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Autore: Summer11    01/11/2017    2 recensioni
Brittany: BASTA!! Oliver, se te ne vai adesso non tornare mai più!
Oliver: Mi dispiace Britt, io ti amo, ma non sono pronto per questa cosa. E' troppo grande!
-Brittany riprese a piangere mentre Oliver si voltava per andare via. Alex non si trattenne e urlò.-
Alex: NON TORNARE MAI PIU', CHIARO?
Oliver: Stanne certo!
-Quella fu l'ultima risposta di Oliver, che, voltava l’angolo, anche lui con le lacrime che gli scendevano sul viso. Probabilmente non l’avrebbe più dimenticata, pensò.-
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Unconventional Family
Capitolo 42
-Famiglia al completo.-


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Giugno 1997. Bonsall, California.


Brittany: BASTA!! Oliver, se te ne vai adesso non tornare mai più!
Oliver: Mi dispiace Britt, io ti amo, ma non sono pronto per questa cosa. E' troppo grande!

-Brittany riprese a piangere mentre Oliver si voltava per andare via. Alex non si trattenne e urlò.-

Alex: NON TORNARE MAI PIU', CHIARO?
Oliver: Stanne certo!

-Quella fu l'ultima risposta di Oliver, che voltava l’angolo, anche lui con le lacrime che gli scendevano sul viso. Probabilmente non l’avrebbe più dimenticata, pensò. Si asciugò le guance umide. Era furioso, come poteva essere successo a lui e Brittany? Come? Eppure erano stati attenti. Non avevano neanche finito il liceo, sarebbero dovuti andare al college. Lui avrebbe dovuto iniziare una carriera nel mondo della musica e aprire una casa discografica e Brittany avrebbe dovuto intraprendere la carriera da giornalista, la ragazza aveva davvero molto talento per la scrittura. Ma possibile che quel brillante futuro fosse stato spazzato via dall’arrivo di un bambino?!-

Oliver: "No, non mi farò rovinare i piani. Mi dispiace, Britt!"

-Tornò a casa, salì in camera sua e si lasciò cadere sul letto con quel peso enorme che si portava sulle spalle.
Quell’estate, Oliver, decise di partire in vacanza con i suoi genitori per allontanarsi da tutto quel mondo e da tutti i suoi problemi.
L’estate finì in un batter di ciglia e la scuola stava per riniziare. Brittany decise di studiare da privatista, così da seguire il bambino, lavorare, prendersi il diploma e soprattutto evitare di vedere Oliver.-

Settembre 1997. Bonsall, California. Casa Green, h:22:00.


-Brittany stava sdraiata sul letto, sfogliando una rivista sulla gravidanza e sui primi mesi dei neonati. Doveva iniziare a capirci qualcosa. Mentre girava pagina, sentì la porta della sua camera aprirsi. Subito si girò, vedendo entrare Rachel che chiuse la porta dietro sé.-

Rachel: Ciao!
Brittany: Ehi, cosa fai in giro così tardi?

-Brittany sorrise, incrociò le gambe e fece spazio a Rachel che si sedette di fronte a lei. La ragazzina dai capelli corvini, abbassò la testa mentre una lacrima le scivolò sulla guancia. Sospirò prima di parlare.-

Rachel: Volevo vederti. Sai, il rientro a scuola non sarà la stessa cosa senza te!
Brittany: No, no, no Rach, non fare così! Continueremo sempre a vederci. La nostra amicizia non finisce qua!

-Delicatamente, Brittany le alzò il mento in modo che l’amica potesse guardarla negli occhi e le asciugò quella lacrima tanto trattenuta durante l'ultimo periodo estivo.-

Rachel: Promesso?
Brittany: Certo. Niente e nessuno ci separerà. Quest'anno fai vedere a Jennifer chi sei anche da parte mia!

-Rachel rise il che fece sentire meglio anche Brittany.-

Rachel: Scusa per questo momento “no”!
Brittany: Non te lo nascondo, ci ho pensato anche io e accettare il fatto che non avrei visto né te e né Alex costantemente, è stato duro!

-Rachel abbracciò la sua amica e capì che qualcos’altro non andava.-

Rachel: Sei sicura di voler studiare da privatista?
Brittany: Sì, è la cosa migliore per tutti. Se dovessi vedere Oliver lo ammazzerei!
Rachel: Oh, no! Tu gli correresti dietro disperata, non tanto per il bambino, ma perché lo ami ancora

-Brittany la guardò, ormai Rachel la conosceva bene.-

Brittany: E’ difficile dopo gli anni passati insieme, smettere all'improvviso di amare una persona
Rachel: Vedrai che starai meglio!
Brittany: Ti prego, non parliamone più

-Rachel le prese le mani e la guardò negli occhi.-

Rachel: Non preoccuparti, ci siamo noi con te!

-Intanto, quella stessa sera, anche Oliver era abbastanza preoccupato per l’inizio della scuola. Pensava che avrebbe rivisto Brittany, Alex e Rachel e probabilmente nessuno gli avrebbe rivolto la parola. Si sentiva davvero da schifo. Dopo una nottata insonne, la mattina seguente, a scuola, Oliver vide Alex e si avvicinò a lui. Alex non ne fu felice, era davvero disgustato dal comportamento del suo ormai ex amico.-

Alex: Che diavolo vuoi?

