Curiosità: questa storia è legata ad Unforgettable dato che il filo conduttore di entrambe è la famosa porta che conduce ad Abyssum. E proprio come quella, ho intenzione di ampliarla e pubblicare il romanzo non appena sarà pronto. Quindi se la storia di Aidan e Divya vi è piaciuta, vi avvertirò se volete! Era stata preparata per partecipare al contest degli Ambasciatori ma non riusciii a fare in tempo.
1
- Il profumo di quella
stanza... era una meravigliosa essenza di sesso e sangue.
- Aidan socchiuse
pigramente le palpebre. La sua splendida amante giaceva nuda su un
fianco,
accanto a lui, in quell'enorme letto a baldacchino.
- Aveva il respiro corto,
la pelle che recava le tracce dei suoi assalti. Le palpebre socchiuse,
il seno
ansante che sembrava implorarlo. I suoi lunghi capelli scuri si
arricciavano
sulle punte dei capezzoli e la candida seta delle lenzuola donava alla
sua pelle
color miele un'aria terribilmente fragile che trovò
eccitante.
- I suoi grandi occhi,
simili a cioccolato fuso, si aprirono e Aidan vide il riflesso di se
stesso.
Lui, con quei capelli di un algido biondo, gli occhi simili a quelli di
un
gatto e la pelle così chiara… quant'era diverso
da lei?
- Tenebre e luce,
pensò
intrigato.
- «Viviamo
in un mondo
dove odio e lussuria sono tutto.»
- Ancora non riusciva a
credere che proprio lei avesse avuto l'ardire di pronunciare quelle
parole. Lo
aveva sorpreso ed eccitato al punto che si era sentito divorare dalle
fiamme.
- Indifesa, spaurita,
sconvolta dall'odio di quel mondo così ostile, Abyssum,
così diverso dal mondo
parallelo in cui era nata, gli era finita letteralmente fra le braccia.
- Era destino che fosse
così, pensò compiaciuto. Aveva premuto la mano
sulla sua bocca, spingendola in
quel fetido buio vicolo, lontano da chi cercava di ucciderla,
sentendola
ansimare contro di sé, ed il suo corpo aveva reagito,
pressandosi contro quello
di lei, gli occhi grigio fumo che diventavano rossi.
- Aveva letto sorpresa e
sgomento, paura e volontà.
- Divya non era una donna
che si arrendeva. Non era una di quelle damine tremebonde sempre pronte
ad
annuire a tutto.
- Con quanta fatica si
era costretto a vincere il desiderio di possederla? Assaporare il gusto
di quel
sangue che sembrava reclamarlo? Che lei ne fosse consapevole o no,
quella
scintilla di desiderio era nata al primo sguardo.
- Non aveva esitato a
trascinarla al suo maniero. Lei, così ostile,
diffidente… Aidan aveva dovuto
distruggere ogni sua speranza. Nessuno
sfugge ad Abyssum. Il mondo parallelo dove gli incubi sono
realtà.
- Nata dalla maledizione
della strega Aysterya, il cui potere era stato sottovalutato, buona
parte della
brava gente di Salem, gli
stessi che
ne avevano invocato la condanna, si erano ritrovati costretti a
sottomettersi
alla loro ferocia dominatrice. Chi era rimasto a Salem aveva mantenuto
il
segreto su quanto era accaduto, sentendosi al sicuro.
Un’illusione che era
svanita quando era comparsa una maledetta porta. Sul legno massiccio
era
presente la sinuosa figura di un’etera fanciulla con il volto
lievemente
sollevato ed i capelli che si scioglievano sul suo corpo, richiamando
le onde
dell'oceano irrequieto. Così bella a vedersi da essere
irresistibile. L'unico
accesso fra i loro mondi.
- Il suo potere oscuro si
risvegliava il giorno di Halloween e così, ogni anno, nel
corso dei secoli,
migliaia di vittime erano state trascinate lì.
- Il dominio di quella
regina
in apparenza immortale sembrava destinato a non avere fine. Eppure,
inaspettatamente, un giorno la strega era scomparsa. Viva? Morta?
Nessuno era
in grado di rispondere.
- La maledizione tuttavia
non si era sciolta. Erano rimasti lì. La frustrazione era
diventata follia.
Quanti esseri umani avevano pagato per le colpe di quella donna?
- Divya era stata
l'ultima vittima. Aveva negato quella crudele verità. Si era
opposta. Lo aveva
odiato.
- Maledetto.
