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Autore: Robigna88    11/11/2017    1 recensioni
Quarta parte della serie The Family Business.
Crossover tra The Originals/TVD/Supernatural/Constantine/Arrow
-"Sei la donna più forte che conosco, puoi farcela. Ti amo."- Queste sono le ultime parole che Elijah Mikaelson ha detto a sua moglie poco prima di chiudere gli occhi e cadere nel sonno profondo all'interno della Chambre de Chasse creata da Freya per tenere la sua famiglia al sicuro. Queste sono le ultime parole che Allison ha sentito pronunciare da suo marito prima che chiudesse gli occhi lasciandola sola con il cuore spezzato.
-"Sistemeremo tutto.-" Questa è invece la promessa che Allison ed Hayley si sono fatte e che hanno intenzione di mantenere.
Da quelle parole sono passati cinque lunghi anni e molto è cambiato; la piccola Hope ha sette anni, è bella, sana e amata e le due donne stanno ancora provando a mantenere le promesse fatte. Per farlo sono pronte a qualunque cosa perchè la famiglia viene prima di tutto. Le conseguenze delle proprie azioni, però, tornano sempre a bussare e a volte marchiano l'anima... per sempre.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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20.

 

 

 

 

 

Allison corse per circa trenta minuti, infine si fermò davanti a un palazzo abbandonato e fece un grosso respiro. Le faceva male ogni cosa, ed era solo sua la colpa, visto che negli ultimi tempi era stata un po’ pigra. Non faceva la sua corsetta mattutina da circa un mese, perché non c’era tempo o perché non ne aveva voglia. In realtà si sentiva svogliata in generale. Le cose a New Orleans sembravano essersi fermate, come in una infinita pausa, e per quanto amasse quella pace sapeva per certo due cose: era sempre il preludio di una guerra e, più le cose rimanevano immobili, più lei ed Elijah sarebbero stati costretti a rimanere in quel posto.

Non ne poteva più di quella vita, ma ci era dentro fino al collo.

Le cose con il suo bell’Originale elegante erano tese da qualche tempo, precisamente da due settimane e cioè da quando lui si era rivelato pronto a sacrificare una dozzina di bambini solo per far uscire Inadu allo scoperto ed eliminarla. Non le era piaciuto scoprire che era diventato così spietato, non le era piaciuto capire che era davvero disposto a qualunque cosa, perché c’era un limite a tutto e sacrificare dei bambini lo superava.

Avevano litigato, si erano confrontati e poi Allison aveva preso una decisione: avrebbero fatto le cose a modo suo, perché il modo dei Mikaelson era sgradevole. Lo aveva deciso dopo aver passato del tempo con Hope e grazie a qualcosa che proprio la piccola aveva detto, la cacciatrice aveva realizzato che stavano sbagliando ogni cosa. Stavano costruendo muri dove invece c’era bisogno di ponti, si stavano facendo la guerra con le persone sbagliate, ripetendo gli stessi errori che lei e Hayley si erano ripromesse di non fare mai più.

Aveva deciso che le cose dovevano cambiare e senza dire nulla a nessuno era andata da Marcel, lo aveva liberato dalle sue catene e avevano parlato a lungo. Poi erano scesi al piano di sotto e davanti agli occhi sgomenti e furiosi di Klaus, Allison aveva annunciato che Marcel era libero di andare, che avrebbe tenuto a bada il suo piccolo esercito e che li avrebbe persino aiutati a liberarsi di Inadu, perché, aveva detto proprio la bestia, liberarsi di lei significa liberarsi di tutti voi e io non vedo l’ora che ve ne andiate. Quando Marcel se ne era andato via, Klaus le aveva urlato contro, Elijah si era schierato dalla parte di suo fratello. Lei aveva trattenuto la rabbia ed era volata via, per raggiungere Lucas e la Strige e controllare come procedevano le cose con Alistair. Era tornata dopo qualche giorno, ma la tensione con Elijah era rimasta, nonostante un bacio e un abbraccio.

Riprese la sua corsa e arrivò in casa giusto in tempo per vedere Hayley terminare una telefonata con aria davvero nervosa. Respirò a fondo.

“Che succede?” chiese alla sua amica.

“Vuoi prima la notizia brutta o quella orrenda?”

Allison chiuse gli occhi per un istante. “Quella orrenda.”

“Esiste un’arma che può uccidere un Originale. Ce l’ha Sofya, l’amica di Marcel.”

