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Autore: dragun95    08/11/2017    1 recensioni
[Attenzione i fatti e la trama, di questa storia non seguiranno quelle dei libri. Così come i personaggi che sono miei OC]
Da un po di tempo a Parigi si stanno verificando molte sparizioni di persone, la cosa non sarebbe strana se a distanza di poco tempo si rilevassero breve presenze di auree demoniache.
Proprio per questi fatti che Molock un cacciatore e ultimo membro del gruppo dei templari in questo mondo moderno è stato mandato ad indagare, ad aiutarlo nelle indagini e come guida al suo fianco ci sarà uno stregone, a cui il cacciatore vorrebbe tagliare la testa non appena apre bocca.
Tra le vie di Parigi questo improbabile due riuscirà a risolvere il mistero e capire che sta succedendo alla città della torre di ferro.
Genere: Azione, Erotico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Capitolo Extra



Il vento invernale aveva investito l'Irlanda, avvolgendola con la sua morsa gelida, in un'antico castello medievale, in una grossa stanza, sei figure erano sedute ad un grosso e largo tavolo in legno, l'atmosfera era illuminata solo da un paio di candele e braci per riscaldare l'ambiente, una delle figure dai capelli rossicci con sfumature argentee, guardò l'orologio da tasca in argento che portava alla cintura,

-Uhm...si sta facendo tardi- disse Lance chiudendo di scatto l'orologio, 

-Secondo voi perché il maestro ci ha riuniti qui in Irlanda?- chiese un ragazzo di venticinque anni, abbastanza alto dalla carnagione color miele e dal fisico slanciato e prestante, il viso dai lineamenti appuntiti è incorniciato da dei capelli di un color biondo paglierino lunghi fino al collo, occhi color nocciola, labbra sottili, presenta una cicatrice sotto l'occhio sinistro a forma di fulmine. Raide, questo era il nome del cacciatore, e membro delle croci sacre,

-Non lo sappiamo Raide- rispose il leader, quando sentì la mano di Iole poggiarsi sulla sua, lui spostò lo sguardo sulla ragazza, la quale oltre che sua compagna era anche il secondo in comando delle croci,

-Ma sicuramente avrà avuto le sue ragioni, per farci venire fin qui- disse la corvina dando manforte al compagno,

-Lo spero. Rispetto il maestro, ma i viaggi troppo lunghi mi danno sui nervi- sospirò Bartholomew, tendendo le corde delle sue balestre, per verificarne la forza, in tanto che lui e i suoi compagni erano costretti ad aspettare,

-Visto che siamo tutti qui è probabile che sia qualcosa di grosso. Forse un'attacco in massa di demoni o altre minacce del genere- suppose il cacciatore biondo provocando l'ilarità del compagno cacciatore al suo fianco, 

-Anche se fosse, la cosa sarebbe esaltante ed inoltre siamo noi sette e il maestro. Insomma già lui da solo potrebbe annientale una ventina di demoni, voglio dire è una forza della natura- esclamò Narses un ragazzo di un'anno in più di Raide ed era anche alto qualche centimetro in meno di lui, dal fisico magro e muscoloso dalla carnagione chiara, il viso è incorniciato da dei corti capelli neri con due ciuffi ai lati rialzati vicino alle orecchie, occhi del medesimo colore dei capelli e labbra sottili.

-Non esaltatevi troppo ragazzi. Prima vediamo cosa ha da dirci il maestro- gli disse con tono serio ma dolce Iole,

-Come vuoi sorella. Anche se tuo suocero non si vede ancora è in ritardo non credete?- chiese Narses mentre poggiava sul tavolo il suo scudo su cui svettava una croce rossa,

-Se vogliamo essere precisi, ci ha solo detto di ritrovarci qui al castello in Irlanda. Non ha specificato un vero e proprio orario in cui si sarebbe presentato- gli fece notare Bartholomew, sbadigliando per la noia di dovuta all'attesa, quando l'ultima figura al tavolo poggiò sonoramente un boccale di birra attirando l'attenzione su di se,

-Qualcosa non va Elin?- chiese Lance rivolta alla figura femminile seduta sul lato ovest del tavolo,

