Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Vanessa1995    06/11/2017    1 recensioni
Ned Stark, dopo la fine della ribellione, torna a casa con una bambina e sua madre.
Anni dopo Theon e Robb chiedono ad Emily di scegliere uno dei due, ma questa non vuole scegliere tra di loro e passa una notte con entrambi.
Poco dopo il corteo reale arriva a Grande Inverno ed Emily deve partire con loro, ma otto mesi dopo la ragazza dà alla luce una bambina, la cui nascita rischia di far crollare il regno nel caos.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Viaggiavano insieme da una settimana e la capitale dei Sette regni distava ancora diverse settimane. Stavano sempre fianco a fianco e lui era perennemente all'erta per sentire qualunque rumore sospetto che facesse presagire un’eventuale minaccia. Mangiavano solo a cena e la cosa non pareva disturbare la giovane, che non si lamentava mai e restava per la maggior parte del tempo in silenzio.
Quel pomeriggio raggiunsero un piccolo fiumiciattolo dove i sassi riaffioravano dall'acqua trasparente. Fermarono i cavalli a pochi metri di distanza, Jaime scese dal suo destriero e si avvicinò al corso d’acqua, inginocchiandosi accanto ad esso.
« Avete sete? » domandò, rivolgendosi ad Emily.
« Un po’. » ammise, mettendo i piedi per terra. Legò le due bestie ad un albero e lo raggiunse, inginocchiandosi accanto a lui. Allungò le mani verso l’acqua e ne prese un po’, avvicinandola velocemente alle labbra prima che potesse scivolarle letteralmente tra le dita. Il liquido era freddissimo e la cosa non la sorprese.
« Presto potremo assaporare il calore del sole. » disse il biondo, bevendo a sua volta. Veramente la differenza di temperatura non sarebbe stata tanta, però meglio di nulla e di sicuro si sarebbe fatta sentire. L’uomo non vedeva l’ora di sentire il calore del sole sulla sua pelle e non solo il freddo del Nord.
« Non vedo l’ora. » rispose sorridendo e schizzandogli in faccia dell’acqua. La fulminò con lo sguardo.
« Maledetta, è gelata! » strillò, però per nulla arrabbiato. Era piuttosto divertito e rispose all'attacco, da cui la rossa si difese tirandogli altra acqua addosso. Esattamente non sapeva come, però si ritrovarono per terra con il biondo sopra di lei e l’altra rideva divertita come una matta. In preda alle risate piegò la testa all'indietro. Le ci volle qualche secondo per comprendere la situazione, decisamente controproducente, in cui si trovavano. L’altra sorridendo posò una mano sulla sua spalla come se nulla fosse.
« Tutto bene? » chiese. Lentamente si chinò verso di lei e la baciò. La giovane rimase immobile e poi rispose al bacio, aprendo le gambe e piegandole in modo da accorgerglielo nel mezzo di esse. Infilò le dita tra i suoi capelli morbidi e chiari. « Questo non me l’aspettavo proprio. » disse con le parole rotte dal fiatone.
« Neanche io. » ammise, respirando a fatica a sua volta. Fece per baciarla nuovamente, tuttavia lei mise una mano davanti alla sua bocca per fermarlo.
« No, non mi pare proprio il caso. » scese dal suo corpo, sedendosi per terra, e la ragazza si tirò su.
« Dimenticavo che siete sposata. » osservò, passandosi una mano tra i capelli.
« Sì, con vostro fratello. » gli ricordò, alzandosi e tornando verso l’acqua per bere ancora.
« Tyrion è fedele? » chiese per curiosità, non per provocare. L’altra si limitò ad alzare e abbassare le spalle in risposta.
« Non sempre, lo ammetto. » rispose, voltandosi verso il cognato e facendogli segno di avvicinarsi. Tornò dunque pure lui in riva al fiume e bevvero insieme. Pareva che nessuno dei due avesse fretta di andarsene e proprio nessuna voglia di parlare.
Cavalcarono per il resto della giornata evitando di rivolgersi la parola. Il Lannister non capiva se lo stava ignorando per quanto capitato prima oppure l’evento non c'entrava nulla con il suo comportamento.

