossi spettinati. Era impacciata e maldestra.
-
Buon giorno! – disse,
sistemandosi gli spessi occhiali sul naso.
-
Veramente siamo di
pomeriggio! – sussurrò Wythe a Shia, che rise.
-
Salve! Ci può indicare il
reparto geografia? – chiese la ragazza.
-
Primo piano, sala A24, buona
lettura! – disse la bibliotecaria con un sorriso.
I
due ragazzi salirono la
grande scalinata di marmo e raggiunsero il corridoio con le varie sale.
Tra le
tante porte presenti, riconobbero subito quella che cercavano.
La
sala era di forma quadrata,
colma di scaffali traboccanti di libri. In fondo alla stanza c’era una
parete
interamente coperta di carte geografiche, planisferi, mappe
topografiche e
quant’altro.
Wythe
si avvicinò alla carta
geografica della Repubblica dell’Aria.
Si
guardò intorno per vedere se
c’era qualcuno nei paraggi, ma la sala era completamente vuota, poi unì
le mani
come per pregare.
In
un attimo un’intensa luce
verde si irradiò da esse, e le avvolse completamente.
Alzò
le mani e le poggiò nel
punto in cui c’era scritto “River Town”.
Iniziò a muovere le mani sulla cartina, come per cercare
qualcosa.
-
Allora? – chiese Shia in un
sussurro.
-
Nulla. Provo su un’altra
carta. – Wythe si spostò sulla cartina del Regno della Terra.
Anche
qui sopra mosse le mani,
in direzione circolare.
-
Ecco... sento... sento
qualcosa... Trovato! – esclamò.
-
Dove si trova? – chiese Shia,
avvicinandosi.
-
A Beryl City! –
Nola
si voltò.
-
Michelangelo! – esclamò e gli
corse incontro. – Anche tu in giro? –
-
Chiamami Mick, per favore!
Beh, senza il costume da mago, non mi riconosce nessuno, quindi non
corro il
rischio di essere aggredito dai fan! –
-
Modesto come al solito! –
rise Nola.
I
due si misero a passeggiare.
-
Allora? Non hai cambiato idea
sul fatto di unirti a noi? – chiese la ragazza.
Questa
volta fu Michelangelo
che rise.
-
Ti piaccio così tanto che
vuoi a tutti i costi che io ti segua? –
-
Uffa! Tutti con questa
storia! –
-
Comunque te l’ho detto... -
-
Già. –
-
Mi è venuta un’idea! – fece
all’improvviso Mick.
-
E se fossi tu a venire con
me? –
Nola
si fermò in mezzo alla
strada.
-
Che cosa? – esclamò.
-
Ma certo! Tu e io! Potresti
diventare la mia valletta nello show, poi quando compirò diciotto anni
ti
sposerò e insieme avremo cinque figli! –
-
Cosa che cosa? – esclamò Nola,
ancora più sorpresa e trattenendo
una risata.
-
Nola, non sto scherzando. Mi
sono innamorato di te! –
-
Ma se ci siamo visti una sola
volta! E in più non sai niente di me. Quanti anni ho? – fece lei.
-
Ehm... - Mick parve pensarci
su. – In realtà non lo so! –
Nola
sospirò divertita.
-
Ne ho sedici! –
-
Che coincidenza! Anche io ne
ho sedici! – esclamò il ragazzo.
-
Oh! Guarda! Siamo arrivati al
ponte! – disse poi.
I
ragazzi erano arrivati al
massiccio ponte di pietra che collegava le due parti della città,
separata dal
fiume Glyn.
Nola
si sporse dal parapetto
per guardare giù.
L’acqua
del fiume era scura e
agitata, e rifletteva il cielo scuro.
-
Credimi, nelle belle giornate
il Glyn è uno spettacolo! Dal porticciolo partono delle piccole
barchette che
fanno il giro turistico, e i cormorani vengono qui a pescare il loro
cibo! –
La
ragazza sorrise. Era davvero
un peccato che fosse brutta giornata...
Nola
guardava ancora l’acqua,
quando si accorse che stava accadendo qualcosa di strano. Nel punto
dove si
erano posati i suoi occhi, l’acqua iniziò a ribollire e formare bolle
d’aria,
finché dal fiume fuoriuscì qualcosa, che in uno spruzzo potentissimo,
facendo
la doccia ai due ragazzi, si posizionò sul muretto di pietra.
Nola
arretrò di un passo,
mettendosi in posizione di attacco.
-
Ehilà! Chi si rivede! – disse
l’uomo.
