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Autore: S_Austen    13/11/2017    6 recensioni
Edward Cullen, ricco e sfrontato giovane borghese nella sfrenata Chicago degli anni '20 verrà irrimediabilmente travolto dal desiderio per Isabella, semplice operaia di fabbrica. Ma tra il carbone delle nuove macchine ed il metallo della fiorente metropoli, tra sfarzose feste da ballo e intrighi economici, Edward riuscirà a scorgere in Miss Swan il tesoro più prezioso: un tenero, innocente, orgoglioso, delicato, semplice, combattivo, leale, dolce, comprensivo, sensibile Cuore di donna.
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Actention please! A fine capitolo ho lasciato un piccolo sondaggio per delle nuove piccole ff che vorrei scrivere, per favore scrivetemi quale delle 3 che ho riportato brevemente qui sotto vi ispira di più! :)
Buona lettura!


7 Novembre 1917

Pov Edward

Presi un profondo respiro, mi trovavo sotto al fatiscente condominio in cui viveva Isabella.
Guardai per l’ennesima volta l’orologio da taschino per controllare l’ora: erano le 11 e mezza di mattina.
Perfetto.
Controllai il vestito. Avevo indossato il mio abito più elegante, il completo bianco.
Impeccabile.
Guardai l’enorme mazzo di rose che tenevo tra le mani. Erano tutte rigorosamente rosse come il sangue e appena sbocciate.
Ottimo.
Mi tastai la tasca dei pantaloni e deglutii rumorosamente percependo sotto il tessuto la scatolina il velluto.
Benissimo, era tutto a posto.
Ora dovevo solo salire e chiedere la mano alla mia amata Isabella. Non poteva certo dirmi di no, vero? Si, era impossibile che mi rifiutasse.
E allora perché ero così nervoso? Beh, in fin dei conti stavo facendo il passo più importante della mia vita, stavo chiedendo in sposa la donna che amavo e con cui ero pronto a passare il resto della mia vita.
E di nuovo la mia mente divagò in quegli scenari perfetti in cui io tornavo a casa dal lavoro e trovavo la mia Isabella circondata da bellissimi bambini in un caldo e accogliente salotto che incorniciava la sua elegante e raffinata figura mentre mi sorrideva con amore.
Inspirai bruscamente.
Wow, quell’immagine stava diventando peggio dell’oppio.
Non vedevo l’ora che le mie fantasie si realizzassero, anche le mie fantasie meno caste … soprattutto quelle … per Dio, Isabella era davvero bellissima e alla sola idea di stringerla nuda ed arrendevole … così calda e profumata … così perfetta per le mie mani e il mio corpo … No! Non era il momento di pensarci!
Va bene, ero pronto.
A passo sicuro entrai nell’edifici percorrendo la rampa di scale pericolanti fino a trovarmi di fronte alla porta del suo appartamento.
Bene: era il momento.
Bussai alla porta e venne ad aprirmi quel mastodonte di suo fratello che mi guardò sbigottito prima di sorridermi con calore.
– Mr Cullen, che onore averla qui! Se avessimo saputo della sua visita avremmo sistemato meglio la nostra umile casa. Ma entrate, entrate pure! – esclamò facendomi spazio ed io entrai.
– Emmett, chi è? – sentii dire dalla flebile voce arrochita dalla malattia della signora Swan provenire da una delle tre stanze adiacenti al piccolo salotto-sala da pranzo-cucina.
– È il signor Cullen, mamma. – rispose ad alta voce il figlio mentre mi guidava dentro a una delle camere da letto.
Era piccola con solo un comò mangiato dalle termiti e due piccoli (e apparentemente scomodi) letti, uno occupato dalla povera donna, bianca come un cencio.
– Signor Cullen, è un piacere vederla qui, mi scuso per la mia poca eleganza, ma come può ben vedere, non sono nelle mie piene forze. – si giustificò la signora con un sorriso stanco.
– Non si preoccupi Mrs Swan. -- risposi con un rassicurante sorriso stringendole la mano e accomodandomi sul letto affianco che effettivamente era molto scomodo – Sono venuto qui per parlare con Miss Swan, lei è in casa? –
Una scintilla d’interesse vivacizzò quegli chi ormai spenti – Sono spiacente, ma mia figlia non è in casa al momento, è uscita a prendere il pane, ma dovrebbe tornare tra poco. –
– Va bene, in ogni caso è con lei e con Mr Swan che devo parlare prima di tutto. –