Le
sembrò di rivederla. Ferma in piedi in quel piccolo
boudoir rosso ciliegia, con indosso quel vestito color crema che
avrebbe dovuto
farla sembrare una delicata damina dei primi dell'ottocento intenta ad
andare al
suo primo ballo. I fianchi fasciati nel tessuto teso ad avvolgerla come
una
seconda pelle e la scollatura rotonda, troppo generosa, lo avevano
ipnotizzato
ad ogni movimento.
- L'aveva osservata
spudoratamente per tutto il tempo, rimanendo indolentemente seduto sul
divanetto stile impero.
- «E
tu ti aspetti davvero che
mi arrenda perché mi hai appena detto che è
impossibile?» gli aveva
detto Divya, in tono di sfida e
derisione al contempo. «Mai!»
- Si era mai udito un
sibilo più indignato? Si domandò Aidan divertito.
- «Se
una semplice donna
è stata in grado di fare questo,» aveva
proseguito Divya, allargando le braccia. «per
contro il sortilegio può essere spezzato!»
- Il giorno di Halloween
quella maledetta porta trascinava lì ignari umani ma non
poteva essere usata
nel verso opposto. Aveva dovuto mettere in chiaro che solo la strega
avrebbe
potuto farlo poiché nessuno la eguagliava in potenza e di
lei, fortunatamente,
si erano perse le tracce.
- Nessuno ad Abyssum
sentiva la sua mancanza.
- L'aveva convinta a
desistere? Si domandò guardandola. Non ne avevano
più discusso. Ma in cuor suo
sapeva che, se vi era al mondo una persona in grado di trovare una
soluzione,
questi era proprio lei. La studiò in silenzio, soffermandosi
su ogni tratto che
la rendeva così unica. La tentazione era cresciuta ad ogni
scontro finché,
infine, proprio lei lo aveva sedotto.
- Era sua, pensò
osservandola
con trionfo. Nudo, fiero, possente, la dominò con il suo
corpo. Alcune ciocche
dei suoi capelli scivolarono sulle sue avide labbra, mentre
mordicchiava quelle
punte rosee e perfette. Divya emise un urlo. Diventò
piacere. Una piccola
agonia che lo mandò in estasi.
- Aidan si passò
la
lingua sulle labbra, pregustando il sapore del suo sangue. Un'altra
cosa di cui
non riusciva a fare a meno. Affondò i denti nella sua
fremente carne,
nutrendosi del suo sangue. La schiena di Divya si curvò,
quasi stesse offrendo
un sacrificio. Le sue labbra si schiusero. Non emise alcun suono eppure
era
l'immagine del piacere.
- «Il
più grande peccato
commesso dall'uomo è stato quello di non
adorarti.» osservò posando la mano
sulla delicata curva dei suoi fianchi.
- Avvertì la sua
mano
affondare fra i suoi capelli e spingerlo contro di lei e Aidan sorrise.
- «Ed ecco che
l'odio
diventò estasi!» osservò lui.
«Sai perché il mio morso non ti reca dolore?
Perché sono stato io a renderlo così, con il mio
potere.» le rivelò. «Non
permetterò mai che tu avverta alcun male. Non con me
accanto. Ti farò sempre
sentire come se stessi facendo l'amore con me. Ogni lacrima
sarà stillata di
puro piacere che avrò solo per me.»
- Gli rivolse un languido
sguardo ad occhi socchiusi. «Avido!»
sussurrò.
- Ridendo, le
afferrò il
mento, spingendola a guardarlo. Innumerevoli volte aveva giaciuto con
lei,
assaporando il nettare di quelle labbra così voluttuose
eppure gli bastava
guardarla per sentirsi risvegliare. Sempre.
- «Cos'è
che tormenta i
tuoi pensieri?» le chiese. Era insolitamente silenziosa. Era
stanca, ma vi era
dell'altro, di questo Aidan ne era sicuro.
- «Mi conosci
troppo
bene.» mormorò lei dandogli una spinta. Con fluido
movimento Divya gli circondò
i fianchi con le gambe e lo abbracciò.
- «Quella notte,
il
nostro primo incontro,» disse lei di lì a poco,
sovrappensiero, «Ho sentito la
tua mano qui.» se ne portò una al petto.
«Hai desiderato davvero strapparmi il
cuore.»
- Non tentennò
nel dirlo,
né Aidan distolse lo sguardo, la osservò di
rimando, non trovando in lei alcuna
traccia di tensione.
- «È
stata la ragione per
cui non ho più creduto alle tue minacce. Non ho
più visto quello sguardo.»
- Riaffiorò un
ricordo in
lui. Si erano ritrovati lì, nel suo maniero, immersi nella
penombra del
corridoio. Le aveva appena detto con noncuranza che bramava il suo
sangue.