-
Dray... - mormorò Nola tra i
denti.
-
Non mi aspettavi, vero? –
-
Chi è? – chiese Mick, allontanandosi
anche lui.
Dray
fece un elegante salto,
ritrovandosi esattamente di fronte alla ragazza.
-
Non è un amico. – disse lei,
secca.
Senza
che Mick se ne rendesse
conto, il braccio di Dray si era già trasformato in un’arma di morte, e
così
anche Nola aveva attivato il suo potere.
I
due iniziarono una lotta
serrata, tanto che il ragazzo non riusciva a seguirli con gli occhi.
Anche lui
però voleva partecipare, perciò fece spuntare dal nulla il suo arco e
si
preparò e scagliare le frecce.
Impegnato
com’era a schivare il
vento dell’anfora di Nola, Dray si accorse della presenza di Mick solo
grazie
alla freccia che gli trapassò un braccio da parte a parte.
La
lotta si bloccò
improvvisamente.
Dray
si voltò verso il ragazzo,
fissandolo con occhi gelidi.
Improvvisamente
il cuore di
Mick partì all’impazzata, terrorizzato da quell’uomo, che, con una sola
mano,
spezzò la freccia azzurrina e la lanciò per terra.
-
Non farmi ridere. – gli
disse, e si apprestò a scagliarsi contro di lui, ma Nola gli bloccò la
scure a mezz’aria,
aggrappandosi.
Fu
un attimo.
Dray
agitò il braccio
violentemente, e le mani di Nola si staccarono alla presa.
La
ragazza sentì il suo corpo
ondeggiare in aria, un attimo prima di vedere davanti ai suoi occhi la
balaustra del ponte.
Cadde
in acqua con violenza.
Shia
alzò gli occhi dalla carta
geografica, con espressione profondamente preoccupata.
-
È successo qualcosa a Nola! –
esclamò, e subito dopo si fiondò fuori dalla biblioteca, seguito da
Wythe, che
cercava di capire.
-
Che cosa è successo? – urlò,
per farsi sentire sopra il traffico pomeridiano.
-
Nola ha avuto un problema! –
gridò lui, con la rabbia che cominciava a salire.
-
E come fai a saperlo? –
-
Ho avuto uno strano
presentimento! Ora zitta e corri! –
Sentendosi
parlare così, Wythe
si offese e lo seguì furiosa.
L’acqua
del fiume era gelida e
sembrava penetrarle dentro la pelle, fino alle ossa.
La
testa di Nola uscì
dall’acqua quel tanto che bastava per farle prendere fiato, ma subito
un’onda
la travolse nuovamente.
Come
se non bastasse aveva
ricominciato a piovere, e il fiume si era agitato notevolmente.
-
E ora, a noi, ragazzino. –
disse Dray.
Si
avvicinò a Mick con sguardo
minaccioso.
Il
ragazzo non riusciva a
capirne il perché, ma quello sguardo lo terrorizzava a morte.
Alzò
l’arco davanti a se, ma le
mani e le gambe gli tramavano.
Dray
bloccò la freccia con una
mano, e la spezzò stringendola in un pugno.
-
Qu... quella è la seconda
freccia che rompi... - disse Mick, scoppiando in una risata isterica.
Dray
fece un ultimo passo e prese
il ragazzo per il collo, stringendo la presa.
-
Le tue ultime parole? –
chiese Dray, con un sorrisetto di sfida.
Mick
sorrise: - S... sei f...
fregato... -
Il
bastone dell’Ariete si
abbatté con forza sulla schiena di Dray, che lasciò la presa e cadde
per terra.
-
Dov’è Nola! – gridò Shia,
aiutando Mick, che nel frattempo riprendeva fiato.
Il
ragazzo indicò il fiume.
-
È caduta! –
-
Fermo! Non farlo! – gridò
Wythe, ma Shia l’aveva già fatto.
Si
tuffò dal parapetto.
Nola
cercò di aprire gli occhi,
ma la potenza dell’acqua era talmente forte che le facevano male.
Cercava di
nuotare per arrivare in superficie, ma la corrente la trasportava
troppo
velocemente e lei non riusciva a muovere ne braccia ne gambe.
Sentiva
che ormai le forze la
stavano abbandonando.
Poi,
d’improvviso, andò a
sbattere contro qualcosa di grande e compatto che le tolse il fiato.
Istintivamente
aprì la bocca
per prendere fiato, ma l’acqua le invase la gola e i polmoni.
Dai
suoi occhi uscirono
abbondanti lacrime, che si mischiarono con l’acqua del fiume.
