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Autore: Myra11    15/11/2017    1 recensioni
Allora...da dove inizio..sono una fan sfegatata di Final Fantasy XV, e ho adorato tutto del gioco, e ancora di più del film Kingsglaive, quindi ho deciso di scrivere una WhatIf? descrivendo cosa sarebbe accaduto se [ATTENZIONE SPOILER] Nyx Ulric non fosse morto alla fine del film, ma fosse sopravissuto e avesse accompagnato Luna nel suo viaggio per risvegliare gli Dei.
[DALLA STORIA]
Lo individuò immediatamente. Non era difficile riconoscerlo, con quei capelli di un blu quasi nero, e i vestiti logorati dal lungo viaggio. Non aveva molto di regale, pensò, ma se il suo Re si era sacrificato per difenderlo, e se Luna credeva così tanto in lui, forse, solo forse, ne valeva la pena.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lunafreya Nox Fleuret, Noctis Lucis Caelum, Nyx Ulric, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 26

Just as long
As you Stand By Me
 
«Vuoi calmarti? Hai salvato il mondo, e sei così nervoso ora?»
Lo incitò con un sorriso, ma Nyx non riuscì a rilassarsi. Prompto rise dall’altro lato della stanza. «Lo capisco, anch’io ero nervoso.»
«Quando mai non lo sei?» Lo schernì Gladio con un ghigno pungente.
Nyx li stava ascoltando solo in parte, incapace di staccare lo sguardo dal suo riflesso allo specchio.
«Non è il mio stile.» Borbottò, e Ignis gli posò una mano sulla spalla, comprensivo.
«Lo sappiamo, ma un uniforme da soldato non è adatta in questa occasione.»
Il suo commento gli strappò una breve risata tesa, e vide il suo occhio destro scintillare.
Ricordava quando era uscito dalla sala operatoria, dopo ore di interventi, e il suo primo commento davanti ai suoi nemici tesi era stata una battuta. «Era meglio se continuavo a non vedere le vostre facce.», aveva detto, e la cosa aveva causato uno scoppio di risate nel corridoio.
Anche se era solo uno l’occhio che avevano potuto salvare, Ignis sembrava decisamente messo meglio di com’era stato solo un anno prima.
Libertus entrò nella stanza, e sogghignò divertito nel vedere il suo migliore amico davanti allo specchio. «Sembri una salsiccia soffocata, lì dentro.» Commentò, e Nyx rise.
«È così che mi sento.» Confessò. «Li hai presi?»
Libertus annuì. «Certo. Sei pronto?»
Nyx sospirò, e decise che, se quello era il suo giorno, l’avrebbe affrontato come voleva.
Si strappò la cravatta e si liberò della giacca, poi sciolse i primi due bottoni della camicia bianca ed inspirò a fondo. «Meglio.» Si concesse, e vide Prompto sogghignare.
Tutto quel completo era stato cucito apposta per lui, apposta per quel giorno, come testimoniava il simbolo delle guardie reali cucito in argento sulla schiena, e le decorazioni sulle gambe. Sentì Libertus invitare gli altri ad uscire, e poi la porta che si chiudeva.
«Nyx, rilassati. È quello che vuoi, no?»
Sorrise al riflesso del suo amico nello specchio. «È tutto ciò che ho sempre desiderato.»
«Bene. Allora fatti forza e andiamo.»
«D’accordo, testimone.»
Dopo due anni dal ritorno della luce, la sala del trono era ancora semi distrutta, e questo perché il re si era concentrato sulla ricostruzione della città, prima che del palazzo.
Noctis gli sorrise quando si fermò accanto a lui, davanti all’altare improvvisato tra le scale che portavano al trono.
«Possiamo iniziare.» Decretò il sovrano con un sorriso, e fece un cenno verso il fondo della sala.
Quando le porte si aprirono nuovamente e lei entrò, Nyx sentì il fiato mancargli.
Era meravigliosa, avvolta nell’abito bianco di raso e pizzo che si espandeva dietro di lei come una cascata e, quando vide le due strisce viola che dalle sue spalle ondeggiavano contro il bianco, non poté fare a meno di sorridere.  Così come quando vide il diadema di diamanti incastrato tra i suoi capelli.
Lei incrociò i suoi occhi a metà della navata, e il sorriso che gli dedicò fu più luminoso del sole che filtrava attraverso la parete distrutta.
«Nyx.» Sussurrò Noctis, divertito. «Chiudi la bocca.» Lo provocò.
Ravus l’accompagnò fino all’altare, e piantò su di lui i suoi occhi violacei.
«Trattala come una regina, Ulric. E non farla soffrire.» Gli chiese, e poi lasciò che lui le prendesse la mano, e si allontanò da loro, andando a sedersi in prima fila.
«Sei bellissima.» Sussurrò Nyx, cercando di smetterla di sorriderle, ma gli era impossibile.
Era Luna, era lì, era meravigliosa ed era sua.
Noctis prese la parola prima che lei potesse rispondergli. «Potete proseguire con le promesse.»
Li invitò, e fu Lunafreya a prendere la parola per prima.
Inspirò a fondo, stringendo le mani dell’uomo che aveva davanti.
«Nyx.» Esordì, sorridendogli.
 Il modo in cui la guardava la fece arrossire: sembrava che fosse la cosa più bella che avesse mai visto. «La prima volta che ti ho visto eri solo una guardia reale dagli occhi tristi, eppure, quando ho avuto bisogno di te, sei venuto a salvarmi. Non mi conoscevi, eppure sei corso da me.»
Si sorrisero, ricordando la loro fuga rocambolesca tra le navi magitek dell’Impero.
«Da quel momento, mi hai difeso senza curarti di nient’altro, nemmeno della tua stessa vita. Sei stato la mia forza, in ogni istante. Quando non vedevo altro che disperazione, tu sei stato la mia ragione di vita, il fuoco nel mio cuore.»
Si morse il labbro inferiore, sentendo il calore della sua pelle contro le mani, gli sguardi di suo fratello e dei suoi amici, e terminò il suo discorso. «Ti Amo, Nyx Ulric, e ti prometto questo: non dovrai più essere solo, e quando il buio stringerà il tuo cuore, io sarò la tua luce.»
Era la prima volta in assoluto che vedeva gli occhi di Nyx diventare lucidi, si rese conto, e, uniti al sorriso che lui si sforzava inutilmente di trattenere, lo rendeva ancora più bello.
«Nyx, tocca a te.» Lo invitò Noctis, e lui annuì.
«Lo sai che non sono un granché, a parlare dei miei sentimenti.» Esordì, strappandole una breve, adorabile risata. Era la dichiarazione che non aveva avuto l’occasione di farle, moribondo sul cemento, e si convinse che fossero da soli, e non davanti a decine di persone che ascoltavano.
«Lunafreya Nox Fleuret, mia regina, ogni mio respiro, ogni mio battito cardiaco, ogni mio secondo, sono per te, ora e per sempre. E io non avrò paura di nulla.»
Tutta la sua vita aveva portato a quell’istante, ogni cicatrice era solo la testimonianza di ciò che aveva fatto per lei.
Le sollevò le mani e vi posò un delicato bacio sopra, senza staccare gli occhi da lei.
«Finché sarai al mio fianco.»

