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Autore: Charlie McGee    16/11/2017    1 recensioni
L'età adulta. Fuori da Hogwarts, nella vita che li ha portati ad essere esattamente tutto quello che si aspettavano, Hermione Granger e Draco Malfoy si scontrano, e si ritrovano inspiegabilmente a riconoscersi.
Dal primo capitolo:
"La Granger adulta è diversa da come te la ricordavi; chissà perché di lei hai solo l'immagine datata di una ragazzina bisbetica, che aveva scritto 'sanguesporco' in fronte così grande che ti era impossibile ignorarlo. In questa foto, la donna che hai davanti ha solo una vaga somiglianza con quella irritante saputella. Ha un lungo vestito chiaro, stretto sotto il seno, con maniche di broccato rigido; tiene i capelli legati di lato, in una coda che nel mondo magico non s'è mai vista; ha un viso pulito, la bocca rossa ben disegnata e due grandi occhi sgranati. Sono fissi sulla tua mano, ovviamente."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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8.

Credevi che il bacio fosse tutto. Che finalmente quella incresciosa tensione fra di voi si sarebbe spezzata e avreste potuto ritornare ad essere due bacchette distanti, parallele. Invece ti sei con sgomento accorto che quell’inopportuna parentesi era per te solo l’inizio; e adesso ne vuoi ancora, vuoi ancora ogni cosa di lei, con una prepotenza tutta Malfoy che eri certo di aver abbandonato da tempo.
Vi vedete con la stessa regolare cadenza, e del resto i vostri incontri non hanno natura granché diversa dal solito: vi date appuntamento per chiacchierare, per far incontrare i vostri figli, ma nulla di più. Non vi sfiorate, non accennate nemmeno al bacio. Eppure è come se fra voi si fosse intessuta un’inedita complicità, che rende ogni parola complessa, nuova, vera.
Un sabato ti invita in un café nella Londra babbana. Ridacchia del tuo disagio mentre vi accomodate.
“Merlino, Malfoy... Smettila di fare quelle facce.”
“Sono tutti così chiassosi i babbani?”
“Dipende.”
Quando arrivano le vostre ordinazioni state parlando fitto fitto. Le tue dita sono a un centimetro dalle sue, tremano, quasi le sfiorano. Ma non si accostano, perché l’inopportuna cameriera vi sta inondando di chiacchiere e tu non vuoi che pensi ciò che non dovrebbe.
Bevi questo stupidissimo caffè pieno di latte e ti rendi conto che non sei mai stato così scioccamente felice.


Alcuni giorni dopo. Malfoy Manor

Questa cena non era assolutamente da farsi. Hai dato fondo a tutte le tue misantrope obiezioni, ma Astoria non ha voluto sentire ragioni: la serra è pronta e lei non vede l’ora di inaugurarla.
Invita persino i Potter, così il tuo Manor può essere definitivamente deflorato.
Tua moglie ti intercetta mentre chiedi silenziosamente perdono di fronte al ritratto di tuo padre, incombente di fronte alla camera da letto.
“Milord.”, ti apostrofa con un sorriso beffardo, “Cercate forza nel compianto Lucius?”
“Non sapete quanto.”, borbotti più serio di quanto creda.
Lei ti passa una mano sul petto, stringendosi a te come una gatta. È bellissima questa sera, calzata in un abito di seta viola che le lascia sensualmente scoperte le spalle. Ha acconciato i capelli in un raccolto elaborato, si è truccata i suoi meravigliosi occhi blu, ed è luminosa con il collier di oro bianco - il tuo dono di nozze.  
Non ti è mai sembrata così bella, così pericolosa e così distante.
Ai tuoi occhi, Astoria è una figura sbiadita. Sembra aver riacquistato una certa altera sicurezza, si crogiola nelle sue convinzioni ritornate incrollabili. Dopotutto, è la tua bellissima Regina Purosangue, no?
Le dai il braccio per scendere le scale, anche se sai che i tuoi occhi saranno per ben altra donna questa sera.
Non ricordi l’ultima volta che sei stato così trepidante di fronte ad una ragazza; e ti maledici, perché quando entra lei tutto il resto diventa un rumore di sottofondo e non riesci davvero a smettere di guardarla. Si sfila la pelliccia - un surrogato babbano creato artificialmente, senza dubbio - e liscia le pieghe di un grazioso vestito verde smeraldo, damascato con profili argentati. Avvampi quando intuisci che l’ha messo per te.
Ne hai la conferma nel momento i vostri occhi si incrociano e lei arrossisce.
“Hermione, Auror Weasley.”
Che diavolo…?
Metti a fuoco. Dietro alla Granger, in uno stazzonato completo giacca e pantaloni, osa mettere piede in casa tua proprio Ronald Weasley.

