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Autore: Ryu Hime    24/11/2017    1 recensioni
Vedete quell’isola ricoperta di neve?
Dove il mare si infrange sulle scogliere di giaccio.
Riuscite a scorgere le luci nascoste parzialmente dalla nebbia perenne?
Bene, questa è Moon Island ed è anche casa mia.
È 16 giorni a sud delle gelate e pochi gradi a nord di congelare appena metti il naso fuori da casa, si trova esattamente sul parallelo dell’anormale.
***
-Mi chiamo Hiccup e lui è Sdentato.-
-Ma… è una Furia Buia…- mormorò avvicinandosi appena –Già…- rispose mentre gli altri cavalieri atterravano dietro il ragazzo –Uno Scuoti Mari ti ha portato sulla riva di quest’isola, ti abbiamo trovata ferita, avevi una freccia dei Cacciatori di Draghi nella spalla.-
***
–Non riesco a crederci!- esclamò saltando come se le avessero messo delle molle ai piedi, si precipitò da Lyra e le afferrò il muso –E’ fantastico!- disse ancora, la dragonessa sembrava aver capito che cosa stesse farneticando la ragazza perché mostrò il suo stesso livello di emozione –Ti dispiace dire anche a noi che cosa ti rende così allegra?- chiese Moccicoso scocciato. Aria si avvicinò a Hiccup di colpo –Sei un Senziente! Non ci posso credere! Sei un Senziente!
Genere: Avventura, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La benezione della Dea

Sull’isola di ghiaccio di Moon Island la neve cadeva lenta.
Il tutto era immerso nella quiete più totale.
Pezzi di legno di alcune navi ormai lontane, galleggiavano con pigrizia andando lentamente alla deriva.
Le alte scogliere attorno all’isola si elevavano alte, fredde, indistruttibili.
Il cielo era completamente coperto da grigi nuvoloni cupi dai quali cadevano lentamente piccoli cristalli di ghiaccio.
Piano piano le nuvole cominciarono a diradarsi, lasciando vedere l’immensa, pallida, lucente luna piena che si stagliava divina su ciò che rimaneva del villaggio di Moon Island.
La neve continuava a danzare nell’aria, illuminata dai riflessi lunari
I Cavalieri osservavano ammutoliti l scena astrale che si presentava loro.
I draghi avevano abbassato leggermente la testa, consapevoli di trovarsi difronte a qualcosa che andava ben oltre la loro comprensione e i loro poteri.
-A-Aria?- chiese Hiccup titubante. La ragazza si limitò a fare un cenno affermativo col capo –Anche se il mio vero nome è Arianrhod.- disse l’attimo dopo con una voce che era un coro di quella della bambina, sua e dell’anziana.
-Come… com’è possibile?- domandò Astrid sbigottita –Un fantasma!- esclamò Moccicoso –Non mi sembra proprio un fantasma…- commentò Gambe di Pesce scettico –Che cosa fichissima!- esclamarono i gemelli all’unisono guardandola dal vicino.
-Io sono sempre stata così. Lo avevo solo dimenticato.- disse semplicemente –Volevo provare a vivere come un essere umano, provare la sensazione di essere fragile… per una volta. Così mi incarnai in un abitante di quest’isola, avevano tutti dei poteri particolari, quindi speravo che i miei, pur soppressi in parte, passassero più o meno inosservati. Le cose andarono bene per un periodo, ma la cupidigia degli uomini è presto arrivata fin qui. Quando ho perso tutto hi compreso il senso di impotenza che provano gli esseri umani. Ho viaggiato, ho lottato, ho compreso tante cose che prima mi sfuggivano su di voi. Penso che quando dovrò far girare nuovamente la mia ruota per richiamare le anime degli esseri umani…sarà... diverso.-
-Aria… di che cosa sta parlando?- le chiese Hiccup sempre più confuso –Io sono la dea della luna e il mio compito è accogliere le anime dei mortali nelle Luci Celesti e donar loro una nuova vita sulla Terra. Io do la morte, così come do la vita.- rispose sorridendo lievemente –Vi ringrazio per quello per ciò che avete fatto per me. Ho intenzione di ricambiare il favore.- i Cavalieri rimasero interdetti da quell’affermazione –Ma tu… tu ci hai salvato la vita quando… quando sei rimasta indietro…- mormorò Hiccup sconcertato. Arianrhod sorrise di nuovo –Questa triste vicenda si sarebbe ugualmente conclusa in quel modo. Era inevitabile, ciò che ho fatto è stato semplicemente scegliere il minore dei mali; lasciandovi quindi la possibilità di scappare.- disse come se avesse detto la cosa più elementale del mondo.
