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Autore: Myra11    08/11/2017    1 recensioni
Allora...da dove inizio..sono una fan sfegatata di Final Fantasy XV, e ho adorato tutto del gioco, e ancora di più del film Kingsglaive, quindi ho deciso di scrivere una WhatIf? descrivendo cosa sarebbe accaduto se [ATTENZIONE SPOILER] Nyx Ulric non fosse morto alla fine del film, ma fosse sopravissuto e avesse accompagnato Luna nel suo viaggio per risvegliare gli Dei.
[DALLA STORIA]
Lo individuò immediatamente. Non era difficile riconoscerlo, con quei capelli di un blu quasi nero, e i vestiti logorati dal lungo viaggio. Non aveva molto di regale, pensò, ma se il suo Re si era sacrificato per difenderlo, e se Luna credeva così tanto in lui, forse, solo forse, ne valeva la pena.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lunafreya Nox Fleuret, Noctis Lucis Caelum, Nyx Ulric, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 18

In the end I'm realizing
I Was Never Meant To Fight On My Own
 
Quando sentì le catene spezzarsi sentì il corpo cedere, ma qualcosa gli impedì di crollare al suolo.
Riaprendo gli occhi, intravide la maglia blu scuro e i capelli disordinati di Noctis, e reagì d’istinto.
Ritrasse la gamba e gli piazzò un calcio nel petto che lo spinse contro il muro, e poi gli volò contro, le mani strette intorno al suo collo, incurante del fatto che il suo stesso corpo si stesse ribellando a quei movimenti troppo veloci.
«Nyx…che diavolo…fai…» Il futuro re posò le mani sulle sue, cercando di tirarlo lontano dalla sua gola, ma senza troppo successo.
Nyx lo buttò a terra senza troppi problemi, poi lo bloccò sul posto con le ginocchia. «Se volevi uccidermi sul treno, hai sbagliato mira.» Ringhiò, sollevando la mano bruciata mentre i fulmini vi si raccoglievano intorno.
«Nyx, sono io!» Gridò Noctis, alzando la mano per creare una barriera tra di loro, che esplose quando i fulmini vi si schiantarono sopra, mandando scintille in tutta la stanza e sbalzandoli l’uno lontano dall’altro.
Nyx si rialzò velocemente, mentre una piccola parte della sua mente registrava che avrebbe dovuto smetterla, o avrebbe perso troppo sangue per essere al sicuro, ma la ignorò. «Lo so chi sei.»
Noctis riuscì a schivare il pugnale solo per un soffio, e la lama gli lasciò un lungo taglio sulla guancia. Non riusciva a capacitarsi del perché Nyx stesse cercando di ucciderlo. Va bene, l’aveva colpito, ma era stato uno sbaglio, Nyx doveva averlo immaginato.
O no?
Schivò di nuovo, sfruttando le barriere per tenerlo lontano, ma sotto i suoi attacchi sparivano come carta tra le fiamme. Mentre nei suoi occhi scintillava una luce furiosa, Noctis sentì un brivido gelido nel corpo: per la prima volta da quando l’aveva conosciuto, aveva paura di Nyx.
Deglutì a fatica, e poi si rese conto di una cosa.
Il sangue nella stanza era troppo, e le luci deboli che oscillavano nel corridoio strappavano sfumature d’argento al liquido. Doveva essere di Nyx, pensò, e ciò significava che gli era rimasto poco tempo.
«Nyx.» Sollevò le mani, lasciando svanire l’ultima barriera magica tra di loro. «Non voglio farti del male, non ho mai voluto. Sei come un fratello per me.»
Ecco, l’aveva ammesso; nonostante fosse stato geloso di lui, nonostante non comprendesse appieno il legame tra lui e Luna, rispettava quel soldato che aveva vendicato suo padre.
Ora capiva gli altri, si rese conto. Non era difficile affezionarsi a Nyx, sebbene potesse essere arrogante a volte, era anche quel tipo di persona che, se la prendevi dal verso giusto, ti donava tutto sé stesso.
E ti faceva a pezzi se facevi del male a qualcuno che gli stava a cuore.
Le sue parole sembrarono sortire l’effetto desiderato, perché il suo avversario si bloccò all’improvviso, e il fuoco che circondava il suo pugnale scomparve.
«Luna mi ucciderà, se muori qui, quindi, per favore, calmati.»
Nyx sembrò interdetto, ma fortunatamente ritirò le armi. «Tu…tu non vuoi che io muoia?»
Noctis scoppiò a ridere, incapace di trattenersi, per il sollievo. «No, certo che no! Perché dovrei volerlo?»
«Ma prima hai detto…» Nyx vacillò, e Noctis fu lesto nel sorreggerlo per impedirgli di crollare. «Eri contento della mia morte, sei addirittura entrato qui dentro per uccidermi di persona.»
«Che idiozie.»
Capirono insieme, all’improvviso, e si scambiarono uno sguardo consapevole.
«Ardyn.»
«Quel maledetto pagherà ogni secondo.» Mormorò Nyx, appoggiato al principe. Noctis annuì cupamente. «Prima dobbiamo rimetterti insieme, o Luna mi ucciderà sul serio.»
Risero insieme, ma ben presto la risata del soldato si mutò in un gemito di dolore.
«Scusami per quelle. Pensavo che fossi Ardyn…Come vanno?»
Nyx sogghignò. «Me la cavo. E se vuoi uccidere Ardyn devi perfezionare la mira.»
Gli cedette una gamba mentre uscivano da quella che era stata la sua cella, e Noctis fu costretto a portarlo quasi di peso nel corridoio. I rumori scricchiolanti dei soldati magitek che si trascinavano verso di loro precedette la comparsa di quelle armature vuote dagli occhi scarlatti, e Nyx imprecò tra i denti.
«Lunafreya ti ha dato l’Anello, vero?»
«Hm-hm.» Noctis fece un passo indietro, guardingo.
Nyx allungò la mano verso di lui. «Dammelo.»
«Sei impazzito del tutto, vero? Stai a malapena in piedi.»
Quel rimprovero fece ridacchiare Nyx, e il gesto gli strappò un altro gemito.
«Non posso crederci…Hai due proiettili nel corpo e ti muovi ancora. Non sai proprio quando arrenderti, vero Nyx?»
«Beh, se tu vuoi continuare a stare in piedi, ti conviene darmi l’Anello ora.»
Noctis si morse il labbro inferiore, poi prese la sua decisione. Aiutò Nyx ad appoggiarsi contro il muro del corridoio mentre i soldati partivano alla carica, e tolse il gioiello dalla sua tana nella tasca.
«Cosa stai…»
«Taci, Nyx. Per una volta nella vita, stai zitto.» Lo esortò Noctis con un sorriso sarcastico, poi si voltò verso i loro avversari.
«È il mio compito.» Noctis espirò profondamente, osservando lo scintillio dell’Anello. Era suo di diritto, per linea di sangue, non gli avrebbe fatto del male. «Sono il Re.»
L’Anello scivolò sul suo dito come se non avesse aspettato altro.
 