Passi la serata fissando torvo il tuo calice di vino. Il tuo apporto alla conversazione sarebbe comunque superfluo, visto e considerato che Potter ciarla come dieci maghi messi insieme.
Gli ospiti si divertono, a quanto puoi constatare: Pansy addirittura sta discorrendo con Ginevra Potter, e persino abbozza un risolino - per cosa, solo Salazar lo sa.
Goyle e Weasley si sono trovati. Nessuna sorpresa, probabilmente in due fanno un mago intero.
Infine, c’è lei. Hai sussultato quando ti sei accorto che Astoria l’aveva messa tra Ronald e Daphne. È arrivata anche la tua ingestibile cognata, naturalmente in ritardo, dando spettacolo appena messo piede in casa, quando si è tolta la lunga pelliccia di lupo e l’ha lanciata oltre la sala facendo cadere a terra tre elfi.
“Granger, è un piacere rivederti!”, ha trillato socchiudendo i verdi occhi da gatta, “C’è anche Ronald. Che bello.”
E poi addirittura si è voltata e ti ha rivolto un sorriso lupesco, così, davanti a tutti.
Ti sei trincerato in silenzio scontroso che però non ha fatto insospettire nessuno.
Beh, nessuno...
Tranne l’unica che sa, e che ti scocca occhiate indecifrabili tra una battuta volgare e l’altra della tua incontenibile cognata.
Quando Astoria richiama tutti per mostrare loro la serra, la segui come un bambino in castigo. La osservi che decanta le proprietà di quelle costosissime pareti rinforzate a incantesimi, senza realmente vederla. Vedi invece la mezzosangue, che passa le sue mani sulle corolle, le sfiora, si ritrae con un sorriso.
Quando rientrate fai sì di rimanere indietro, affinché lei si accorga di te. Non dice una parola mentre si avvicina, ma almeno ha la decenza di sembrare contrita.
“Che ci fa lui qui?”, sbotti, cercando di suonare indifferente.
“Sarebbero venuti anche Gin ed Harry... Mi sembrava brutto tagliarlo fuori. Stiamo cercando di tenere rapporti civili.”
Tipico comportamento Grifondoro. Quella inopportuna bontà d’animo dev’essere un bel fardello da portare.
“Non voglio che tu tenga rapporti civili con lui.”
C’è davvero bisogno di chiarificarlo?
Ma Hermione, dovresti saperlo, non è persona da farsi dire cosa fare da chicchessia... neppure da te, realizzi.
Le si colorano le guance per la rabbia. “Beh... sei un vero ipocrita! Ti ricordo che mi ha invitato tua moglie.”
Calca il possessivo, te lo sbatte in faccia con crudele soddisfazione.
“È diverso.”
“Certo che è diverso. Io e Ronald non stiamo nemmeno insieme.”
Non sai cosa rispondere, sei punto sul vivo, smascherato; quelle settimane sono state una specie di parentesi, di non detto. Non vi siete mai sfiorati, mai... mai baciati.
All’improvviso hai solo voglia di averla tra le braccia. E quando ti dà le spalle, e fa per allontanarsi nervosamente, per una volta non pensi ma agisci.
La afferri per la manica della pelliccia, con un’impazienza che non ti appartiene. Questa volta non vi baciate, ma piuttosto vi scontrate, la sua fronte cozza sul tuo naso... però alla fine le tue labbra trovano le sue, già pronte a restituirti il bacio.
Ti spinge dentro la serra. Siete immersi in un caldo stagnante ora, ed Hermione si leva la pelliccia, gettandola sul terriccio.
Riprendi fiato solo per chiederle, sornione: “Questo vestito?”
Passi un dito sulla stoffa, vicino alla gola, dove il colletto alto si arriccia in una piccola gorgiera. Lei sussulta sotto il tuo tocco, e le guance diventano due mele mature.
“Uno straccetto che avevo a casa.”, piega la testa civettuola.
Le bacia l’incavo del collo e lei sospira. Non sei mai stato un mago passionale, neppure nei tuoi amori; e davvero non sai da dove provenga tutta questa impazienza.
È la stessa che vi fa baciare ardenti, fra le ampie foglie che pendono sopra di voi come una pompeiana improvvisata; che ti fa cacciare le mani lungo le pieghe del suo abito, sperando di afferrare un pochino più di Hermione Granger; che le fa aprire impaziente la tua camicia, per posarti le mani sul petto liscio. Un bottone tira, il filo è sul punto di spezzarsi.
Dovresti averlo imparato, ormai: la felicità rende ciechi, e imprudenti.