Senza che i Cavalieri avessero modo di dire qualcosa la Dea sollevò entrambe le braccia ed immediatamente sopra di esse comparvero dei globi luminosi, chiuse lentamente gli occhi e dietro di lei comparve una ruota d’argento, rimase però immobile, non era ancora per lei il tempo di girare davanti ai ragazzi che le stavano di fronte.
La luna piena si accese di una luce abbagliante che accecò tutti i presenti. Era intensa e calda, piena di vita.
Non appena Arianrhod iniziò a parlare la sua voce fece pulsare a ritmo i raggi lunari –A voi e al vostro popolo dono la prosperità che meritate. I vostri discendenti saranno orgogliosi di portare i vostri nomi e di possedere il dono dei draghi. La vostra isola continuerà a vivere nel tempo, se preservata con cura. Non abbiate mai paura di ciò che c’è al di là dell’oceano e nemmeno di nuovi popoli, sarete sempre in grado di continuare per la vostra strada indisturbati finché i draghi saranno al vostro fianco. Con queste mie parole io confermo la vostra stirpe e la vostra isola, saranno salde e flessibili per adattarsi ai mutamenti nei secoli a venire. Ora vi dico addio e buona fortuna, Cavalieri di Berk.- detto questo la luce della luna tornò flebile ed opaca come sempre e la figura di Arianrhod sparì come un fantasma.
 
-Ehm… qualcuno ha capito che cos’è appena successo?- chiese Testa di Tufo alquanto confuso, ma la sorella gli rispose con un’alzata di spalle –Credo… credo che ci abbia donato qualcosa di molto più grande di quanto possiamo anche solo immaginare.- mormorò Hiccup osservando il punto in cui la Dea era scomparsa.
I Cavalieri rimasero a guardarsi l’un l’altro, non sapendo bene come comportarsi. Il villaggio era perfettamente inanimato, non un solo animale della foresta dava segni della sua presenza; il vento s’era fatto muto, soltanto la risacca del mare lasciava intendere che si trovassero ancora nel mondo dei mortali.
Hiccup guardò Sdentato, il drago aveva ancora lo sguardo fisso sul punto dov’era scomparsa Arianrhod.
-Bene… ora che facciamo?- chiese Testa di Tufo con un’alzata di spalle –Voglio andare a controllare una cosa.- rispose Hiccup e così dicendo andò con Sdentato al luogo di sepoltura degli abitanti di Moon Island, era rimasto immutato, le anime tormentate di quella gente avevano trovato pace nelle Luci Celesti.
I due rimasero difronte ai ritratti dei sovrani dell’isola, la Furia Buia si accucciò al suolo mentre il suo Cavaliere si sedette a gambe incrociate accanto a lui.
Il ragazzo non sapeva esattamente perché era andato fin lì, probabilmente voleva permettere al suo migliore amico di salutare i genitori, quello si era detto.
Quando lasciarono quel luogo trovarono gli altri pronti a partire, Gambe di Pesce aveva caricato Muscolone e gli altri draghi con tutti i libri che era riuscito a recuperare dalla biblioteca –Non potevo lasciare qui tutto questo sapere sui draghi.- tentò di giustificarsi notando lo sguardo perplesso dell’amico e mollandogli un’altra borsa colma di volumi l’attimo dopo –Chissà quante cose interessanti troveremo una volta esaminati!- disse tutto contento mentre montava su Muscolone -Sì certo, peccato che tocca a noi trasportarli fino alla Riva del Drago. Ti devo ricordare quanto sia lungo  viaggio!?- sbottò Moccicoso risentito dal bagaglio che aveva dietro –Fidati, ne vale assolutamente la pena. Gli abitanti di Moon Island sapevano moltissime cose sui draghi di cui noi non avevamo assolutamente idea.- disse il biondo tutto emozionato –Ci impiegheremo un po’ di più per tornare, ma sono d’accordo con Gambe di Pesce, questi libri potrebbero tornarci utili.- rispose Hiccup.
Prima di lasciare definitivamente l’isola i Cavalieri si voltarono indietro un’ultima volta, adesso Moon Island sarebbe stata davvero deserta, pensarono.