Neppure per un attimo le aveva celato le sue intenzioni. La sua
esplosione era
stata proverbiale.
- «E
smettila di dire che
ti appartengo! Non posso impedirti di prendere
il mio sangue ma, se ti aspetti che me ne resti inerme senza reagire,
non hai
davvero capito con chi hai a che fare!»
- Aveva osato fronteggiarlo
pur essendo consapevole dei suoi poteri. Si era divertito?
Assolutamente sì.
Eppure, gli era risultata incomprensibile. Chiederle cosa la spingesse
a
questo, piuttosto che supplicare, era stato inevitabile.
- «Quando
realizzi che non
puoi scegliere come vivere, tutto ciò che
resta è come morire.»
- Lo aveva piantato in
asso, lasciandolo ad ammirare la deliziosa curva dei suoi fianchi,
delineati da
un delizioso abito di satin crema. Il fuoco era letteralmente bruciato
nelle
sue vene.
- Lasciarla
così, si era
detto, sarebbe stato un vero peccato. L'aveva inseguita e intrappolata
in uno
dei tanti salottini color crema. Prima di lei, era stato
così anonimo.
- «Io
sono
immortale.» L'aveva fronteggiata, usando quelle
parole a
mo' di sfida. L'aveva vista soppesare le parole. Solo un secondo. Divya
aveva
inclinato il capo, afferrando l'attizzatoio del camino.
- «Eppure
anche tu devi
sentire dolore.» aveva osservato. «Non
sei invincibile.»
- Era stato istintivo.
Aidan
aveva afferrato quell'asta di ferro, se l’era puntata al
petto e l’aveva spinta
dentro, osservando le pupille di Divya dilatarsi piano.
- «Chi
è il
carnefice? E chi la vittima?» aveva osservato lui
compiaciuto.
Era sembrata… sul punto di indietreggiare. Ma non lo aveva
fatto e allora si
era divertito ulteriormente.
- Aveva posato l'altra
mano sulla sua e un passo dopo un altro… era avanzato verso
di lei. La lastra
di metallo si era insinuata ancor più profondamente dentro
il suo corpo finché
Aidan non aveva avvertito la pressione delle loro dita unite.
- «Anche
così
è meraviglioso.»
- Era andato davvero in
estasi.
- «Tu
sei un
pazzo!»
- «Non
posso
morire.» aveva osato ribadire con un sorriso fiero
e
malizioso. «Qualsiasi cosa io
faccia.»
Aidan aveva premuto la fronte contro la sua, ridendo silenziosamente. «E tu non ti sei mai sentita
più viva di
ora.»
- L'ennesimo guanto di
sfida.
- Era stata la prima
volta che aveva osato baciarla. E la prima dove si era ritrovato con il
labbro
sanguinante, effetto del suo morso.
- «Cosa ha
frenato la tua
mano?» gli domandò lei, riportandolo nel presente.
- Le sfere di luce, su
cui aveva posto il suo incanto, danzarono intorno a loro e Aidan si
ritrovò ad
osservarla, ammirando l'effetto conturbante che riuscivano a donarle.
- «Perché
non mi hai
ucciso?»
- «Non lo
so.» ammise,
rivolgendole una carezza. «Vi era qualcosa in te che me lo ha
impedito. Ti ho
portata qui, convinto di volermi godere ogni istante… non
potevo.» concluse.
«Non tu.»
- Aveva sentito il suo
cuore pulsare, ricordò Aidan. E lo aveva bramato con la
stessa disperazione di
un folle a cui per troppo tempo era stato negato il vino. Aveva
desiderato davvero ucciderla.
- Non solo Divya veniva
da un mondo che la sua gente bramava e odiava perché
irraggiungibile. Per di
più, il suo volto era una maledizione. Non
avrebbe dovuto aprire quella porta.
- Divya era una bellezza
esotica, ma restava pur sempre la sosia di quella strega. Se non fosse
che
Aysterya aveva la pelle di porcellana, così chiara da essere
traslucida,
chiunque l'avrebbe scambiata per lei. Tuttavia, caratterialmente, non
avrebbero
potuto essere più diverse.
- In cuor loro, i
cittadini di Salem ne erano consapevoli ma la tentazione di veder
soffrire
Aysterya era un sogno carezzato così a lungo da non potervi
rinunciare. Se non
lei, andava bene un'illusione. Era da un anno che Divya era costretta a
nascondersi ma quel branco di bifolchi continuava con le sue battute di
caccia,
sperando invano di scovarla.
- Era stato brutalmente
onesto, ma non perché amante della verità.
Bensì per soppesare la sua reazione.
Ancora non la conosceva, per lui era solo un curioso fenomeno, date le
circostanze. Qualcuno con cui trastullarsi. Ma lei doveva capire.