 
Prompto lanciò a terra il fucile ormai scarico, e fece cenno a Gladio di seguirlo.
«Libero.» Mormorò, estraendo le sue fidate pistole. Fino a quel momento aveva preferito sfruttare le armi magitek, e nelle base c’erano molte a disposizione.
Gladio gli si parò davanti, tenendo lo scudo alto per proteggerli entrambi. «Te la cavi con le armi.»
Il biondo ghignò soddisfatto. «Era un complimento?»
«Non tirartela troppo. Giù!»
Si abbassò all’improvviso, e Prompto sentì solo l’immenso spostamento d’aria che lo fece traballare, e poi il crollo di metallo sul metallo. «Che diavolo è successo?»
Esclamò, sbirciando dietro lo scudo del suo protettore, e ciò che vide lo fece ridere e agitare al tempo stesso.
Noctis era davanti a loro, la mano tesa verso i soldati immobili sul terreno, ma lo scintillio blu argento dell’Anello illuminava anche il sangue che macchiava l’uniforme di Nyx.
«Noct! Nyx! Eccovi!» Si mossero insieme verso di loro, e Prompto non riuscì a trattenersi, e li abbracciò entrambi, ma quando fu il turno della guardia reale il suo gesto ebbe come conseguenza un gemito.
«Piano piano. Non sono esattamente nella mia forma migliore.» Scherzò l’uomo, ma Noctis prese la parola al posto suo. «Colpa mia. Dobbiamo trovare un posto dove bendarlo.»
Gladio annuì. «Seguitemi.»
Sorretto da Prompto e Noctis, a Nyx venne quasi da ridere: era l’unico ad essere stato nei campi di battaglia dell’eterna guerra tra Lucis e Nifheleim, era colui che sapeva combattere meglio, e si stava quasi facendo trasportare da due ragazzi.
Lo Scudo del Re li guidò fino ad un dormitorio magitek e, appena furono dentro, sigillò la porta.
Nyx si abbandonò su quei letti scomodi, ma sapeva di non potersi rilassare troppo.
«Noct, hai indossato l’Anello?» La domanda venne da Prompto, che prese la mano dell’amico e studiò il gioiello dei re sul suo dito con aria curiosa. Noctis si limitò ad annuire, e poi focalizzò la sua attenzione sul ferito.
«Nyx, che cosa sei esattamente?» Gli domandò pacatamente, osservandolo mentre armeggiava per liberarsi dell’uniforme.
Il soldato sorrise, ricordando il modo rabbioso con cui il ragazzo gli aveva parlato la prima volta che l’aveva incontrato. «Ad Insomnia, durante l’attacco…» Si tolse la maglia con un grugnito di sofferenza, e iniziò a tagliarla in lunghe strisce. Sorrise mestamente quando vide l’espressione esterrefatta di Prompto, e si rese conto che era la prima volta che i suoi compagni di viaggio – i suoi amici –vedevano la devastazione sul lato sinistro del suo corpo, le ustioni e le lunghe cicatrici biancastre lasciate dal fuoco. «Gli Antichi Re mi hanno condannato a morte, quando ho indossato l’Anello. Ero indegno, secondo loro.» Il suo tono di disprezzo lasciava chiaramente capire cosa pensasse dei Re, ma Noctis non commentò, limitandosi a fargli cenno di continuare.
«Ero pronto a morire ma, per qualche ragione che ancora non mi ha rivelato, Bahamut ha deciso di salvarmi. Mi ha donato un frammento del Cristallo, che non è altro che il suo cuore.»
Si avvolse le strisce di stoffa attorno alla spalla, e poi fece la medesima cosa con il foro del dardo sul fianco. «Per questo posso usare la magia senza il volere del Re. È sempre stato facile, per me, ma ora…» Si strinse nelle spalle e schioccò le dita, facendo comparire la fiamma. «È fin troppo facile.»
Estrasse uno dei suoi kukri e lo fece passare sulla fiamma.
«Nyx, non vorrai fare ciò che penso…» Prompto si alzò, l’aria spaventata. «Non voglio guardare.»
Nyx stava ancora ridendo quando si posò la lama rovente sulla ferita alla gamba.
Ma le sue risate vennero smorzate quando l’intera fortezza venne scossa da un’esplosione, e sentì il cuore fermarsi per un istante. Si artigliò il petto boccheggiando in cerca d’aria, e vide la consapevolezza sul viso di Noctis.
«Ardyn mi ha avvertito.»  Il principe si alzò. «Sta cercando di distruggere il Cristallo.»
«E Nyx.» Terminò per lui Gladio con aria grave.
Da parte sua, Nyx non fece altro che infuriarsi. Si fece scivolare l’uniforme sulla pelle, sentendo la stoffa grattare contro le cicatrici, e la richiuse velocemente. Fermò Prompto – pronto a sostenerlo mentre si alzava – con un cenno. «Sto bene. Andiamo.»
La porta si aprì prima che uno qualsiasi di loro avesse la possibilità di sbloccarla, ma tutti loro estrassero le rispettive armi appena videro chi c’era dall’altra parte.
Nyx fu il primo a rilassarsi, perché aveva visto quella parte di lui che gli altri non conoscevano.
«Ravus.»
«Ulric. Non hai fatto un bel lavoro a proteggere mia sorella, vero?»
«Beh, è viva ora.»
Nyx sogghignò, e alla fine anche Ravus si concesse l’ombra di un sorriso prima di fare un cenno al gruppo. «Non arriverete mai al Cristallo se andate alla cieca. Andiamo.»
 

