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Autore: Myra11    07/11/2017    1 recensioni
Allora...da dove inizio..sono una fan sfegatata di Final Fantasy XV, e ho adorato tutto del gioco, e ancora di più del film Kingsglaive, quindi ho deciso di scrivere una WhatIf? descrivendo cosa sarebbe accaduto se [ATTENZIONE SPOILER] Nyx Ulric non fosse morto alla fine del film, ma fosse sopravissuto e avesse accompagnato Luna nel suo viaggio per risvegliare gli Dei.
[DALLA STORIA]
Lo individuò immediatamente. Non era difficile riconoscerlo, con quei capelli di un blu quasi nero, e i vestiti logorati dal lungo viaggio. Non aveva molto di regale, pensò, ma se il suo Re si era sacrificato per difenderlo, e se Luna credeva così tanto in lui, forse, solo forse, ne valeva la pena.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lunafreya Nox Fleuret, Noctis Lucis Caelum, Nyx Ulric, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17
 
And If I’m Lost in The World Shadows,
I’ll use the light that comes to me
From your halo
 
 
Gralea era caotica e inquinata come nessun altro posto, notò Noctis quando il treno si fermò alla stazione fuori dalla città. Scesero dal vagone insieme, invasi dal rumore dei macchinari e delle fabbriche, e Prompto fischiò brevemente. «Cavolo, questo posto è terrificante.»
Gladio annuì, e la sua spada si materializzò tra le sue mani. «Assolutamente. State pronti, potrebbe succedere qualsiasi cosa in qualsiasi momento.»
Noctis li ascoltò solo in parte, impegnato a studiare l’enorme fortezza che svettava all’orizzonte.
Il Cristallo era di sicuro là, ma ciò che davvero lo angosciava era il peso dell’Anello nella sua tasca.
«Dovrai indossarlo, Re dei Re.» Lunafreya gli aveva consegnato il piccolo gioiello, e lui ne aveva sentito l’enorme e pericoloso potere.
«Io non…»
«Non devi temere il suo potere, Noctis.» Lei gli aveva sorriso, ma lui non era convinto.
In fondo, quell’Anello era la causa di tutto.
«Noct!» La sua distrazione gli impedì di sentire lo scricchiolio, e solo l’avvertimento di Prompto lo spinse all’azione. Evitò il crollo del muro con una capriola, poi si voltò velocemente.
«State bene?» Domandò, e dall’altra parte sentì un colpo di tosse. «Si, tutto okay! Vai, noi troveremo un modo per raggiungerti.» Fu Gladio a spronarlo a muoversi ma nonostante ciò esitò un istante.
«Maledizione! Noct, muoviti, ci sono addosso! Troveremo un modo per raggiungerti, vai!»
Il rumore di lame che si scontravano e proiettili sembrò sbloccarlo. Scattò di corsa lungo la ferrovia, lontano dai soldati magitek e dai suoi amici, verso la fortezza Zegnatus.
Aveva perso il senso del tempo quando salì per l’ennesima volta su un ascensore diverso, ma fu in quel momento che lo vide: le due lunghe strisce viola, il braccio bruciato, Nyx svoltò l’angolo.
«Nyx, aspetta!» Lo chiamò, cercando di raggiungerlo ma, quando svoltò l’angolo, lui era sparito, e due soldati magitek lo stavano aspettando, le lame sguainate.
Un fruscio robotico, e la voce di Ardyn si espanse nella fortezza deserta.
«Altezza, ce ne hai messo di tempo. Non ti conviene perdere tempo, le lancette scorrono…»
Noctis imprecò a denti stretti e scartò di lato, evitando il primo attacco.
«Combatti bene, ma sei troppo riflessivo.» La voce di Nyx era stata pacata, e l’uomo gli aveva sorriso. Noctis aveva atteso, e Nyx aveva estratto i suoi kukri.
«Non deve essere la tua mente a comandare, ma il tuo corpo. Le tue armi devono essere prolungamenti di te, non oggetti.»
Fu di puro istinto che si abbassò, e la lama del soldato che l’aveva attaccato per primo andò a piantarsi nell’elmo del secondo.  Con un calcio ben piazzato si liberò anche dell’ultimo assalitore, e rimase ad osservarlo mentre i circuiti saltavano.
Era un guscio vuoto, si rese conto, diverso dai comuni soldati magitek.
«Tic, toc, tic toc…»
«Al diavolo, Ardyn.» Borbottò lui nel risentire la sua voce echeggiare negli altoparlanti, e riprese il suo cammino. L’angoscia gli strinse il cuore quando, attraversando la porta, lo vide.
«Nyx!»
Era coperto di sangue, legato ad una sedia, gli occhi appannati.
Gli si avvicinò di corsa, terrorizzato che fosse troppo tardi, e che avrebbe assistito, impotente, alla morte di Nyx in quel posto maledetto.
 