– Mi scuso ancora signor Cullen, ma mio marito, il signor Swan, è deceduto parecchi anni fa, ora è mio figlio Emmett a fare le veci del padrone di casa. –
– Oh … io non lo sapevo, non volevo essere indiscreto … condoglianze. – mi scusai preso in contropiede e rammaricato.
Che il destino con Isabella fosse stato crudele non c’era alcun dubbio, ma ormai per lei c’ero io che avrei fatto di tutto per renderla la donna più felice del mondo al mio fianco.
– Non si preoccupi, signor Cullen, vada avanti. – mi esortò a proseguire col mio discorso.
– Certamente. – mi voltai verso il signor Swan che era rimasto sulla porta in rigoroso silenzio – Mr Swan, si accomodi pure, è ad entrambi che devo parlare. –
Mr Swan fece come gli fu detto sedendosi sul bordo del letto della madre.
Presi un respiro profondo, poi cominciai a parlare – Mr e Mrs Swan, sono venuto qui per chiedere la mano di Isabella. I miei sentimenti per lei sono forti e sinceri, ma sebbene il mio corteggiamento non è stato molto evidente e mi sono trattenuto dall’espormi è in realtà da tempo che la osservo e la desidero e ora mi sono deciso a chiederla in sposa. –
Guardai in volto i miei ospiti, in attesa di una risposta.
La signora esalò un picclo sospiro di gioia prima che sul suo viso emaciato comparisse un sorrisetto compiaciuto, mentre il figlio era completamente e piacevolmente stupito.
– Signor Cullen, siamo onorati di entrare a far parte della sua famiglia, mia figlia le sarà immensamente grata e le prometto che sarà per lei una moglie amabile, devota e fedele. –
– Di questo non ne dubito. – risposi con un gran sorriso, soddisfatto della risposta affermativa.
Mi voltai verso il signor Swan che invece mi scrutava seriamente e nel profondo dei suoi occhi scuri, simili a quelli della sorella, una traccia di rimorso.
– Sono più che disposto a concederle la mano di mia sorella … ma mi permetta una domanda, signor Cullen: lei la ama davvero? – mi chiese, una strana scintilla gli brillava negli occhi, un misto tra rammarico, determinazione e speranza.
Gonfiai il petto guardando quell’uomo imponente dritto negli occhi mentre affermavo: – Certamente, con tutto me stesso e sono pronto a condividere con lei il resto della mia vita. –
Lui sorrise compiaciuto, nel suo sguardo non c’era più traccia né di rimorso né di titubanza.
– Perfetto allora! Benvenuto in famiglia! – esclamò con fare amichevole e giocoso che stonava col suo essere così intimidatorio.
La madre gli lanciò un’occhiataccia, ma lui continuava a sorridere benevolo in un modo che ti contagiava facendo ridere pure me. Sorrisi orgoglioso e soddisfatto fino a quando non vidi Mrs Swan tornare seria e rabbuiarsi.
– Signor Cullen … la salvi. – mi supplicò con gli occhi velati dalle lacrime – Io ho visto tanto dolore e ho vissuto nella miseria, sia da bambina che dopo il mio matrimonio il mio destino era la povertà, ma ora lei sta dando alla mia adorata Isabella una nuova possibilità, le sta offrendo una vita migliore e piena di prospettive. La prego, la supplico … la salvi da questa vita. –
Boccheggiai.
Sapevo cosa rappresentavo per le condizioni di Miss Swan e per la sua famiglia.
Sapevo che la madre mi avrebbe ceduto la mano di sua figlia senza riserve solo per i miei soldi e questo mi andava bene, ma ciò che mi turbò scuotendomi nel profondo fu l’improvvisa consapevolezza che ora ero davvero la salvezza di Isabella.
Isabella.
Così forte e fragile al tempo stesso.
Per la prima volta provai per lei un sentimento strano, viscerale.
Fu come se tutta la mia concezione di desiderio si spostasse su una nuova asse, il mio piacere non era diretto a me, ma a lei, come se la mia felicità improvvisamente dipendesse da quella di Miss Swan.
Per un istante sentii le viscere contorcersi e i polmoni comprimersi, un calore innaturale mi scaldò il petto ed il viso, i miei occhi erano pieni di una nuova consapevolezza.
Mi sporsi sul letto di Mrs Swan prendendole con gentilezza una mano e le sorrisi: – Non desidero altro, signora. –
Seguì un attimo di silenzio fino a quando non udimmo la porta d’entrata aprirsi.


