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Autore: Nene_92    24/11/2017    11 recensioni
 INTERATTIVA - (ISCRIZIONI CHIUSE )
(la storia fa parte della serie "Grimm")
 
Inghilterra, 2022
Eleonore Grimm, durante un pomeriggio passato con i nipoti, racconta loro la fiaba di Cappuccetto Rosso. Quello che non si aspetta è di trovare, in mezzo al diario di Jacob, una misteriosa lettera che sembra essere indirizzata proprio a lei.
 
Durmstrang, 1802
Per la prima volta nella storia, Hogwarts viene lasciata fuori dal Torneo Tremaghi.
Quell'anno infatti, a giocarsi la Coppa saranno gli Istituti di Durmstrang, Ilvermony e Murrinh-Patha.
Tra i tanti studenti desiderosi di partecipare, si trovano anche loro: Jacob e Willhelm Grimm, i famosi fratelli delle fiabe "horror" babbane.
Hanno solo 17 anni, non sono ancora famosi. O almeno non lo sono ancora nel mondo babbano, visto che nel mondo magico la loro famiglia è invece nota da secoli come "il terrore dell'Europa".
Eppure, gli eventi che li travolgeranno quell'anno, saranno proprio lo stimolo che li porterà a scriverle.
.
Volete sapere come? Non vi resta che leggere.
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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24

Ciao a tutti! Note varie prima di lasciarvi alla lettura:

1) so perfettamente che non si tratta di una fiaba dei Grimm ma di un proverbio orientale, tuttavia, come ho detto nello scorso capitolo, la parte che riguarderà le 3 scimmiette sarà presa pari pari da una puntata della 5^ stagione di Grimm, serie con la quale questa storia è in cross over.

2) di nuovo, non darò a tutti i personaggi lo stesso spazio. Scusate, ma la trama lo necessita

3) rispondo alle domande andate per la maggiore nelle recensioni:
       a) gli abitanti di Durmsbug sanno combattere perchè hanno frequentato Durmstrang: se, come ho messo qualche capitolo fa, gli studenti dell'Istituto imparano i patronus con i dissenatori a piede libero, penso che imparino a difendersi da un po' di tutto no?
       b) gli uomini che Elijah ha mandato nello scorso capitolo per eliminare Sascha non sono Grimm, tuttavia sono dei loro affiliati. Quindi mi spiegate come avrebbe potuto fare quella povera ragazza a difendersi, visto che sa usare la magia sì e no da pochi mesi e trovandosi contro cacciatori alquanto esperti che saprebbero far fuori anche un lupo mannaro durante la luna piena?

Buona lettura! ;)




- Le tre scimmie / ricordi di fuoco -



3_scimmie



Sascha sentì la presa sul suo collo scomparire all'improvviso, e il suo corpo crollare a terra come un peso morto, mentre lei iniziava a tossire violentemente in cerca d'aria.
L'uomo che aveva tentato di soffocarla era crollato a terra a sua volta, privo di vita.
E dietro di lui, con il suo cuore ancora pulsante tra le mani, si trovava Jacob Grimm.





"Tutto bene?"
Nonostante il viso puntato proprio nella sua direzione, Sascha ci mise un po' per capire che Jacob si stava riferendo proprio a lei.
Solo dopo qualche minuto, utilizzato anche per riprendere fiato e continuare a massaggiarsi la gola, gli diede la conferma, indirizzandogli un brusco cenno col capo.

"WILL!" Vociò a quel punto il Grimm, girandosi così in direzione del fratello che - Sascha lo notò soltanto in quel momento - si trovava a pochi metri da loro, intento in un corpo a corpo contro due uomini. "CERCA DI LASCIARNE IN VITA ALMENO UNO!"
"Perchè?" Domandò a quel punto il minore, con voce soffocata, mentre cercava di sottrarsi dalla presa che uno dei due era appena riuscito ad esercitare sul suo collo.
"Perchè i morti non parlano!" Replicò Jacob, prima di estrarre un coltello e lanciarlo con precisione millimetrica contro l'assalitore del fratello: con un sibilo, quest'ultimo si andò a piantare su un albero, inchiodando con sè anche la mano dell'uomo - che lanciò un grido di dolore - mentre Willhelm, con un'ultimo strattone, si liberò dell'altro piantandogli un pugnale in gola.

