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Autore: BluCAstle    04/11/2017    11 recensioni
Katerine Beckett ha sgominato Locksatt ed e' quasi morta per farlo.
Sull'onda dei suoi successi professionali le propongono di candidarsi come Senatrice
Per farcela dovrà' dire le cose giuste.
E chi meglio dello scrittore Richard Castle per scriverle i discorsi e portarla alla vittoria?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Era domenica mattina.

La domenica mattina.

Kate era abituata ad alzarsi presto, ma la sera prima il suo scrittore l’aveva tenuta sveglia a lungo quando erano rientrati dalla cena al Le Cirque.

Era un amante appassionato e generoso.

E lei non si stancava mai di stare tra le sue braccia.

Apri’ gli occhi nella stanza in penombra e lo guardo’ dormire.

Richard Castle nudo nel suo letto, penso’ con un sorriso.

Com’era potuto accadere?

‘Oh, mamma, se solo potessi raccontarti come lui mi fa sentire…’ penso’ con nostalgia.

Ammiro’ il suo viso rilassato, il torace glabro che si alzava ed abbassava al ritmo quieto del sonno.

Si sporse per appoggiargli le labbra sul cuore, a sigillo di quella notte in cui erano ufficialmente diventati una coppia agli occhi del mondo.

Era curiosa di leggere cosa si erano inventati i giornali.

Senza fare rumore si sciolse dal suo abbraccio e scivolo’ fuori dalla camera da letto.

Andò decisa verso l’ingresso per prendere i quotidiani che si faceva recapitare ogni mattina.

Il Ledger era quello che aveva calcato più la mano.

Tutta la pagina sei era dedicata a loro, con un richiamo importante in prima pagina, dove si vedeva Richard Castle che la teneva per mano sorridendole mentre entravano al Le Cirque.

All’interno la foto piu’ grande era dedicata al loro bacio durante la cena, un’altra al loro rientro a casa di lei dopo cena e, per concludere, una foto di loro che durante la cena si tenevano per mano con evidenziato l’anello al dito di Kate.

‘Lo scrittore miliardario Richard Castle, noto playboy, ha una nuova fiamma.

E che fiamma! La gelida ed integerrima neo senatrice Katherine Beckett sedotta dal suo fascino ribelle.

I due ieri sera a cena al Le Cirque sembravano non riuscire a tenere le mani lontane l’uno dall’altro.

La passione scorreva impetuosa ieri sera tra i due, a stento trattenuta.

Evidentemente, il fuoco dello scrittore ha sciolto il gelo della senatrice che appariva rilassata e a suo agio mentre entrava nel ristorante, mano nella mano, con il noto playboy.

Il solitario davvero notevole che sfoggiava alla mano sinistra ci racconta di un colpo di fulmine.

Solo due settimane fa la bella politica si era concessa un romantico weekend al mare con l’irresistibile inventore e filantropo Eric Vaught mentre lo scrittore era stato fotografato in atteggiamenti decisamente intimi con una bionda molto vistosa di origini francesi.

Non ci aspettavamo niente di quello che abbiamo visto ieri sera.

Potra’ la leggerezza dello scrittore, abituato a cambiare partner molto di frequente, resistere alla composta serieta’ della Senatrice?

Le dichiarazioni del signor Castle sono state piuttosto esplicite.

Ha ammesso che si stanno frequentando e che stanno facendo sul serio.

Lo scrittore ha gia’ due divorzi alle spalle mentre l’ex agente speciale non si e’ ancora mai sposata.

Riuscira’ la bella Katherine a far mettere la testa a posto allo sregolato playboy e a diventare la terza signora Castle?

Ve lo faremo sapere presto.

Sara’ nostro preciso impegno seguire l’evolversi di questa storia da vicino.

Voi lettori diteci la vostra partecipando al sondaggio sul nostro sito.

Lui le sara’ fedele?

A voi l’ultima parola’.

“Simpatica, Wendy” sussurro’ a bassa voce Kate.

Non si era accorta che Castle si era alzato e le era arrivato alle spalle spettinato e con indosso solo un paio di attillati boxer a righine bianche e blu.

Le bacio’ il collo abbracciandola da dietro.

“Allora, che dicono? Abbiamo dato scandalo?”.

“La tua amica Wendy e’ convinta che non mi sarai fedele”.

“Beh, si sbaglia. Sono sei mesi che non sfioro un’altra donna nemmeno col pensiero.

