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Autore: Myra11    15/11/2017    1 recensioni
Allora...da dove inizio..sono una fan sfegatata di Final Fantasy XV, e ho adorato tutto del gioco, e ancora di più del film Kingsglaive, quindi ho deciso di scrivere una WhatIf? descrivendo cosa sarebbe accaduto se [ATTENZIONE SPOILER] Nyx Ulric non fosse morto alla fine del film, ma fosse sopravissuto e avesse accompagnato Luna nel suo viaggio per risvegliare gli Dei.
[DALLA STORIA]
Lo individuò immediatamente. Non era difficile riconoscerlo, con quei capelli di un blu quasi nero, e i vestiti logorati dal lungo viaggio. Non aveva molto di regale, pensò, ma se il suo Re si era sacrificato per difenderlo, e se Luna credeva così tanto in lui, forse, solo forse, ne valeva la pena.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lunafreya Nox Fleuret, Noctis Lucis Caelum, Nyx Ulric, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 24
 
I'm bleeding out
Said if the last thing that I do
Is to bring you down
I'll bleed out for you
 
Quando il dardo gli attraversò la spalla, impalandolo al muro dietro di lui, quasi non si accorse del dolore.
Ardyn sogghignò, e la balestra scomparve dalle sue mani, subito sostituita dalla lancia, che lui soppesò tra le mani. «Mi deludi, Nyx. Pensavo potessi fare di più.» Lo derise, nonostante le numerose ferite che gli ornavano il corpo, sapeva di essere in vantaggio.
L’uomo sputò un grumo di sangue a terra, consapevole che, anche se faceva fatica ad ammetterlo, non stava combattendo al massimo. E sapeva anche perché, lo percepiva come se schegge di vetro gli trafiggessero il cuore: ogni battito di palpebre, rivedeva il suo viso davanti agli occhi.
«Nyx.»
La lancia gli si piantò nel fianco, e lui boccheggiò in cerca d’aria quando il dolore lo invase.
Il suo sangue gocciolava piano sul terreno strappando riflessi argentati al buio.
«Guardami, Nyx.»
Si sforzò di sollevare lo sguardo, e lei era là, puntuale come al solito, e lui ignorò Ardyn che si avvicinava brandendo il martello.
«Crowe…»
«Ti sembra il modo di comportarti, Nyx? Stai deludendo il tuo re.»
Ridacchiò a quel rimprovero e, anche se la cosa gli inflisse un’altra fitta, sorprese Ardyn.
«Nyx Ulric.»
La voce non era quella di Crowe, ora, ma quella profonda e saggia di un uomo che Nyx avrebbe per sempre rimpianto di non aver potuto salvare. Regis piantò su di lui i suoi occhi grigi.
«Conto su di te.»
Chiuse gli occhi, ascoltando il battito del proprio cuore. Bahamut era furiosa, la percepiva chiaramente, furiosa contro l’uomo che aveva ingannato gli dei, che aveva giocato con il mondo.
Sentì lo spostamento d’aria all’ultimo minuto, e reagì d’istinto.
Ignorando il dolore, strappò la spalla dal muro al quale era inchiodata, e il martello si abbatté sul punto dov’era poco prima. Afferrò la lancia mentre il suo avversario materializzava l’alabarda, e la usò per parare il colpo successivo.
Ardyn sembrava sorpreso che lui fosse riuscito a muoversi, e la cosa gli diede una scossa di nuova energia.
Se lei non c’era più, lui se ne sarebbe andato in grande stile, e avrebbe trascinato l’uomo che gliel’aveva strappata due volte nel buio con sé. «Sorpresa. Ora si fa sul serio.»
«Bene.» Il viso di Ardyn si deformò in un ghigno, che non scomparve nemmeno quando Nyx sfruttò il loro stallo per estrarre un kukri e lanciarlo oltre di lui, proiettandovisi subito dopo.
Ebbe poco tempo di pausa, però, perché Ardyn gli fu addosso, solo che la sua proiezione era rosso sangue, così come l’aura che li circondava. Era un colore malato, per qualcosa che era un dono divino.
Fu costretto ad evitare un colpo con un balzo all’indietro, e Bahamut venne in suo soccorso ancora una volta: le ali si mossero da sole, permettendogli di effettuare un atterraggio sicuro.
Se la dea era dalla sua parte, era tutto più facile.
Si proiettò nuovamente, e lo scontro a mezz’aria mandò una scarica di scintille intorno a loro.
Ardyn fu il primo ad allontanarsi, e le sue personali, corrotte versioni delle armi ancestrali si chiusero in cerchio intorno a lui. «Ho un regalo per te.» Ghignò crudelmente l’uomo, e spostò le braccia in avanti con uno scatto.
Obbedienti, le armi si lanciarono contro di lui ad una velocità impressionante, ma non lo raggiunsero mai. Le spade di Bahamut le intercettarono una per una, e Nyx ebbe la sua occasione.
Estrasse entrambi i pugnali e li lanciò verso il suo avversario.
«Pessima idea.» Sogghignò mentre si proiettava contro di lui a mezz’aria, i pugnali piantati nel suo petto. «Ora sei disarmato.»