-Oliver lo guardò. Non lo riconosceva più dopo un’estate passata ognuno per conto proprio. La prima preoccupazione, comunque, fu quella per Brittany.-

Oliver: Come sta?
Alex: Hai una gran bella faccia da schiaffi! Dopo averla lasciata, per non rovinarti la vita, non è più affar tuo!

-Rachel, che passava di lì per salutare il suo ragazzo, si avvicinò con rabbia vedendo Oliver.-

Rachel: Cosa vuoi?

-Alex bloccò la sua ragazza cercando di fermarla.-

Alex: Niente tesoro, se ne stava giusto andando!

-Prese la mano Rachel, si voltarono e andarono a lezione.
Oliver era rimasto completamente solo. Ci stava davvero male, però si sarebbe ripreso. Ormai non poteva più cambiare il passato. Aveva preso la sua decisione e forse era un bene per tutti. Si avvicinò a un gruppo di ragazzi, gli sportivi della scuola. Li salutò.-

Oliver: Ciao ragazzi!

-Nick, un ragazzo alto, dai capelli rossi con il ciuffo all’insù e dal corpo allenato, lo guardò, appoggiando il suo braccio sulle spalle di una ragazza dai capelli lunghi e biondi e dagli occhi verdi. Quella era Jennifer. Nick guardò Oliver.-

Nick: Oliver! A cosa dobbiamo l'onore?
Oliver: Avete un posto per me nel gruppo? So di avervi causato un sacco di problemi, ma questa volta giuro che starò per le mie
Nick: Ti vedo abbastanza pentito, amico. Per te ci sarà sempre un posto, ma ricorda che qui sono io a comandare!

-Oliver annuiva mentre Jennifer non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Nick si avvicinò al ragazzo dagli occhi blu polvere.-

Nick: Dove hai lasciato quello sfigato di Alex e quella troietta di Brittany?

-Appena Oliver sentì quelle parole uscire dalla bocca di Nick, si accese afferrandolo per la maglietta e sbattendolo agli armadietti.-

Oliver: Non ti azzardare a chiamarla così o anche solo a nominarla. Hai capito? Non mi importa che tu sia il capo. Azzardati un’altra volta a parlare male di lei e ti spacco i denti!

-Nick non riusciva a credere che Oliver avesse tutta quella forza. Lo sguardo furioso di quel ragazzo gli aveva messo un certo timore. A quanto pareva Oliver aveva perso Brittany e Nick era abbastanza sicuro che al suo nuovo amico avrebbe fatto piacere prendersela con qualcuno e spaccargli davvero i denti. Lui guardò Oliver.-

Nick: O-okay amico, scusa!

-Oliver, riprendendo fiato, lo guardò e mollò la presa. Avevano tracciato i punti di confine.-

>>>


-Finalmente quel venerdì tanto aspettato era arrivato, e in casa Hunt erano tutti un po' agitati per l'arrivo dei nuovi nonni. Lily in camera sua guardava il suo armadio spalancato. Urlò.-

Lily: MAMMAAAAAA!!

-Brittany, mentre si piastrava i capelli nel bagno del piano di sotto, sentì le grida di sua figlia. Invece che salire le scale come una persona normale, rispose a sua figlia con le urla. Normale amministrazione in casa Green… Ops, Hunt. Scusate, l’abitudine.-

Brittany: COSA C'E', TESORO?

-Una più pigra dell’altra. Anche Lily urlò in risposta a sua madre.-

Lily: PUOI SALIRE UN MOMENTO?
Brittany: E' URGENTE?
Lily: QUESTIONE DI VITA O DI MORTE!

-Brittany, un po' allarmata, mettendo da parte la sua pigrizia, salì in camera di Lily, con metà dei capelli perfettamente lisci e l'altra metà raccolti in malo modo e tenuti su con una pinza fuxia. Vide l'armadio aperto e poi sua figlia ancora in accappatoio seduta sul letto. Scosse la testa, cercando di esaminare i capi dentro l’armadio.-

Brittany: Hai ragione! E’ una questione di vita o di morte
Lily: Aiutami, ti prego. O stanotte incontrerò i nonni in accappatoio!
Brittany: Ti suggerisco di vestirti sportiva ma carina!

-Tirò fuori dall'armadio una polo blu e una gonna rigida e semplice bianca.-

Brittany: E poi…

-Lily l’anticipò.-

Lily: Le ballerine "Lacoste" bianche e blu. Mamma, sei un genio!

-La baciò e, ancora in accappatoio, corse al piano inferiore, in lavanderia a prendere le ballerine.
Oliver, intanto, tornò a casa dopo essere passato in pasticceria per prendere una torta dopo una giornata di lavoro. Finalmente anche le vacanze di Natale stavano arrivando. Sarebbe stato il primo da passare tutti insieme. Lui entrò in casa e vide sua figlia in accappatoio con le ballerine in mano.-

Oliver: Siamo ancora a questo punto, davvero?
Lily: Sì papà, ho appena trovato l'abbinamento giusto. Corro a vestirmi e ad asciugarmi i capelli!
Oliver: Sì, corri. I nonni arriveranno qua tra mezz’ora!

-Lui portò la torta in cucina, poggiandola sul bancone. In quel momento gli venne un sospetto. Chiamò Brittany che scese le scale correndo, doveva finire la sua acconciatura.-

Oliver: Pulce?
Brittany: Sì?

-Oliver vide com’era conciata e scoppiò a ridere.-

Oliver: Streghetta, avrei dovuto dire!
Brittany: AH AH, che spiritoso!