Pov Isabella

Diedi i soldi in mano al figlio del fornaio mentre mi sistemavo meglio la sacca col pane in grembo.
Salutai con calore il giovane prima di dirigermi a casa.
Era una splendida mattina sebbene il vento soffiasse la fredda aria invernale tra i viottoli sporchi della città.
Quando giunsi sotto al mio condominio notai l’insolita presenza di un auto (sicuramente appartenente a qualche ricco signore) parcheggiata lungo la strada, sotto al mi palazzo. Ma non ci badai più di tanto e salii al mio appartamento.
Aprii la porta di casa ma non trovai nessuno nel salotto, ma sia mia madre che Emmett erano in camera da letto ad attendermi e con mia grande sorpresa in compagnia del signor Cullen.
Mio fratello appena mi vide balzò in piedi e mi abbracciò rivolgendomi un grande e luminoso soriso del quale non ne compresi il motivo. Anche mia madre era raggiante e al suo fianco il signor Cullen sembrava teso, la mascella rigida e le spalle ampie irrigidite.
Era vestito … diversamente, più elegante, più impeccabile del solito nel suo completo bianco.
Teneva lo sguardo fisso su di me, il fuoco della determinazione gli brillava negli occhi.
Poi, quando vidi l’enorme mazzo di fiori che teneva in mano, cominciai a temere il peggio.
Avanzò a passo sicuro verso di me fino a fermarmisi di fronte.
– Salve Miss Swan. – mi salutò con cordialità.
– Mr Cullen, sono lieta di rivederla. – il mio, al contrario, era un tono più freddo e distaccato.
– La prego di accettare queste rose in dono. – disse porgendomi il mazzo di bellissime rose rosse, talmente grande che dovevo tenerlo con entrambe le braccia, come fosse un bimbo in fasce.
– L- la ringrazio … – deglutii intimorita e sentendomi avvampare.
E questo cosa stava a significare?
– Signori, potete gentilmente lasciarmi solo con Miss Swan. – si rivolse a mia madre e mio fratello che con un grande sorriso andarono nella camera da letto chiudendosi la porta alle spalle, concedendoci un po’ di privacy.
Mi guardai attorno nervosa cercando qualcosa, qualsiasi cosa con cui distrarlo.
– M-Mr cullen gradisce un té o un caffè… qualcosa … – dissi cominciando ad affaccendarmi per il cucinino.
Posai il pane e le rose sul tavolo mentre cercavo freneticamente la teiera per scaldare l’acqua.
Mr Cullen parve interdetto dal mio comportamento – No, la ringrazio, ma sono a posto così … –
– DELL’ACQUA! – il tono di voce mi uscì troppo acuto che quasi urlai. Tentai di ricompormi tossendo lievemente – Il signore gradirà un bicchiere d’acqua per rinfrescarsi… in questa zona l’aria è pesante… – mi torsi le mani guardandomi attorno.
Egli fece un passo nella mia direzione, lo sguardo concentrato mentre allungava una mano per sfiorare le mie.
Saltai come una molla a quel suo gesto – Oh Dio le rose! Appassiranno se non le metto subito in un vaso! – strinsi l’enorme mazzo di rose al petto usandolo come barriera tra me e lui – Il suo è stato davvero un gesto carino far visita alla mia povera madre e portarle questi splendidi fiori… – la voce mi morì in gola quando mi resi conto di non sapere più che fare per sfuggire a quell’assurda situazione.
Mr Cullen sorspirò bruscamente e con un gesto deciso si fece vicino afferrandomi la mano.
I miei occhi che fino a quel momento avevano vagato freneticamente per la stanza alla disperata ricerca di un appiglio si puntarono nei suoi, fuoco imprigionato nella giada, e lo guardai come il cerbiatto davanti al lupo prima che questo gli salti alla giugulare.
Poi lui si inginocchiò ai miei piedi.
No, no, no! Stava andando tutto storto per la miseria!
Non volevo che succedesse ciò.
No!
– Signorina Swan, nutro per voi forti sentimenti che per troppo tempo ho dovuto assopire nel profondo di me, ma oramai non posso più negarli né a me stesso né a lei. Miss Swan io la amo profondamente e le chiedo di diventare mia moglie. – concluse estraendo dal taschino un anello bellissimo, in oro bianco, ma anzicchè avere il classico solitario questo aveva una placca dalla forma ovale tempestata di diamanti.
Senza darmi il tempo per rispondere mi prese la mano e fece per mettermi l’anello.
Allarmata, ritirassi in fretta la mano e lui alzò il volto verso di me, il sorriso di vittoria che lo aveva illuminato alla fine della sua arringa era totalmente scomparso lasciando il posto alla preoccupazione.
– Mi rincresce signor Cullen, ma mi trovo costretta a declinare la sua offerta. I suoi sentimenti, anche se sinceri, non sono ricambiati. Mi scuso se le ho dato l’impressione di essere interessata a lei. – dissi tutto d’un fiato.
Rimase in silenzi, gli occhi pieni di sorpresa e delusione, ma fu solo un attimo.
Si alzò in piedi, la mascella contratta dalla rabbia, gli occhi freddi come il ghiacci ma al tempo stesso fiammeggianti d’ira.
– Perciò mi state rifiutando? Non volete diventare mia moglie? –
– Esattamente, sono mortificata di averle fatto nutrire false speranze. –
Chiuse gli occhi come ad incassare il colpo.
Quando gli riaprì sembravano aver ripreso la calma ma bruciavano ancora di orgoglio ferito che lui provava a celarmi. 