Quella sera

Fu decisamente sollevato quando, poco dopo il tramonto, vide una locanda sul ciglio della strada. Si avvicinarono verso l’edificio e affidarono i loro cavalli ad un giovane scudiero di circa quattordici anni, che lavorava nella stalla vicino alla locanda. Poi entrarono. Non c’era molta gente seduta ai tavoli e il leone raggiunse il bancone, sperando di trovare senza problemi due stanze libere. Dietro al balcone di legno c’era una donna di mezza età, con addosso un vestito di colore grigio e i capelli pressoché bianchi raccolti in una crocchia.
« Buonasera. Avete due camere libere? » stavolta dovevano esserci, non potevano essere così sfortunati, sebbene alla fine non poteva definire proprio una sfortuna dividere la camera con Emily.
« Sì, ser. » rispose la donna, che non sembrava proprio averlo riconosciuto. Gli consegnò due chiavi, per poi tonare ai bicchieri che stava asciugando con uno straccio malridotto prima che la interrompesse. Si voltò verso la sua compagna, ritrovandosela a pochi centimetri di distanza, e sorrise consegnandole la sua chiave.
« Sono esausta, è stata una giornata faticosa. » salirono al piano superiore servendosi di una scala esterna alla taverna. C’erano sei camere e trovarono le loro senza alcun problema. La rossa si sistemò in quella a destra del corridoio, mentre lui a sinistra. Emily si sedette sul letto e si distese su di esso, fissando il soffitto. Le mancava suo marito e temeva che non sarebbe riuscita a resistere al fascino dello Sterminatore di Re. Il bacio di poche ore prima ne era la prova.
Non sapeva bene quanto tempo fosse passato prima di sentire bussare. Si sedette e passò una mano tra i capelli.
« Avanti. » disse tranquillamente, convinta che fosse suo cognato. Infatti il biondo comparve dinanzi a lei ed entrò nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
« Perdonatemi, volevo solo vedere come state. » disse gentilmente, con qualcosa di simile a cautela nel tono della sua voce.
« Bene, la camera non è niente male. » a parte il letto, c’era solo una cassapanca poggiata contro una delle pareti e nient’altro. Insomma era decisamente parecchio spoglia e non era proprio in buono stato con le travi dei muri e del pavimento rovinate. « Beh, ammetto che non è proprio una delle camere da letto migliori del regno. » osservò divertita.
« Se vi può consolare, la mia non è messa meglio. » rispose, indicando con un gesto del dito la porta ormai chiusa alle sue spalle. Si accomodò sul materasso accanto alla ragazza. « Scendiamo per cena? » propose gentilmente, avvertendo un certo languorino. Il suo stomaco stava tentando di ricordargli che era ora di cena evidentemente. L’altra si drizzò in piedi e lo afferrò per un braccio, tirandolo verso di sé e costringendolo a sollevarsi dal suo giaciglio per la notte. Rischiò di perdere l’equilibrio per colpa del suo gesto e, per evitare di cadere, poggiò una mano sul suo petto. I loro volti si ritrovarono vicinissimi. « Mi dispiace. » si scusò, allontanandosi immediatamente da lei.
« Sono stufa delle persone che si scusano e non ho fame. » rispose. Lui l'afferrò per la vita tirandola a sé, ricordando le parole di Cersei. « Ti fidi di me? » domandò. I suoi occhi trasparivano titubanza, sembrava incerta su come rispondergli e chinò il capo.
« Dopo quanto capitato, dopo quello che ha fatto Cersei, mi viene difficile fidarmi di voi. Per giunta siete talmente ammaliato dal... » non le permise di concludere la frase e la baciò con passione.
« Fidatevi di me. » sussurrò piano. Lo fissò dritto negli occhi e socchiuse la bocca come per parlare, ma le mise sopra un dito per zittirla. « Shh... Ci siamo solo noi due e nessuna guerra. » continuò, certo che avrebbe ceduto. Infatti l'altra avvolse le braccia attorno al suo collo e baciandosi giunsero fino al letto. La spinse sul materasso, piazzandosi sopra di lei.
« Non dobbiamo. » lo sapeva bene, però non gli importava e lo stava facendo unicamente per Cersei. Cercò di non pensare alla sorella mentre slegava la parte superiore del suo vestito senza che la rossa opponesse alcuna resistenza. L'abito finì presto sul pavimento, seguito a ruota dalla sua casacca e dal resto dei loro vestiti. La sua pelle risultava morbida sotto al tatto e per rispetto alla cognata cercò di non pensare al suo vero amore durante il loro rapporto. Tuttavia la cosa non gli venne proprio bene e per poco dalla sue labbra non uscì il nome di Cersei mentre veniva dentro di lei, riempendola con il suo seme. Si coricò accanto a lei e si passò una mano sul viso leggermente sudato.
« È stato bello. » affermò, voltandosi verso il biondo e strofinando la mano sul suo petto. Non aveva mai avuto tanti peli e più che altro era ricoperto da vecchie cicatrici mai guarite. Ripensò a quando qualcuno - non ricorda chi, magari Arthur Dayne - gli aveva rivelato che Rhaegar aveva una cicatrice sul petto. Adesso lo starebbe prendendo a bastonate su tutto il corpo se fosse stato in vita e al corrente di quello che aveva appena fatto. Aveva ingannato la sua preziosa Visenya, la sua bambina, sua figlia, ovviamente sempre se veramente Emily era la figlia di Rhaegar e non di Aerys.