Esattamente dalla sera che ti ho incontrata.

E non ne sento assolutamente la mancanza.

Non potrei mai, tesoro”.

“Babe, non sono abituata a tutta questa attenzione…prima l’indagine su Loksat, poi la politica.

E ora la cronaca mondana. E’ davvero tanto, per me”.

La voce era bassa, il tono incerto.

“Amore, vedrai che durera’ poco.

Si stancheranno presto, Kate, te lo prometto.

Quando vedranno che non diamo scandalo, che non facciamo scenate in pubblico, che non ci tradiamo, che siamo felici, gli verremo a noia.

E noi potremo vivere finalmente la nostra vita come meglio ci pare.

Dobbiamo solo resistere un po’”.

“Sei sicuro, Ric?”.

“Te l’assicuro, Kate. Vieni qui piccola” le disse, facendola voltare verso di lui e stringendola a se’.

Senza tacchi era decisamente piu’ bassa di lui e la sua testa poteva infilarsi nell’incavo del suo collo, a perfezione.

“Pero’ siamo bellissimi in queste foto. Chiamero’ Wendy per farmele mandare. Voglio incorniciarle” sorrise divertito.

“Sei completamente pazzo, Ric Castle”.

“Vero, Kate Beckett, pazzo di te!”.

“Un po’ scontata come battuta, per essere uno scrittore!”.

“E’ colpa tua, tu mi confondi. La tua bellezza mi lascia senza parole”.

“Oh mio Dio, ma fai sul serio?” lo prese in giro Kate, prima di zittirlo con un bacio.

La mattinata la passarono a letto ed uscirono di casa tardi solo per un brunch al Balthazar.

I giornalisti accampati sotto casa, quando uscirono, li circondarono come uno stormo di avvoltoi ma la sicurezza di Ric che le stringeva la mano aiuto’ Kate a passare indenne tra tutto quel caos.

“Signor Castle, che ci fa a casa della Senatrice?”.

“Indovini, Matt!” scherzo’ lui allegro.

Nascosta dietro ai grandi occhiali scuri e coi capelli sciolti sulle spalle dell’impermeabile chiaro, Kate sorrise suo malgrado.

“Allora avete dormito insieme!” urlo’ un altro giornalista.

“Dormito? Chi ha detto che abbiamo dormito?”. 

Lo scrittore era abituato a scherzare con la stampa e Kate lo lascio’ condurre il gioco un po’ intimidita.

“Kate, che fine ha fatto Erich Vaughn?”.

“Signori, per favore, fatelo per me. Non nominate quel nome invano!”.

Con un’ultima battuta dello scrittore e la risata di molti dei giornalisti presenti si infilarono nell’auto che era arrivata a prenderli.

“E’ stato difficile, tesoro?”.

“Tu sembri cosi’ a tuo agio Ric”.

“No, Kate, io ci sono abituato, ma la smetteranno presto. Dobbiamo solo dargli tempo”.

“Non sara’ facile, babe”.

“Lo so amore, ma devi fidarti di me. Ti prego”.

“Va bene Ric, ci provo”.

“Brava tesoro!” le disse, sigillando il loro patto con un bacio.

Al Balthazar si ripete’ la scena della sera prima, molti si girarono a guardarli mentre andavano a sedersi al tavolo che Ric si era fatto lasciare.

Molti bisbigliarono guardando verso di loro.

Kate era un po’ a disagio, ma resto’ concentrata sugli occhi di Ric che non la abbandonavano mai, ridenti e pieni di luce.

Piano piano si rilasso’ e fini per godersi il brunch, ridendo alle battute del suo fidanzato e lasciando che lui le tenesse la mano per tutto il tempo.

“Dici che dovro’ abituarmi a mangiare con una mano sola?” scherzo’ lei.

“Ti conviene, Kate, io non ti mollo”.

“Ora cominci a spaventarmi” sorrise, guardando le loro dita intrecciate sul tavolo.

“Dovresti, lo sai che uccido persone per mestiere”.

“Dovresti sapere che io agli assassini metto le manette”.

“Si, ti prego, ammanettami presto…”.

“Non riesci ad essere serio per piu’ di dieci minuti di fila,vero? E’ che ti diverti, si vede”.