“Marcel non ci darà problemi e mi ha assicurato che nessuno dei suoi lo farà quindi...”

“Quindi aspetta di sentire la brutta notizia prima di continuare” la interruppe Hayley. “Sofya è posseduta da Inadu al momento e niente di quello che Vincent ha provato è stato capace di scacciarla. A quanto pare questa malefica stronza primordiale può anche prendere il controllo dei corpi a suo piacimento.”

“Può fare molto di più” una voce riecheggiò nel grande atrio, Allison si voltò per scoprire a chi apparteneva. Era Dominic, il braccio destro di Inadu. Lei lo aveva visto una solta volta, ma allora era un cadavere, suppose che la resurrezione fosse una cosa tra quel molto di più di cui le aveva appena messe al corrente.

“La leggendaria Allison Morgan” continuò lui avanzando. “Che onore conoscerti, finalmente. Ho sentito grandi cose su di te. Lascia che mi presenti, sono...”

“So chi sei e non me ne importa nulla. E adesso fuori da casa mia, per favore.”

“Prima di mandarmi via” Dominic sorrise. “Ti consiglio di ascoltarmi. Ho una proposta per te.”

“Che ne dici della mia di proposta: esci da questa casa sulle tue gambe, adesso. Oppure ti faccio uscire io, attraverso la finestra.” Dominic rise, forse convinto che scherzasse. Allison però era seria e lo accompagnò all’uscita, frantumando una vetrata, mentre Elijah, Freya e Klaus rientravano.

“Cos’è successo?” le chiese suo marito.

“Il tuo, non più tanto morto, amico Dominic, aveva una proposta per me. L’ho rifiutata” spiegò lei velocemente per poi rivolgersi a Hayley. “Telefona a Vincent per favore, digli di venire. Dov’è mio fratello?”

“Non lo so. Ha detto che doveva fare una cosa e che tornerà più tardi.”

“Hope?”

“In camera sua con Keelin.”

“Okay, faccio una doccia e poi cerchiamo di risolvere questa faccenda.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Non ho idea di come farla uscire dal corpo di Sofya. Ho consultato tutti i libri che possiedo, chiesto consiglio a tutte le streghe e gli stregoni che conosco, ma non ho trovato niente.” Vincent si mosse nervoso per la stanza; Allison non sapeva dire se la sua ansia derivasse dall’aver scoperto che Inadu poteva possedere la gente o dal fatto che la posseduta fosse Sofya, l’amica preziosa dell’irascibile Marcel Gerard. Forse entrambe le cose. La cacciatrice rimase a lungo in silenzio.

“Freya, tu hai qualche idea?” chiese infine a sua cognata, gli occhi fissi sul suo bicchiere di acqua.

“Nessuna. Neppure nei miei libri c’è niente che possa aiutarci.”

Elijah prese la parola. “E se uccidessimo Sofya? Forse, uccidendo il corpo che la ospita anche Inadu morirà.”

“O forse salterà in un altro corpo, esattamente come faceva vostra madre. Magari uccidere il corpo ci farà guadagnare un po’ di tempo, ma dopo?” Allison si voltò a guardarlo. “Dopo cosa faremo, Elijah? Uccideremo tutta la gente che verrà posseduta? Faremo una strage fino a quando non troveremo una soluzione?”

L’Originale mise le mani nelle tasche. “Hai un’idea migliore?”

Non gli piaceva quella tensione, non gli piaceva litigare con lei. Ma sembravano non riuscire a trovare un punto di incontro e lui non sapeva cosa fare. Non era in quel modo che aveva immaginato la vita dopo il suo risveglio; non sapeva cosa riservasse loro il futuro, però sapeva che la amava profondamente e avrebbe fatto tutto ciò che era necessario per sistemare le cose.

Allison respirò fondo. “Fino a quando non sapremo come liberare Sofya da questa possessione non faremo nulla. Marcel tiene a quella donna e dopo il modo in cui lo abbiamo trattato, direi che gli dobbiamo almeno questo: salvare la donna di cui è innamorato.”

“E che facciamo nel frattempo?” domandò Freya. “Inadu è in cerca di potere e ha un debole per i più piccoli. Come facciamo a proteggere Hope?”

“Ci penso io ad Hope” la cacciatrice si alzò guardando qualcosa sul suo cellulare. “Devo occuparmi di una cosa adesso, Vincent” chiese allo stregone. “Sai dov’è Marcel?”