Nelle settimane che seguirono ebbero rapporti ogni sera. Lui ancora non era riuscito a cancellare la bionda dalla sua testa e non sapeva se si sentiva in colpa più per questo o per quello che stava facendo alla ragazza. Aveva il terrore che Emily potesse innamorarsi di lui, tuttavia non glielo disse e la lasciò fare. Con il passare del tempo lei sembrava più allegra e gli sorrideva spesso, scordandosi della guerra e di tutto il resto proprio come le aveva chiesto lo Sterminatore di Re.
Quando i suoi occhi verde smeraldo videro le mura di Approdo del Re, sentì l'impulso di fermare i cavalli e voltarsi per raccontarle tutto, però non riuscì nel suo intento per timore di subire su di sé il suo sguardo accusatorio. Appariva serena, ignara del pericolo che stava correndo. Insieme raggiunsero il portone d'ingresso. Sulle mura passeggiavano due guardie, che si bloccarono quando li videro.
« Sono ser Jaime Lannister. La principessa Alicia Targaryen è venuta qui per discutere con la regina Cersei. » annunciò. Essere la moglie di Tyrion non l'avrebbe salvata e nemmeno essere la madre di Joanna. Le porte si aprirono e poterono passare. Il loro tragitto fino al castello fu tranquillo e nessuno gli disse nulla, insomma pareva tutto normale.
Poco dopo entrarono nell'atrio del castello e una guardia venne verso di loro, tenendo la mano stretta sull'elsa della spada che teneva legata alla cintura.
« La regina Cersei vi sta aspettando nella sala del trono. » annunciò. « Seguitemi. » aggiunse, voltando loro le spalle e incamminandosi verso la sala in questione. Il leone esitò prima di muoversi, tant'è che la donna gli lanciò un'occhiata confusa e lo prese per mano.
« Tutto bene? Non siete felice di rivedere vostra sorella? » chiese sorridendo. Resistette all'impulso di spingerla via e caricarla sul primo carro che andava al Nord.
« Andiamo. » disse invece e si diressero verso la sala del trono.
Cersei era seduta sul Trono di Spade con in testa la corona, che ad essere pignoli sarebbe dovuta essere di Myrcella. Ogni volta che la vedeva lì seduta gli sembrava stranamente più bella. Avanzarono verso la leonessa e, quando furono a pochi metri di distanza, la rossa lasciò la sua mano e si avvicinò ulteriormente a Cersei.
« Regina Cersei, sono venuta qui a nome di mia zia per... » venne interrotta dalla voce della bionda, che scese dal trono e sollevò una mano per zittirla.
« Prendertela! » rimase immobile, non si mosse di un centimetro e chiuse gli occhi, ignorando le urla della ragazza mentre le guardie l'assalivano per trascinarla via con la forza.
« Jaime! Jaime! Aiutatemi, vi prego! » ripeté diverse volte quella frase, singhiozzando disperata. Riaprì gli occhi solo quando sentì il portone chiudersi.
« Grazie, Jaime. » nel dire quelle parole la Lannister gli mise una mano sulla spalla e si voltò. « Stasera dormiremo di nuovo insieme dopo tanto tempo. » disse entusiasta. Anche lui non vedeva l'ora.
« Mi sei mancata parecchio. » rispose. La bionda lo abbracciò e lui rispose al gesto di affetto stringendola a sé.
« Questa sera ti ricompenserò per la tua fedeltà. » disse con tono seducente e lui non aspettava altro.
« Ho una vaga idea su come potresti fare. » rispose e un sorriso divertito comparve sul viso della bionda.
« Passeremo insieme questa notte, dopo tanto tempo. Mi sono sentita sola senza di te. » rispose, dandogli un bacio passionale sulle labbra.

Quella sera

Sua sorella dormiva di nuovo accanto a lui. Era stato meraviglioso fare l'amore con lei, però adesso si sentiva in colpa per la povera Alicia. L’aveva ingannata e ora si trovava in una squallida cella. Tuttavia Dany teneva troppo a lei ed era la sua unica possibilità per avere un erede. Questo pensiero lo rilassava e lo aiutava a sentirsi meno in colpa.
   
 
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