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Autore: Akune_Niives    09/11/2017    3 recensioni
Ispirata a "When you wish upon a star" di Louis Armstrong, narra di un piccolo Stiles senza amici, isolato a causa della sua iperattività, e della dolcezza con la quale il bambino chiede ad una stella di esprimere un suo desiderio.
E' una slice of life dove vengono raccontati momenti della vita di Stiles, di come incontra Derek, di come stringe una solida amicizia con Cora (che gli farà conoscere Scott) e di come le loro vite sono destinate a cambiare per sempre.
Sterek AU!Tutti umani, brotp!Stora, brotp!Sciles.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cora Hale, Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Saaaalve..
No, guai a voi! Giù quei forconi.. HO DETTO GIU'!! Vi vedo sai!!
Chiedo umilmente perdono, ma con il lavoro e lo stress è davveri difficile buttar giù qualcosa per continuare questa storia. Storia che all'inizio reputavo meravigliosa e bellissima ma che adesso inizia a non piacermi più.. Non lo so, sarà il periodo, sarà il tempo, ma ultimamente ho tanta fantasia ma poca voglia di scrivere perché penso "tanto chi se la caga la roba che scrivo?"
Ogni tanto va così, succede anche ai migliori..
Sappiate che per scrivere questo minuscolo capitolo ci ho messo, credo, quasi quattro mesi. Quindi siate clementi e smettete di cercare di prendere la mira con quei pomodori.. Sono allergica ai pomodori!! ç_ç
Scuse e cazzate a parte, ecco il nuovo capitolo. 
Come sempre, purtroppo, vi ricordo che non so quando uscirà il nuovo capitolo ma non temete.. Prima o poi riuscirò a far finire questa storia.
Grazie a tutti.
Con affetto e tante banane, 

A.




















«Sceriffo, la cosa è complicata.»

«Continuo a non fidarmi. Finché non parlerò con questi ragazzi non mi fiderò delle loro parole.»

«Come possono anche solo insinuare che Stiles sia andato da loro e li abbia picchiati senza un motivo??»

«Ma soprattutto» interviene, finalmente, la Preside «come può un ragazzino come Stiles poter prendere a pugni dei ragazzi come quelli?! Senza offesa, signori Stilinski..» continuò soffermandosi per un attimo a guardare Claudia «Ma vostro figlio non mi sembra in grado di fare quello che sostengono i quattro ragazzi.»

«Non so se sentirmi offeso o lusingato..»

«Stiles, chiudi la bocca.» sussurra Claudia che ancora non aveva smesso di abbracciarlo.

«I ragazzi dichiarano che..» inizia uno degli agenti, sfogliando un taccuino «”Stilinski si è avventato su di noi come una furia, ha iniziato a spintonarci, ha preso a pugni Nolan, ha assestato qualche calcio a Mike e poi si è tirato un pugno in faccia da solo, fingendo in seguito di svenire. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo materiale di capire cosa stesse succedendo.” Voi questo come lo spiegate?»

«E lei come lo spiega che effettivamente ho molte più ferite di quanti quei ragazzi sostengono?» sbotta Stiles «Se effettivamente mi fossi tirato un pugno da solo, come le spiega le costole rotte, la clavicola e il polso?!»

Cala un silenzio imbarazzante.

Effettivamente Stiles ha ragione.

Come avrebbe potuto farsi tutto quel male da solo, usando soltanto la forza di un pugno?

O era diventato Capitan America o qualcosa in quel discorso non tornava.

«Qui siamo tutti convinti dell’innocenza di Stiles, Sceriffo... Ma perché mai dei ragazzini dovrebbero inventare una balla così grande contro un bambino così mite?»

«D’accordo. Indagheremo. Adesso, vi prego, lasciatelo riposare. Ne riparleremo domani nel mio ufficio.»

Gli agenti annuiscono ed escono dalla stanza senza dire altro.

La porta si chiude, ma la famiglia Stilinski non fa in tempo a tirare un respiro di sollievo che la porta di apre nuovamente, rivelando la presenza di Talia.

«Ciao.. Posso?» chiede mentre fa capolino nella stanza.

Claudia sorride e le fa cenno di entrare.

«Ho intuito la situazione appena ho visto entrare quella squadra in sala d’aspetto. Deduco che potrebbe servirvi un avvocato.»

«Talia.. Ti ringraziamo ma non sappiamo ancora..»

«Io sono qui, se mai vi dovesse servire un consulto o qualcos’altro. »

Stiles osserva entrambi i suoi genitori e alza gli occhi al cielo.