– Miss Swan … Isabella, potrei darle tutto ciò che vuole quando lo vuole, ma questo solo se acconsente a sposarmi. Non rifiutatemi, io saprò renderla felice, non le farò mancare niente. Avremo soldi, una grande casa, più di una se lei desidera, entrerà in società, farà parte del mi mondo. Avremo figli, potrà vedere sua madre e suo fratello, e i saprò essere un bravo marito. Sono certo di poter esser l’unico a poterla rendere felice, in confronto a me Mr Davis o Mr Newton non sono niente! –
Come faceva a sapere delle fastidiose e poco gradite attenzioni del signor Newton?
– Lo so bene come quell’uomo la guarda mentre lei lavora al suo telaio,e devo dire che più di una volta mi sono trovato a bruciare dalla rabbia alla vista degli sguardi lascivi che le rivolgeva. –
La sua laconica risposta alla mia domanda inespressa mi turbò profondamente ma decisi di ignorarlo e tornare su un altro discorso.
– So cosa mi aspetta se acconsento a sposarla, vivrei nell’agio e assicurerei ai miei futuri figli una vita dignitosa, ma non è ciò che io desidero. –
Mi si stringeva lo stomaco a dover parlare di queste cose, mentre nella mia mente in subbuglio si susseguivano le parole che mia madre mi aveva rivolto la sera prima.
– Che cosa desidera allora? – aveva l’espressione di chi era disposto a tutto per ottenere ciò che desiderava.
Presi un gran respiro prima di guardarlo fermamente negli occhi – Amore. –
Edward sgranò gli occhi sorpreso dalla mia risposta, poi sospirò passandosi la mano tra i capelli in quel gesto nervoso che ripeteva continuamente.
– Isabella, io la amo, cosa devo fare per farvelo capire? Sono disposto a mettere il mondo ai suoi piedi se solo lo desidera. Ne ho già parlato con sua madre, lei è d’accordo con la nostra unione. –
– Cosa? … Mia madre … sapeva? Lei è d’accordo? Senza consultarmi?! È impossibile! No! –
– Le dico di si, Miss Swan, sia sua madre che suo fratello sono più che felici che lei diventi la mia sposa. –
Mi sentivo tradita, pugnalata alle spalle dalle persone che più amavo.
Come avevano potuto loro, la mia famiglia, coloro per cui avrei dato la vita, che gli amavo sopra ogni casa, avermi concessa, quasi
venduta direi, ad un uomo per il quale non nutrivo il minimo rispetto, odioso e altezzoso senza curarsi minimamente dei miei sentimenti?
Mi accasciai sulla prima sedia che trovai prendendomi la testa tra le mani e piangendo in silenzio.
Lui fece per venirmi in contro e consolarmi, ma io alzai una mano per tenerlo lontano.
– Se ne vada! Esca immediatamente da casa mia signor Cullen! Non voglio più rivederla! – urlai, ma lui rimase lì, impietrito e con gli occhi sgranati.
Poi, oltre ogni mia immaginazione, lui scoppiò a ridere, lasciandomi spiazzata.
– Ho sentito dire più volte che le signorine hanno il vezzo di respingere le profferte dell’uomo che si propongono segretamente di accettare per farsi corteggiare di più. Perciò le assicurò, Miss Swan, che non mi scoraggio per il suo primo rifiuto, anzi, ora più che mai desidero ben presto condurla all’altare. – concluse con un sorriso sornione e pieno di se. Furiosa mi alzai per andargli incontro e quando mi ritrovai faccia a faccia con lui lo schiaffeggiai così da levargli quel sorriso odioso dalle labbra.
Lui barcollò all’indietro, stupito, toccandosi la guancia lesa e arrossata con la mano.
– Signor Cullen, la informo che non mi diletto a giocare con i sentimenti altrui, ne sono incline ad alimentare la mia vanità solo per sentirmi corteggiata. Perciò la invito nuovamente a lasciare la mia casa e di non farsi più rivedere. – dissi pacata.
Avevo distrutto la sua ennesima speranza di avermi in moglie.
Ora tutto quello che potevo leggere nel suo sguardo era ira, una rabbia implacabile che solo una volta gli avevo visto, mi fece paura.
Mi venne incontro e mi inchiodò con un sguardo raggelante.
– Lei diventerà mia , Miss Swan, ma più continua a rifiutarmi più io distruggerò lei e la sua famiglia. Non avrà scampo Isabella. – disse con un sorriso cattivo.
Sapevo che le sue erano parole dettate dall’ira, che quelle cose non le pensava veramente, ma tutta quella rabbia nei suoi occhi mi terrorizzò.
Davanti alla mia paura il suo sguardo si addolcì, non era sua intenzione spaventarmi.
Mi sorrise dolcemente e inaspettatamente, facendo un altro passo verso di me, mi strinse a se e poi mi baciò.
Fu un bacio lieve e dolce che durò pochi istanti.