Aysterya
aveva usato gli uomini a suo piacimento, trasformandoli in
mostriciattoli
quando se ne stancava.
- «E la grazia
conquistò
la bestia e la sedusse con bacio.» recitò Aidan,
catturandole il volto fra le
mani. «Ero il suo schiavo. Sono il tuo amante. Comprendi la
differenza?»
- Lei annuì.
- Indomabile, caparbia.
Aveva un carattere così forte che spesso dimenticava quanto
fosse fragile il
suo corpo. Aidan lasciò scivolare la mano lungo la sua
schiena,
meravigliosamente morbida come seta, trovando infine la fragile curva
del
collo. Avrebbe potuto spezzarlo in qualsiasi momento. Un semplice
movimento che
non gli avrebbe richiesto alcuno sforzo. O più
semplicemente, avrebbe potuto
affondare dentro di lei un’ultima volta, nutrendosi del suo
sangue fino ad
ucciderla.
- Morire così,
in preda
all'estasi… vi era qualcosa di più soave?
- Lo avrebbe fatto,
decise, solo se non avesse avuto alternative. Meglio morta per mano sua
che
lasciarla nelle loro mani.
- «Ti
porterò lontano da
qui.» le promise senza riflettere. «Questo mondo
è vasto quanto la tua terra.»
le disse «Troveremo un posto dove vivere
indisturbati.»
- Sembrò
sorpresa e non a
torto. Significava abbandonare le sue terre per affrontare un mondo mai
realmente esplorato. Ne conosceva la vastità
perché più volte Aysterya gliene
aveva parlato. L'idea di dominare su vasta scala l'aveva stuzzicata a
lungo.
- «Lo faresti?
Per me?»
gli domandò Divya.
- Curvò le
labbra in un
piccolo sorriso. «Ti ho mai mentito?»
- «Aidan...»
- Gli rivolse un sorriso
così delicato da spiazzarlo. Era la prima volta che scorgeva
in lei quella
fragilità.
- «Riposati. Ne
parleremo
domani.»
- La spinse gentilmente
contro
di sé e Divya cercò il calore delle sue braccia,
posando il capo contro il suo
torace.
- Aidan emise un borbottio
soddisfatto. Adorava sentire le sue morbide forme contro di
sé. Le accarezzò i
serici capelli, realizzando che si era già profondamente
addormentata. Il suo
respiro gli solleticava la pelle.
- La vide socchiudere le
labbra, agitandosi lievemente, stringendole d'un tratto, gli occhi
serrati come
se ne avesse bisogno per distogliere la mente da chissà
quale incubo.
- Ne aveva tanti. Divya
non si era mai confidata con lui, ma Aidan ne era consapevole. Si
chinò,
posando le labbra sulla sua fronte e, pur non svegliandola, la
sentì
rilassarsi. Anche così, immersa nel sonno, lei lo
riconosceva.
- Fuori
l'oscurità
regnava, il gelo aveva steso una mano di ghiaccio lungo le vie dove
giravano i
miseri popolani, tenendosi strette barbariche feste come Halloween.
Ricordi di
un'umanità che s'illudevano di avere ancora. Li
sentì bussare, ripetutamente,
ma non vi era per nessuno. Non quel giorno, non quella notte. Divya
alzò il capo
ed era così adorabilmente confusa che Aidan si
trovò a curvare le labbra in un
dolce sorriso.
- «È
tutto a posto.»
- Era così
indifesa in
quel momento. Aidan restò immobile, godendosi il calore
della sua pelle contro
di sé. «Veglierò sul tuo riposo, fino
ai confini del mondo.»
- La sua voce
suonò poco
più di un bisbiglio ma recavano con sé una
promessa indomabile, proprio come la
sua Divya.
- Il mostro era stato
conquistato da colei che avrebbe dovuto distruggere.
Ringraziamenti:
A
Kiri e Ninive: senza il vostro supporto non so che farei!
Grazie Infinite
di esserci sempre!
jennytafani1
RedCoatOriginal
Si si,
voi due. Vi chiamo in causa perché VOI due mi avete ficcato
in testa i biondini
orientali sexy. Voi DUE mi avete spinto inconsapevolmente a ficcanasare
in giro
trovando infine lui, Kim Jae-joong che mi ha ispirato la fisionomia di
Aidan. E
come potevo resistergli? Colpa vostra. XDD Ergo ve la dedico, sperando
che vi
stuzzichi l'appetito.
Grazie
dell'aiuto con la cover!
Non riuscivo davvero ad eliminare lo sfondo intorno a lui!
Disponibile
anche Qui