«Oh, forza! Andate e fatele le domande che vi frullano nella testa. Io certo da qui non posso muovermi.»

Claudia posa lo sguardo prima su Stiles e poi sul marito.

«Ci mettiamo solo un momento, tesoro. Se hai bisogno di qualcosa basta che ci chiami o che premi il pulsante qua accanto a te, ok?»

Stiles annuisce, sorridendo alla madre mentre la osserva uscire seguita da gli altri due adulti.

Bene, forse adesso sarebbe riuscito a riposare un po’. Chiude gli occhi e si sistema meglio fra i cuscini, cercando di ignorare il rumore dei macchinari intorno a lui. Ma niente.

La porta si apre di scatto, facendolo trasalire.

Apre gli occhi in tempo per vedere un tornado con i capelli neri investirlo ed abbracciarlo.

«Cora.. Cora ti ricordo che non respiro bene!»

«Sta’ zitto, stupido idiota.» mormora la ragazzina mentre si stringe al corpo magro del ragazzino.

«Fratello, ci hai fatto prendere un colpo.. Ma che ti è saltato in mente?!» replica Scott che si era avvicinato al letto e gli aveva messo una mano sulla spalla.

«Speravo solo di risolvere tutto. Non volevo che Cora continuasse ad essere un bersaglio ma non volevo nemmeno scatenare un putiferio con la Preside. Credevo di potercela fare da solo..»

«Da solo. Tu? Contro un gruppo di ragazzi dell’ultimo anno che fanno gli sport più disparati? Ma sei completamente cretino??» mormora Cora, iniziando a singhiozzare.

«Beh, ci ho provato.. Sempre meglio di rimanere fermi a non far niente.»

Cora sorride fra le lacrime, concedendosi un attimo per osservare il volto dell’amico per poi tuffarsi nuovamente fra le sue braccia.

«Grazie, Stiles.»
 















Qualche ora dopo…















 
Scott e Cora erano andati via già da un paio d’ore ma Stiles non era comunque riuscito a chiudere occhio.

Prima era rientrata sua madre, seguita da Talia, e poi era tornata Melissa per fargli altri esami e controllare che il post operatorio stesse procedendo bene.

Mentre le tre donne parlano tra di loro, la porta si apre nuovamente.

Derek entra nella stanza e vedere le il corpicino di Stiles pieno di bende e flebo gli annebbia la vista per un attimo.

Si avvicina cauto, come se anche un suo solo sospiro potesse fargli male.

Guarda Melissa, Claudia e Talia. Guarda le tre donne, le tre madri, come per assicurarsi che andasse tutto bene.

Poi torna su Stiles, che sembra voler evitare il suo sguardo a tutti i costi.

«Cosa si è rotto di preciso?» chiede, mentre lo sonda con lo sguardo.

«La clavicola sinistra, il polso sinistro e due costole.»

Derek si accorge di essere esattamente sul lato sinistro del ragazzino e osserva attentamente le ferite. Poi fa il giro del lettino e guarda nuovamente Melissa.

«E da questo lato?»

«No, il lato destro non ha riportato alcun danno grave..»

Questo gli basta.

«DEFICIENTE!»

E gli colpisce il braccio destro con un pugno.

Gli occhi di Stiles si spalancano e dalla bocca esce un grido sordo.

«Fino ad ora..» borbotta Melissa prima di correre verso Derek per allontanarlo dal lettino.

«Deficiente?! E per cosa?»

«Mi hai fatto morire d’infarto! Sai cosa vuol dire trovare qualcuno mezzo morto in un corridoio e sentirlo urlare in modo straziante senza poter fare niente per aiutarlo?! Lo sai?»

«Ma.. Ma..»

«E sai quanto ha pianto Cora?? Quando ti ha visto pensava tu fossi morto!! Le hai fatto perdere cinque anni di vita! MI HAI FATTO PERDERE CINQUE ANNI DI VITA, STUPIDO IDIOTA!!»

Mentre continua a gridare, tenta più volte di colpirlo di nuovo, trattenuto a fatica da Melissa.

«Cos’è, adesso inizia ad importarti anche di me?! EH?» ribatte Stiles col tentativo di canzonarlo ma non riuscendo a nascondere la rabbia che iniziava a fargli tremare le mani.

Derek si blocca all’istante, come se un fulmine lo avesse appena colpito.

Si scrolla Melissa di dosso ed esce dalla stanza. In silenzio.

Silenzio che continua a farla da padrona nella stanza finché Talia non si riscuote dallo stupore e si mette ad inseguire il figlio.