-Si, capitano. Non vi siete accorti che non siamo ancora tutti e sette....manca Molock all'appello- fece notare la ragazza che avrebbe avuto venticinque anni alta dalla carnagione chiara e dal fisico magro e leggermente muscoloso dalle forme sode, il viso dai lineamenti delicati era incorniciato da dei corti capelli rossi, occhi azzurri con una cicatrice che le attraversa quello destro, labbra leggermente carnose. 
Elin era una cacciatrice di origini Norvegesi, ma che come i suoi compagni, discendevano dai primi templari divenuti cacciatori e il cui sangue era stato tramandato dai loro antenati, dopo aver parlato afferrò la sua mazza frangiata dalla mazza spessa e dai spigoli quadrati ed appuntiti poggiandola con forza sul tavolo,

-Quell'idiota, appena arriva lo riempio di cazzotti!- affermò ringhiando e portare il calice alle labbra bevendo avidamente la birra,

-Qualcuna è nervosetta in questo periodo eh?- chiese Narses ridendo e poggiando le gambe sul tavolo, beccandosi un'occhiataccia furiosa da parte della rossa,

-Forse sarà perché Dagger l'ha lasciata in bianco ultimamente- disse innocentemente Raide ridacchiando con il compagno, mentre la cacciatrice ringhiava furiosa ed imbarazzata,

-Che ne dite se invece vi pesto a tutti e due, idioti?- chiese lei pronta ad afferrare la sua fidata mazza per darla in testa ai suoi due compagni delle croci che a quella minaccia risultavano tranquilli e per nulla spaventati, sebbene Narses avesse afferrato il suo scudo e Raide indossasse la sua cotta di Adamas,

-Ragazzi, vi prego di restare calmi. Nessuno pesterà nessuno- disse il leader delle croci con tono serio passandosi una mano tra i capelli scompigliandosi le ciocche argentee,

-Ma sono loro che iniziano- disse brusca Elin,

-E tu la stupida che gli vai dietro- gli rispose Bartholomew, poggiando i gomiti sul tavolo, ricevendo un'occhiata di fuoco dalla compagna cacciatrice,

-A proposito come sta la prociona?- chiese lei ghignando, a quella risposta il castano sbuffò,

-Bene, ma con l'arrivo del freddo gli è preso un po di letargo- quella risposta fece ridere la ragazza di gusto,

-Ecco che succede ad avere una strega mammifera. Il mio insettino, invece non ha questi problemi, anzi è molto attivo, sopratutto sotto le coperte- le disse lei, facendo innervosire il compagno,

-Io avrei detto che sarebbe soffocato sotto quella montagna di muscoli- sussurrò Narses a Raide e i due scoppiarono a ridere di gusto, sotto lo sguardo di tutti, a quel punto Lance per riportare l'ordine, afferrò il suo spadone con ambedue le mani, per poi muoverlo circolarmente e in tal modo  tagliando ad ognuno una piccola ciocca di capelli, ad eccezione di Iole la quale intuendo l'attenzione del compagno aveva spostato il busto indietro per evitare di venire colpita,

-Ora basta, non voglio sentirvi beccare tra di voi. Ora cerchiamo di prendere un bel respiro e aspettiamo mio padre- disse calmo il leader delle croci poggiando lo spadone contro il tavolo, a quelle parole tutti gli altri membri annuirono chi d'accordo e chi irritato, ma nessuno di loro avrebbe osato ribattere, almeno che non avessero voluto un occhio nero e delle ossa rotte.



