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Autore: Myra11    15/11/2017    1 recensioni
Allora...da dove inizio..sono una fan sfegatata di Final Fantasy XV, e ho adorato tutto del gioco, e ancora di più del film Kingsglaive, quindi ho deciso di scrivere una WhatIf? descrivendo cosa sarebbe accaduto se [ATTENZIONE SPOILER] Nyx Ulric non fosse morto alla fine del film, ma fosse sopravissuto e avesse accompagnato Luna nel suo viaggio per risvegliare gli Dei.
[DALLA STORIA]
Lo individuò immediatamente. Non era difficile riconoscerlo, con quei capelli di un blu quasi nero, e i vestiti logorati dal lungo viaggio. Non aveva molto di regale, pensò, ma se il suo Re si era sacrificato per difenderlo, e se Luna credeva così tanto in lui, forse, solo forse, ne valeva la pena.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lunafreya Nox Fleuret, Noctis Lucis Caelum, Nyx Ulric, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 25
 

Because what you want is all, what you are is all of me
 
Quando Noctis riaprì gli occhi, il vociare dei bambini gli esplose nella testa, infliggendogli una stilettata di dolore. Si portò una mano al volto con un gemito, ma poi un particolare attirò la sua attenzione: aveva la mano destra e tutto il braccio fasciato e, quando abbassò lo sguardo, vide che anche le ferite inflittagli dai re erano state pulite e fasciate con cura.
«Certo che la tua pigrizia non ha limiti. Non importa che tu ce l’abbia fatta, dovevi darti una mossa.» La voce roca di Gladio accolse il suo risveglio, e lui guardò il suo Scudo. L’aveva visto l’ultima volta nella sala del trono, quando gli aveva ordinato di lasciargli fare il suo lavoro, e di adempiere al suo compito, e ora era lì, sano e salvo.
«A fare cosa?» Gli domandò, sentendo la sua stessa voce come se fosse estranea al suo corpo. «Hai riportato la luce, Noct. Guarda.» Si alzò e scostò le tende, lasciando che il sole invadesse la stanza. Quella luce improvvisa ferì gli occhi appannati del re, che alzò una mano per difendersi.
«Gladio…che è successo?» Gli domandò, abbandonandosi nuovamente sui cuscini.
L’uomo davanti a lui si strinse nelle spalle. «Versione lunga o breve?»
«Spiega e basta, per favore.» Mormorò Noctis, un braccio appoggiato agli occhi chiusi.
«Quando i daemon sono stati spazzati via, e noi abbiamo capito che era finita, siamo usciti dal Palazzo, e c’era Lunafreya ad accoglierci.» Iniziò Gladio, accigliandosi. Non era un bel ricordo.
Aveva alzato un braccio, fermando l’avanzata di Ignis, e poi aveva sceso le scale con un senso di oppressione sempre crescente. Lunafreya alzò gli occhi su di lui, le lacrime che scivolavano libere sul viso, l’armatura ammaccata e semi bruciata, le mani macchiate di sangue argenteo mentre tamponava le ferite.
«Gladio, aiutami.» Gli aveva chiesto, e la sua voce aveva il tono di una supplica.
Davanti a lei, i due corpi erano immobili, e Gladio aveva sentito la disperazione stritolargli il cuore.
La spada e lo scudo erano crollati a terra, e lui aveva sentito vagamente Prompto spiegare ad Ignis cosa stava succedendo.
«Cos’è successo?» Aveva chiesto, osservando il suo re inerme sul suolo e, accanto a lui, Nyx.
L’Oracolo si asciugò rabbiosamente le lacrime. «Gli Antichi Re hanno riportato la luce. Possiamo salvarli, Gladio. Aiutami.»
Ecco di cosa parlava la profezia, si era reso conto, del sacrificio dei Re dei Re.
Ancora una volta, però, Nyx si era messo in mezzo, e aveva salvato la situazione.
«Respirano ancora.» Notò, e la donna davanti a lui annuì.
Quando il rombo di una nave magitek aveva spezzato il silenzio del giorno appena risorto, entrambi avevano alzato lo sguardo.
Ravus li aveva guardati dallo sportello aperto. «Andiamo.»
«Tutto qui.» Terminò Gladio, e si rese conto che Noctis lo stava guardando con un breve sorriso sulle labbra.
 «Che c’è?» Gli domandò bruscamente.
«Eri preoccupato per me?» Gli chiese, e Gladio ridacchiò divertito.
«Le cose sarebbero state noiose, senza i tuoi continui lamenti.»