Rovinarono a terra, di nuovo nel cortile del Palazzo reale, e Nyx seppe di dover agire in fretta; evocò le Gemelle e si lanciò contro il suo avversario, e Ardyn, impreparato, non riuscì ad evitare il suo colpo.
Le lame lo trafissero da parte a parte, ma, mentre il suo sangue scivolava sulle armi e sulle mani di Nyx, sorrise. «Se io muoio, tu vieni con me.» Decretò mentre nelle sue mani si riformava la spada, e l’attimo dopo la visuale di Nyx fu spaccata dal dolore mentre la lama gli scivolava via dal corpo.
Irrigidì la mascella, pregando in silenzio la dea che con lui condivideva il cuore.
Non ancora, ti prego. Dammi ancora un po’ di tempo.
Estrasse le lame sorelle dal corpo del cancelliere, e lasciò che lui scivolasse in ginocchio.
«Finalmente…» Ardyn rischiò di soffocarsi con il proprio sangue. «Riposerò in pace.»
Fu la frase che gli fece perdere il controllo. Strappò i pugnali da quel corpo morente, poi gli posò una mano sulla spalla e gli dedicò un ghigno gelido.
«No. Tu marcirai all’Inferno.» Rafforzò la presa sul kukri, e poi lo piantò dritto nel cuore dell’uomo che gli aveva distrutto la vita.
Sua madre, e sua sorella.
Piantò ancora la lama.
Crowe.
Ardyn crollò a terra, ma lui continuò ad infierire.
Regis.
«Nyx, basta!»
Luna.
Impugnò l’arma con entrambe le mani e l’affondò ancora una volta.
«Nyx, è morto.» Fu la voce di Noctis a focalizzare la sua attenzione, e furono sempre le sue mani a posarsi sulle sue spalle, tirandolo delicatamente lontano da ciò che restava di Ardyn.
Aveva aperto gli occhi e si era voltato nel letto.
«Buongiorno.» Una mano delicata gli aveva sfiorato il viso, e lui aveva sorriso senza riuscire a trattenersi.
Era il primo giorno che si svegliava accanto a lei, e mentre lei gli aveva sorriso, meravigliosa come il sole, aveva desiderato di poter rimanere là per sempre.
«Sei messo male.» Aveva commentato il re, e Nyx gli aveva gettato un’occhiata, poi gli aveva rivolto un ghigno.
«Senti chi parla.»
Non erano andati lontano, anche se avevano provato ad allontanarsi.
Scivolarono sul terreno, schiena contro schiena, e Noctis sentì Nyx ridacchiare.
«Cosa c’è di divertente?» Gli domandò, respirando l’odore del sangue e della polvere.
Solo un attimo, si disse, e poi avrebbe evocato il potere dell’Anello.
Nyx si strinse nelle spalle. «È la seconda volta che muoio qui.»
«Non sei morto.»
«Non ancora, ma lo saremo presto, tutti e due.» Un attimo di silenzio, e Nyx riprese a parlare.
«Lo so che sei troppo debole per sostenere il peso dell’Anello. Non hai abbastanza vita da offrirgli.»
«Non importa. Non ti lascerò morire così.» Si accigliò Noctis, notando la strana nebbia azzurra che si stava formando intorno a loro.
«Non ho più un motivo per vivere.» Fu la mesta risposta, e il tono gli fece sentire una fitta al cuore.
«Nyx, Luna è…» Non riuscì a finire la frase, perché la nebbia si condensò intorno a loro, assumendo tredici forme ben distinte.
«Gli Antichi Re.» Nyx rise contro la sua schiena. «Non sembrano molto contenti di vedermi.»
 

 
La luce dell’Anello rischiava di accecarlo, ora che loro erano là.
Sapeva cosa sarebbe successo, ma ciò che non si aspettava era la figura che comparve davanti a loro.
«Altezza…»
Regis era l’unico ad avere ancora il suo aspetto normale, e Nyx s’irrigidì contro la sua schiena mentre guardava il suo re. Noctis, dal canto suo, gli sorrise. «Ciao papà.» Mormorò, sentendo un incredibile stanchezza invaderlo, unita a quella strana sensazione di pace che suo padre era, in un modo o nell’altro, sempre riuscito a fargli provare.
«Ciao, Noctis.» Il re si rivolse a Nyx. «Grazie di non avermi deluso, Nyx Ulric.»
Il soldato annuì piano. «Lieto di rivederti, Maestà.»
Prima che la loro conversazione potesse continuare, gli altri re si fecero avanti, e Regis fece un passo indietro. «Mi dispiace, figlio mio. Sei pronto?»
Noctis annuì: aveva accettato il suo destino. «Nyx, vattene.» Gli chiese, ma subito dopo una voce femminile rimbombò attorno a loro.
«Lui resta. Si è preso gioco di noi, ingannando il nostro decreto. Nonostante l’intervento della dea, deve pagare.»
La risata sprezzante di Nyx fece accigliare Noctis. Davvero non provava rispetto per loro?
«Rilassatevi. Tanto non andavo da nessuna parte.» Schernì gli antichi re.