Dopo qualche minuto i sei cacciatori sentirono la porta della stanza aprirsi e da essa fece capolinea un uomo sui cinquant'anni, alto e dal fisico magro e muscoloso dalla carnagione chiara, l'uomo tenne lo sguardo basso mentre entrava chiudendo la porta dietro di lui, il viso saggio era contratto in un'espressione di tristezza e dispiacere,

-Salve mastro Everard- dissero simultaneamente tutti i ragazzi abbassando la testa in segno di rispetto dinanzi al cacciatore più anziano, ma l'aura che avvolgeva il cacciatore era tutt'altro che rosea, anzi era tutto il contrario e di questo Lance se ne accorse subito,

-Padre....va tutto bene?- alla domanda del figlio l'uomo si lisciò la barba bianca spostando lo sguardo marrone su ciascuno dei suoi allievi, soffermandosi maggiormente su suo figlio Lance, dopo di che scosse la testa passandosi una mano lungo i capelli grigi o argentei sfiorando la cicatrice sulla fronte, andando a prendere posto a capo del tavolo,

-Vi ho riunito tutti,qui per comunicarvi una cosa....molto importante...- iniziò lui tenendo lo sguardo basso, avvertendo il peso di dover dare lui stesso una notizia molto spiacevole,

-Aspetti maestro, manca Molock!- affermò Iole con tono comprensivo e rispettoso,

-Proprio di questo volevo parlarvi....temo che Molock per un po' di tempo...non prenderà più parte alle attività delle Croci- a quella risposta tutti nella stanza sobbalzarono per lo stupore,

-Riguarda l'ultima missione padre?- chiese Lance, il quale voleva sapere perché un suo amico è fidato compagno, non avrebbe più potuto combattere insieme a loro per un periodo di tempo,

-Eppure era andato insieme a lui e col suo Parabatai, è successo qualcosa?- fu Raide a fare quelle domande il cui tono trasudava una punta di preoccupazione per le sorti dell'amico,

-Non è Molock...ma Regan- rispose serio e freddo Everard, con le braccia incrociate e lo sguardo nascosto da alcune ciocche di capelli che gli ricadevano davanti al viso,

-Regan o Oona, voglio dire sono la stessa persona ma il fatto che abbia due personalità ti mettono molto in confusione- esclamò Bartholomew, pensando al Parabatai del compagno templare,

-Come mai abbia scelto quello strambo ragazzo è un mistero?- disse Elin sospirando e passandosi l'indice e il pollice sugli occhi per poi continuare -Che è successo, Oona si è rotto un'unghia durante lo scontro?-,

-È morto- rispose lugubre il maestro, facendo sgranare gli occhi a tutti i presenti nella stanza, i quali portarono lo sguardo sull'uomo,

-Come scusi?- chiese Narses sconvolto,

-Regan/Oona lui è morto, in missione ucciso dal demone- disse nuovamente l'uomo digrignando i denti e il peso di quella risposta, mentre nella stanza tutti i presenti abbassarono lo sguardo, con le labbra completamente serrate, nessuno aveva il coraggio di proferire parola davanti alla notizia della morte di un loro "compagno" Nenfilt, sebbene ci fossero varie accademie di cacciatori sparsi nel mondo, alla fine combattevano tutti per la stessa causa, ma tutti loro sapevano benissimo cosa comprendeva la morte di un Parabatai per un cacciatore e della ferita che lasciava nel compagno, tutti e sei iniziarono seriamente ad essere tristi e preoccupati per il loro "fratello" templare.



In uno spiazzo di terra verde, Molock era inginocchiato davanti ad una tomba a croce, lo sguardo del ragazzo era ormai vacuo e velato solo da una profonda tristezza, si sentiva come vuoto, neanche il vento freddo della stagione invernale, in cui l'Irlanda veniva colpita ogni anno con inverni molto rigidi, riusciva a fargli provare qualcosa, l'unica cosa che sentiva era un profondo dolore squarciante al petto e la sensazione di inutilità, non era riuscito a proteggere il suo Parabatai, Regan/Oona era morto per causa sua, lentamente strinse così forte i bugni da sbiancare le nocche e sentire le unghie entrare dentro la carne.
Quando in quella tormenta di dolore avvertì, i passo di qualcuno dietro di lui a un paio di metri, ma le presenze che avvertiva erano fin troppo familiari perché non le riconoscesse,

-Avevo detto al maestro di dirvi, di non cercarmi- sospirò senza emozioni nella voce, mentre dietro i sei i suoi compagni delle Croci sacre lo guardavano inginocchiato davanti alla lapide del suo amico,

-Ma ero sicuro che non mi avreste ascoltato- replicò tenendo lo sguardo fisso sulla tomba, senza voltarsi l'unica cosa che voleva era continuare ad osservare davanti a se,