Il mio primo bacio.
Scostò il volto per guardarmi negli occhi e sorridermi.
– Un giorno sarai mia, Isabella. – era una promessa.
Sciolse l’abbraccio e senza aggiungere altro se ne andò sbattendo la porta.
– Figlia ingrata! – esclamò mia madre irrompendo nella stanza in lacrime – Come hai potuto fare questo alla tua famiglia?! – urlò accasciandosi a terra.
– Mamma io … –
– Bella. – Emmett venne verso di me prendendomi per le spalle e scuotendomi con malagrazia, non lo avevo mai visto così serio – Cosa hai detto al signor Cullen? – mi chiese, ancora, ma io non riuscivo a rispondere, ancora basita dal bacio che mi aveva rubato.
– Bella, mi senti? – mi scosse mio fratello per farmi tornare alla realtà.
– L’ho rifiutato, gli ho detto che non volevo sposarlo. – risposi. – Bella lui è la tua unica possibilità. Il signor Cullen è un uomo ricco, ti darebbe tante possibilità e poi ti ama! Che cosa puoi chiedere di più? –
– Io non lo amo. – sussurrai.
– Chi se ne importa se lo ami o no! Quell’uomo se vuole può avere la luna! Ora tu vai da lui e dici di aver cambiato idea. – sbraitò isterica mia madre per poi essere scossa da forti conati.
– Ti prego mamma, io non voglio … –
– Non importa! Volente o nolente tu lo sposerai! E ora corri a fermarlo. – mi ordinò, e seppi che non avevo altra scelta.
Senza dire una parola e piangendo tutte le mie lacrime corsi in strada e vidi la macchina del signor Cullen svoltare l’angolo.
Cominciai a correre verso la mia condanna, urlando contro l’automobile che quando mi notò accostò a lato della strada e ne scese Mr Cullen, il mi futuro
carceriere.
Gli corsi incontro fino a trovarmi di fronte a lui.
Mi guardò con uno sguardo di ghiacci, freddo e distaccato, forse l’avevo davvero ferito rifiutandolo.
– Io … – boccheggiai qualche istante non trovando le parole – … mi scusi, ero confusa e disorientata dalla sua proposta, ma non era mia intenzione rifiutarla né ferirla … – dissi tenendo sempre lo sguardo basso e trattenendo le lacrime che lottavano per sgorgare dai miei occhi che non osavano incontrare i suoi – … Perciò accetto la sua proposta. –
Alzai il volto per guardarlo e lo trovai lì, bellissimo come sempre, lo sguardo attento che tentava di capire e le sopraciglia aggrottate per la confusine.
Poi sorrise, rilassandosi, ma nel suo sguardo c’era una luce malinconica.
– Signorina Isabella, per quanto io la ami e la desideri non posso accettare di averla così. –
– C- cosa? No, io … –
– No, Isabella, io non voglio legarmi a lei senza che entrambi proviamo i medesimi sentimenti. Ora sono io a rifiutarla Miss Swan, ma non intendo rinunciare a lei. Non mi sono comportato com
e un gentiluomo, non l’ho trattata con la dovuta gentilezza che lei merita, non l’ho nemmeno corteggiata come si deve. Come posso pretendere che lei si sia innamorata di me? Mi sono sopravvalutato, ho dato per scontato che lei mi apprezzasse e mi amasse, e questo è stato il mio più grande errore. Ora io la lascio andare, ma un giorno sarà mia moglie e per all’ora mi amerà e sono sicuro che il nostro sarà un matrimonio felice finché lei proverà per me anche solo la metà di tutto l’amore che io nutro per lei. –
– No, io … io la amo … e io voglio diventare sua moglie … davvero … – dissi con un tono talmente lamentoso che le mie stesse parole sembravano finte persino al mio orecchio.
Lui rise di un riso amaro – Isabella, la prego, non mi guardi così, mi fa sentire il suo carceriere e io non voglio rappresentare questo per lei. –
Ero confusa
– Allora cosa vuole essere? –
– Il suo migliore amico, il suo confidente, il suo amante, la lista è lunga. Per lei vorrei essere tutto tranne che il su nemico, no, questo non lo sopporterei … ma è evidente che al momento rappresento questo. – disse con infinita tristezza, lo sguardo ferito.
– Non è vero signor Cullen, lei non rappresenta un nemico, lei si sbaglia! –
– Mi permetta di dirle che lei è una pessima bugiarda. – rise e io lo fulminai con lo sguardo.
Mi sorrise con tenerezza poi si avvicinò e mi accarezzò il volto con estrema delicatezza, come se fossi fatta di cristallo e le sue mani fossero delle piume che mi sfioravano appena la pelle diventata ormai rossa.
– Ora devo andare, ma ci rincontreremo presto, Miss Swan. – disse con quello sguardo carico di … amore? Ma era possibile?
Si avvicinò ancora di più e quando pensavo che mi avrebbe di nuovo baciato sulle labbra lui posò semplicemente le sue sulla mia fronte.
Si scostò quasi subito, sorridendomi sghembo per poi allontanarsi ed entrare di nuovo in macchina che nel giro di poco tempo era già ripartita per le strade di Chicago, lasciandomi lì intontita e disorientata dall’assurdo comportamento di quell’uomo affascinante ed odioso.
Presi un profondo respiro.
Non si voleva proprio arrendere quel testardo.    

