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Autore: Emmastory    20/11/2017    4 recensioni
La vita di Rain e del suo gruppo continua, ma purtroppo senza uno dei compagni di viaggio. Sono passati ben quattro anni da quando la povera Samira è morta da eroina sul campo di battaglia, tentando assieme agli amici di eliminare una minaccia ormai conosciuta, ovvero i Ladri. Ora come ora, con la calma che regna sovrana ad Ascantha, nessuno sa cosa sia successo davvero, se la guerra sia finita, o sei ai nostri eroi sia stata concessa una tregua. Sempre uniti e fiduciosi, sono decisi a combattere le loro battaglie, e sperare, con tutte le loro forze, in un nuovo e sereno domani. Come andrà a finire? Scopritelo unendovi di nuovo a loro, nell'ultimo capitolo della saga di Aveiron.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VII-mod
 
 
Capitolo XXXV
 
Grande guerra e piccole menti
 
Sono calma. Fortunatamente, certo, ma sono calma. Ricordo ancora il giorno in cui armandomi di carta, penna, ago e filo ho iniziato a tenere un mio diario aggiornandolo costantemente, così che un giorno, se e quando questo scempio finirà, potrò rileggerlo con l'aiuto della quiete, provando ad una ad una le stesse emozioni. So bene che molte donne come me non sono riuscite a sopportare il dolore e la paura di una vita come quella che tutti noi viviamo, all'insegna dell'ansia e del tormento interiore, e hanno così deciso di togliersi la vita. In tutti questi anni, mi sono mostrata stoica, e pur avendo sofferto molto, non l'ho fatto, ringraziando ancora oggi il cielo per la forza che ho avuto, ho e sto avendo. Riflettendo, comprendo che la vita non è altro che un complicato mosaico di vitree tessere chiamate emozioni, che ognuno prima o poi deve imparare a maneggiare e posizionare con cura, evitando passi falsi ed errori che in alcuni casi possono essere fatali. Ora come ora, siedo comodamente sulla poltrona del salotto, proprio accanto al fuoco acceso, che ci protegge dal freddo in quest'inverno così duro. Fino a poco fa leggevo, ma ho messo il mio libro preferito, seppur vecchio e polveroso, al suo posto nella libreria del salotto. Sono sveglia, ma al contrario di me Chance dorme accanto al fuoco. Conoscendolo, so che è un cane attivo, ma a ben quindici anni, l'età inizia davvero a farsi sentire. In silenzio, mi godo quella scena, scoprendo che Myra ha scelto di imitarlo, e così anche il piccolo Max, che sbadigliando, si accuccia sul tappeto, proprio al fianco della mamma. Non dico nulla, ma in compenso, sorrido. Il tempo passa, e tutti conosciamo la verità, sicuri che un giorno quei maledetti mostri torneranno. Volendo soltanto proteggere sè stesso e la sua famiglia, Aaron è fuori ad allenarsi con Ava, e pur non guardandoli, sono certa che stanno facendo del loro meglio. Attorno a me regna il silenzio, rotto solo dal suono della coda di Chance che sbatte contro il pavimento. Guardandolo, quasi ghigno divertita, poi, colta dal freddo, mi avvicino al caminetto, ascoltando con calma e compostezza il crepitare delle fiamme. Abbassando lo sguardo, lo fisso di nuovo sul piccolo Max. Dorme beato, e al contrario dei genitori, non ha idea di cosa questa guerra sia in grado di provocare nella vita di ognuno di noi. Grazie all'aiuto di mio nipote Lienard, ha preso l'allenamento come un semplice gioco, ma pensandoci, vorrei davvero che anche lui, nonostante ora sia solo un bambino, capisse quanto sia importante saper maneggiare una spada, una daga o qualsiasi altra arma. Ha soltanto sei anni, i Ladri gli fanno paura, e stando ai racconti di mia sorella Alisia, vive assieme alle sorelle nel folle terrore di perdere la sua intera famiglia. Non riesco a crederci, mi rifiuto di farlo, eppure so che è la verità. Lasciandomi prendere dall'ansia, spero con tutto il cuore che quest'assurda guerra finisca prima della loro infazia, così da dare loro la possibilità di viverla nonostante tutto, nella speranza di giocare e divertirsi dimenticando il dolore e lo sconforto che tutto questo sta portando nelle loro vite. In qualità di loro zia, sono preoccupata, ma anche fiduciosa. Sono piccoli, devono ancora crescere, ma sono certa che un giorno ce la faranno. Essendo soltanto umana, non ho modo di prevedere il futuro, ma questo non m'impedisce di avere delle speranze. Tornando a sedermi in poltrona, scoprendo che uno dei cani si è svegliato. Si tratta di Max, completamente ignaro dei miei pensieri, ma perfettamente in sintonia con i miei sentimenti. Senza accorgermene, ho iniziato a piangere, e sedendosi sulle zampe posteriori, prega perchè lo prenda in braccio. Sorridendo debolmente, realizzo il suo desiderio, e quasi facendolo a sua volta, mi lecca subito il viso, asciugando tutte le mie lacrime. Poco dopo, sente il suono della porta di casa che si apre con uno scatto, e sfuggendo dalle mie carezze, scende dalla poltrona, andando subito a salutare Aaron. Ava lo segue subito, e si abbassa ad accarezzare il cucciolo. A quella vista, sorrido ancora, e notando che la notte è scesa, mi preparo per andare a dormire. Un bicchiere di latte caldo mi concilia come sempre il sonno, e non appena poso la testa sul cuscino, mi addormento, sperando con tutto il cuore che la fine di questa nera sfortuna riesca a far tornare la pace nella famiglia di mia sorella, nei cuori dei miei tre nipotini e nelle loro piccole menti.
   
 
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