«Nyx, di cosa stanno parlando?»
«I tuoi re egoisti erano pronti ad uccidermi, ignorando la distruzione della tua città. E ora vogliono vendicarsi del fatto che, alla faccia loro, sono ancora qui e respiro, almeno per un po’.» Gli spiegò Nyx, e Noctis non riuscì a trattenere un breve sorriso.
Regis li stava guardando, quella sua saggia aria triste fece commuovere il figlio, e allo stesso tempo gli fece prendere la sua decisione. «Sono contento che tu sia al mio fianco, Nyx.»
«Fino alla fine, mio Re.»
Regis scostò lo sguardo mentre le figure si chiudevano attorno a loro.
Quando la katana li trafisse entrambi, Nyx sputò sangue e, dietro il dolore, gli venne da ridere, dato che la lama aveva trovato la strada già aperta nella sua carne, nella ferita che Ardyn gli aveva inflitto.
Uno dopo l’altro, senza pietà, i re e le regine del passato usarono le loro armi predilette per trafiggerli, e ogni volta Nyx sentì il re contro la sua schiena irrigidirsi, sempre più debole.
«Nyx…» Attirò la sua attenzione quando restavano solo Regis e un re disarmato.
Il soldato ci mise qualche secondo a focalizzare la sua voce, e a rispondergli. «S-si?» Quel tono tremante terrorizzò il sovrano: Nyx era troppo debole, non sarebbe sopravvissuto.
«Guarda.» Gli indicò i cancelli del palazzo, e lo sentì fremere mentre l’indistinta figura bianca diventava più nitida, e il suono dei passi diventava più chiaro.
«Nyx!»
«Ho cercato di dirtelo. Non era reale.» Mormorò Noctis mentre Nyx tentava inutilmente di alzarsi, di andare da lei, scivolando sul suo stesso sangue.
Lunafreya quasi gli cadde addosso, stringendolo a sé, e sentì la sua mano tra i capelli, troppo debole, troppo insicura.
 «Sei viva…»
Anche Noctis la vedeva, quindi non era un’allucinazione dovuta al fatto che stavano morendo. Le accarezzò il viso, osservando ogni dettaglio del suo volto.
«Perché piangi?» Le chiese, accigliandosi. Erano insieme, sarebbe andato tutto bene.
«Io…» Alzò lo sguardo, e la vide irrigidirsi, tesa mentre i due re in attesa la guardavano.
«Re Regis.» Lo salutò con aria formale, e poi spostò la sua attenzione sull’ultimo re, che le stava porgendo una mano, in silenziosa attesa. Sapeva cosa voleva, ma esitò prima di consegnarglielo.
«Luna…»
Tornò a focalizzare la sua attenzione su Nyx, sentendosi soffocare a vedere lo stato in cui era ridotto, l’uniforme coperta di sangue argentato, gli occhi velati di dolore.
«Sono qui amore mio, va tutto bene.» Gli prese il viso fra le mani, e lui si abbandonò al suo tocco.
«Sposami, Luna.» Esordì lui. «Quando sarà tutto finito, dimmi che mi sposerai.»
Lei sorrise tra le lacrime, dilaniata tra l’emozione della sua richiesta e la paura di quel momento.
Annuì, e poi si sporse verso di lui, sfiorandogli le labbra in un bacio delicato.
«Sopravvivi, Nyx.»
Si alzò con uno sforzo, ed evocò il Tridente.
Dopo che l’ebbe consegnato al re, però, non riuscì a guardare ciò che successe.
Il suono delle lame che penetravano la carne, e i gemiti soffocati di dolore le fecero venire la nausea. Si portò una mano alla bocca, soffocando un singhiozzo, e poi spostò lo sguardo su Regis.
«Maestà, vi prego…» Cercò di farlo desistere, ma seppe che non poteva quando lui la guardò, la mano stretta sulla spada che Noctis stesso gli aveva consegnato.
«Mi dispiace, Lunafreya, ma è l’unico modo.»
Fu ciò che le disse, ma lei vide qualcos’altro nel suo viso, un silenzioso consiglio.
L’Anello richiedeva una vita, per riportare la luce, ma quel folle di Nyx aveva condiviso quel fardello con Noctis: c’era una possibilità, si rese conto.
Si voltò mentre Regis si muoveva, e vide la spada attraversare Noctis, e la lama spuntare dal petto di Nyx, e seppe cosa stava per succedere.
Quando la luce esplose dall’Anello e le fiamme corsero sul braccio di Noctis, espandendosi in seguito al soldato al suo fianco, Luna attese, incapace di staccare gli occhi da quelli di Nyx.
Poteva salvarli, ne era sicura, e l’avrebbe fatto, ma era una tortura vederli agonizzanti sul terreno, mentre la luce si espandeva verso il cielo, trafiggendo quella notte eterna.
Inspirò a fondo, e l’odore del sangue le mozzò il respiro.
Nyx si sforzò di sorriderle, vedendola là, in piedi accanto a loro.
Morire guardando il suo viso, pensò, era un bel modo per andarsene.
  
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