-Molock, ecco noi....non ci sono parole per descrivere il nostro dispiacere per...la tua perdita- disse Iole facendosi avanti a portavoce degli altri cacciatori, facendo qualche passo verso il ragazzo, il quale strinse forte le labbra, non voleva parlare con nessuno in quel momento,

-Voglio restare solo-,

-Lo sappiamo ma insieme possiamo aiutarti. Vogliamo solo che tu stia meglio- gli disse la corvina con tono dolce, come una sorella maggiore che vuole consolare il suo fratellino, ma invece a quella proposto, il moro mosse la sua arma puntando la punta all'altra estremità alla base del collo della ragazza, che trattenne il fiato insieme agli altri, di certo una mossa simile non se l'aspettavano.

-Voi non potete capire come mi sento ora. Per cui se davvero volete aiutarmi, lasciatemi solo- disse ringhiando, non gli andava di parlare con i suoi compagni, non mentre provava tutto quel dolore che sembrava dilaniargli il petto, lentamente allontanò l'arma dal collo della ragazza, la quale lo guardò tristemente, quando la mano di Lance si posò sulla spalla di lei incrociando i suoi occhi verdi in quelli lilla della sua compagna,

-Rispettiamo la tua richiesta Molock. Ragazzi lasciamolo solo- disse il leader delle croci rivolto agli altri, forse lui come il resto dei suoi compagni aveva compreso la veriticitá delle parole dell'amico, non potevano capire quanto fosse dolorosa la ferita che aveva subito con la perdita del suo Parabatai, di questo fatto anche gli altri lo compresero, ma prima di andarsene Iole poggiò sulle spalle del ragazzo una grossa pelliccia di colore nero,

-È di un'orso che ho abbattuto io stessa- disse decisa Elin incrociando le braccia al seno,

-Ti terrà al caldo ora che inizia il freddo- gli disse Narses con tono divertito, per poi girarsi e incamminandosi insieme alle altre Croci sacre,

-Credete si riprenderà?- chiese Raide, voltandosi indietro, il suo sguardo tradiva preoccupazione per lo stato d'animo dell'amico,

-Perdere il proprio Parabatai ti lascia una ferita nell'animo, un vuoto che ti porterai nel petto finché non esalerai l'ultimo respiro. Non so rispondere a questa domanda- sospirò Bartholomew abbassando lo sguardo,

-Solo il tempo c'è lo dirà!- affermò Lance sentendo il vento scompigliargli i capelli rossicci, guardando il cielo e sperando che il suo amico si sarebbe ripreso presto da quella perdita, mentre dei fiocchi di neve iniziavano a cadere dal cielo.



Tre giorni, era il tempo in cui Molock era stato a fissare la tomba di Regan/Oona, per tre giorni la neve era caduta dal cielo coprendo il luogo con un manto bianco, ma anche a quelle avversità il ragazzo era rimasto immobile come una statua di marmo, a contemplare la lapide con un'unica cosa in testa, non era riuscito a proteggere il suo amico e come conseguenza era morto, il vuoto al petto non accennava a rimarginarsi al contrario al cacciatore sembrò che si stesse allargando, come a volerlo avvolgere in un tunnel di dolore e disperazione, lentamente allungò la mano afferrando della neve e portandosela all bocca per mangiarla,

-Non è certo qualcosa di sostanzioso!- affermò la voce di Everard comparendo al suo fianco e fissandolo con sguardo indagatore, si poteva notare che il ragazzo era sciupato e che non si era mosso per niente a giudicare dalla quantità di neve che si era depositata sulla sua figura e sulla pelliccia di orso che indossava, sospirando si sedette al suo fianco,

-Sono tre giorni che non tocchi cibo o acqua. Ma solo neve caduta- disse aprendo una bottiglia di vino e porgendola al suo allievo, il quale la fissò per un'istante scuotendo la testa, l'uomo sospirò poggiando la bottiglia nella neve, portando la mano sotto alla giacca ed estraendone una lunga striscia di carne secca che porse al ragazzo, il quale la prese iniziando a masticarla lentamente.

