Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Eristhestrange    25/11/2017    0 recensioni
Una figura misteriosa fa la sua comparsa nella città di Alubarna. Che cosa starà cercando?
...
"Perderla significa perdere memoria del nostro passato, e se non abbiamo passato non avremo futuro"
Poggiò una mano sulla pietra color sabbia, rivolgendo gli occhi verdi verso la punta dorata dell'obelisco.
Un velo di malinconia scese sul suo volto.
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciurma di Shanks, Nefertari Bibi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo III

Quando meno te lo aspetti...

 

"E hai intenzione di presentarti?"

Chiese Vivi, sdraiata su un mucchio di cuscini colorati.

"E' chiaro. Cos'altro dovrei fare secondo te?"

Eris sistemava il velo davanti allo specchio mentre la principessa dai capelli azzurri sembrava prendersi qualche secondo per riflettere.

"Potrebbe essere una trappola...hai pensato almeno a questo?"

L'Oracolo si finse sorpreso "E da parte di chi?" chiese ridacchiando fra sé e sé, ma la cugina non sembrava affatto del suo stesso umore "Da parte di chiunque!" sbuffò mentre si rigirava sul suo morbido giaciglio "Sei ricercata da praticamente mezzo mondo".

Si voltò verso Vivi, distogliendo l'attenzione dal suo travestimento in corso "Su, non fare tante storie. Sono un oracolo...nessuno mi toccherebbe con un dito!"

"Io non ne sarei così sicura...la tua è una posizione di rilievo, non si sa mai. E se per caso qualcuno ti avesse scoperta? Saremmo nei guai tutti quanti. Ricorda che porti ancora il bracciale al polso..."

Ormai irriconoscibile nella veste dell'Oracolo, Eris apparve leggermente irritata da quell'affermazione "Cosa vorresti dire? Anche se ho addosso questa roba, valgo come cento delle vostre guardie reali. Non sono una ragazzina indifesa...".

Vivi le lanciò un sorriso, alzando la testa prima immersa nei cuscini "Come sei permalosa! Non ho mai pensato tu fossi un'incapace, sono solo preoccupata per te! E ho tutte le ragioni per farlo..."

La stanza era invasa dai profumi floreali ed esotici che dal giardino sottostante attraversavano le grandi finestre aperte, misti all'odore dell'incenso bruciato e a quello della colazione che era stata portata in camera da poco dalla stessa principessa Vivi.

I datteri e i fichi erano tipi di frutta che non crescevano ad Albion, l'isola in cui era abituata a vivere Eris, e spesso se li faceva portare direttamente da Alabasta.

Le ricordavano il tempo trascorso con la sua famiglia ad Alubarna e la sua infanzia lì, in quella città immersa nel deserto a cui tanto era affezionata.

Ricambiò affettuosamente il sorriso della cugina "Lo so...ma devo correre il rischio...".

Vivi annuì, consapevole che non sarebbe mai riuscita a farle cambiare idea, anche se non poteva fare a meno di risultare preoccupata.

Per togliersi dalla mente pensieri spiacevoli, cercò di cambiare discorso "Come mai sei andata a letto così presto ieri sera? Quando siamo tornati papà mi ha detto che sei praticamente fuggita".

L'Oracolo si spostò dallo specchio andando ad afferrare uno dei fichi freschi lasciati sul tavolino "Lo sai che questo genere di feste mi annoia da morire. In più mi hai lasciata sola coi dignitari e non avevo nessuna voglia di ascoltare sempre la stessa sceneggiata ogni cinque minuti! A questo proposito..." si avvicinò a Vivi, dando un morso al frutto prima di continuare "Come mai non mi hai mai parlato di Kohza per tutto questo tempo?".

La principessa rimase per un momento interdetta, chiaramente impreparata ad una simile domanda a bruciapelo "Beh...non vedo cosa avrei dovuto dirti, insomma, lo conosci! Ma cosa c'entra Kohza con tutto questo?" rispose con fare evasivo, ma Eris non sembrava minimamente intenzionata a cambiare argomento.