"Inutile che provi a liberarti." Comunicò Jacob con tono irrisorio avvicinandosi all'uomo che aveva la mano inchiodata all'albero "Quel pugnale obbedisce soltanto ai miei ordini. Dovresti tagliarti la mano per riuscire ad andartene. Ma, a quel punto, moriresti dissanguato." Lo informò con voce strafottente. "Quindi, che ne dici di un accordo? Io ti ridò la mano, ma tu dovrai rispondere ad alcune domande."


"Li volevi vivi? Ops!" Li raggiunse subito dopo la voce di Bianca, estraendo una lama dal corpo che aveva appena decapitato, facendo fare un balzo di lato ad una Sascha ormai completamente incredula.

Fino a pochi secondi prima era sospesa a mezz'aria, attaccata al nulla, in attesa che la morte sopraggiungesse per soffocamento.
Mentre un attimo dopo era circondata da cadaveri. E da Grimm.

Viva.
E, p
aradossalmente, al sicuro.


"Andiamo." Li invitò con un cenno Jacob "Vi porto in un posto dove potremo parlare con calma."



-*-*-*-



Un colpo alla schiena.
Un altro colpo.
Una frustata.
Un'altra.

Era da talmente tanto tempo che il suo padrone lo stava picchiando a sangue, che ormai Patton aveva perso la sensibilità del proprio corpo. In effetti, si sorprendeva di essere ancora sveglio.
Di non essere ancora svenuto a causa del dolore.

Se ne stava lì, legato a quel palo di legno, esibendo la schiena nuda al suo padrone - e a chiunque altro stesse guardando - ormai completamente incapace di ribellarsi.
Non ne aveva più le forze.

E non capiva per quale motivo quell'uomo si stesse accanendo così tanto su di lui.
Semplicemente, aveva avuto fame. E così aveva raccolto da terra una mela, una di quelle scartate, che il suo padrone non avrebbe mai venduto. E dalla quale non avrebbe tratto alcun ricavo.

Il suo padrone non l'aveva però pensata allo stesso modo.
E, appena l'aveva visto, l'aveva afferrato per un braccio, promettendo di fargliela pagare nel peggiore dei modi.

A nulla erano servite le preghiere di suo padre, di avere pietà di lui, di fargli scontare la pena al suo posto.

E Patton, sotto a quei colpi dati con la medesima foga dal primo all'ultimo, aveva ormai perso il senso del tempo.




"Padrone... mi è arrivata questa lettera. Ma io non so leggere... potrebbe farlo lei per me?"
L'uomo, dopo avergli lanciato un'occhiata strana, gli fece un breve cenno di assenso.

Alla fine dei conti, era curioso anche lui: chi mai poteva scrivere ad uno schiavo?

Ma, dopo averle dato una veloce lettura, l'uomo scoppiò a ridere sguaiatamente, lasciando nella totale ignoranza il suo 'oggetto'.
"Non è niente: si tratta soltanto di uno scherzo." Fu l'unica spiegazione, prima di gettare la lettera nel fuoco.



"Patton Powell? Sono David Hartnell, il Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny. Piacere di conoscerti." Disse porgendogli la mano per stringergliela.

Fu durante un pomeriggio come tanti, che quell'uomo strambo e alquanto sui generis si presentò nella piantagione dove lavoravano tutti gli schiavi, chiedendo insistentemente di lui.
E riuscendo a convincere il padrone a fornirgli un colloquio con quel ragazzino.

"Tu sei una persona molto speciale Patton. E se vieni con me te lo dimostrerò."





"INCENDIO! INCENDIO! INCENDIO!"
Era un fiume in piena Patton, quella sera.

In teoria, era semplicemente tornato a casa da suo padre per le vacanze estive.
In pratica, nel momento in cui aveva messo piede nella piantagione che aveva simboleggiato per anni la sua schiavitù, qualcosa dentro di lui era scattato.

Lui non era uno schiavo. Non era un oggetto. Non apparteneva a nessuno.
Era una persona.
Una persona speciale.
Un mago.
E poteva mettere fine a tutto quello.

Aveva una bacchetta e sapeva che il preside, il primo uomo ad aver creduto in lui, avrebbe aiutato in qualche modo sia lui che suo padre.
E lui, Patton Powell, avrebbe approfittato del suo essere speciale per risplendere.



"Patton!" La voce di Tyler.
"Sta aprendo gli occhi!" Livvy.
"Per Isotta che spavento!" Camille.
"Camille, puoi lasciare la presa sul suo collo? O vuoi completare ciò in cui non sono riuscite le fiamme? Non che la cosa mi dispiaccia, sia chiaro, ma non vorrei che una purosangue come te possa essere accusata di omicidio." Il tono sarcastico di Liam.

