Come un’ombra nel
crepuscolo
I colori tenui del crepuscolo
vanno sfumandosi verso la profondità della notte che scende sul villaggio di
Berk.
Osservi pacato, con una sorta d’inquietudine
che si rinnova ormai di anno in anno, lo spettacolo del cielo che cattura il
tuo sguardo.
La festa di Snogghethon
annuncia l’arrivo dell’inverno nelle terre ostili, fredde e selvagge dei
vichinghi, un inverno che sarà lungo, pesante e difficile, a cui gli abitanti
di Berk hanno fatto l’abitudine.
In realtà, la cosa più curiosa,
che attendete tutti con più ansia, tu compreso, non è la festa in sé, ma quello
che succede in coincidenza di tale periodo, ed è la riproduzione e cova dei
draghi.
Fedeli al loro istinto naturale,
comune a tutti gli esseri viventi che popolano la terra, tutti gli anni si leva
in volo una moltitudine di draghi di ogni specie, compresi quelli selvatici
allo stato brado, che vivono liberi nelle foreste e nelle isole dell’arcipelago,
come uno stormo smisurato e imponente di uccelli migratori dai colori più
svariati.
Tutti i draghi lasciano Berk,
maschi e femmine, e non c’è legame drago/cavaliere che per quanto forte, saldo
e indissolubile, faccia eccezione a questo richiamo ancestrale legato alla
sopravvivenza.
I draghi faranno ritorno sulle
sponde impervie della vostra isola soltanto dopo la schiusa delle uova;
staranno lontani da casa – perché Berk oramai è tale anche per loro - per un
tempo di circa tre mesi che copre il periodo dello svezzamento dei piccoli.
Tre mesi che ti sembrano sempre
troppo lunghi da passare, e quest’anno, senza tuo padre, lo sembreranno ancor
di più, anche se gli Dei del Walhalla ti hanno fatto ritrovare una madre del
tutto simile a te.
La presenza dei draghi manca a
tutti nel villaggio, nonostante la relativa pace per la mancanza di piccoli
incendi, ruggiti sui tetti nel cuore della notte e svariati altri piccoli
incidenti dovuti alla convivenza non sempre facile tra vichinghi e draghi.
Ma a te sta bene.
La vita è questa da qualche anno,
e non torneresti indietro per nulla al mondo, e sai che nessuno a Berk lo
farebbe, neppure il vichingo più nostalgico, riottoso, o conservatore.
Eppure, mentre osservi il cielo
riempirsi delle loro grida di richiamo, o guardi Tempestosa e gli altri draghi
alzarsi in volo, simili ad ombre nel crepuscolo, un irrefrenabile senso di
malinconia ti afferra il cuore, e un groviglio di sentimenti contrastanti
lottano nel tuo spirito di nobile vichingo.
Sai che in quel cielo violaceo,
qualcosa manca.
Un’ombra nera con ali maestose di
pipistrello, che si nasconde sotto il mantello della notte. È qualcosa che con timore e speranza hai
ricercato innumerevoli volte, senza mai trovarla.
E hai avuto paura di scorgerla,
quell’ombra, sì.
L’ombra di un’altra furia buia.
Sdentato è accanto a te sul
pendio della scogliera che precipita a strapiombo sul mare scuro.
Piega un po’ la testa di lato, e
sgrana le sue grandi iridi verdi incuriosito, ma tranquillo. La sua espressione
lieve e rassegnata, è piena di quella tenerezza che tu conosci così bene, che
ti riserva spesso e volentieri. Ogni tanto emette dei suoni gutturali, alzando
il muso nero verso il cielo d’inizio inverno come se volesse salutare i suoi
compagni che se ne vanno.
Sa che torneranno.
Eppure, hai l’impressione che
anche lui sia triste.
Il motivo è un segreto che ti
brucia l’anima.
Sdentato non farà mai quel volo,
rituale della vita stessa di un drago, perché lui pare l’ultimo della sua
specie.
In quel cielo immenso che vi
sovrasta, misterioso come la notte che nasconde le sue ali nere, che tante
volte vi ha visti insieme come un unico essere, dove avete volato, combattuto e
giocato, dove vi siete sentiti liberi e felici di condividere l’avventura che è
la vita, non c’è una compagna ad attenderlo.
Per quanto nella tua ricerca ti
sia spinto in terre e lande desolate sempre più estreme, e oceani sconosciuti,
finora nulla ha confermato il contrario.
Lui è l’ultimo.
Ti sembra così ingiusto.
Tu hai Astrid.
Lei ti vuole bene e tu ne vuoi a lei.
L’uno per l’altra ci sarete
sempre.
Sdentato ha soltanto te.
Un giorno, potrebbe mai
abbandonarti per inseguire il richiamo di madre natura? Chissà se le furie buie
si accoppiano per la vita, come i lupi o i falchi. Avrai mai modo di scrivere
questo sul libro dei draghi?
Prima del vostro incontro, non
era altro che un randagio solitario, libero e senza nessun legame apparente.
Era senza un nido a cui tornare, né poteva trattenerlo
quella regina malvagia che mangiava i suoi simili.
L’unica volta che Sdentato ha
fatto quel volo in solitaria, è stato per riportarti un elmo che avevi perso in
mare, il suo dono per te.
Gli avevi fatto una coda nuova
per renderlo indipendente.
Per renderlo libero. Anche da te,
la causa della sua menomazione.
Lui avrebbe potuto non tornare.
Invece, era tornato, e il tuo
cuore di ragazzino ero scoppiato di gioia incontenibile.
E ti aveva sorpreso di nuovo,
come solo il tuo drago riesce a fare, quando quella coda che tu avevi fatto con
amore, lui l’aveva distrutta.
Non per gioco, né per dispetto.
Per volontà propria.
I draghi non parlano.
Non con le parole, almeno.
Gli occhi di Sdentato lo fanno, e
sono più espressivi, chiari e sinceri di tutte le frasi umane mai ascoltate in
vita tua.
Gli occhi di Sdentato non ti
hanno mai mentito, e quel giorno, disarmanti e spalancati con fiducia sul tuo
sguardo, ti hanno parlato.
Sei
il mio amico, il mio compagno… siamo un unico spirito, io e te…
non
mi serve una coda nuova, io senza di te non volerò mai più da nessuna parte.
Nel tuo cuore di giovane uomo sai
che è vero, come sai che la speranza mista ad un po’ d’angoscia accompagnerà
sempre il tuo sguardo alzato verso quel cielo crepuscolare, invaso dal volo dei
draghi, alla ricerca di un’ombra nera con grandi ali di pipistrello.
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Buongiorno a tutti.
Da poco, frequento
questo fandom come lettrice, ma non pensavo che avrei
mai scritto qualcosa, e invece, spinta da un’idea che ha iniziato a frullarmi
in testa, stimolata anche dall’invito di un’altra autrice Emma Star, che
ringrazio, ho buttato giù questa cosa in pochissimo tempo, cosa per me
abbastanza insolita.
Adoro la saga di
Dragon Trainer, e l’amicizia tra Hiccup e Sdentato è
il tema centrale di tutto; recentemente ho visto il bellissimo cortometraggio
“Il dono del drago”, che mi ha ispirato questa piccola ff,
anche se ci sono attinenze col secondo film, almeno per quanto riguarda l’età
dei protagonisti che qui ho pensato più maturi.
Probabilmente
resterà il mio unico contributo qui, ma spero che vi sia piaciuta, e se vi va
di lasciare un commentino o una critica ne sarei felice e riconoscente.
Un saluto a tutti.
Ninfea Blu