"Non cercare di evitare la questione...ti ho vista ieri sera!" Vivi si fece sempre più esitante e imbarazzata, si alzò dai cuscini per sedersi più compostamente sul divano "Cosa intendi dire, scusa?" "Beh, dimmelo tu! Siete praticamente spariti! Io sono qui solo da qualche giorno e tu mi abbandoni nel bel mezzo di una festa fra le più noiose per andare a passeggiare braccio a braccio con il ragazzino dell'oasi! Dimmi la verità, ti piace?".

La ragazza divenne completamente rossa in volto "Ma che dici? Sei impazzita? Ovviamente no! Che domande assurde!" sbottò, alzando la voce contro la cugina, che le rispose tirando un sospiro di sollievo "Oh! Per fortuna!" si portò una mano al petto, come a volersi rincuorare "Già pensavo avessi perso la testa per il primo che passa!" ammise sorridendole, per poi finire di mangiare il frutto che teneva in mano.

Da imbarazzata, Vivi divenne estremamente accigliata.

Si alzò in piedi, fronteggiando la cugina "Cosa vorresti dire?" la sua voce inquisitoria fece assumere un'espressione alquanto perplessa ad Eris, che rispose con tutta calma "Nulla...solo che avevo paura avessi messo da parte i tuoi doveri, ma ero certa che non fosse così! Sei in gamba Vivi, dico sul serio!" "Di quali doveri stai parlando?" Eris sembrò non accorgersi del fatto che sua cugina stesse assumendo sempre più un cipiglio alterato e continuò a mangiare, parlando quasi con noncuranza "Quelli che hai verso il regno, naturalmente. Hai un sacco di cose a cui pensare e a cui dover badare, quando prenderai il potere dovrai essere pronta a farlo e le distrazioni non sono ammesse nella reggenza di una nazione...".

Per un attimo la principessa osservò incredula Eris gettarsi comodamente su un divanetto e dopo qualche secondo trovò le parole per risponderle con un tono che tradiva quella crescente tensione che la cugina sembrava non stare avvertendo "Fammi capire: dunque, visto che sono una principessa e che sono l'erede al trono non posso fare nient'altro che occuparmi della gestione del regno, dico bene?" "Beh...sì..." rispose con una nonchalance che sembrò quasi atterrire la sua interlocutrice "O, almeno, non dovresti perdere tempo, tutto qui".

"Perdere tempo?" Vivi sembrava essere su tutte le furie e quando le gridò contro, Eris la guardò senza capire, smettendo di fare ciò che faceva per rivolgersi verso la cugina paonazza "Mi stai veramente dicendo che avere una relazione equivale a perdere tempo?" "Ma si può sapere che ti prende? Calmati! Non ho detto nulla di male...forse, lavorando troppo, stai cercando qualche distrazione...".

Eris non riusciva a capire quell'improvviso accanimento e le sue parole ebbero l'effetto contrario a quello che desiderava.

Sua cugina era completamente infuriata.

 "La vuoi finire di parlare di distrazioni e perdite di tempo?"

"Vivi! Che ti succede? Sei impazzita per caso? Perché gridi in questo modo?"

"Io? Impazzita? Ma ti ascolti mentre parli? Secondo te una principessa non dovrebbe fare altro che rimanere chiusa a palazzo ad occuparsi delle faccende del regno? Ti sembra una cosa normale?"

Eris continuava a non comprendere il motivo di quella reazione; si avvicinò alla ragazza lentamente, parlandole con cautela "Senti...ma perché stiamo parlando di questo? Che importa? Questi argomenti non hanno nessuna rilevanza ora come ora e..." "Smettila e rispondimi Eris! Io sono un essere umano, come tutti gli altri? Posso avere una vita al di fuori di quella della corte?" gridò, stroncando di netto le sue parole. La giovane dai capelli rossi inspirò profondamente "Tutto viene a suo tempo Vivi...e non credo che questo sia il tempo per gli intrallazzi amorosi, se è questo quello che vuoi sentirmi dire" rispose con una sorta di freddezza all'aggressività di sua cugina, che non sembrava voler diminuire.