Risero insieme, e la cosa costrinse Noctis a piegarsi in due dal dolore quando la fitta lo colpì al petto. «Quanto ho dormito?» Domandò mentre la porta si spalancava, e una furia bionda gli si buttava addosso.
«Noooct! Sei sveglio!» Prompto sembrava volerlo stritolare e, anche se la sua gioia gli riscaldava il cuore, fu costretto ad allontanarlo.
Quando Ignis lo seguì con un sorriso, il re vide che erano pieni di bende, ma altrimenti illesi.
«Sei k.o. da più o meno una settimana. Iniziavamo a pensare che non ce l’avresti fatta.» Gli rispose Gladio, e lui annuì, poi cercò di mettersi in piedi, e Prompto fu costretto a passargli un braccio intorno alla vita per tenerlo in piedi.
«Dove vuoi andare conciato così?»
Noctis sapeva benissimo dove voleva andare, pensò osservando la striscia di pelle bruciata sul suo dito, dove un tempo aveva risieduto l’Anello. C’era un solo motivo, se era ancora vivo.
«Nyx.» Si limitò a dire, e i suoi amici annuirono.
Lasciando che si appoggiasse a lui, Prompto lo guidò fuori dalla stanza. «Andiamo.»
 

«Da quanto tempo è sveglio?» Chiese il Re, sollevando una mano per fermare le proteste di Prompto quando si allontanò da lui.
Erano arrivati sulla torre di guardia di Galahd, e lui era là, seduto con le gambe a penzoloni nel vuoto.
«Tre giorni.» Rispose Ignis, e poi Noctis avanzò zoppicando verso di lui.
Nyx era coperto di bende dalle spalle fino ai fianchi, le cicatrici bianche della sua prima morte scoperte, eppure era là, sano e salvo. Era messo decisamente peggio di lui, l’ultima volta che l’aveva visto, eppure si era svegliato prima. «Ma come fa?» Si chiese, e fu Prompto a rispondergli. «Beh, non è del tutto umano, ricordi?»
«Giusto.» Sorrise Noctis. «Andate, per favore. Sto bene.» Li rassicurò prima che potessero protestare, e poi zoppicò verso l’uomo davanti a lui.
Nyx non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per vedere che era lui. «Maestà.»
«Ho perso il conto di tutto ciò che hai fatto per me, Nyx.» Esordì Noctis, sedendosi a fatica accanto a lui. L’immensità delle pianure di Galahd accolse il suo arrivo, e capì perché l’uomo si era rifugiato lassù: non arrivavano i suoni della città, là, solo il fruscio del vento, la carezza del sole, e la pace.
Nyx si voltò verso di lui con un ghigno. «Non so se ti hanno avvertito, ma sono io l’eroe qui.»
Noctis rise a quella frecciatina, poi gli mise una mano sulla spalla.
«Cosa c’è?» Gli domandò Nyx, osservandolo.
Noctis gli sorrise, e per un istante, Nyx vide il volto di Regis al posto del suo. «Mio padre sarebbe fiero di te, Nyx.»
Vide l’uomo sgranare appena gli occhi, e seppe quanto la sua frase significava per lui. «Grazie.»
Noctis ricambiò il sorriso, e poi spostò lo sguardo sulla pianura che aveva davanti. «Come hai fatto?» Gli venne naturale chiederlo, e Nyx, ancora una volta, lo capì senza bisogno di spiegazioni.
Si strinse nelle spalle, ma il movimento lo costrinse a massaggiarsi la spalla ferita. «Ho semplicemente dato ai tuoi simpatici antenati ciò che volevano, cioè il mio sangue. E facendomi ridurre ad un colabrodo con te, ho diviso il prezzo dell’Anello, evitandoti di finire in cenere. Bahamut non è stata contenta di ciò che i re hanno fatto, però.» Ghignò, ricordando come, in quello stato di quasi morte, lei gli era comparsa davanti.
«Gli Antichi si sono illusi di poter cambiare il volere degli dei, e di ucciderti, perciò li ho cancellati da questo mondo.»
Era meravigliosa, e terrificante come solo la dea suprema avrebbe potuto essere.
«Tu hai protetto la luce, e il futuro, a scapito della tua stessa vita. Sii la Barriera, Nyx Ulric, e sappi che sarò sempre al tuo fianco.» Avrebbe giurato che stava sorridendo, anche se gli era impossibile dirlo dato l’elmo che le copriva la faccia.
Quando i suoi occhi si erano posati su di lui, aveva sentito la vita invaderlo.