Due giorni dopo. Cornovaglia, Cimitero Gwithian (1)

Il vento è impietoso. Ti fa mulinare la neve attorno alle caviglie, ti imbianca il lungo tabarro color petrolio mentre avanzi lungo il viale principale del cimitero, un mazzo di innaturali rose stretto al petto per difenderlo dalle raffiche sferzanti.
Non ricordi esattamente la prima volta che sei venuto qui. Però ricordi che è stato poco dopo la morte di Lucius, quando credevi che nulla avrebbe potuto sopire il senso di rabbia e di abbandono.
Curioso quanto il tuo rapporto controverso con Piton si sia attestato su una sorta di calma comprensione dopo la sua morte. Ancora più curioso è come tu ti sia ritrovato ad agognare la sua tardiva approvazione, ancora più di quella di tuo padre.
Ti sei spesso chiesto cosa avrebbe pensato di te se fosse stato ancora vivo.
E adesso? Cosa mai penserebbe di te e della tua inaccettabile sbandata?
“Allora è un vizio, quello di fare scelte sbagliate.”, rimprovererebbe - o magari, se lo sarebbe aspettato. Ha sempre visto più lungo di tutti voi, Severus, abituato a muoversi fra pronostici, strategie, probabilità.
E poi, tu sai che aveva una predilezione per la Granger, malgrado si fosse sempre guardato bene dal manifestarla: era più furba di tutti loro, sosteneva, a dispetto della sua pessima abitudine di accompagnarsi a Potter e Weasley.
Weasley... stringi i pugni contrariato al pensiero di quella sporca zazzera pel di carota china a sussurrare qualcosa alla tua Granger.
Non è mia., ti correggi quando capisci in che termini l’hai messa, E suppongo non lo sarà mai.
Curioso come tu e il tuo mentore vi ritroviate a condividere lo stesso destino di amori impossibili. Osservi la neve posarsi sulla tomba, bianco sul bianco della lapide.
Un petalo di rosa si stacca, rotea nell’aria furibonda, e fugge via, molti metri più in là. Lo segui con lo sguardo, fin quando non si scontra con una figura imbacuccata, che affronta a passo elastico il viale centrale del cimitero.
Lo riconosci dalla divisa, malgrado i fiocchi cadano fitti.
Il Salvatore del Mondo Magico, alias la tua Condanna a Vita, ti si affianca con nonchalance.
“Salve, Malfoy.”
“Potter.”, sospiri, rassegnato, “Che ci fai qui?”
“Vengo a trovare il professore... di tanto in tanto.”
Puoi quasi sentire Severus che si rivolta nella tomba, pregandoti di cacciare quella sciagura vivente dal suo luogo di eterno riposo.
“Che caritatevole.”
Non coglie il tuo sarcasmo. Anzi, scrolla via fiocchi di neve dal cespuglio di capelli con irritante serenità.
Poi, dal nulla, come se foste impegnati a parlare del tempo, domanda:
“È per Hermione?”
Senti le ossa diventarti friabili come pan di zucca. Trattieni il respiro, ed osi solo scoccare un’occhiata in tralice al maledetto Potter.
“Così... sai.”
“So.”, replica lui specularmente, e potresti giurare che sta ridendo sotto i baffi.
Dovevi immaginarlo, che quella stupida non avrebbe tenuto per sé quello che era successo; e tuttavia, di tutti i confessori, proprio lui? La tua nemesi, il tuo odioso tormento, il...
“Draco? Hai... paura di me?”
Non si premura neppure più di nascondere il ghigno che gli è affiorato sul volto e tu senti che non l’hai mai odiato tanto come in questo momento.
“Non dire sciocchezze, Potter.”, ringhi, allacciandoti le mani dietro alla schiena, “Sono solo sorpreso. Credevo che avresti messo in piedi uno dei tuoi spettacoli di buonismo e assennatezza.”
Trattieni il fiato, attendendoti una delle sue reazioni inconsulte: dopotutto, se sa davvero qualcosa, non può certo esserne contento; e non vedrà l’ora di vendicare l’onore del suo idiota migliore amico, ci scommetti la bacchetta.
A dispetto delle tue ragionevoli previsioni, Potter non dà di matto, al contrario. Ridacchia. Ridacchia per quello che hai detto tu.
“Malfoy, a volte penso che non sei cambiato di una virgola.”, è forse un tentativo di offenderti?, “Non sono certo affari miei se tu ed Hermione andate a letto. Non che sia una sorpresa.”
Registri appena l’ultima frase, perché ti preme puntualizzare in un ringhio che tu e lei non andate a letto insieme. Potter non si scompone davanti al tuo scatto, limitandosi a scrollare le spalle.
“Quello che è.”
“Cosa significa che non è una sorpresa?”
Potter glissa. Si toglie gli occhiali dal naso, le lenti bagnate dai piccoli fiocchi di neve, e li passa sulla manica del pastrano.
“Non temere, Ronald non sa nulla... e non sarò di certo io a dirglielo. Ma Herm era infelice con lui, glielo leggevo negli occhi.”
Vi state inoltrando su un terreno particolarmente insidioso ed il Salvatore è decisamente l’ultima persona con cui vorresti avere quella delicata conversazione. Eppure, da macchinatore quale sei, ti rendi conto che San Potter è probabilmente la persona più vicina ad Hermione.
“Dunque... non disapprovi?”, ti sforzi di non suonare patetico.
Harry Potter ride. “Oh cazzo, Malfoy, non avrei mai pensato di dirlo. No, non disapprovo. Lei e Ron erano troppo diversi, dopotutto. Penso fosse solo questione di tempo.”
Ti sfugge un pezzo del ragionamento. Quanto siete diversi tu e lei, allora?
Eppure Potter non finisce di stupirti. Sospira, come se stesse spiegando un concetto basilare ad un bambino: “Siete uguali, Malfoy. Davvero non te ne rendi conto?”
Distogli lo sguardo, perché altrimenti sai che vi leggerebbe quanto immensamente idiota di senti in questo istante. Perché adesso vedi. Nella testa ti si affastellano momenti a cui a loro tempo non avevi dato peso, e che ora sono perfettamente intellegibili: le lunghe conversazioni sui casi che aveva per le mani, i tuoi oculati consigli da diplomatico; le sue visite inaspettate per ricevere in prestito un tomo della tua preziosa biblioteca antica, tomo che, malgrado avessi consegnato tra sbuffi e decine di raccomandazioni, alla fine sapevi le avresti regalato; le accese discussioni sul sistema aristocratico e classista del Mondo Magico.
Prima di andarsene, Potter infila la mano in tasca ed estrae un foulard di seta verde, che sbatte nel vento implacabile; lo annoda con un incantesimo a una radice contorta che cinge la lapide di Piton come un abbraccio. Quando si gira, puoi giurare che abbia gli occhi velati di lacrime.
“Era di mia madre.”, spiega con un sorriso. Fa una pausa, e poi chiosa: “Draco? Non lasciare che la paura ti impedisca di essere felice.”