«In quella famiglia sono tutti matti. Definitivamente.» mormora Stiles mentre gioca con i fili del camice a testa bassa.

Stupido, stupido Derek.

Altro che ringraziarlo, la prossima volta lo avrebbe mandato a quel paese con tanto di linguaccia!!

Perché arrabbiarsi così tanto?! Dio, aveva solo cercato di aiutare Cora mica aveva ammazzato qualcuno.

Non si accorge delle lacrime che scendono finché sua madre non le asciuga con un fazzoletto.

«Sto bene, mamma.» si lamenta, cercando di sfuggire alle tenerezze della donna senza però volerlo davvero.

«Tesoro, immagino che Derek ti abbia un po’ turbato con il suo comportamento ma pensa a come possa essersi sentito quando ti ha visto in quelle condizioni..»

«Non gli è mai importato di me, com’è che adesso inizia a fare il preoccupato??»

«Sei proprio sicuro di questo, tesoro? Siete cresciuti insieme, d’altronde. Volendo o non volendo ci si affeziona sempre a qualcuno.»

«Tratta Cora come una principessa, e lo capisco dato che è sua sorella, gioca sempre a basket con Scott e gli dà pure dei consigli. Poi arrivo io e mi guarda sempre come se gli stessi antipatico. Quando fa i panini per merenda a me tocca sempre quello con meno marmellata, i biscotti con meno gocce di cioccolata o il bicchiere con meno the freddo. Quando Derek è con noi sembra sempre che io non esista perché lui è il più divertente, il più bravo, il più migliore di tutto!!!»

«Stiles, “più migliore”..»

«Sì, lo so che non si dice! È venuto un brivido anche a me nell’istante in cui l’ho detto.. Il discorso comunque è che mi ha trattato male per anni e ora non è proprio un suo diritto quello di essere preoccupato a morte per me..»

«Magari si comporta così perché effettivamente a te tiene davvero..» mormora Melissa mentre è intenta a scrivere sulla cartella medica.

Stiles la guarda interrogativo e il silenzio spinge Melissa a continuare.

«Forse ti dà i biscotti con meno cioccolata e i panini con meno marmellata perché sa che l’unione di zuccheri e apparecchio ai denti aumenta le possibilità di carie, visto che dovresti lavarli immediatamente dopo aver mangiato e tutti noi sappiamo quanto tu odi quell’apparecchio e quanto ti faccia fatica lucidarlo a dovere. E, nuovamente, forse ti dà il bicchiere con meno the perché sa che la teina è quasi peggiore della caffeina e che non fa bene a persone iperattive come te.»

«Beh, questa mi pare più una giustificazione medica..» borbotta Stiles alzando le sopracciglia  fin quasi all’attaccatura dei capelli.

«Infatti mi sembra inutile ricordarti il fatto che Derek voglia diventare medico ed iscriversi al college di medicina una volta finita la scuola.»

Stiles incrocia le braccia al petto e gonfia le guance.

Melissa alza la testa per osservarlo e il suo sguardo si intenerisce.

«Scusami se mi sono intromessa, mi sembrava vi servisse un parere esterno.» mormora spostando lo sguardo verso Claudia.

«Grazie, Mel.. Forse le tue parole riusciranno a far riflettere questo testone.»

Certo, madre. Testone.

Come se fosse mia la colpa. Se lui fosse stato un pochino più chiaro, un pochino più diretto certamente lo avrei capito anche io e non sarebbero serviti i ragionamenti di Melissa per rendermelo più semplice.

Prende di scatto il cellulare sul comodino, cercando di ignorare le fitte di dolore causate da quel movimento repentino e scrive un messaggio a Cora.


[17:45] Stiles: “Cora, perché mai Derek dovrebbe essere così preoccupato per me?!”


[17:46] Cora: “Beh, lo sai.. Derek è una mamma orso. Ruglia un po’ contro tutti ma alla fine non è poi così scorbutico e cerca sempre di prendersi cura dei cuccioli come meglio può.. Perché me lo chiedi?”


Non le risponde.

Si immerge nelle riflessioni.

Derek tiene a lui ma non vuole darlo a vedere.

Questa è la domanda che gli ronza nella testa e alla quale non riesce a dare risposta.

Solo una piccola idea riesce a nascere nel suo cervello. Parlare con Derek e farsi spiegare il suo comportamento.

Non sarà facile.

Non è nemmeno sicuro che sia la cosa giusta ed inizia a dubitare dell’affidabilità della sua mente.

D’altronde, cosa potrebbe cambiare?
   
 
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