Stavano per lasciare quei luoghi quando la luce lunare illuminò completamente l’isola e sulla scogliera videro Arianrhod, affiancata da Lyra, salutare con un gesto della mano. Lentamente dalla nebbia emersero altre figure, tutte vestite di pregiati abiti bianchi, li osservavano da dietro le abitazioni di legno con espressioni serene –Chi sono?- chiese Astrid confusa –Non… non lo so…- mormorò Hiccup –Mi sembra di averli già visti.- commentò Gambe di Pesce scrutando meglio l’orizzonte –Sono le stesse facce che c’erano sulle lastre di ghiaccio.- disse Testa di Tufo con fare ovvio –Sono fantasmi!- esclamò Moccicoso spaventato –Sono gli spiriti dei defunti.- li corresse la voce di Arianrhod che nonostante tutto arrivava chiara alle loro orecchie –Ora saremo noi ad abitare questo luogo.- aggiunse prima che una fitta nebbia coprisse completamente l’isola nascondendola agli occhi dei mortali.
L’ultima cosa che i Cavalieri videro di quel luogo fu Arianrhod che salutava serena con la mano destra mentre Lyra emetteva un verso del tutto simile a quello di Sdentato.
***
Alexander aprì leggermente gli occhi, la sua stanza era ancora immersa nella tenebra e l’unica luce presente era quella prodotta dai numeri digitali verdi della sua sveglia che, implacabile, segnalava che era ora di andare a scuola.
Si rigirò nel piumone, nascondendo la testa sotto il cuscino, deciso ad ignorare quel suono oltremodo fastidioso.
Una codata ben assestata sulla schiena però gli fece cambiare idea all’istante –Va bene Night, hai vinto…- borbottò il ragazzo alzandosi e spegnendo l’oggetto infernale prima di spalancare le finestre.
Berk era stupenda in quel periodo dell’anno, la neve era ammucchiata accanto alle case e il Sole era da poco emerso dal mare.
Il suo drago, una Furia Buia, era già sul terrazzo, pronto a spiccare il volo e a sgranchirsi le ali –Ci vediamo dopo scuola.- disse Alexander per poi rientrare in casa, mettersi dei vestiti e scendere le scale.
-Ben svegliato, la tua sveglia ha suonato per almeno 10 minuti, lo sai?-
-Buongiorno mamma.- rispose quello assonnato sedendosi a tavola ed afferrando del pane tostato cosparso di nutella –Io esco, gli altri mi uccidono se arrivo in ritardo anche questa volta.- disse mentre masticava la colazione e afferrava il cappotto –Alexander Haddock, non si parla a bocca piena!- lo riprese la donna poco prima che fosse uscito.
Il ragazzo sbuffò passandosi una mano tra i capelli castani spettinatissimi, ingoiò l’ultimo pezzo della colazione e corse verso la scuola.
Vivevano in quell’isola piuttosto isolata da praticamente sempre, ma il progresso del XXI secolo era arrivato anche lì, quindi ecco pali di luce elettrica, telefonici, antenne satellitari, computer e altre cose simili.
Non che la gente li usasse molto, dopotutto i draghi erano bestiole bisognose d’attenzione, senza contare che i ragazzi avevano cose ben più interessanti a cui pensare: organizzare le Corse di Draghi, sfidarsi con i rispettivi poteri, fare gare di acrobazie aeree e via discorrendo.
Ai piedi dell’unica scuola dell’isola (nonché nel raggio di chilometri e chilometri di vasto oceano), un edificio di mattoni grigiastri affrescati con murales raffiguranti draghi realizzati con bombolette spray,  tre ragazzi attendevano Alexander.
Erano Frida Ingerman, bionda, occhi grigi, leggermente sovrappeso, possedeva il potere dei Gronchi, ovvero sputare lava, difatti Stone, il suo drago, era un Gronchio rosso.
Fredrik Thorston, i capelli di un biondo sporco e gli occhi azzurri, uno scavezzacollo di prima categoria, possedeva il dono di un Cambia-Ala, il che rendeva la realizzazione dei suoi scherzi decisamente più semplice, cavalcava uno Spettro di Sabbia, un drago dalla pelle color sabbia brillante e marroncina una serie di spine sul suo manto, e le sporgenze sulla testa ricordavano quelle di un Furia Buia.
Infine Elena Jorgenson, i capelli neri e gli occhi castani, una testa calda per definizione, i poteri di un Incubo Orrendo, cavalcava uno Skrill.
-Ce ne hai messo di tempo.- commentò Elena roteando gli occhi e staccandosi dal muro –Le lezioni stanno per cominciare.- aggiunse Frida che era già sul punto di entrare –Scusate, avevo…-
-Non dire che non avevi sentito la sveglia Alex, l’avrai sicuramente ignorata finché Night non ti ha svegliato.- lo rimbeccò la mora trinandogli una pacca sulla schiena.