-Lei gli diede una spinta al petto e Oliver continuò, ridendo.-

Oliver: Perché non ti presenti con questa acconciatura? Mio padre ne andrà pazzo!
Brittany: Più tempo mi trattieni con il tuo pessimo sarcasmo sulla mia acconciatura e più tempo io ci metterò ad essere pronta. E tu non vuoi che tuo padre pensi che tu ti sia sposato con una pazza psicopatica, giusto?
Oliver: Beh, sei la mia pazza psicopatica. Sei bellissima anche in versione strega di Halloween!

-La baciò e Brittany lo trattenne in un bacio sempre più profondo, poi si staccò.-

Brittany: Per quanto io voglia continuare a baciarla, sono costretta ad allontanarmi, signor Hunt. Ho ancora un milione di cose da fare e i tuoi stanno davvero per arrivare
Oliver: Almeno tu sei già vestita! Nostra figlia gironzola per la casa ancora in accappatoio!
Brittany: Credo che i nostri geni della poca puntualità si stiano diffondendo in lei

-Brittany portava un vestito in pizzo rosa salmone lungo fin sopra le ginocchia e le maniche lunghe. Era abbastanza comodo anche se non si poteva dire altrettanto delle scarpe, dei tacchi neri. Questo però, non la preoccupava, avrebbero passato la serata seduti. Oliver la guardò, le diede un bacio veloce e cose al piano di sopra. Si fece la doccia e con l'accappatoio addosso, andò in camera da letto. Prima di entrare, incontrò in corridoio Lily che correva in bagno ad asciugarsi i capelli. Lei guardò suo padre ancora in accappatoio, facendogli il verso.-

Lily: Sei ancora così?!

-Gli fece la lingua e Oliver sorrise.-

Oliver: Io sarò pronto prima che tu abbia finito di asciugarti i capelli, principessa

-Lui le fece l'occhiolino e Lily scosse la testa con un sorriso, entrando poi in bagno.
Dopo un quarto d'ora, tutti erano pronti. Oliver aveva deciso di indossare una camicia a maniche lunghe grigia e nera, un paio di jeans neri e delle scarpe Diesel grigie. Lui scese le scale facendosi ammirare dalle sue ragazze che stavano in salotto.-

Oliver: Beh, che ve ne pare?
Lily: Wow papà, sembri anche giovane vestito così!

-Lily rise prendendolo in giro e subito Oliver si avvicinò a sua figlia cominciando a farle il solletico, il suo punto debole.-

Oliver: Scusa? Non ho sentito bene. Ti ricordo che sono il padre più cool della tua scuola!
Lily: No, papà. Ti prego, bastaaa!! Per favore, ritiro ciò che ho detto!

-Mentre Brittany rideva, Oliver smise di torturare sua figlia. Tutti si sedettero sui divani ad aspettare i nonni, quando Lily, toccando il pancino di Brittany, parlò.-

Lily: Io non so come tu faccia, papà. Come fai a vivere senza sapere il sesso del fagiolo? Io non ce la farei mai. Sarei già impazzita

-Oliver sgranò gli occhi e Brittany fece lo stesso guardando sua figlia, dandole una piccola gomitata al braccio.-

Brittany: LILY!
Oliver: Voi sapete il sesso? COSA? Pulce, noi avevamo un patto!
Brittany: Scusa Olly. Mi hai chiesto una cosa troppo grande! Ti amo, ma avevo bisogno di sapere
Lily: Scusa mamma! Mi è scappato

-Brittany scosse la testa senza speranza mentre Oliver era sconvolto.-

Oliver: Quindi io sono l’unico a non sapere?
Lily: Solo perché lo hai deciso tu. Dai, dicci che sesso vorresti e noi ti diciamo se è quello o no
Oliver: Non ci penso nemmeno! Tenetevi il vostro segreto
Brittany: Papà vorrebbe un maschietto
Lily: Oh…
Oliver: Io non l’ho mai detto!
Brittany: Il fatto di non dirlo a voce alta non ti impedirà di rimanere deluso. Olly, è normale avere una preferenza, non farai alcun torto al bambino
Oliver: Da quanto lo sapete?
Lily: Mamma me lo ha detto all’ospedale
Brittany: L’ho saputo quel giorno!
Oliver: Spero siate felici ora!
Lily: Dai papà, non offenderti!

-Brittany rise.-

Brittany: Sì, papino. E’ successo e basta. Non siamo andate a cercarcela

-Proprio in quel momento, mentre Oliver stava per rispondere, sentirono il campanello suonare. Il ragazzo guardò sua figlia e sua moglie.-

Oliver: Salvate dal campanello. Ma non finisce qui. Ne riparleremo!

-Lily e Brittany risero vedendo il loro uomo di casa fare l’offeso severo. Oliver intanto, pensando a chi ci fosse dall’altra parte della porta, divenne improvvisamente serio. Brittany gli prese la mano, gli accarezzò il viso e lo baciò dolcemente, mentre lui la guardava preoccupato.-

Brittany: Andrà tutto bene!
Oliver: Lo spero!

-Lui si avvicinò alla porta e l'aprì. Sua madre lo salutò con un grande sorriso e un forte abbraccio.-

Dana: Ciao!
Oliver: Ciao mamma!

-Dana entrò dentro e Oliver si trovò faccia a faccia con suo padre, dopo dodici anni. Lui gli tese la mano.-

Gerald: Oliver!
Oliver: Ciao papà

-Oliver gli strinse la mano dopo qualche secondo. I due, stavano ancora sulla porta d'ingresso quando dalla cucina entrò di corsa Red saltando addosso al signor Hunt.-

Gerald: Ma che diavolo!