 
Danzavano come combattevano, pensò, sempre terribilmente consapevoli della loro vicinanza, e chiusi in quell’universo solo loro.
Quando Nyx era venuto da lui chiedendogli di officiare il matrimonio era stato l’onore più grande che potesse mai fargli, e aveva accettato senza esitazioni: Nyx era parte della sua famiglia, aveva condiviso il proprio sangue, era più di un legame di sangue.
Hai visto, papà?
Si appoggiò meglio allo schienale del trono, osservando la festa che si svolgeva nel salone, e i due novelli sposi che aprivano le danze.
È la prima volta che non c’è traccia di dolore, nei loro sguardi.
Sorrise tra sé e sé, e il raggio di sole gli si posò dritto sulla bruciatura attorno al dito.
Regis vegliava ancora su di lui.
«Altezza, disturbo?» La voce di Cor lo strappò dai suoi pensieri.
«No, e lo sai che non devi chiamarmi così.» Sorrise. Cor lo conosceva fin da quando era bambino, le formalità erano inutili tra di loro, eppure il generale sorrise. Sapere che era sopravvissuto ai dieci anni di oscurità era stato, per lui, come se un pezzo di suo padre fosse ancora vivo.
«Tutto ciò che avete fatto è strabiliante.»
Noctis scosse la testa. «Loro lo sono.» Indicò i suoi amici, la sua famiglia. «Io non sarei nulla, senza di loro.»
«Sembra proprio una cosa che tuo padre avrebbe detto.»
«Maestà, posso interrompervi un momento?»
Una voce delicata s’intromise nella loro conversazione, e voltandosi, lui ne vide la proprietaria.
Era una donna dal viso fine, circondato da una massa di capelli rosso fuoco e gli occhi verdi.
«Certo.» Le sorrise, sentendo un’insolita fitta allo stomaco. «E chiamami Noctis.»
  
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