“Certo che mi diverto. Sono seduto con la donna piu’ bella del ristorante, che per inciso e’ la mia fidanzata ed ha accettato di sposarmi presto. Sono uscito dal suo letto molto molto soddisfatto non piu’ di un’ora fa. Sono in procinto di invitarla per il prossimo week end a venire con me alle isole Vergini dove devo presentare il mio ultimo romanzo che, per l’appunto, si ispira alle sue gesta da super poliziotta. Sono innamorato perso di lei e non riesco a tenere le mani apposto.

Direi che divertirmi e’ sminuire quello che sento. Direi piuttosto che sono al settimo cielo”.

Lui era cosi’.

Cominciava giocando e finiva per farle battere il cuore piu’ velocemente.

“Vieni qui, scrittore” gli chiese, facendolo avvicinare al suo viso e dandogli un lieve bacio sulle labbra.

“Ti amo”.  

“Ti amo anche io, Kate”.

La domenica era iniziata nel migliore dei modi.

E fini’ con Ric Castle che chiamo’ seriamente Wendy Peterson per farsi spedire le foto, lasciandola senza parole.

“E’ che siamo venuti benissimo, Wendy, lei non crede?

Vorrei proprio averle”

“Signor Castle, lei e’ davvero un uomo bizzarro”.

“Wendy, in realta’ io sono solo un uomo innamorato…”.

“Scrivero’ di questa cosa, lei lo sa?”.

“Va bene, Wendy, basta che in cambio mi spedisca quelle foto”.

Kate, seduta sul divano, stava ridendo divertita da quella conversazione surreale.

“Cosa ne pensa la Senatrice, Ric. Non sara’ imbarazzata da tutto questo?”.

“Aspetti che glielo chiedo. Kate, ti imbarazza che abbia chiesto a Wendy le nostre foto?”.

“Vede, mi ha sorriso, lo sa Wendy, sono irresistibile, lo ha scritto anche lei tante volte, Kate mi perdonera’ per questo mio entusiasmo”.

“Sei impossibile, Ric” lo colpi’ al petto Kate con un pugno lieve e un gran sorriso.

“Ma tu non puoi resistermi, confessalo!”.

“Stupido!”.

“Stupida tu!”.

 

Le settimane seguenti furono movimentate.

Erano nell’occhio del ciclone mediatico.

Programmi di intrattenimento fecero speciali su di loro e una nuova impennata di pubblicita’ si ebbe quando fu annunciato il nuovo romanzo dello scrittore, la cui protagonista era una poliziotta integerrima e molto sexy che assomigliava in maniera imbarazzante alla senatrice Beckett.

Si scatenarono le illazioni sulla durata della loro storia, su quanto fosse ispirata a Kate la nuova eroina dei romanzi di Castle e sul loro futuro.

Molti li indicavano come la nuova coppia di potere, lei in politica, lui al centro delle cronache mondane, belli e sempre sorridenti.

L’unica che era sempre rimasta in silenzio, senza mai rilasciare dichiarazioni ufficiali, era proprio la Senatrice.

Tutte le volte che i giornalisti la prendevano d’assalto si rifugiava dietro al sorriso che sfoggiava sempre e tirava dritto.

La sua vita era continuata sui soliti binari.

Andava a Washington a lavorare, con la differenza che spesso lo scrittore la raggiungeva per cenare insieme e passare la notte con lei.

Era molto difficile separarsi.

Dormire da soli per loro era diventato innaturale.

Kate si stupiva della facilita’ con cui si era adattata a quel vivere insieme.

Era sempre stata una solitaria.

Ed ora non poteva stare una notte senza di lui.

Si era trovata a chiamarlo per chiedergli di raggiungerla nella capitale la prima settimana che ci era andata da sola. E a dividere con lui una cena alla Casa Bianca le cui foto avevano fatto il giro del Paese.

Castle era, come al solito, travolgente ed esagerato in privato, la ricopriva di attenzioni e la coccolava. 

Bisognava pero’ riconoscergli lo sforzo di essere discreto almeno in pubblico e di non averla mai messa in imbarazzo.

Insieme erano splendidi ed erano diventati la copertina preferita di molte riviste.

Gli elettori di Kate, inizialmente titubanti, davanti al romanticismo della loro storia alla fine avevano ceduto e il suo gradimento gia’ alto era salito alle stelle.

La telefonata entusiasta di Weldon a Castle ne era la prova.

“Amico, non pensavo che la tua presenza nella vita di Kate sarebbe stata tanto positiva!

