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Autore: I_love_villains    11/11/2017    2 recensioni
[Interattiva. Iscrizioni aperte fino alla fine della fic]
I nostri cari vampiri si troveranno alle prese con le persone più odiose al mondo.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Bene, ma la mia storia non è adatta ai bambini.” Shin si avvicinò a Kanato e Yui. “È una storia di paura.”
“Non sarà mica …”
“Sì nii-san, si tratta della fantasmina!”
“Fantasmina?” ripeterono gli altri.
“Proprio così. Carla crede che non esiste solo perché la vedo solo io.”
“È una probabilità molto alta” sentenziò Reiji.
“Racconta, poi decidiamo se crederti” fece Ayato.

Shin si era appena messo a letto quando udì uno strano rumore. Si alzò a sedere guardandosi intorno, ma in camera non era entrato nessun lupo. Si stese, si coprì e si trovò faccia a faccia con il fantasma di una diciassettenne. Il fondatore balzò giù dal letto strillando, mentre lo spirito scoppiò in una risata macabra e creepy. Shin corse fuori dalla camera, ansimante, e cercò di calmarsi. Sospirò sollevato vedendo che nessuno era accorso al suo grido. In fondo lui non era mica un codardo, chiunque si spaventerebbe a trovarsi improvvisamente davanti qualcosa di inaspettato!
Pensando che probabilmente era uno scherzo di Kin la pazza, Shin tornò in camera. Le luci si spensero e accesero a intermittenza, con la risata dello spettro come colonna sonora.
“Finiscila Kin! Vai a tormentare Carla!”
“Kin? Chi è Kin? Io sono Pervinca Tenjou.”
La ragazza lievitò di fronte a lui. Era eterea e trasparente come ci si aspetta da un fantasma, tuttavia si distinguevano il colore degli occhi, marroni, e quello dei capelli, lunghi, neri e con la frangetta. Indossava una semplice veste bianca ed era scalza.
“Mai sentita. Esci dalla mia camera!”
“No, ci sto bene qui.”
Shin provò ad afferrarla per un braccio, ma ovviamente la sua mano ci passò attraverso. Si rese conto che faceva più freddo.
“Per caso ti ho uccisa io?”
“No … ecco come sono morta.”
Sotto Pervinca si formò una pozza d’acqua.
“L’hai fatta al letto e i tuoi ti hanno ammazzata?”
“No!” Un libro partì dallo scaffale e colpì il fondatore sulla testa. “Sono annegata!”
“Ahu! E che cazzo ci posso fare io?!”
“Nulla immagino, ma mi sono sentita attirata da questo luogo, quindi ci resto.”
“Beh, signorina morta annegata, vedrai che mio fratello riuscirà a scacciarti” affermò Shin con sicurezza.
Per tutta risposta Pervinca rise macabramente e inzuppò il letto del fondatore di acqua gelata.
Il giorno dopo Carla visitò la camera del fratello. Vide che era in disordine, con oggetti sparpagliati ovunque e alcuni bagnati. In effetti quella notte aveva sentito dei rumori, per poi mettersi i tappi per le orecchie, ma non credeva minimamente c’entrasse un fantasma.
“Che ne pensi nii-san? La bastarda mi ha tenuto sveglio tutta la notte!”
“Non voglio sapere come passi le tue notti …”
“Ma che hai capito? Non la vedi che ride e mi indica?”
“Shin, in questa stanza ci sei solo tu.”
“Però …”
A corto di idee, il minore spinse Carla attraverso Pervinca.
“Ok, ho sentito un brivido. Ma siccome la vedi solo tu, tu devi sbarazzartene.”
“E come? Non voglio altro.”
Il fratello gli portò una decina di pesanti volumi sui fantasmi, gli augurò buona fortuna e si dedicò ai fatti suoi, talvolta interrotto dalla sua personale seccatura. Shin non ci pensò nemmeno di leggere quei libri, che invece interessarono Pervinca. Mentre lei leggeva, lui guardò Casper, trovandolo molto istruttivo. Infatti il suo spirito aveva una forma più umana, ma lo stesso carattere degli zii del fantasmino. Inoltre, a quanto pareva, per farla sparire doveva risolvere il suo affare in sospeso. Per scoprire qual era, doveva per forza parlare con la tipa.

“Mi sembra abbastanza reale, eppure hai detto che Carla non ci credeva” disse Kou.
“Era per creare più atmosfera. Il mio nii-san è troppo intelligente per non capire cosa è reale e cosa no e … è dietro di voi!!”
Yui urlò e corse a nascondersi dietro il divano all’altro capo della stanza. Kanato si voltò senza vedere niente e si fece scudo con Teddy.
“Ah-ha, scherzetto” rise il fondatore.
“NON DEVI SPAVENTARE TEDDY!”
“Shin …” sospirò esasperato Carla.
“Ok, ok, torno alla storia.”