-Brittany si diede una manata in faccia ricordandosi di non aver chiuso a chiave la porta della cucina che dava al cortile posteriore.-

Oliver: RED! FUORI!

-Mentre Red correva felice per tutta la casa, Oliver cercava di prendere posizione, sgridandolo e rincorrendolo. Riuscì a prenderlo per il collare rosso.-

Oliver: RED, A CUCCIA!

-Lo portò fuori, lo legò vicino alla cuccia e lo guardò accarezzandolo.-

Oliver: Mi dispiace Reddy, ma lo devo fare! Dopo ti porto la cena

-Oliver tornò dentro, si lavò le mani e raggiunse gli altri in salotto. Sentì suo padre borbottare.-

Gerald: Non riesce a tenere a bada neanche quel cane!
Dana: Forza caro, non è niente!

-Subito Lily intervenne in difesa di Red.-

Lily: Reddy non voleva farle del male signore, glielo posso assicurare! Stava solo giocando. Lui è buono

-La signora Hunt vide Lily e l'abbracciò con le lacrime agli occhi senza dire nulla. Lily, dal canto suo, si lasciò abbracciare sorridendo. La nonna era davvero buona e super affettuosa. La signora si staccò dall'abbraccio e sorrise.-

Dana: Io sono Dana!
Lily: Lily
Dana: Sei davvero una bella signorina!

-Le accarezzò il viso mentre Lily arrossiva.-

Lily: Grazie!
Dana: D'altronde è normale con due genitori così!

-Subito la signora guardò Brittany e l'abbracciò affettuosamente.-

Brittany: Signora Hunt!!

-Si staccarono dall’abbraccio e la signora Hunt strinse le mani a Brittany.-

Dana: Ci dispiace Brittany! Se lo avessimo saputo…

-Guardò Lily che era impegnata a guardare suo nonno.-

Dana: ...Ti avremmo sicuramente aiutata. E grazie per esserti presentata a casa nostra

-Brittany sorrise.-

Brittany: Non si preoccupi, è acqua passata!
Dana: Nostro figlio è stato proprio un imbecille
Brittany: Su questo siamo tutti d'accordo

-Brittany sorrise e anche Oliver. Doveva ammettere che se lo meritava. Il signor Hunt guardò Lily con attenzione e qualcosa lo segnò profondamente. Quegli occhi. Erano come i suoi, infatti Oliver aveva preso da lui. Vedeva quella ragazzina, così simile alla sua famiglia, anche se aveva molti tratti di Brittany. Si avvicinò a Lily.-

Gerald: Ciao Lily, mi chiamo Gerald!

-Lui le strinse la mano, ma non con il suo solito modo forte e deciso, era più amichevole e affettuoso in realtà. Anche in Lily era scattato lo stesso meccanismo, sentiva di fare parte di quella famiglia da sempre. Improvvisamente abbracciò suo nonno, sorprendendosi di se stessa. Lui, davvero felice, la strinse a sé.-

Gerald: Piacere di conoscerti!
Lily: Il piacere è tutto mio!

-Si staccarono dall’abbraccio e, sempre più felice, il signor Hunt si avvicinò a Brittany. Sua nipote gli metteva allegria.-

Gerald: Brittany!
Brittany: Signor Hunt!

-Lei gli tese la mano ma sorprendentemente il signor Hunt la ignorò, stringendo la ragazza in un abbraccio. Oliver, fu davvero molto felice di vedere quella scena, nonostante tutto. Appena suocero e nuora si staccarono dall’abbraccio, Brittany parlò.-

Brittany: Beh, accomodatevi!

-Tutti si sedettero e la signora Hunt guardò Brittany.-

Dana: Hai visto? Rispetto a sedici anni fa, mio marito si è scongelato! Dev'essere la vecchiaia

-Brittany sorrise divertita e la signora Hunt non vedeva l’ora di conoscere meglio la sua nipotina anche se non poté non notare il pancino sospetto di Brittany.-

Dana: Non vorrei sembrare sfacciata, Brittany, ma non ricordo di aver visto quel pancino quattro mesi fa!

-Brittany sorrise imbarazzata e Oliver, seduto accanto a sua moglie, le mise un braccio sulle spalle guardando i suoi genitori.-

Oliver: Brittany è incinta!

-Subito la signora Hunt si alzò e abbracciò suo figlio e sua nuora. Anche il signor Hunt fece gli auguri ai due ragazzi, ovviamente in modo più distaccato. Poi entrambi i nonni si concentrarono sulla ragazzina.-

Dana: Lily… Sai che Lily è proprio un bel nome?

-Lily e Brittany parlarono all’unisono felici del complimento.-

Lily e Brittany: Grazie!
Lily: In realtà il mio nome intero è Lilian. Però se mi dovessero chiamare con quel nome, beh, probabilmente non mi volterei. Per me il mio nome è solo Lily, è sempre stato così!
Dana: Oh!