«Sono fiera che tu sia il mio cuore.»
«Noctis.»
«Si?»
«Era reale? Lei era là?»
Non aveva aspettato altro che fargli quella domanda, da quando aveva riaperto gli occhi e lei non era al suo fianco.
Vide il re sorridere. «Si Nyx. Era là. A proposito, dov’è ora? »
«Aranea ha detto che è stata costretta ad andare a Lestallum, ad adempiere al suo ruolo di Oracolo ancora una volta, e che dovrebbe tornare entro poco, con Ravus.» Spiegò, anche se la cosa gli procurava un senso di oppressione che gli impediva di respirare.
Era la stessa sensazione che aveva provato anni prima, quando aveva messo piede fuori dalla caverna a Duscae.
Lui avrebbe dovuto essere al suo fianco, com’era stato ogni istante negli ultimi dieci anni.
Non erano fatti per essere separati.
«L’importante è che sia sana e salva, Nyx. Tornerà presto, vedrai.» Lo rassicurò Noctis e, per qualche ragione, Nyx si calmò.
Era sorprendente rendersi conto di quanto fosse cambiato, pensò Nyx, osservando il suo viso pacato, velato dal dolore di ciò che avevano passato.  Non sarebbero mai guariti del tutto, pensò.
«Quando ti ho incontrato eri davvero irritante, lo sai?» Esordì strappandogli una risata.
«E ora, invece?»
«Ora ti seguirei all’Inferno e ritorno, Altezza.» Fu schietto e sincero, com’era di consueto, e Noctis sorrise.
«Sarebbe un onore.»
Restarono in silenzio, uniti dal sangue che avevano condiviso, da tutto ciò che avevano affrontato insieme.
Quando spostò lo sguardo, Nyx non poté fare a meno sentire una breve fitta di rimpianto: Crowe non era più là, pronta a punzecchiarlo con i suoi commenti.
Non seppe mai quanto tempo passò prima che Noctis si alzasse, e si congedasse da lui con un sorriso e un saluto, lasciandolo solo.
Nyx si appoggiò meglio alla colonna che sorreggeva il tetto, lasciando penzolare una gamba oltre il bordo, gli occhi fissi sulla coppia di giaguari blu che stava cacciando nella pianura.
Era stato brutto, svegliarsi senza Lunafreya dopo dieci anni, ed era stato ancora peggio sapere che non era nemmeno in città. Era quasi morto ormai tre volte, pensò, e nulla era stato peggio di quei tre giorni da solo: sembrava che avesse un arto fantasma, che mandava fitte senza essere presente.
Chiuse gli occhi ed inspirò a fondo, sentendo le ferite tendersi.
Ancora una volta ringraziò silenziosamente Bahamut, dato che era opera sua se Ardyn e i re l’avevano quasi fatto a pezzi, ma la gran parte delle sue ferite fossero ormai cicatrici sbiadite.
Il suono delle auto gli giunse lontano, come un eco, e per un istante si chiese se fosse solo uno scherzo della sua mente ma, quando un secondo battito cardiaco riecheggiò nel suo petto, seppe che era stato reale.
Si alzò di scatto, e si sporse sul parapetto opposto mentre le auto sbucavano dal bosco e si fermavano davanti ai cancelli.
«Sarai di scorta alla Principessa, Ulric.»
Estrasse il pugnale e lo lanciò accanto alla prima auto.
Aprì la porta, e si sedette al posto di guida.
Aprì la portiera dove sapeva che lei sarebbe stata, e le sue labbra si incurvarono in un sorriso nel notare il suo viso sorpreso.
Un’occhiata allo specchietto retrovisore gli mostrò una giovane donna dal viso triste.
Scese dall’auto in fretta e gli gettò le braccia al collo, rischiando di stritolarlo.
Mentre guidava, Nyx si sorprese a desiderare di trovare un modo per farla sorridere.
«Ciao.»
Sorrise sulle sue labbra, le mani affondate nella sua chioma. «Ciao.»
 

 
I fuochi d’artificio esplosero nel cielo, ma Nyx quasi non ci fece caso.
Quella festa era per il re, non per lui, e anche se immaginò che Noctis sarebbe morto d’imbarazzo nel vedersi riverito come un salvatore, ciò che davvero gli importava era al suo fianco.
L’aveva letteralmente trascinata via dopo l’inizio della festa, ed ora erano nella calma della loro casa, soli.
«Da quanto tempo ti sei svegliato?» Gli chiese, curiosa, osservandolo.