Aprì
gli occhi, ormai convinta
che sarebbe morta.
Che
fine penosa...
“
E dire che io volevo fare
grandi cose... Chissà che fine farà la mia Starlight...” pensò, prima
di
abbandonarsi definitivamente all’oblio.
Nola
aprì piano gli occhi. La
luce la disturbò, e dovette richiuderli.
-
Si è svegliata! – disse una
voce.
-
Spostatevi, lasciatele
spazio! – disse un’altra voce.
La
ragazza schiuse gli occhi
un’altra volta. Davanti a lei si trovava il viso maschile più bello che
avesse
mai visto.
-
Sono in paradiso? – mormorò.
– Allora sono stata brava... -
Improvvisamente
sentì che nel
suo stomaco si muoveva qualcosa, e fu colta da un conato. Si voltò su
un lato e
vomitò una quantità industriale di acqua di fiume.
-
Nola! Oh, Nola! – esclamò
Wythe, e si lanciò ad abbracciarla.
-
Ho temuto che fossi morta! –
esclamò, piangendo forte.
Ancora
frastornata, la ragazza
non capì niente di quello che stava succedendo.
-
Dove... sono? – chiese, prima
che un altro conato la cogliesse.
Dopo
essersi ripulita la bocca,
Shia le si avvicinò.
-
Siamo sulla sponda del fiume.
Eri caduta e mi sono tuffato a prenderti. –
Nola
si guardò intorno. C’erano
tutti: Shia, Wythe, Michelangelo e Boris. E avevano tutti
un’espressione
preoccupatissima e insieme sollevata.
Poi,
capendo solo in quel
momento il significato di quelle parole, si voltò verso Shia e si buttò
tra le
sue braccia, iniziando a piangere.
-
Grazie! – riuscì a dire tra i
singhiozzi.
Wythe
si avvicinò e si unì a
quell’abbraccio, mentre il cane si lanciò nella mischia, leccando i
volti di
chi capitava a tiro.
-
Avanti! Vieni anche tu Mick!
– disse Nola, e così si unì anche il ragazzo.
La
giornata si era
completamente rischiarata, e in cielo non c’era più neanche una nuvola.
-
Odio i temporali estivi. –
esclamò Shia.
Lui
e Nola erano completamente
fradici, da capo a piedi.
-
A proposito... Che fine ha
fatto Dray? – chiese Nola, interessata.
-
L’abbiamo fatto scappare! –
esclamò Wythe, orgogliosa.
Mick
si scostò un poco.
-
Scusami Nola. Io avrei voluto
davvero darti una mano, ma ero come paralizzato, e non capisco
perché... –
Lei
gli sorrise comprensiva.
-
L’importante è che tu stia
bene, no? – rise.
-
Certo che sei proprio strana!
– disse Shia. – Eri tu quella che stava per rimetterci la pelle, e
invece sei
felice per gli altri! Io proprio non ti capisco! –
-
Allora... La buona notizia è
che sappiamo dove si trova un’altra Starlight. – disse Wythe,
camminando avanti
e indietro nel salotto di casa.
-
E la cattiva? – chiese Shia.
-
C’è anche una notizia
cattiva? – fece Nola.
I
due si erano asciugati e
cambiati d’abito.
-
La notizia cattiva è che
dovremmo andare nel Regno della Terra, ma la cosa peggiore, è che
laggiù io non
possiedo ne abitazioni ne nient’altro... Dovremmo arrangiarci come
meglio
possiamo... -
“
Il Regno della Terra! ”
Improvvisamente
il cuore di
Nola si svuotò.
“
Così di sorpresa... Lasciare
il mio paese natale...”
I
suoi occhi si spalancarono,
vagando nel vuoto.
-
Tutto bene? – Wythe sventolò
una mano davanti alla faccia di Nola, che si riscosse.
-
S... si, stavo solo pensando...
-
-
Ok, domani mattina vado alla
stazione delle navette e prendo tre biglietti. – disse Wythe. – Penso
che
dovremmo comprare anche una cuccia per Boris, di quelle da viaggio, non
credo
si possano trasportare gli animali senza gabbietta... -
A
quelle parole Boris fece un
verso di disaccordo.
-
Lo so! È un po’ fastidioso,
ma cerca di sopportare... quanto dura il viaggio? – chiese Nola,
grattando le
orecchie del cane.
-
Oh... non troppo... Credo una
ventina di minuti, forse un’ora… -
La
ragazza sospirò, guardando
fuori dalla finestra.