Tipico di Potter. Si crede depositario della verità universale solo perché è in grado confezionare qualche sparata semifilosofica da babbano di mezza età.
Lo pensi, e te lo ripeti a lungo, anche se perfino quella tomba ghiacciata e dimenticata da tutti sembra muoverti un rimprovero silenzioso.
Le dai ostinatamente le spalle.
Ciao, Severus.



Note dell'autore

(1) È un romantico cimitero inglese di origine celtica, che si trova in un punto a nord della St. Ives Bay. - Se volete saperne di più, vi consiglio di dare un occhio alla Cornwall Guide in rete.  

Ce l'ho fatta a pubblicare il capitolo, pronto da tempo ma ancora in piena revisione (so di essere ancora in ritardo imperdonabile, ma da quando l'estate è finita ho una marea di impegni che devo in qualche modo gestire). Se non altro, il capitolo è lungo e sostanzioso!
Ad ogni modo, veniamo alla storia. Draco sembra aver abbandonato (almeno in apparenza) quell'atteggiamento negazionista proprio di ogni Serpeverde che si rispetti di fronte a situazioni imprevedibili. Resta ovviamente sul tavolo Astoria, che al contrario è di nuovo ferma nelle sue incrollabili convinzioni da Regina del Manor, e Sovrana del cuore di Draco. E invece, col cavolo.
Ma soprattutto: quanto mi è piaciuto scrivere di Piton? Quanto? :D
Il prossimo aggiornamento potrebbe essere indicativamente di qui a un paio di settimane, ma spero il prima possibile.
A presto! 

Charlie
P.S.: Rileggendo alcuni dei vecchi capitoli mi sono saltati all'occhio parecchi refusi. Nulla di eclatante, il testo è lo stesso comprensibile, però magari prima di concludere la storia farò un round di correzioni.

   
 
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