-Brittany spiegò.-

Brittany: Beh, vedete, mia madre registrò al comune la bambina mentre io ero ancora in ospedale. Pensava che Lily fosse un nome troppo corto e che fosse soltanto il diminutivo di Lilian e quindi l’ha registrata in quel modo

-Oliver guardò Brittany.-

Oliver: Devi avere mangiato viva tua madre dopo aver saputo questo fatto
Brittany: Sì, l’ho fatto. E’ stata una sfuriata che tutti ricorderemo. Ero stanca, avevo appena avuto la bambina, una bambina che i primi mesi non dormiva mai e lei l’aveva registrata all’anagrafe con un nome diverso da quello prestabilito. Se non mi avesse fermato mio padre, probabilmente quella sera avrei ammazzato mia madre

-Tutti risero poi Dana continuò guardando Lily.-

Dana: Quando sei nata?
Lily: Il 28 Marzo del 1998
Dana: Tra qualche mese compirai sedici anni allora!
Lily: Sì! Sono super eccitata all’idea. Sto già pensando alla mia festa. Quest’anno finalmente posso invitare più persone. L’anno scorso i miei amici erano solo tre dato che avevo iniziato a frequentare quella scuola solo da poco tempo

-Il signor Hunt parlò.-

Gerald: Vi siete trasferite?

-Brittany lo guardò.-

Brittany: Più di una volta. Abbiamo vissuto a Bonsall per i primi quattro anni di Lily e, mentre tutti facevano il college, io lavoravo come segretaria in un’azienda di materassi a Fallbrook. Quando i miei genitori si sono trasferiti in Australia per lavoro, io ho deciso di non seguirli. La mia vita e quella della mia bambina erano qui. Però decisi di trasferirmi con Lily a Fallbrook, in modo da avere il posto di lavoro più vicino. Poi l’anno scorso, il mio nuovo lavoro mi ha imposto di trasferirmi qui a Los Angeles e quindi abbiamo rifatto armi e bagagli e ci siamo ritrasferite. In un anno le nostre vite sono state sconvolte. Abbiamo affrontato tante cose!
Dana: Sei una donna davvero coraggiosa e forte cara!
Brittany: Non ho avuto molta scelta. Non volevo trasferirmi con i miei genitori e non volevo portare Lily lontano dai sui diddini. Alex e Rachel sono fondamentali per noi!

-Dana guardò suo figlio.-

Dana: Alex? Quel minuto ragazzino che vagava sempre in casa nostra?

-Oliver la guardò.-

Oliver: Sì. Sentiva più noi come la sua famiglia che la sua famiglia stessa. Sono sicuro avrete modo di vederli. Ora, ci vogliamo accomodare a tavola?

-Tutti annuirono, si sedettero a tavola e chiacchierano. Lily raccontò qualche aneddoto della sua vita e poi parlò della scuola. Suo nonno fu davvero felice di sapere che alla ragazzina stesse così a cuore la scuola. Oliver parlò anche della sua vita, del suo lavoro e carriera. Era davvero orgoglioso di sbattere in faccia a suo padre che ce l’aveva fatta. Era riuscito ad aprire una casa discografica sua. Una volta mangiato anche il dolce, Oliver uscì nel cortile posteriore a dare la cena a Red. Il signor Hunt lo seguì. Appena suo figlio diede da mangiare al cane, lui parlò.-

Gerald: Sei stato un vero idiota, Oliver. Come hai potuto lasciare Brittany da sola con quello splendore di figlia che hai? Ringrazio il cielo che Lily abbia una madre forte e con il sale in zucca!

-Oliver si voltò e lo guardò.-

Oliver: Ecco dov'era il vero Gerald Hunt! Non avevo dubbi che me lo rinfacciassi. So di essere stato un'idiota, ho vissuto una vita con questo rimorso. Non c’è bisogno che me lo dica anche tu
Gerald: Vivere una vita con un rimorso del genere è il minimo Oliver!
Oliver: Sai che c’è? Sì, ho sbagliato. Non ho avuto le palle di affrontare quella situazione. Ma d’altronde, se io ve ne avessi parlato, cosa mi avresti detto, eh? Di certo non avrei avuto il supporto di mio padre, dato che non mi supportavi mai. Tu mi hai sempre fatto sentire da schifo. Ho avuto paura di affrontare quella situazione e di affrontare te. Quindi diciamo che anche tu non sei stato un padre modello. E comunque, è vero, non ci sono stato per tanto tempo, ma adesso, le mie ragazze mi sembrano abbastanza felici!
Gerald: Tu parli del presente. Ma ti sei mai chiesto quanto possa essere stato difficile per Brittany? O per Lily dover crescere senza suo padre?!

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31 Ottobre 2001. National University, Carlsbad, California.



-Oliver, ormai all’ultimo anno di college, aveva deciso di prendere economia come aveva sempre voluto suo padre. Dopo aver passato il più brutto anno scolastico di sempre al liceo, voleva soltanto una vita semplice e serena che gli avrebbe fatto dimenticare tutta quella faccenda. Da quando aveva deciso di frequentare economia in un’università privata, il rapporto con suo padre era decisamente migliorato.
Quel pomeriggio, si mise seduto sul letto guardando dormire accanto a lui quella ragazza bionda, che tanto conosceva fisicamente ma poco mentalmente. Da quando aveva iniziato il college, era davvero distaccato dalle ragazze, non gli interessava minimamente conoscerle. Quella ragazza dai capelli biondi gli ricordava qualcuno, qualcuno che aveva amato davvero tanto. I fantasmi del passato, in fondo, non avevano mai smesso di perseguitarlo. Quella sera in modo particolare, Oliver ricordò quegli occhi, quel sorriso e quella risata. Subito, senza indugiare un secondo, prese un foglio e una matita e buttò giù alcune strofe. Più scriveva e più si sentiva meglio. Le parole venivano giù veloci e pesanti come l’acqua di una cascata. Aveva così tanto da dire e niente avrebbe potuto fermalo. In un quarto d’ora la sua prima canzone fu pronta. Subito si mise una maglietta e prese la chitarra. Aveva in mente anche la melodia. Appena iniziò a suonare, la ragazza accanto a lui si svegliò. Lei sorrise e gli accarezzò la schiena.-

Melissa: Ehi, sei sveglio!
Oliver: Non avevo molto sonno!