“Parlarti della mia morte?” ripeté Pervinca.
“Sì. Avanti spara.”
“Però prima giochiamo e mi racconti cose di te.”
“No.”
“Daiii, facciamolo! Dai! Dai! Dai!”
Lei continuò a saltellargli intorno strattonandogli i vestiti finché lui non si arrese.
“D’accordo, a cosa vuoi giocare?”
“Mosca cieca. Tu parti avvantaggiato, hai già una benda. Che ti è successo all’occhio?”
“È una cosa privata e spiacevole.”
“Anche la mia morte.”
“Uff … me lo ha tagliato Carla per non far morire me e non scatenare una guerra. Ora parla.”
“Va bene, ma chiudi l’occhio.”
Shin l’accontento, seccato, sperando che ciò fosse utile a farla sparire dalla sua vita. Pervinca si accertò che lui non ci vedesse, poi parlò mentre il fondatore camminava alla cieca seguendo la voce di lei.
“Era un bel giorno di primavera. Io in vita ero una pattinatrice ed ero uscita ad allenarmi, ma il ghiaccio era più sottile di quello che pensavo e … sono finita in acqua.”
“Capisco. Allora sei ancora qui perché non hanno ritrovato il tuo corpo?”
“No, mi hanno anche fatto un bel funerale.”
“Fantasmina … avevi un fratello o qualcun altro a cui non hai rotto i coglioni per abbastanza tempo?”
Se prima Pervinca aveva voluto giocare davvero, a quell’uscita scordò la mosca cieca e mandò addosso allo Tsukinami tutti gli oggetti presenti nella stanza. Shin inciampò nell’aspirapolvere e si raggomitolò per terra.
“Ma Shin è il diminutivo di Shimunito?! Come puoi dire una cosa del genere?!”
“Ahia! Smettila!”
“E dire che mi stavi simpatico” commentò lei per poi sparire da quella camera.
Da quel giorno il fondatore non ebbe un attimo di pace: al mattino trovava le pantofole sbranate o piene di bava, perché Pervinca gliele rubava la sera per farci giocare i lupi e gliele riportava all’alba; durante il giorno doveva sempre guardarsi da scope e tappeti che lo facevano inciampare, spigoli su cui andava a sbattere, vasi riempiti d’acqua gelida che lo infradiciavano e anche cibo, sapone e dentifricio gli finivano spesso addosso. La notte, se riusciva a prendere sonno, veniva svegliato dalla risata creepy di Pervinca, dalle luci che si accendevano all’improvviso o ancora da acqua fredda.
La fantasmina, come la chiamava Shin, si stava divertendo un mondo. La rabbia le era passata, ma finché lui non le chiedeva scusa avrebbe continuato ad essere offesa. Capendo che il fondatore non ci sarebbe mai arrivato, glielo scrisse sullo specchio.
“Cosa? Vuoi che mi scuso? Ma …”
Shin si zittì appena vide che la ragazza stava sollevando l’attizzatoio del camino.
“Ok, non ti insulto più. Basta fare casini.”
“Ma non sei tu per primo un caShinista?” sorrise lei.

“Avete fatto pace dunque?” domandò Kino.
“Sì, diciamo di sì. Solo che lei è molto infantile …”
“Lei” fece sarcastico Carla.
“… e io non so gestire i bambini. Ho fatto tutti i giochi che voleva, ho risposto alle sue domande, perché la fantasmina è anche una gran curiosona, ma niente, non spariva. A volte qualche oggetto mi ha colpito ancora. Succede ogni volta che si arrabbia.”
“Ti perseguita ancora, vero?” chiese Laito, mentre costringeva Yui ad uscire da dietro il divano.
“Per me è una persecuzione, lei non la vede così …”

“Con te mi diverto tanto, Shin-san” esclamò Pervinca dopo aver stracciato il fondatore al Monopoli.
“Buon per te” fece assonato lui.
“Forse dovresti andare a letto. Preparati, che poi ti confido una cosa.”
Shin obbedì, curioso. Era forse giunto il momento tanto atteso?
“Un paio di giorni fa la porta della tua stanza è diventata completamente dorata e una forte luce calda brillava oltre la soglia. Ed è successo solo grazie a te, mi hai aiutata a raggiungere la pace.”
“Bene, ora puoi … aspetta, due giorni fa? E me lo dici adesso?! E sei ancora qui?!”
“Calmo, ci sto arrivando. Mi sono avvicinata e stavo per abbassare la maniglia, ma mi sono fermata. Avevo finalmente un migliore amico e lo dovevo lasciare tutto da solo? Che avresti fatto non vedendomi più? Quindi mi sono allontanata, un po’ a malincuore, e la porta è tornata normale.”
“M- ma … ok, mi hai avvertito e adesso possiamo salutarci. Credimi, me ne farò una ragione se decidi di andare nell’aldilà.”
“Oh, non so se funziona così. Chissà quando ritornerà la porta speciale. Intanto passeremo un sacco di tempi insieme” concluse allegra lei.
Lo abbracciò, passandogli attraverso. Shin rabbrividì, desiderando non essere mai nato.



***Angolo Autrice***
Stardust ha assegnato a Shin una compagna di giochi e lui non l'apprezza, che maleducato XD
Ovviamente la prossima vittima è Azusa. Ultimo vampiro prima del finale ^^
Alla prossima!
   
 
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