Mick
entrò nel camerino,
togliendosi la maschera e lanciandola sulla specchiera con agilità. Si
tolse la
giacca e si fece sprofondare nella poltrona.
“
Oggi sono proprio stanco...”
pensò.
Bussarono
alla porta.
-
Avanti. – disse.
La
porta si aprì piano ed entrò
una giovane cameriera dai capelli corvini, che portava un vassoio con
una
lettera.
-
Un messaggio per il signor
Dupont. – disse.
Mick
prese la lettera e l’aprì.
“
Ciao Mick!” diceva. “ Sono
Nola. Purtroppo io e i miei amici partiremo molto presto per il Regno
della
Terra. Se non hai cambiato idea sul fatto di seguirci, ti va almeno di
venire a
salutarci? Ne sarei molto felice! Un bacio, Nola.”
In
un attimo, il ragazzo prese
carta e penna e scrisse un messaggio veloce.
“
Certo che vengo! Soprattutto
se quel bacio me lo dai sul serio!”
-
Signorina. Consegni questo
messaggio all’ingresso e chieda ad uno dei fattorini se la mittente ha
lasciato
un indirizzo. In quel caso gli chieda di portarlo urgentemente a
destinazione,
per favore. –
-
Ma per chi mi hai preso, per
la tua schiava personale? – fece la cameriera.
Mick
alzò lo sguardo,
meravigliato e contrariato.
-
Ma come si permet... - fece
per dire, poi la guardò bene in faccia, e il suo cuore ebbe un
sussulto.
-
Mi hai riconosciuta, eh? –
fece lei.
Con
un gesto fulmineo si tolse
gli abiti da cameriera, mostrando che sotto portava un abito nero molto
succinto.
-
Tu. – sibilò il ragazzo.
-
Esatto! Il mio nome è Morgan,
per tua informazione...– disse lei, e in un attimo le sue dita si
trasformarono
in lame affilatissime.
-
Sagittarius! – gridò Mick, e
subito apparve il suo arco azzurro con le frecce.
-
Non ti servirà a niente in un
corpo a corpo! – fece la ragazza, e scoppiò in una risata.
-
Scommetti? – mormorò lui,
scagliando una freccia che la colpì ad una gamba.
Morgan
gridò di dolore, un
attimo prima di lanciarsi su Mick con le sue lame di rasoio.
Il
ragazzo parava ogni fendente
con il suo arco, costituito da pura anima, e perciò invulnerabile, ma
più di
quello non poteva fare.
In
un impeto di violenza,
Morgan si gettò su di lui, mirando a trafiggerlo con le lame, ma
all’ultimo
momento, Mick schivò l’attacco, e la ragazza perforò un groviglio di
cavi
elettrici, che lanciarono scintille su ogni cosa.
I
due si fermarono per prendere
fiato.
-
Perché... anf... mi attacchi?
Cosa ti ho fatto? –
-
Io obbedisco agli ordini. –
disse lei secca.
-
Oh! Non riesci a pensare con
la tua testa e allora gli altri pensano per te? – rise il ragazzo.
Gli
occhi della ragazza si
riempirono di rabbia. – Rimangiati quello che hai detto! – gridò.
Alzò
un braccio per colpirlo,
ma fu colta da una tosse improvvisa. La stanza si era riempita di fumo.
Mick si
voltò in direzione dei cavi. Le scintille avevano incendiato parte
dell’arredamento, e il fuoco pian piano si era esteso.
Per
la strada non si sentivano
altro che sirene dei vigili del fuoco. Shia si affacciò al balcone,
proprio nel
momento in cui due autopompe sfrecciavano li sotto.
In
lontananza vide una colonna
di fumo innalzarsi al cielo, e per strada c’era un viavai di gente
spaventata e
urlante.
-
Che succede? – chiese il
ragazzo ad una signora che passava per strada.
-
Un incendio! Il teatro va a
fuoco! –
Shia
tornò in salotto come un
fulmine e prese la sua giacca.
Nola
e Wythe lo fissarono con
sguardo interrogativo.
-
Mick è in pericolo! Correte!
– disse lui in risposta.
Il
camerino si era ormai
riempito di fumo.
-
Stai per morire. Ora
consegnami il tuo potere. – ordinò Morgan.
-
Questo fumo non fa bene
neanche a te... - disse Mick, sorridendo.
-
Io però ho una possibilità di
fuga! – continuò Morgan.
Mick
alzò di scatto l’arco e
con una freccia spaccò il grande specchio in tante piccole schegge.