-La ragazza si mise a sedere sul letto.-

Melissa: Prima sei stato davvero bravo. E’ stato fantastico, no?!

-Oliver annuì senza darle importanza e, mentre continuava a segnare le note su quel pezzo di carta, la ragazza continuò a parlare.-

Melissa: Sono molto felice che il tuo compagno di stanza avesse altri programmi
Oliver: Già!

-Lei si avvicinò a lui sbirciando quel foglio.-

Melissa: “That laugh, that love”. Oh, stai scrivendo una canzone per me? Che dolce! Perché questo venerdì non vieni a San Diego con me? Voglio presentarti i miei genitori

-Oliver sgranò gli occhi.-

Oliver: Cosa? No! Non voglio conoscere i tuoi genitori, Melissa. Non mi interessa conoscerli
Melissa: Oliver! E’ molto maleducato da parte tua. Mi ami, stai scrivendo una canzone per me. Perché non vuoi conoscere i miei?
Oliver: La canzone non è per te!
Melissa: Come, scusa?! E per chi è allora?
Oliver: Non è affar tuo!
Melissa: Esci con un’altra ragazza?? E' così? Chi è?
Oliver: Ti ho detto che non ti riguarda!
Melissa: Stiamo insieme da tre mesi e mi rispondi così?

-Lei si alzò furiosa e si rivestì alla velocità della luce prendendo poi, la sua borsa. Oliver la guardò alterato. Si era decisamente stancato, tutte si innamoravano di lui.-

Oliver: NO! Noi non stiamo insieme, Melissa. Te l'ho detto dall'inizio, il nostro è solo sesso. Io non ti amo
Melissa: Sei uno stronzo, Oliver. Non osare cercarmi mai più!
Oliver: Non preoccuparti, non c’è rischio!

-Melissa, sempre più indignata uscì dalla camera sbattendo la porta. Oliver riprese a lavorare sulla canzone e rileggendo il testo non poté che sentire una fitta al cuore. Solo in quel momento lui capì quanto ancora l’amasse. Non aveva mai superato quella rottura. Fu come se stesse vivendo la vita di qualcun altro. Sì, era una vita facile, ma lui non era felice. Voleva dare un’altra possibilità ai suoi sogni e voleva riconquistare Brittany. In quel momento pensò al bambino e non poteva credere che fossero già passati quasi quattro anni. Subito prese il foglio con la canzone, lo piegò e lo mise in tasca. Chiamò il suo gruppo, era da un po’ che non suonavano tutti insieme. Si sarebbero incontrati la mattina seguente per parlare dell’incisione di una demo. Subito dopo, Oliver prese le sue chiavi e il portafoglio e decise di riprendere in mano la sua vita. Ormai aveva finalmente deciso e niente gli avrebbe più fatto cambiare idea. Andò alla macchina e partì, doveva assolutamente parlare con suo padre.

Quella stessa sera, a Bonsall, Brittany non riusciva a placare i capricci di sua figlia.

Brittany: E’ ora di fare la nanna, Lily. Che tu lo voglia o no. Basta urlare, disturbi i vicini!
Lily: MA IO NON SONO STANCAAA!
Brittany: Non sei semplicemente stanca, tu sei cotta e stracotta e questo comportamento ne è la prova. Coraggio, a letto!
Lily: NOO! TU VACCI!

-La bambina continuava a piangere e urlare disperatamente con tutto il visino rosso. Brittany sospirò sedendosi sul lettino della figlia.-

Brittany: Che ne dici se ti porto un po’ di latte caldo nella tua bottiglia preferita? Quella di Ariel?
Lily: NO! IO NON VOGLIO ANDARE A LETTO. VOGLIO MANGIARE I DOLCETTI
Brittany: Penso che tu ne abbia mangiati a sufficienza, signorina!
Lily: NOOO!

-In quel momento, la signora Green aprì la porta della camera delle due ragazze.-

Joanna: Cosa succede qui?! Inizia a farsi tardi. Sono già le 20:30!

-Subito Lily corse ad abbracciare sua nonna piangendo.-

Lily: Io non sono stanca, nonna! Voglio mangiare altri dolcetti

-Brittany, che ormai aveva esaurito tutta la sua pazienza, la guardò.-

Brittany: Se questo è il risultato dei dolcetti, beh non credo che tu ne vedrai altri in tutta la tua vita!
Lily: NOOO. SEI UNA MAMMA CATTIVA, IO TI ODIOOOOO

-Brittany si avvicinò arrabbiata alla bambina dopo quelle grida così forti. Subito le prese la mano facendola voltare verso sé.-

Brittany: Non voglio più sentire le tue urla Lily Green, ci siamo capite?! E’ ora di lavare i denti e andare a letto. Non avrai altri dolcetti. Ora basta con questi capricci o l’anno prossimo potrai scordarti Halloween!

