Seokjin, ad un certo punto, aveva avuto la più banale e terrificante delle rivelazioni: si era distratto. Non aveva guardato neanche mezzo secondo del film, perdendosi piuttosto ad ammirare il modo in cui il volto di Namjoon si illuminava ogni volta che rideva per una battuta stupida, o ad osservare come le loro mani si sfiorassero involontariamente, nel tentativo di prendere quanti più popcorn possibili; non gli importava dove fossero, cosa dicessero gli attori sullo schermo, se la mattina dopo non si sarebbe retto in piedi per il troppo sonno: era con Namjoon, e tanto bastava.
Era stato devastante rendersi conto di essersi innamorato, e la vocina era ritornata prepotente e beffarda, te l’avevo detto. Aveva cercato di combatterla, all’inizio, ma poi si era arreso: Namjoon gli piaceva sul serio. Non avrebbe saputo dire quando e come le cose erano cambiate tra di loro, semplicemente era successo – un giorno erano colleghi che a malapena si sopportavano, quello dopo facevano sesso, quello dopo ancora erano diventati amici. Era qualcosa di nuovo e spaventoso, e non era sicuro che sarebbe riuscito ad affrontarlo.