-
Sbagliato! – disse lui in un
soffio.
-
Dammi il tuo potere! – gridò la
ragazza, perdendo la pazienza.
-
Sai... le Starlight capiscono
quando è giunto il momento della loro morte. E so che io non morirò
qui, perciò
è meglio che ti ritiri! -
In
quel momento la porta del
camerino venne sfondata, e un potentissimo getto di schiuma entrò nella
stanza.
Morgan
lanciò un’occhiata
gelida al ragazzo, poi si lanciò su un piccolo pezzo di specchio e ne
venne
risucchiata, scomparendo.
-
C’è qualcuno? – gridò un
pompiere, entrando.
Mick
tossì, ma alzò un braccio
in segno di saluto.
Stava
bene.
Fuori
dal teatro si era
radunata una fila di curiosi, più naturalmente vigili del fuoco e
ambulanze. In
realtà la zona invasa dal fuoco era poco estesa, ma il camerino era
completamente bruciato, e così anche il magazzino, dove stavano tutti
gli
strumenti per i trucchi di magia.
L’infermiere
tolse la
mascherina dell’ossigeno dalla bocca di Mick.
-
Mi hai fatto prendere un
colpo! – esclamò Nola
Mick
sorrise. – Sto bene...
sono solo un po’ abbrustolito... -
-
E i tuoi trucchi di magia? –
-
Non preoccuparti! Sono tutti
qui dentro! – disse, toccandosi la testa con un dito.
Nola
sospirò.
-
È strano... Nello stesso
giorno abbiamo rischiato la vita entrambi, ma ci siamo salvati. –
-
Sarà stato un miracolo? –
fece Mick, scoppiando a ridere.
La
stazione delle navette era
gremita di gente, che partiva o che tornava a casa.
-
Stiamo vicini, o ci perderemo
in mezzo a tutte queste persone! – gridò Shia, cercando di farsi
sentire sopra
tutto il mischiarsi di voci e suoni.
Affaticata
dal peso dei
bagagli, Nola si guardò alle spalle.
“
Alla fine Mick non è venuto a
salutarci... Spero che gli vada tutto bene!” pensò.
Con
una mano si aggiustò
l’ormai consueto cappello sulla testa, mentre l’altra mano stringeva
con forza
la cuccia da viaggio di Boris.
-
Ecco il check in. Forza,
sbrighiamoci. – disse Wythe.
Improvvisamente
Nola sentì il
peso della cuccia diminuire, finché qualcuno non gliela tolse di mano.
-
Ehi! – fece per dire lei,
voltandosi.
-
Il mio tour è saltato, perciò
ho deciso di venire con voi! Il cane lo prendo io, è troppo pesante per
te! –
esclamò Mick, sorridendo a trentadue denti.
Nola
lo guardò incredula, per
poi saltargli al collo ed abbracciarlo, ridendo di gioia.
Prima
di tutto vorrei dirvi...
scusateeeeee!
Non
sono riuscita a mantenere
la promessa di postare più velocemente, ma il fatto è che in questo
periodo mi
devo concentrare molto sullo studio, infatti quest’anno ho la
maturità...
Ma
bando alle ciance...
Vorrei
fare un ringraziamento
speciale a Ladywolf: grazie mille per avermi fatto tutti quei
complimenti, e
ora passo a rispondere a tutte le tue domande!
Allora...
ho letto che non hai
capito bene l’aspetto fisico di Shia...
È
alto, un po’ abbronzato, perché
passa il suo tempo a curare il suo orto, ha i capelli corvini, con
qualche
ciuffo che gli ricade sul viso, e ha gli occhi di diverso colore, uno
viola e l’altro
grigio.
Devo
dire che anche a me piace
molto la coppia Shia/Nola, ma non posso rivelare niente, e soprattutto,
non si
sa mai che... bocca mia, cuciti!
Un’altra
cosa... mi fa piacere
che il tuo segno sia scorpione! Lo Scorpione della mia storia è un
personaggio
molto particolare, però purtroppo non apparirà molto presto, mi
dispiace...
Bene...
a tutti voi lettori è
piaciuto questo capitolo?
Si
è capito definitivamente che
Mick è davvero bizzarro, non trovate?
E
non sarà la sua ultima
sorpresa, credetemi!
Però,
come avrete notato, il mago
si è aggiunto al gruppo, e da questo momento i nostri poveri ragazzi
dovranno
proteggere le orecchie dalle sue chiacchiere senza senso!
Ci
ritroviamo al prossimo
capitolo, allora, e buona estate! ^w^