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Autore: JeremyGender    31/10/2017    2 recensioni
Crocifissa è una ragazza di 16 anni che dalla vita tranquilla del paese si è ritrovata catapultata nel mondo magico.
Ma le cose diventano ancora più difficili quando ritrova in uno dei bagni della scuola di Kairawan, l'Arcaica Scuola Siciliana di Magia e Stregoneria, una ragazza ricoperta di sangue e un libro tanto antico quanto misterioso.
Chi è la Dama del Lignaggio e perché tra tutte ha scelto proprio lei?
Genere: Commedia, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Nuova generazione
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Capitolo 4. Dove nei bagni scorrono fiumi di sangue.
 
‘Signorina Estravago sono indiscreta se le chiedo perché ha ucciso…’ tenendo salda la bacchetta Crocifissa avanzò di qualche passo verso la ragazza stesa a terra. ‘Oh, è Ranavalona!’ disse riconoscendola. ‘Perché ha ucciso Ranavalona?’
Imelda Estravago, insieme al gemello Ismaele, da qualche anno aveva preso il posto di custode del castello e clavigero ufficiale di Kairawan anche se, per quanto erano babbei, Crocifissa non gli avrebbe affidato neanche le chiavi della sua stanza.
‘Penso di averla trovata così, aveva quel libro in mano.’ disse la ragazza indicando un grande tomo inzuppato di sangue. ‘Devo avvisare l’Emiro?’ chiese poi in tono confuso tornando a guardare Crocifissa.
‘Direi di si, penso sia felice di sapere che una sua studentessa sia morta nei bagni durante le ore di lezione.’
L’Emiro Dahlia Von Grable, Preside della scuola e ex insegnate di Difesa contro le Arti Oscure, oltre per la sua bellezza e il suo fascino, era amata da tutti per la sua gentilezza, il modo pratico di affrontare i problemi e l’aura di mistero che emanava. Anche se Crocifissa dubitava del fatto che davanti a un avvenimento del genere la sensuale, a dir di Crocifissa fin troppo visto il ruolo che occupava, Preside della scuola avesse mantenuto la calma.
Guardò Ranavalona stesa a terra.
La pelle scura sembrava aver perso la sua lucentezza e le treccine, solitamente fastidiosamente svolazzanti, erano appicciate a terra dalla sostanza rossa amaranto che ricopriva quasi tutto il pavimento dell’antibagno.
Crocifissa fece una smorfia pensando che Ranavalona non era cattolica e che sicuramente il suo non sarebbe stato un funerale religioso.
Peccato. Lei amava i funerali.
Poi la sua attenzione si spostò sul libro. Aveva un aspetto molto antico.
La pelle allumata era rovinata sui bordi ma la scritta dorata del titolo aveva conservato la sua lucentezza: ‘Dama del Lignaggio. Incantesimi per una vera Gentilstrega.’.
La curiosità vinse sulla cautela e così Crocifissa scavalcò la ragazza stesa a terra, raccolse il libro e lo aprì.
Nella prima pagina, scritta con una grafia elegante e raffinata, un avviso informava che il libro era protetto da un incantesimo che Crocifissa non aveva mai sentito prima: La maledizione del tomo sanguinante.
‘Ah…’ disse con tono deluso ‘Forse non è morta. Forse è solo svenuta.’
‘Estravago!’ disse rivolta alla porta dove la custode era appena uscita ‘Torni indietro, forse è viva.’
Si avvicinò nuovamente alla ragazza stesa a terra e la punzecchiò con la borsetta.
Ranavalora si mosse impercettibilmente.
Ci pensò a lungo poi con un sospiro infastidito aprì la sua borsetta e ne estrasse una piccola pralina di cioccolato, quella che teneva per riserva in caso di attacchi di fame.
La infilò in bocca a quello che un secondo prima pensava fosse il cadavere della sua compagna e con un incantesimo gliela sciolse in bocca.
Il cioccolato fa miracoli.
Quando vide che il suo intervento non aveva avuto nessun risultato decise di accelerare il processo assestando un colpo di borsetta nello stomaco della ragazza che, all’istante, si alzò boccheggiando.
‘Era ora. Ho consumato un’intera scatola di Pralimizie per te!’ mentì Crocifissa.
‘Cosa… Cosa è successo?’ disse Ranavalona confusa guardandosi intorno.
‘Eri morta poi ti ho dato la cioccolata e un colpo di borsetta. Ti ho salvata, non c’è bisogno che mi ringrazi, ma rivoglio la cioccolata.’ precisò.
‘Ora dovrebbe pulire però’ disse rivolta a Imelda Estravago che si era guardata tutta la scena seduta sul bordo della fontana raffigurante Aradia, la strega di Volterra, ‘questo posto è disgustoso.’.
‘Perché? Sembra ricoperto di marmellata di ciliegie. Io lo trovo adorabile.’
 