Era stato impressionante vedere la portiera aprirsi, e il suo viso sfigurato comparirle davanti.
Nyx scrollò le spalle. «Tre giorni, più o meno.» Le puntò contro i suoi occhi tempestosi, e lei rabbrividì quando lo vide accigliarsi.
«Luna, cos’è successo ad Insomnia?» Le domandò, e lei sospirò piano.
Si sedette al suo fianco. «Quando siete entrati a Palazzo, ho iniziato il mio scontro con Ifrit, che ci ha portato lontano da voi. Era troppo forte per me, stavo per arrendermi, ma poi…» Sorrise lievemente, e allungò una mano, intrecciando le dita con quelle di Nyx. «Poi le ho viste, le ali di Bahamut nel cielo, e ho pensato che se tu stavi lottando, dovevo farlo anch’io. E nonostante questo, se non fosse stato per l’intervento di Shiva non sarei qui.»
«Shiva?»
«Hm-hm. Gentiana, in realtà.»
Quando vide l’espressione sorpresa del suo uomo, Luna sorrise. «Lo so, è stata una sorpresa anche per me, ma mi ha spiegato che ha assunto la forma di Gentiana, del mio Messaggero, per far credere a tutti che la Dea del Ghiaccio fosse morta, e poter agire senza intralci. Comunque sia, lei mi ha salvato la vita, e in questo modo ho potuto raggiungervi. Nyx…»
Le si mozzò la voce, e Nyx vide i suoi occhi inumidirsi.
L’attirò a sé, ignorando le fitte di dolore delle ferite, e le posò un bacio sulla fronte. Sapeva cosa aveva provato, vedendolo: la stessa, devastante sensazione che il cuore le andasse in briciole, lo stesso dolore che rischiava di soffocarla. «Hey, mi dispiace.» Mormorò, e lei sollevò lo sguardo verso di lui.
«Ma sono qui ora, ed è tutto grazie a te.»
Riuscì a strapparle un breve sorriso. «Non osare mai più rischiare di morirmi tra le braccia, Ulric.»
Lo rimproverò, e lui ridacchiò lievemente. «Sissignora. E non che mi dispiaccia, ma come mai sia io che Noctis siamo vivi?»
«Beh…»
«Luna, che cos’hai fatto?»
L’Oracolo si allontanò piano da lui e scosse la testa. «Niente. Re Regis mi ha detto che sareste sopravvissuti, e così è stato, anche se l’Anello è andato distrutto. Ma l’intervento di Ravus è stato provvidenziale.»
Nyx inarcò un sopracciglio. «Ravus? Non gli avevi detto di restare indietro?»
Incapace di lasciarla andare del tutto, lasciò che le loro dita restassero intrecciate, e mosse pigramente il pollice in piccoli cerchi sul suo dorso. Era un gesto che la calmava, di solito.
«Veramente no.» Si morse il labbro inferiore con aria colpevole. «Gli avevo detto di seguirci con un’aeronave, perché conoscevo la profezia della Luce, e volevo tentare di salvare Noctis.»
I suoi occhi diventarono severi, e lei gli strinse la mano. «Non immaginavo di dover vedere te impalato dal mio Tridente.»
Nyx piegò le labbra in un sorriso colpevole. «Ho dovuto farlo, Noctis non sarebbe sopravvissuto, sostenendo il potere dell’Anello da solo. E…pensavo che fossi morta.» Le confessò, lasciando non detto ciò che intendeva.
La mia vita senza di te non avrebbe avuto senso.
Lunafreya comprese quelle parole, perché erano le stesse che erano nel suo cuore, e si avvicinò a lui, intrecciandogli le mani dietro al collo. «Nyx, mio avventato, meraviglioso eroe.» Mormorò, lasciando scorrere lo sguardo sul suo viso, dalle cicatrici che salivano sulla guancia fino ai piccoli tatuaggi al lato dell’occhio, fino ad incontrare il suo sguardo.
Si era avvicinata a piccoli passi, il contegno di una regina e la tristezza di un fantasma.
L’uomo sorrise, divertito da quella descrizione, e le passò una mano fra i capelli. «Si?»
L’aveva guardata con la coda dell’occhio, mentre i fuochi d’artificio strappavano riflessi color arcobaleno dai suoi abiti bianchi.
«Ricordi cosa mi hai chiesto, ad Insomnia?»
«Non ci hanno presentati ufficialmente, questa mattina.»
«Certo.»
«La mia risposta è sì.»
«Nyx. Nyx Ulric, mia signora.» 
  
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