-La bambina riscoppiò a piangere voltandosi verso sua nonna che non riusciva a dire di no. Joanna si inchinò asciugando le lacrime alla bambina e parlando, la fece calmare.-

Joanna: Oh tesoro, ma sai che Halloween è finito ormai?
Lily: Ma io voglio altri dolcetti. Ne ho tantissimi ancora!
Joanna: Li possiamo conservare. Senti un po’, perché non scendi giù con la nonna a preparare una bella tazza di latte e cioccolato in polvere? Così lo beviamo, ci calmiamo e…

-Brittany era davvero arrabbiata.-

Brittany: Mamma! Ho detto niente più dolcetti perché contengono zuccheri e tu le vuoi preparare la cioccolata? Mi prendi in giro?
Joanna: Brittany, credo sia un buon compromesso!
Brittany: Non ci sono compromessi da raggiungere. Questa volta si fa come dico io. Non puoi premiarla per questo comportamento
Joanna: Non la sto premiando, tesoro. Ma guardala, è sconvolta. Voglio solo che si rilassi un po’
Brittany: E’ sconvolta perché ha mangiato metà cesto di dolci in una sola serata. Ha solo bisogno di dormire. Cerca anche tu di non rendermi le cose ancora più difficili
Joanna: E’ solo una tazza di latte caldo con un po’ di polvere di cacao!

-La nonna prese in braccio la bambina.-

Joanna: Se la nonna ti fa bere la cioccolata, poi prometti che fai la brava e vai a nanna?

-Lily annuì, e dopo aver sbadigliato, appoggiò la testolina sulla spalla della nonna. Era completamente distrutta e in qualche secondo si addormentò. Brittany guardò sua madre prendendole la bambina dalle braccia.-

Brittany: Conosco mia figlia, so ciò di cui ha bisogno, mamma. E se io dico una cosa, gradirei che tu mi appoggiassi!

-Brittany adagiò la bambina a letto, le tolse le ciabattine e le rimboccò le coperte.-

Joanna: Sai che non riesco a vederla stare male!
Brittany: Mamma, non stava male. E’ stata la bambina più felice del mondo per tutta la giornata. Stava solo facendo i capricci
Joanna: Lo so, ma se anche l’accontentiamo un po’, non crolla il mondo, Brittany. Già il fatto di crescere senza un papà presente è orribile, possiamo anche coccolarla
Brittany: Il fatto che Oliver non sia presente non deve essere una giustificazione per viziarla! Non è sola. Lei ha me, ha voi, ha i suoi diddini che la fanno sentire il centro del mondo perché per loro, per tutti noi, questa bambina è il centro del mondo. Lily non ha bisogno di essere viziata. So cosa è meglio per lei. Oggi doveva solo andare a letto, ma era eccitata per via dello zucchero che ha mangiato. Sa benissimo che non deve urlare ma parlare normalmente. Lei era semplicemente fuori di sé. Non voglio che tu o papà l’appoggiate quando ha questi comportamenti. Prova a pensare a quando io ero piccola. Non mi avreste mai permesso di fare una scenata così!

-Proprio in quel momento il cellulare della ragazza suonò e entrambe uscirono dalla camera. Brittany andò a parlare fuori in giardino. Era Rachel.-

Rachel: “Sei riuscita a metterla a letto?”
Brittany: “E’ crollata tra le braccia di mia madre dopo urla, pianti e il lancio dei giocattoli. La nostra camera è un vero disastro al momento!”
Rachel: “Ha pianto?!”
Brittany: “Disperatamente. L’anno prossimo dobbiamo inventarci qualche altra regola per Halloween. Ha mangiato decisamente troppi dolci sulla via del “dolcetto o scherzetto” e per questo, Alex mi sentirà”

-Rachel rise.-

Rachel: “Non riusciva a dirle di no dato che anche lui era bello e felice di mangiare dolcetti! Però è stato divertente portare Lily a fare dolcetto o scherzetto!”
Brittany: “Già, lei si è divertita parecchio, e anche noi!”
Rachel: “Era senza dubbio la fatina vampiro più carina di tutti!”
Brittany: “Beh, anche perché è difficile trovare qualcuno con due costumi addosso”
Rachel: “Almeno lei è originale!”
Brittany: “Questo è vero. Grazie per la meravigliosa serata e grazie per esservi presi qualche giorno libero dal college per venire qui e stare con noi”
Rachel: “Per noi è stato un piacere. Sai che adoriamo renderla felice.”
Brittany: “Sì, lo so. Buonanotte Rachel!”
Rachel: “Buonanotte Britt!”

-Quella stessa sera, mentre Brittany rientrava in casa abbastanza stanca, anche Oliver si trovava di nuovo a Bonsall dopo tanto tempo. Vedere tutte le case decorate per Halloween gli fece ricordare i suoi vecchi Halloween passati insieme ad Alex. Parlare con suo padre, tuttavia lo riportò alla realtà.-

Gerald: Non puoi fare un’idiozia del genere, Oliver. Ti manca solo un anno per laurearti!
Oliver: Papà mi sono già ritirato!
Gerald: Sei proprio uno sciocco! Dovresti svegliarti ragazzo, non hai alcuna possibilità di diventare un cantante e aprire una casa discografica!

-Gerald era furioso con suo figlio che era decisamente stanco di venir manipolato da suo padre.-

Oliver: Questo lo dici tu!
Gerlad: E’ la verità. E’ solo il sogno di un ragazzino
Oliver: Non hai mai capito cosa io volessi veramente e mai lo capirai. Io non lavorerò nella tua azienda
Gerald: Allora da me non vedrai più un centesimo! Dato che hai lasciato il college, trovati anche un posto dove dormire. A casa mia non ci metterai più piede!
Oliver: Troverò una soluzione. Non sarai tu a decidere cosa fare della mia vita!