"Non spetta a te dire quando è il tempo! Chi sei tu per dire quando è il momento e quando no? L'amore non è una cosa che si può scegliere. Non la decidi tu e nemmeno io!" "Ma la vuoi smettere?" sbottò, ormai decisamente infastidita da quegli argomenti "Che razza di discorsi stai facendo? Perché vuoi parlare di amore quando ci sono questioni più urgenti da sbrigare? Alabasta ha risentito molto della crisi, il tuo primo pensiero dovrebbe essere verso questa terra, non verso una sola persona! Sprecare il tuo tempo in corteggiamenti fastidiosi non dovrebbe essere nel tuo stile Vivi, ma che ti succede?" la principessa la scrutava con occhi di fuoco, Eris aveva ormai superato il limite.

"Tu non capisci niente. Ti comporti come un uomo, non hai la minima cura di te stessa e agisci in maniera sconsiderata cercando di risolvere soltanto i tuoi problemi. Non capisci perché non ti ha mai amata nessuno e non hai  idea di cosa voglia dire. Sei così insensibile a certi argomenti che nemmeno ti si può parlare!" di fronte alla cugina paonazza per la rabbia, Eris si sentiva come se fosse stata trafitta da una freccia da parte a parte.

Non avrebbe mai immaginato che la ragazza che aveva sempre ritenuto come una sorella per lei fosse capace di parlare in quel modo.

Fu una doccia fredda per lei, non sapendo cosa rispondere per qualche secondo.

Ormai aveva capito che la questione stava più a cuore a Vivi di quanto non sembrasse e che sicuramente Kohza c'entrava qualcosa in tutto quello che stava accadendo "Alabasta non ha bisogno di una ragazza innamorata, ma di una regina, un leader che la guidi e se ne prenda cura" rispose con freddezza.

"Vorresti insegnarmi tu come ricoprire questo ruolo?" su tutte le furie, la principessa andava avanti e indietro per la stanza nervosamente, alzando il tono di voce ad ogni parola "Parli proprio tu che fuggi da tutte le tue responsabilità! Non stai sul trono accanto a tuo padre, vieni qui, nella tua terra natia, dove avresti potuto prendere il posto di tua madre, e ti nascondi come una criminale per andare alla ricerca di artefatti magici che con tutta probabilità non esistono. Quando mi sono infiltrata nella Baroque Works l'ho fatto per il mio paese, rischiando la vita. Ero presente alla battaglia di Alubarna e quando abbiamo vinto ho lavorato incessantemente per far ritornare Alabasta il regno splendido di un tempo. Io posso permettermi di fare ciò che voglio e non ho bisogno di qualcuno che mi dica quello che devo fare o pensare. Come vedi, infatti, se c'è qualcuno che non fa quello che deve fare quella sei proprio tu" un fiume di parole taglienti si riversò fuori dalle labbra della principessa, la quale realizzò solo dopo qualche secondo ciò che aveva appena detto.

Inaspettatamente Eris non sbottò e non rispose alzando la voce per difendersi.

Dopo l'iniziale sgomento, si rivolse alla cugina quasi con noncuranza.

"D'accordo."

Senza aggiungere nient'altro, le diede le spalle avviandosi all'uscita.

Vedendola avvicinarsi alla porta, Vivi, quasi pentita di ciò che aveva appena detto, cercò di richiamare la sua attenzione, quasi totalmente svuotata della rabbia che aveva appena riversato contro Eris "Ehi! Aspetta un momento! Dove vai così di fretta? Non mi pare che la tua scorta sia già qui!".

"Io non ho bisogno di essere difesa" concluse seccamente, prima di chiudersi bruscamente la porta alle spalle.

 

----

 

Era già sveglia alle prime luci dell'alba e per i servitori era quasi impossibile acciuffarla nel tentativo di non farla uscire dal palazzo.

Stare rinchiusa fra le mura del castello o del santuario era ciò che più di tutto voleva evitare.

Non erano posti in cui i bambini potessero divertirsi, inoltre il rigido comportamento che doveva assumere durante la giornata era pressoché intollerabile per lei.

Conosceva ogni passaggio segreto all'interno del palazzo e poteva fuggire facilmente.

La sua meta preferita?
Ovviamente la periferia della città, al limitare con il deserto.

Appena fuori dal palazzo, dietro ad un'abitazione poco distante dalla via principale, qualcuno la attendeva con ansia quel mattino.

