“Però … è strana, la fantasia del destino” commento pensierosa.
“Mh? Perché dici così?”.
“Ti faccio un esempio: questa è la mia vita” dico, alzando la mia mano destra “e questa è la tua” continuo, e gli alzo la mano sinistra. “Queste mani sono molto diverse tra di loro: una è grande, l’altra è piccola, una ha le dita meno affusolate, l’altra invece di più, una ha le unghie corte e una invece le ha lunghe. Se le vedi così, separate, puoi ben affermare che queste due mani sono estremamente diverse tra loro, e non hanno nulla in comune. Ma se le avvicini”, dico poggiando il mio palmo sul suo, "e le intrecci” e intreccio le dita sulla sua mano, “le due mani diventano una cosa sola e colmano a vicenda gli spazi vuoti tra le dita”.
Sorrido a questo paragone, così naturale ed improvvisato, ma al tempo stesso di una verità sconvolgente.
“Noi siamo così" concludo sorridendo. “Estremamente diversi…” dico alzando l’altra mano …
“… e assolutamente complementari” conclude lui, intrecciando la sua alla la mia.
Ci guardiamo negli occhi, e in quel momento, contro ogni logica, razionalità e buon senso … capisco di essermi innamorata di lui.