-Il ragazzo uscì di casa sbattendo la porta. Non poteva credere che suo padre gli avesse davvero fatto ciò.
Qualche ora dopo la signora Hunt chiamò Oliver e si incontrarono in un ristorante.-

Oliver: Mamma, immagino che non andrai contro papà, giusto?
Dana: Sai che non posso, tesoro. Però questo non significa che io non possa aiutarti. Tieni, tuo padre non lo saprà!

-Lei gli diede le chiavi di un appartamento a Los Angeles.-

Oliver: Grazie mamma! Ma appena troverò un lavoro pagherò l’affitto

-Sua madre lo guardò e prese dalla borsa una bustina. La diede a Oliver.-

Dana: Questi sono tuoi. E’ un fondo che abbiamo aperto per te appena sei nato. Tuo padre ha firmato il modulo di ritiro, perché questi soldi sono tuoi
Oliver: Mamma, grazie!

-Oliver era davvero senza parole e sua madre continuò.-

Dana: I soldi dovrebbero bastarti per un po’. Promettimi che ti prenderai cura di te e che tornerai da noi appena ti sarai realizzato e sarai felice
Oliver: Te lo prometto!

-Lui sorrise, abbracciò sua madre e insieme finirono di mangiare. Dopo essersi salutati, quella stessa notte, Oliver fece il suo trasloco. Una volta arrivato a Los Angeles e aver portato dentro gli scatoloni, prese il suo cellulare, la sua vecchia rubrica telefonica e chiamò Alex e Rachel, ma tutti e due, proprio come Brittany, avevano cambiato numero. Oliver voleva riconquistare Brittany, o almeno voleva provarci. Decise di fare le cose con calma. Avrebbe inciso la canzone per lei e magari sentendola, lei avrebbe capito i sentimenti del ragazzo. Oliver strinse il testo della canzone tra le mani.-

Oliver: Non mi arrenderò così facilmente. Britt, ti riconquisterò a te e al bambino!
>>>

Oliver: Papà so di essere stato un codardo. Sono cresciuto e mi sono preso le mie responsabilità. Lo avrei fatto anni fa, ma poi la demo è piaciuta subito e la mia carriera è decollata all’istante e tutto è stato più grande di quanto mi aspettassi.
Pensi che io sia uno poco intelligente, uno stupido che ha passato tutta la sua vita a perdere tempo. So che per te sono soltanto una delusione!

-Il signor Hunt lo guardò seriamente.-

Gerald: Sei giunto alla conclusione sbagliata, come al solito Oliver!

-Oliver sbuffò mentre suo padre riprendeva a parlare.-

Gerald: Non ho mai pensato che mio figlio fosse uno poco intelligente, al contrario! Io non volevo che la tua intelligenza andasse sprecata e questo tu non lo hai mai capito

-Oliver lo guardò confuso. Aveva sentito bene?-

Gerald: Ho sempre voluto il meglio per te! Sei il mio unico figlio Oliver, volevo darti un lavoro sicuro una volta laureato e se avessi seguito altre strade non ti avrei potuto aiutare. Invece sei cocciuto, proprio come me e pur di realizzare il tuo sogno, hai preferito andartene di casa. Sapendo la strada che hai fatto, ora vorrei dirti quanto io sia fiero di te

-Oliver continuava a guardarlo. Non era possibile, stava sognando. Suo padre non poteva dirgli quelle cose, lo conosceva troppo bene.-

Oliver: Fiero di me?
Gerald: Sei andato contro la tua famiglia e a parer mio è un gesto di grande coraggio. Sei riuscito a costruirti il tuo impero, nonostante i tuoi errori. Adesso goditi questa felicità figliolo, perché te la meriti
Oliver: Beh, grazie papà!

-Sorrise e continuò.-

Oliver: Tu sapevi che abitavo in quell’appartamento a Los Angeles, non è così?

-Il signor Hunt sorrise ed annuì guardando suo figlio e cambiando discorso.-

Gerald: Comunque, vorrei proprio vederla questa casa discografica!
Oliver: Certo, ti ci farò fare un giro
Gerald: Brittany e Lily sono fantastiche. Scommetto che ti renderanno davvero felice
Oliver: Già, sono davvero fortunato! Papà, sei diventato davvero molto sentimentale!
Gerald: Tua madre ha proprio ragione, la vecchiaia fa questo effetto. In più sono davvero felice di riavere la mia famiglia indietro!

-Sorrisero e, dopo aver accarezzato il cane, tornarono dentro. Finalmente la famiglia era al completo.-


MERAVIGLIEE <3
Scusate la mia assenza! Questo periodo è abbastanza stressante per me. In più ovviamente mi manca un sacco casa. Comunque cerco di tenere i denti stretti!
Allora, finalmente eccomi dopo due settimane con un nuovo episodio. Vi piacciono i flashback?
Cosa ne pensate ora del personaggio di Oliver?
Ah ho bisogno di chiedervi un'altra cosa. Siete riusciti a visualizzare l'ultima foto che ho messo dei gemelli? Ho bisogno che mi diate risposta così troverò il modo per farveli vedere. Sono super coccolosi!
Fatemi sapere. Buonanotte,
Sum <3

  
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