"Bentornato tra noi, signor Powell. Capisco la sua voglia di fare l'eroe, ma la prossima volta che dico di rimanere al Castello, lei rimanga al castello."
"Non si preoccupi, signor Preside: avevo tutto sotto controllo."

Certo, come no.



-*-*-*-


In un angolo, seduti sopra a sedie di legno, con le braccia incrociate e intenti a parlare - anzi, a discutere a bassa voce - si trovavano due persone. 
Jacob e... la vecchietta della profezia.
In realtà, adesso che la poteva osservare alla luce del sole, non le sembrava davvero così vecchia.
In effetti, non sembrava neanche la stessa persona. Forse aveva assunto una di quelle pozioni che le aveva spiegato Jacob, la... 
moltisucco. 

(da cap. 18 - Risvegli di lacrime)



"Oh Will! Tu sei convinto di sapere tutto vero?" Domandò Jacob con un tono strano, lanciandogli un'occhiata penetrante "Se soltanto tu... no, lasciamo perdere..." Borbottò a mezza voce, scuotendo la testa, come preso da un dialogo con se stesso "Will... la Prima Prova è stata un'illuminazione divina per me: ho visto Sascha circondata da toxic death. Talmente tanti che, succhiando la sua magia, hanno finito per succhiare via anche la sua maledizione. Per un breve attimo, nonostante la luna piena in corso, è tornata umana. E io ho semplicemente pensato che forse, anzichè doverli cacciare ed ammazzare... fosse possibile un'alternativa."

(da cap. 23 - Cappuccetto Rosso)




"SASCHA! ... SASCHA!"
A differenza di Bianca e Willhelm, che sentendo quella voce urlare si erano nuovamente irrigiditi, sia Jacob che Sascha rilassarono le spalle.

Quella era una voce ben nota ad entrambi: quella di Ghita.

Pochi secondi dopo, la donna fece la sua comparsa dentro alla casa, dove tutti e quattro - cinque, se si considerava anche l'uomo, ormai legato alla sedia come un salame - si trovavano.
E nel momento in cui lo fece, i due fratelli ebbero reazioni completamente opposte: Will, emettendo un suono assurdo, scattò verso di lei. Jacob, al contrario, si lanciò sul fratello, impedendogli così di assalire la donna.

"WILL NO!"

Ma non potè fare nulla per fermare l'attacco di Bianca, che venne però neutralizzata in poche mosse dalla stessa Ghita.
Pochi secondi di caos, durante i quali Sascha assistette alla scena completamente sbalordita - non capendo in alcun modo cosa fosse successo - e sia Will che Bianca si ritrovarono bloccati a terra, trattenuti a forza rispettivamente da Jacob e Ghita.

"Ma che diamine...? Lasciami subito!" Tentò di ribellarsi Bianca, agitandosi inutilmente per cercare di forzare la presa della donna, che però rimase ben salda.

"JACOB! PRIMA LA LUPA E ADESSO... QUESTO!" Urlò invece Will, agitandosi a sua volta "MA SEI COMPLETAMENTE IMPAZZITO? LASCIAMI SUBITO!"
"Non sono impazzito e prometto di lasciare la presa non appena ti calmerai." Replicò Jacob con il fiatone, causato dallo sforzo di trattenere il fratello a terra "Ho cercato di dirtelo stamattina: ci sono troppo cose che non sai, Will! A partire da nostra madre."
"Nostra madre è morta dandomi alla luce!" Protestò però il minore, scuotendo ripetutamente la testa.
"No Will: nostra madre è viva. Ed è davanti a te, proprio in questo momento."
"Quella donna non è nostra madre! E' una sondereith!"
"Perchè è stata maledetta mentre ti aspetteva. Ma nostra madre è viva: guarda la sua aura, maledizione! Ci sono molte cose sulle quali Elijah ha mentito."


-*-*-*-


"Coff! Coff!"
Stava soffocando.
Più cercava di incamerare ossigeno, più i suoi polmoni si riempivano di fumo.

Se non avesse trovato presto una via di fuga, sarebbe morta soffocata lì dentro.
Cercando di trattenere il respiro - e portandosi una manica della camicia da notte davanti alla bocca - Reyna si guardò attorno, con gli occhi pieni di lacrime, cercando una possibile via di fuga.
E, anche se alquanto rischiosa, alla fine la trovò.

Se avesse sbagliato, se avesse saltato anche soltanto di mezzo centimetro in meno, sarebbe morta.
Ma sarebbe morta comunque se non l'avesse fatto.
Tantovaleva correre il rischio, o avrebbe fatto la fine dei topi.