“Non ne ho idea. Sta cercando Sofya in un lungo e in largo. Posso provare a rintracciarlo però.”

“Ci vado io” si propose Elijah. “Tu rimani con Freya, continuate a cercare un modo.” I due annuirono, l’Originale si voltò per guardare di nuovo sua moglie, ma lei era sparita.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Elijah fece un grosso respiro mentre entrava nel mega attico che Marcel aveva trasformato nella propria casa. Sapeva di non essere il benvenuto e sapeva che le possibilità di essere attaccato erano tantissime, ma in fondo Allison aveva ragione; si erano comportati male con Marcel, il minimo che potessero fare era aiutarlo a riavere indietro la donna che amava, illesa. Doveva provare a non lasciarsi sopraffare dalla rabbia che sentiva montargli dentro, da quella paura che a volte lo paralizzava. Dopo cinque anni chiuso in una realtà alternativa, il terrore di finirci di nuovo gli attanagliava lo stomaco, ecco perché preferiva partire in attacco, per prevenire. Alla fine però, attaccare arrecava più danni che benefici e, incredibile ma vero, Niklaus lo aveva compreso. Perché per lui era così difficile, allora?

In casa non c’era nessuno, avrebbe dovuto cercare Marcel da un’altra parte ma non sapeva dove. Prese il cellulare per provare a telefonargli, chissà, magari gli avrebbe risposto. La foto di Allison sullo schermo lo distrasse: era di profilo, il vento le scompigliava i capelli. Guardava il mare con un sorriso ma era triste. Ne aveva tante di quelle foto, Hayley si era premurata di raccoglierle per lui. Quella era una delle sue preferite. Compose il numero di sua moglie, decise che quella guerra fredda doveva finire, la amava troppo per continuare in quel modo. Lei non rispose e l’Originale si lasciò cullare dalla sua voce roca quando scattò la segreteria. “Allison” disse lasciando un messaggio. “Mi dispiace per come stanno andando le cose ultimamente. So che non è questo che vuoi, lo vedo che sei infelice. Ti ho promesso che quando tutta questa storia di Inadu sarà finita ce ne andremo via, lontano, e vivremo la nostra vita insieme. Perché non c’è altro modo in cui vorrei vivere, se non con te. Dobbiamo parlare, tu e io, come facciamo sempre. Torno presto a casa, ti amo.”

Riattaccò, si guardò intorno un’ultima volta e constatò che era il momento di andare via, lì non c’era assolutamente nessuno, non aveva senso rimanere. Quando si voltò però,  qualcuno c’era ed era dentro il corpo di Sofya.

“Salve!” gli disse trafiggendolo con un oggetto appuntito. “E addio.”

Elijah cadde in terra pervaso dal dolore più grande che ricordasse di aver mai provato. Gli occhi di Sofya si fecero azzurri, chiari e brillanti. Quasi quanto quelli di Allison quando la sua parte di Arcangelo prendeva il sopravvento. “Inadu” mormorò a fatica.

“Proprio io” replicò lei. “Ah che fortuna averti trovato qui, Mikaelson. Ho potuto togliermi dai piedi una parte del problema e dopo che sarai morto, andrò alla ricerca della tua famiglia, di tua moglie... e me ne libererò una volta per tutte.”

“Stai lontana da lei” provò ad esclamare Elijah, ma la voce era flebile. Inadu rise, gli diede un ultimo sguardo e poi se ne andò. Lui rimase lì, immobile, in attesa.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Allison ascoltò per la terza volta il messaggio di Eljah e sorrise. Era felice che lui volesse parlare ed era felice che, a modo suo, si fosse scusato. Era vero, non era in quel modo che aveva immaginato la loro vita ma non poteva immaginarla senza di lui. Era impensabile. “Nella buona e nella cattiva sorte” mormorò digitando qualcosa.

“Tutto okay?” le chiese Hayley guardandola.

La cacciatrice annuì e fu in quel preciso istante che il suo corpo fu scosso da un tremito, il cuore prese a battere fortissimo mentre un fischio le riempiva le orecchie e gli occhi si coloravano di blue. “Hayley” sussurrò con la voce rotta dal pianto. “È successo qualcosa a Elijah, posso sentirlo.”

L’Ibrida le andò vicina e le prese una mano. Con l’altra tirò fuori il cellulare per rintracciare Klaus.

   
 
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