 
Quando riprese nuovamente i sensi era in una stanza piena di scatoloni e cadaveri magitek.
Provò a muovere le braccia, ma si rese presto conto che era incatenato, e digrignò i denti, frustrato.
Un’altra cosa da far pagare ad Ardyn.
«Non sei più tanto coraggioso ora, vero?»
Era impossibile che lui fosse lì, pensò. Lui era a Galahd, al sicuro.
Eppure, quando sollevò lo sguardo, Libertus era là, le braccia incrociate e l’aria severa sul viso. «Sei sempre stato esagerato, desideroso di metterti in mostra.»
«Io non…» Provò a parlare, ma il suo compagno d’armi lo interruppe. «Taci, “eroe”. Non hai nemmeno salvato Crowe, e un eroe dovrebbe salvare tutti. È colpa tua, se è morta.»
Fu come ricevere una coltellata, e Nyx non trovò le parole per replicare a qualcosa che lui stesso credeva. «Tu l’hai uccisa.»
Chiuse gli occhi, e quando li riaprì la visione era sparita.
«Pensi di essere furbo? Sei solo feccia di un paese disgraziato, accolto nella capitale.»
Gladio.
Nyx ne osservò i lineamenti, l’espressione di disprezzo. Faceva male, sentire quelle parole, ammise a sé stesso, ma non reagì. Aveva imparato anni prima a non mostrare le sue emozioni a coloro che lo disprezzavano.
«Pensi di essere forte? Vediamo quanto lo sei sul serio.»
Il suo urlo di dolore si perse nei corridoi quando l’uomo gli piazzò un calcio sul fianco ferito.
Quando riacquistò la lucidità era solo, e ne fu lieto.
Tuttavia il suo breve momento di gioia fu spazzato via quando Prompto si spostò davanti a lui.
«Avresti dovuto essere morto. Nessuno ha bisogno di te, nemmeno io. Chi sei tu?»
Nyx scosse le catene, cercando di ritrarsi, ma il biondo gli si avvicinò. Era terribilmente reale, e lo fu anche il dolore che gli scoppiò nel cuore quando il ragazzo parlò di nuovo.
«Sei solo un uomo morto, e non ti vogliamo.»
Chiuse gli occhi, e cercò di placare il respiro.
«Perfetto, ora sorridi.»
Lo scatto della macchina fotografica risuonò nella stanza, e Nyx si sentì scaldare il cuore.
Sorrise e riaprì gli occhi, fissandoli in quelli azzurri del ragazzo. «Bugiardo.»
«Nyx!»
Una figura scura comparve oltre le sbarre che chiudevano la stanza, e il soldato si sentì rincuorato.
Noctis l’aveva trovato finalmente, quella lenta tortura mentale sarebbe finita.
Ma perché il principe non apriva le porte, allora?
«Non hai molto tempo rimasto, vero?» La domanda gli fu posta con voce pacata, ma negli occhi di Noctis balenò un lampo di soddisfazione mentre lo guardava.
«Apri la porta…» Mormorò Nyx, cercando di mantenere lo sguardo a fuoco.
«Pensi che io abbia sbagliato mira, sul treno? Era da un po’ che cercavo di liberarmi di te, e ho colto l’occasione.» Continuò il futuro re, maligno, e Nyx si sentì soffocare.
«Tu morirai qui, e Luna sarà solo mia.»
Luna.
Ecco di cos’aveva bisogno, di un’ancora.
Le braccia di Lunafreya intorno a lui.
«Torna da me, Nyx Ulric. Sano e salvo.»
«Sei un bastardo.» Riuscì a sputargli in faccia, e lui rise.
«Forse. Ma quello in catene sei tu.» Noctis si strinse nelle spalle, tamburellando le dita sulle sbarre.
Il suo sorriso luminoso, pieno di gioia nel rivederlo.
«La mia regina.»
Abbandonata totalmente a lui, gli occhi fissi sul suo viso come se non ne avesse mai abbastanza.
«Quando morirai, Ulric, nessuno ricorderà il tuo nome.»
Il futuro re aprì le porte ed evocò la spada mentre si avvicinava a lui.
Nyx sapeva cosa stava per succedere, ma non avrebbe mai dato a quella delusione di ragazzino la soddisfazione di vederlo soffrire.
Chiuse gli occhi, e si concentrò sull’unica cosa che davvero contava.
Il cielo illuminato dai fuochi d’artificio, i loro cuori sincronizzati.
Le labbra di Lunafreya sulle sue.
Quasi non sentì cosa successe dopo.
 

 
L’Oracolo scattò in piedi all’improvviso, e Ignis percepì il movimento come un lieve spostamento d’aria.
«Qualcosa vi preoccupa, Altezza?» Le domandò pacatamente, anche se immaginava la risposta.
Lunafreya aveva accettato che lui l’accompagnasse per protezione, anche se Galahd era sicura e festosa, e lui aveva imparato a riconoscere i suoi stati d’animo dal modo in cui si muoveva.
«C’è una grande oscurità che si avvicina, e presto non sarò abbastanza forte da tenerla a bada.» Mormorò lei mestamente, ma Ignis le sorrise brevemente.
«Sei più forte di ciò che credi, Principessa, e non sei da sola, non dimenticarlo.»
La sua mano delicata sulla spalla. «Ti ringrazio, ma ho un pessimo presentimento.»
«Riguardo?»
«Sento che li perderò. Entrambi.» Confessò lei, e l’uomo esitò un attimo prima di rispondere.
La sua lealtà andava prima di tutto a Noctis, ma Nyx e Lunafreya erano come il cielo e la luna, inseparabili, e senza senso privi l’uno dell’altro. E, nonostante non capisse a fondo quel legame, si alzò.
«Allora dobbiamo muoverci.»
  
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