E Reyna sapeva di non poterselo permettere.
Aveva ancora troppi anni, da vivere, davanti a sè.

No, non avrebbe potuto morire in quel modo.



"Rey!"
Aprendo gli occhi, la ragazza si ritrovò davanti alla figura di Heidi, che la guardava con la testa inclinata.
"Stai bene?" Domandò l'amica, allungando una mano nella sua direzione per stringergliela.

"Sì, certo che sto bene." Rispose semplicemente la Black, fingendo un disinteresse e un distacco che non le appartenevano.

Quando erano stati avvisati dell'attacco a Durmsburg, gli allievi di Durmstrang non avevano esitato un attimo a recarsi in soccorso del villaggio.
E così, sia lei che Heidi si erano ritrovate a correre insieme, verso l'ignoto.

Esattamente come il loro preside le aveva addestrate a fare.
Se si trattava di combattere, indipendentemente dal nemico, non esistevano differenze tra ragazzi e ragazze.

Ma poi Reyna si era ritrovata davanti alle fiamme, che spiccavano alte nel cielo, circondando completamente il villaggio.

E ricordi prepotenti le erano tornati alla memoria, rituffandola in frammenti di un passato che pensava di avere sepolto per sempre.


-*-*-*-


"Will... la Prima Prova è stata un'illuminazione divina per me: ho visto Sascha circondata da toxic death. Talmente tanti che, succhiando la sua magia, hanno finito per succhiare via anche la sua maledizione. Per un breve attimo, nonostante la luna piena in corso, è tornata umana. E io ho semplicemente pensato che forse, anzichè doverli cacciare ed ammazzare... fosse possibile un'alternativa."

(da cap. 23 - Cappuccetto Rosso)



"Non rincorri tuo fratello?"
Jacob girò appena la testa per lanciare a Sascha un'occhiata in tralice.

Era appoggiato con i gomiti alla staccionata di legno che delimitava i confini della casa di sua madre, e fissava intensamente il vuoto, con lo sguardo rivolto verso il tramonto che stava calando.

"No." Rispose alla fine "Ha appena scoperto che sua madre è viva, dopo che per 16 anni ha creduto di averla uccisa nascendo. Devo lasciarlo smaltire."
"Quindi in tutti questi mesi... mi hai lasciato con tua madre?" Domandò a quel punto Sascha, incapace di mordersi la lingua.
"Elijah vuole uccidere tanto lei quanto te. Ma, a differenza tua, mia madre sa come difendersi. Maledetta o no, è pur sempre una Grimm." Replicò lui con una scrollata di spalle "Mio zio le darebbe la caccia comunque: tantovaleva che, oltre che se stessa, proteggesse anche qualcun altro."
"Perchè?" Ancora una volta, la lupa non riuscì a trattenere la domanda, ma una volta formulato il perchè si rese conto di non sapere come proseguire.

Perchè un fratello vorrebbe uccidere una sorella?
Perchè tuo fratello non sapeva dell'esistenza di sua madre?
Perchè mi hai lasciato con lei?
Perchè vuoi proteggermi dopo avere cercato inizialmente di uccidermi?

Tuttavia, Jacob sembrò percepire lo stesso tutte quelle domande.
"Mesi fa, Elijah mi ha spedito a Durmsburg. Mi ha detto che un sondereith si era installato nel villaggio: dovevo semplicemente eliminarlo. Ovviamente, non mi ha detto che si trattava di mia madre. Forse pensava che non me ne sarei accorto, invece l'ho riconosciuta. E, per la prima volta nella mia vita, ho disobbedito ad un suo ordine. Poi... sei arrivata tu. Circondata da un nugolo di toxic death, hai ripreso le tue sembianze umane, nonostante la maledizione in corso. E io ho visto una possibilità: poter cambiare le cose."



-*-*-*-


Ormai la situazione a Durmsburg era completamente rientrata.

Tanto in fretta era sorta, tanto in fretta era scomparsa.

Sfrecciando tra le case ancora in fiamme, che però venivano spente con colpi di bacchetta sempre più rilassati dagli abitanti di Durmsburg, Trystifer si ritrovò a ragionare stranito su quella repentinità.