Buonasera bella gente! Lo so lo so, mi sono fatta attendere ma vi giuro che in queste due settimane sono state pienissima di impegni! spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto! Finalmente Edward si è deciso a dichiararsi apertamente... anche se non gli è andata tanto bene u.u' 
Ho un piccolo sondaggio da farvi! ho voglia di scrivere una nuova ff (una cosetta corta di pochi capitoli) ma sono indecisa tra 3 trame... mi aiutate a decidere?

1- Edward è un ragazzo dai poteri singolari che lo hanno portato ad estraniarsi dal mondo, ma quando il progetto governativo che lo ha sotto tutela decide di integrarlo nella società inserendolo in una casa assieme ad altri ragazzi "dotati" lui incontrerà Bella, una semplice liceale che presto capirà che è meglio non scherzare con il paranormale.  

2- Bella è una semplice (e un po' acida) ragazza americana e fin dall'infanzia scopre di essere sosia di un'aristocratica inglese e negli eventi ufficiali deve fare da contro figura alla giovane Lady spacciandosi per lei, ma quando la nobildonna scappa con un cantante lasciandosi alle spalle un matrimonio combinato e una famiglia esigente, lei si dovrà fingere una giovane aristocratica fino al suo ritrovamento.

3 - Siamo all'inizio di Twilight, quando Edward vede per la prima volta Bella e a stento reprime l'impulso di ucciderla scappando dal clan di Denali. Ma se lungo la strada verso l'Alaska avesse incontrato una vecchietta in grado di predire il futuro e gli avesse rivelato che la giovane dalla mente muta sarà la sua anima gemella, la sua sposa e la madre di sua figlia? Bella rappresenta per Edward tutto ciò che ha desiderato nella sua esistenza dannata: una famiglia sua e tanto amore. L'incontrollato desiderio di Edward di realizza questo suo profondo desiderio lo porteranno a bruciare le tappe del rapporto con una Bella totalmente inconsapevole di tutto, stravolgendo così l'intera storia. 

Vi prego di aiutarmi a scegliere!!!
Bacioni
S.       

  
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