Stavano salendo le scale quando si ricordò dello strano sogno di quella notte, un’isola misteriosa in mezzo al mare e… i suoi antenati. Descrisse il sogno agli amici –Oh, interessante…- commentò Frida –Sicuro di non aver mangiato pesante?- chiese invece la Jorgenson che ricevette un’occhiataccia da Alexander –O magari un drago microscopico è entrato nel tuo cervello e per non farti capire che te lo sta divorando ti fa vedere cose strane.- disse Fredrik, i ragazzi lo guardarono perplessi –Che c’è?-
-Lascia perdere.- sospirò Alexander scuotendo la testa, ormai si era rassegnato a capire l’amico, non riusciva a capire se fosse geniale o semplicemente un demente –Ti ricordi qualche nome?- domandò Frida –Ehm… vediamo… Arianrhod e… qualcosa come Topicco… o…-
-Hiccup.- lo corresse la ragazza –Esatto! Ma… tu come fai a saperlo?-
-E’ stato uno dei capi più importanti di Berk e per di più è un tuo antenato. Dovresti essere tu il primo a saperlo.- rispose –Inoltre… Arianrhod è una divinità celtica, dea della luna. Il suo compito consisteva nel condurre le anime dei trapassati al suo castello, Caer Arianrhod, nelle aurore boreali, o luci del nord. Ed è lì che i trapassati attendevano che la ruota di Arianrhod girasse, fornendo loro l'opportunità di rinascere e di vivere una nuova esistenza. Secondo altre credenze, il castello sarebbe stato ubicato su un'isola abbandonata da tutti, al largo della costa inglese. Laggiù, lei e le sue ancelle spettrali accoglievano il ritorno a casa dei trapassati, reduci dal loro viaggio di una vita. La sua festa cade il 31 ottobre.-
-Halloween!- esclamò Fredrik –Sì, originariamente è la festa degli spiriti dedicata ad Arianrhod.- spiegò pazientemente –Quindi che cosa ho…-
-Io non lo so questo sei tu il veggente qui in mezzo Alex.-
-Almeno hai qualcosa di utile nella tua testa visto che il tuo potere non è molto utile in genere.- disse Elena acida. Il ragazzo aveva il dono di ricoprire il suo corpo di scaglie, ma a parte per accusare i colpi non era molto utile.
-Coraggio, adesso basta, abbiamo storia adesso e non ho la minima intenzione di ritardare per colpa vostra.- disse Frida entrando nell’edificio –Io non capisco perché non potremmo fare qualcosa di più divertente, che so’…-
-Provocare una valanga come l’ultima volta che hai marinato la scuola?- domandò Alexander guardandolo storto –Quello sì che è stato memorabile.- disse quello con una punta di commozione.
I tre entrarono nell’edificio, pronti all’ennesima giornata di scuola.
Per tutta la durata delle lezioni Alexander ripensò al sogno di quella notte, se ciò che aveva visto corrispondeva alla realtà come credeva, doveva ringraziare la Dea della Luna se la sua amata Berk era rimasta meravigliosa fino a quel momento nonostante il passare dei secoli.
Sarebbe stato così ancora per molti anni, perché gli abitanti di Berk non si sarebbero mai nascosti al mondo esterno, non si sarebbero mai isolati.
In altri posti potevano vantare di spiagge tropicali, foreste pluviali, medaglie olimpioniche di equitazione e salto ostacoli.
Ma loro avevano… i draghi.
Loro avevano il dono dei draghi.
 
 
Fine



 
*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Con questo capitolo si conclude questa storia.
Devo dire che mi ritengo abbastanza soddisfatta in fin dei conti.
Tutto quello che ho scritto su Arianrhod non è assolutamente farina del mio sacco, mi sono adata a documentare e questo è quello che ho trovato.
Sinceramente all'inizio non sapevo che una delle ubicazioni del suo castello fantasma fosse ubicato su un'isola, ma devo dire che alla fine mi è tornato molto utile.
Ok, il finale sul fronte dei nostri amati cavalieri rimane abbastanza scoperto, ma volevo lasciare un'apertuta per evitare di sbagliare troppo su ciò che potrebbe accadere in un futuro svolgimento della storia originale.
L'idea di mostrare Berk ai nostri giorni l'ho presa all'ultimo, non sapevo bene come finire in bellezza e alla fine mi sono detta "perché non mostrare i frutti della benedizione di Arianrhod"?
E questo è quello che ne è uscito.
Per le ultime righe orima della chiusura mi sono ispirata alla fine del primo film, diceva qualcosa di abbastanza simile e visto che avevo fatto la stassa cosa con l'inizio mi sono detta "perché non riproporlo"?
Quindi questo è ciò che è venuto fuori.
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda tutti voi che mi avete seguito fino a questo punto :3
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*
   
 
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