‘Crocifissa, Crocifissa’
Ranavalona Abel correva nel prato che circondava il laghetto dell’isola dove sorgeva Kairawan inseguendo una, più rapida del solito, Crocifissa Musacchia.
L’Emiro della scuola, Dahlia Von Grable, aveva invitato, un invito che a Crocifissa sembrava più un obbligo visto che le lezioni erano sospese e la biblioteca era chiusa, tutti gli studenti della scuola a partecipare alla prima partita di buzkashido della stagione.
La storia di Kairawan aveva creato tradizioni e materie di studio uniche, e la pratica del buzkashido era conseguenza di questa unione di culture.
Con la dominazione islamica in Sicilia nel 827, il potente mago siciliano Bertrando il Grande insieme a uno Jinn, una potente entità magica arrivato in Sicilia con gli invasori, creò un’isola che serviva da rifugio per maghi e streghe scappati dalla crudele invasione in atto. Una volta appurato che ‘gli invasori’ non erano una minaccia ma anzi una risorsa per il mondo magico, i potenti del tempo costruirono una scuola sull’isola creata da Bertrando dandogli il nome di Arcaica Scuola Siciliana di Magia e Stregoneria Kairawan.
Il primo preside della scuola, chiamato Emiro, fu Bertrando il Grande al quale si successero vari nomi noti della storia magica siciliana e non.
Fù il mullā Amānullāh Rabbani, Emiro afgano che aveva guidato la scuola dal 1880 al 1891 a importato lo buzkashido.
Su cavalli alati, a Kairawan si gareggiava con gli Arioni Siciliani (veloci nel volo e in nuoto, capaci anche nell’apnea), 5 giocatori per squadra si contendevano un sacco pieno di sabbia a forma di stella, il boz, con lo scopo di lanciarlo nel Cerchio della Giustizia, un cerchio posto agli estremi del campo, dell’avversario. Dopo due tempi da 45 minuti uno, la squadra che aveva segnato più punti, vinceva la partita.
Per ragioni di sicurezza, soprattutto inizialmente il gioco era molto violento ed era alto il numero degli alunni feriti dopo ogni partita, le partite venivano giocate in un campo in mezzo al mare in modo che i piloti che venivano strattonati e cadevano da cavallo arrivassero in acqua ma, visti i numerosi furti di boz da parte si sirene e tritoni, venne costruita una naumachia vicino al campo da quidditch. Ai giocatori era richiesta quindi, oltre a grande forza e padronanza con i cavalli, abilità nel nuoto e capacità di apnea per recuperare il boz quando cadeva in piscina.
‘Cosa vuoi? Mi hai portato la mia cioccolata?’ rispose Crocifissa quando non poteva più ignorare Ranavalona.
‘Ehm… No. Ma ti prometto che oggi vado allo spaccio. Invece volevo chiederti una cosa, c’era per caso un libro quella mattina in bagno?’
‘C’eri solo tu, quella pazza della Estravago e tanto sangue. Non ho visto nient’altro.’ rispose Crocifissa facendo spallucce.
   
 
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