Era da quando quegli attacchi erano cominciati, che il tarlo lo stava rodendo: si trattava sempre di attacchi repentini, che non sfociavano mai in qualcosa di veramente grosso.
Si esaurivano nell'arco di poche ore e soltanto in un secondo momento ci si accorgeva davvero dei danni.
Ma, almeno in quel caso, sembrava che, a parte qualche casa bruciata - immediatamente riparata da alcuni colpi di bacchetta - nessun danno irreparabile fosse stato causato.
Non come in altre occasioni, dove molti studenti erano stati rapiti - o uccisi.

Doveva ancora tornare a scuola per verificare che effettivamente nessuno fosse rimasto coinvolto, eppure...

Rallentando il passo fino a fermarsi, colpito da un pensiero improvviso, Trys si accorse di non voler davvero tornare a scuola: al Villaggio stavano tutti bene e nessuno era stato colpito più di tanto.
E l'attacco era partito da lì.
Non si era esteso anche alla scuola.

Quindi, se fosse tornato all'Istituto e avesse scoperto che qualcosa di strano era accaduto nel frattempo, ciò avrebbe significato una cosa sola: diversivo.

Tremando da capo a piedi, non capendo perchè il tarlo di tale ipotesi gli fosse balzato in testa così insistentemente e all'improvviso, Trys percorse lentamente gli ultimi metri che lo separavano dai cancelli del Castello, trovando sulla loro soglia Clementine ad aspettarlo.

Senza dire nulla, la ragazza gli si avvicinò frettolosamente. Poi lo abbracciò con aria sollevata.
"Grazie a Morgana! Sei tornato! La nostra preside non ha voluto farci uscire, ma io..."
"La vostra preside ha fatto bene" La interruppe lui, abbracciandola a sua volta e godendosi quel momento di pace "Noi di Durmstrang siamo allenati a combattere, ma nonostante ciò guarda cosa sta succedendo quest'anno." Le ricordò. "Clem... è successo qualcosa di strano, al Castello, mentre ero via?"


-*-*-*-


"Will!"

Vedendo ritornare il fratello all'interno della casa a passo di marcia, Jacob alzò lo sguardo, interrompendo così la tortura che stava esercitando sull'uomo catturato.
Per l'intera giornata, a turno, avevano cercato di farlo parlare, per cercare di capire se sapesse qualcosa sull'attacco al villaggio.

Ma, sfoggiando dei nervi d'acciaio e una capacità di resistenza alquanto notevole, il prigioniero non aveva ancora detto una parola.
Arrivando addirittura a deriderli.

E Jacob, già con i nervi a fior di pelle per tutte le altre questioni, non si era fatto scrupoli ad usarlo come sfogo.

"Adesso basta Jack. E' già molto debole: se continui così, finirai per ucciderlo. E, come hai detto tu, i morti non parlano." Decretò Will, dopo aver lanciato a tutti i presenti un'occhiataccia.
"Will io..." Provò a parlare Jacob, prima di essere interrotto da un gesto secco del fratello.
"Parleremo dopo. Adesso, abbiamo un altro problema da risolvere: come far parlare questo qua." Comunicò indicandolo con l'indice "Ho un'idea: abbiamo una sondereith a nostra disposizione. Tantovale usarla."




Con un sorriso inquietante sulle labbra, Ghita avanzò verso il prigioniero.

"Fino ad ora, non hai voluto parlare con noi. Dico bene?" Chiese con finto tono dolce, sfiorando con una carezza la guancia del prigioniero, che in risposta continuò a rimanere muto. "Allora... direi che non hai bisogno di una bocca." Decretò passandogli una mano sulla suddetta.

Nel momento in cui gli tolse la mano, i lembi che componevano le due labbra si unirono e diventarono un tutt'uno, privando così l'uomo della bocca.

"Non hai voluto ascoltarci." Continuò la Grimm imperterrita "Quindi non hai bisogno neanche delle orecchie."
Dopo avergli passato le mani sulle orecchie, queste ultime si accartocciarono su se stesse, diventando un tutt'uno con la mandibola e la tempia.

"E poi... immagino che tutto vorresti vedere tranne che le nostre orribili facce." Concluse lei, avvicinandosi abbastanza da permettergli di capire il labiale, visto che l'aveva appena privato dell'udito.

Poi gli passò una mano sugli occhi, privandolo infine della vista.


-------------


Chiedo scusa ad Always e Zoey per non aver usato i vostri personaggi.
Nel prossimo capitolo si rifaranno, promesso.


Domanda della settimana: nel prossimo capitolo ci saranno le vacanze primaverili (alias quelle di Pasqua). I vostri OC cosa faranno (possono anche tornare a casa se volete!)? Risposte per MP entro il 3 dicembre (chi non me le manda non compare).

  
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