-Molock, forse dovresti provare ad andare avanti- gli disse di punto in bianco, a quella parole il ragazzo sembrò tremare di rabbia, perché non lo lasciavano in pace era l'unica cosa che voleva,

-Basta...basta...BASTA- gridò mettendosi di scatto in piedi e guardando il suo maestro negli occhi,

-Non voglio sentirmi dire di sapere come ti senti. Perché nessuno può capire come mi sento, è come se avessi un vuoto nel cuore senza fondo, quindi lasciatemi in pace, visto che nessuno di voi sa cosa vuol dire soffrire per la perdita di un Parabatai- a quelle parole Everard rimase spaventosamente freddo mettendosi in piedi e guardando il suo allievo negli occhi,

-Invece so come ti senti....ho perso mia moglie, molto tempo fa. L'ho vista spegnersi dinanzi ai miei occhi- sentendo la risposta Molock sgranò i suoi occhi azzurri, esaminando i lineamenti del maestro, mentre continuava a parlare,

-Dopo la sua morte....ho sentito il mio cuore andare in pezzi, l'amavo più di ogni cosa e quando l'ho persa il mio cuore, il mio corpo e la mia mente si rifiutarono di crederci...immagino sia lo stesso per te?- a quella domanda il moro annuì, una parte di lui non voleva credere che il suo migliore amico se ne fosse andato,

-Ancora adesso il mio animo si è risaldato. Ma il mio cuore no...ormai non ci faccio più caso, ma alle volte lo percepisco ancora in frantumi- gli rivelò Everard e il moro si sentì uno schifo per il modo in cui aveva trattato il suo maestro, abbassando il capo,

-Mi dispiace mastro Everard. Non volevo mancarle di rispetto ma....è doloroso- disse sentendo le lacrime iniziare a scendere, quando avvertì la mano dell'argenteo posarsi sulla sua testa,

-Il vuoto che hai nel petto non guarirà mai. Ma col tempo vedrai che quel dolore diventerà impercettibile- gli sorrise l'uomo, ricevendo in cambio uno sguardo triste, Molock portò la mano al collo prendendo il pendente di Regan/Oona ed aprendolo vedendo le foto di lui con la versione maschile e femminile del suo Parabatai, sorridendo triste si voltò verso la tomba, estraendo dalla cintura due lame angeliche, una sua e l'altra di Regan, per poi piantarla nel terreno posizionandole a croce davanti alla tomba,

-Vuoi lasciarle qui?- chiese il suo maestro guardando il proprio allievo annuire,

-Saranno un'ottima offerta in sua memoria- a quella risposta Everard sorrise,

-Sai avrei voluto dopo la missione, chiedere a Regan/Oona di diventare un membro delle Croci....sebbene non avesse sangue di un templare. Lo era nell'animo- gli disse, facendo sorridere il cacciatore al suo fianco, per poi prendere  la bottiglia di vino che aveva lasciato nella neve mettendola davanti alla tomba, come offerta,

-Ti lascio solo....da tempo al tempo. Solo così potrai andare avanti- gli sussurrò lasciando sulla neve un sacchetto di carne secca e incamminarsi,

-Grazie- sussurrò Molock tirando su col naso, e sedendosi davanti alla tomba afferrando il sacchetto ed iniziando a mangiare voracemente la carne secca, mentre Everard sorrise, sperando che il ragazzo si sarebbe ripreso presto, sapeva che ci sarebbe voluto tempo, ma poteva aspettare, sapendo che sarebbe tornato più forte di prima.








Note dell'autore

Come promesso ecco il capitolo Extra, qui finalmente conosciamo le restanti tre Croci, come avete capito ho voluto mostrare dopo la morte di Regan/Oona, il parabatai di Molock e in parte il suo stato d'animo, sperando di esserci riuscito.
Che altro dire, con questo la storia giunge definitivamente alla sua conclusione, vi ringrazio di aver seguito la storia o anche solo di avergli dato un'occhiata, sono felice di essere riuscito a concluderla.
Con questo concludo e vi do appuntamento a prossimo aggiornamento, ancora un grazie infinite da Dragun.
  
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