Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: Emmastory    01/11/2017    3 recensioni
La vita di Rain e del suo gruppo continua, ma purtroppo senza uno dei compagni di viaggio. Sono passati ben quattro anni da quando la povera Samira è morta da eroina sul campo di battaglia, tentando assieme agli amici di eliminare una minaccia ormai conosciuta, ovvero i Ladri. Ora come ora, con la calma che regna sovrana ad Ascantha, nessuno sa cosa sia successo davvero, se la guerra sia finita, o sei ai nostri eroi sia stata concessa una tregua. Sempre uniti e fiduciosi, sono decisi a combattere le loro battaglie, e sperare, con tutte le loro forze, in un nuovo e sereno domani. Come andrà a finire? Scopritelo unendovi di nuovo a loro, nell'ultimo capitolo della saga di Aveiron.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le-cronache-di-Aveiron-VII-mod
 
 
Capitolo XXXII
 
La scelta della ragazza
 
Triste e sconsolata, guardavo fuori dalla finestra senza dire una parola, rimanendo concentrata sulle gocce di fredda pioggia che rigavano il vetro. Cercavo di rilassarmi, ma non riuscivo. Nel tentativo di aiutarmi, Myra si alzò su due zampe, e con uno sforzo, le posò sul davanzale della finestra stessa, poi mi guardò. "Giornata uggiosa, vero bella?" Le chiesi, sorridendo debolmente. Per tutta risposta, lei sembrò annuire, emettendo anche un leggero mugolio. Nel farlo, mi si fece ancora più vicina, e con una sorta di sorriso stampato sul muso, mi leccò la faccia e una mano. "Ti voglio bene." Sembrava dire, pur non possedendo davvero il dono della parola. Una qualunque persona l'avrebbe definita una semplice bestia, ma non io. Le volevo bene a mia volta, e in quel momento, scossi la testa, liberandomi in fretta dalla tristezza dei miei pensieri. Imitando la madre, anche Max cercò di risollevarmi, abbaiando felice e invitandomi ad accarezzarlo. Sciogliendomi come neve al sole, mi abbassai per farlo, realizzando così il suo desiderio. Poco dopo, lo vidi concentrarsi sul movimento della sua stessa coda, e iniziare a girare in tondo nel tentativo di rincorrerla. Un modo di giocare tutto suo, che per qualche strana ragione, mi fece sorridere e tornare bambina. Anche se solo per poco, mi dimenticai dei miei problemi, e andando a sedermi sulla comoda poltrona accanto al fuoco acceso, ripresi in mano il mio diario. Non vi scrivevo da molto, e ad essere sincera, mi mancava. Stando alle parole del dottor Patrick, farlo poteva rivelarsi terapeutico, e per me lo era, così afferrai la mia fida biro nera e iniziai a scrivere. In quel preciso istante, provai mille emozioni diverse. Il mio corpo più leggero, la mia mente libera e sgombra dalle paure, il mio cuore finalmente calmo e non più tediato dal mio dolore. Per la prima volta in tutto quel tempo mi sentivo meglio. Fra una parola e l'altra, qualche lacrima scivolava sulle pagine rovinando l'inchiostro, ma non importava. Mi stavo liberando dalla negatività che mi scorreva come sangue in corpo, e quella era l'unica cosa a contare. Non so davvero quante parole, o quante righe scrissi, ma lo feci soltanto per liberarmi e tornare alla calma. Una volta finito, lo richiusi, lasciandolo sul tavolo del salotto. Tornando vicino alla finestra, guardai di nuovo fuori, notando che il buio era ormai arrivato, e che la pioggia continuava a cadere. Con la mano premuta contro il vetro, osservavo la piazza principale, sorridendo sollevata nel vedere Aaron tornare indietro, e non solo in compagnia di Chance. A quanto sembrava, Ava era tornata con lui, e ora lui non era più solo. Il guinzaglio di Chance in una mano, quella dell'amata nell'altra. A diciassette anni, erano quasi adulti, ed io ero davvero orgogliosa di loro. Ad essere sincera, dopo la sua fuga da casa nostra credevo di non rivederla mai più, e invece adesso eccola, sempre più vicina alla porta e in compagnia del ragazzo che amava. In silenzio, li guardai avvicinarsi, poi corsi ad aprire la porta, felicissima. "Ragazzi! Grazie al cielo!" Esclamai, avvicinandomi per abbracciarli entrambi. "Mi dispiace, Rain. Mi dispiace tantissimo, ma stavolta resterò, definitivamente." Disse lei, crogiolandosi nel mio abbraccio e trovandolo un posto perfetto. "Non soltanto per te, ma per voi. Per Aaron." Aggiunse poi, trovandosi sul punto di piangere. In quel momento, mi commossi anch'io, ma sforzandomi di non perdere il controllo delle mie emozioni, mi concentrai su di lei. "Bentornata, Ava. Bentornata in questa famiglia." Le dissi soltanto, accarezzandole la schiena con fare amorevole. "Grazie." Sussurrò lei in risposta, stringendosi a me con forza ancora maggiore. Lasciandola fare, non mi scomposi, e non appena quell'abbraccio ebbe fine, Aaron le prese la mano, accarezzandola dolcemente. L'amava, e benchè ancora non gliel'avesse detto apertamente, quello era un modo di dimostrarlo. Sapevo bene cosa significasse, ed ero certa che fosse anche un suo modo di dirle che approvava la sua scelta. Agli occhi di molti poteva apparire normale, ma non certo a quelli di Aaron, perchè ai suoi si rifletteva come la scelta intrapresa da una guerriera come la sua fidanzata.   
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: Emmastory