Anzi, pensavo che le avresti nuociuto”.

“Bob, io la amo. Non farei mai nulla per farle del male o crearle problemi”.

“Ragazzo, l’hai presa proprio grossa la sbandata! Avevo capito che eri invaghito di lei quando ti sei presentato ad Ithaca alla velocita’ della luce, ma non pensavo che sarebbe finita con un matrimonio. Avevo perso le speranze con te…”.

“Bob, devo ringraziarti per avermi spinto a conoscerla. Ti saro’ riconoscente per sempre”.

“Potreste chiamare Robert il vostro primo figlio” scherzo’ l’uomo.

“Spiacente, ma il mio primo figlio maschio lo chiamero’ Cosmo”.

“Non ci credo che Kate ti permettera’ di farlo, Ric!”.

“Vedremo…”.

“A proposito, Kate mi ha detto che ti trasferisci anche tu a Washington”.

 

Una sera mentre erano abbracciati sul divano della suite dell’hotel W di Washington, dove di solito stavano quando erano insieme in citta’, Ric diede una chiave a Kate.

“Che cos’e’?” gli chiese lei.

“Una chiave”.

“Questo lo vedo. Ma a che cosa serve?”.

“Serve per aprire la porta di casa nostra”.

“Casa nostra?”.

“Si, Kate. Il loft e’ troppo affollato. E soprattutto e’ troppo lontano da dove sei tu.

 Questa casa e’ qui, a Washington”.

“Qui?” ripete’ confusa Kate

“Si, amore, una casa tutta per noi qui a Washington. Visto che e’ qui che stai, allora staro’ qui anche io. Non vorrei che i nostri tre figli fossero confusi sul loro indirizzo”.

“Tre bambini, Ric?”.

“Si amore mio, tre. Non chiedermi come lo so, ma lo so”.

Lei lo abbraccio’ commossa.

“Ma tua madre, Ric? Ed Alexis?”.

“Mia madre si dara’ ai party non appena io mi trasferiro’ qui ed Alexis ormai usa il loft solo per i weekend o per i periodi estivi. Ha la sua vita e non ha piu’ bisogno della mia presenza costante.

E potremo vederle tutte le volte che vogliamo. Quella sara’ sempre casa nostra quando vorremo stare a NY. Ma io posso scrivere dove voglio. Ed e’ qui, dove stai tu, che voglio farlo.  Va bene per te?”.

“Babe! Certo che va bene per me! Ora, se dobbiamo avere tre bambini, forse dovremmo iniziare ad allenarci. Cominciamo dal primo, che dici?” lo stuzzico’ Kate.

Lei era sempre capace di stupirlo.

Lo riempiva di orgoglio e meraviglia.

Era lei. Finalmente l’aveva trovata e non l’avrebbe piu’ lasciata andare.

Voleva passare il resto della sua vita con lei.

“Sposami, Kate!”.

“Ti ho gia’ detto di si, Ric” rispose confusa.

“Sposami adesso!”.

“Adesso quando?”.

“Domani. Prendiamo un aereo, voliamo a NY a prendere Alexis, mia madre e tuo padre e andiamo negli Hamptons e chiediamo a Bob di sposarci davanti al mare all’alba, quando tutto e’ come piace a noi. Dimmi di si, Kate”.

Lei sorrise.

“Si, Ric, si”.

I giornali ebbero di che scrivere, in quei giorni.

La notizia accese la fantasia di tutte le donne del Paese.

La loro era una favola d’amore.

La foto che concessero alla stampa li ritraeva allacciati di spalle davanti al mare, in una cornice di bellezza magica.

Quello era solo l’inizio del resto della loro vita.

Insieme.

Sempre.

 

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“Si conobbero.

Lui conobbe lei e se stesso, perche’ in verità non s’era mai saputo.

E lei conobbe lui e se stessa,

perche’ pur essendosi saputa sempre, 

mai s’era potuta riconoscere cosi’”.

Italo Calvino, Il barone rampante

 

Voglio concludere questa storia con una frase di Calvino che mi ha sempre colpito molto.

I sentimenti sono spesso la chiave per entrare in luoghi che altrimenti ci sarebbero preclusi, per primo proprio dentro di noi.

E cosa, meglio dell’amore che proviamo, puo’ farci da guida nelle nostre anime?

Sono stata felice di dividere questa storia con voi.

A presto

Blu

   
 
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