 
Contattare Aranea era stato più facile che pregare sulla sua rumorosa nave, pensò Lunafreya, sciogliendo le mani. Ciò che davvero l’aveva terrorizzata dall’inizio del viaggio erano state le notizie che lei aveva portato: il treno per Gralea era stato attaccato dalle navi imperiali, e Nyx era caduto giù da un vagone mentre il mezzo era in corsa.
Si portò una mano al cuore.
L’avrei sentito, se fosse morto.
Non riusciva a fare a meno di pensare a quella sera nel cimitero. Nyx si era arreso a lei e lei, per la prima volta, l’aveva visto abbandonato a qualcuno, e non guardingo com’era di consueto.
E il sapore delle sue labbra non la voleva abbandonare.
Dolcezza e morte unite insieme.
È vivo. Deve esserlo.
Un fischio, il rumore brusco dei motori fermi e dello sportellone in apertura.
«Siamo arrivati.» Aranea le passò davanti a passo di marcia, e La ragazza non poté fare a meno di ammirarne la forza intrinseca in ogni azione. Era una donna, ed era un guerriero.
Si alzò e si unì a lei nel contemplare la rivelazione della città imperiale mentre lo sportellone si abbassava.
Il Tridente dell’Oracolo comparve nella sua mano, e lei sentì la presenza di Ignis al suo fianco.
«Te la senti?» Gli chiese, ma quando lo vide sorridere pensò che avrebbe dovuto immaginarsi la risposta: Ignis era un amico fidato di Noctis, un uomo del re, ovviamente era pronto a lottare per lui.
«Ovvio.»
«Bene. Principessa, reggiti.» Aranea le passò un braccio attorno alla vita, l’altra mano stretta attorno alla lunga lancia nera. E  poi saltò nel vuoto.

  
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