"Kohza, sono qui!" gridò attirando l'attenzione del bambino, il quale era già preparato a riceverla, appoggiato con la schiena al muro della casa.

"Finalmente, sei in ritardo! Vieni, gli altri ci staranno aspettando alle rovine!"

Non fece nemmeno in tempo a raggiungerlo che quello aveva già cominciato a correre attraverso i vicoli, seguito a ruota dalla compagna.

Scendendo una delle grandi rampe che consentivano l'accesso ad Alabasta si giungeva direttamente alla piana desertica, dove erano sparsi qua e là antichi ruderi ormai coperti di sabbia.

Quelle antiche colonne e sdrucciolate fondamenta erano il luogo perfetto dove sistemare una base segreta.

"Eccovi qui! Vi sembra il caso di fare tardi anche oggi? Sapete che è un giorno importantissimo!" un ragazzino pressoché della loro età si parò di fronte a loro, dietro di lui un tendaggio rudimentale copriva l'ingresso di un piccolo edificio in rovina.

"Non è colpa mia Jamal! E' stata lei!" rispose stizzoso, mentre la bambina sbuffava spazientita "E va bene, entrate! Non possiamo perdere un minuto di più, correte!".

Sollevò la tenda, introducendosi nella base segreta, imitato dai compagni che lo avevano appena raggiunto.

Si trattava solamente di un piccolo ambiente diroccato dove, con il tempo, il gruppo era riuscito ad accumulare i suoi preziosi tesori tenendoli al sicuro da occhi indiscreti.

Circa una ventina di bambini era già seduti in cerchio in mezzo alla stanza, a gambe incrociate sul pavimento di pietra usurato dagli anni.

Si voltarono tutti, salutandoli non appena entrarono.

Erano felici di vederli, ma avevano un'aria pensierosa e assorta.

Quando anche i tre ebbero preso posto, Kohza cominciò il suo discorso interrompendo il vociare sommesso dei compagni.

"Amici! Come ben sapete, ci siamo riuniti qui tutti assieme oggi per scegliere il nostro nuovo leader! Ognuno di voi potrà candidare qualcuno o candidare se stesso, poi si voterà per alzata di mano. Votare per sé stessi non vale, mi raccomando, e ricordatevi che tutti sono liberi di partecipare! Ora alzatevi in piedi e mostrate a tutti chi saranno i prossimi canditati da eleggere!" alle sue parole, sebbene incoraggianti, fu uno soltanto ad alzarsi.

O meglio, una.

Eris si schiarì la voce prima di parlare di fronte a tutti "Io, Merisger Kahli, propongo te, Kohza, come nostro prossimo leader!".

Ci fu un assenso corale: tutti sembravano soddisfatti di quella proposta.

Il bambino stava già per ringraziare i suoi compagni, quando il rumore di passi estranei non fece voltare tutti verso l'ingresso.

Un altro piccolo gruppo di bambini era giunto di fronte a quell'assemblea così solenne.

Si fece avanti un ragazzino dagli occhi scuri, col capo coperto da un tipico copricapo dell'isola e una piccola tunica porpora.

"Che cosa ci fate voi qui? Non potete entrare in questo posto!" gridò Jamal, alzandosi in piedi.

Tutti gli altri seguirono il suo esempio, compresa Eris, la quale, squadrando da capo a piedi il nuovo venuto, lo indicò con fare sprezzante "Che cosa vuoi qui Kahlifa, questo non è il tuo territorio!".

Il bambino sogghignò, soddisfatto di aver provocato quello scompiglio "Ciao a tutti ragazzi! Non mi sembra di stare facendo nulla che vada contro le vostre regole!" "Ti sbagli" lo interruppe Kohza "Nessuno può entrare qui senza il nostro permesso! Questa è la nostra base! Va' via!".

L'ospite sgradito non sembrava per nulla intimorito da quelle parole "Sei tu che ti sbagli Kohza. Oggi la vostra base non è di nessuno. Stavate eleggendo il leader e secondo le vostre regole tutti hanno il diritto di partecipare alle elezioni" "Che cosa vorresti dire?" chiese il bambino, infuriato "Voglio dire che sono qui per candidarmi anche io!".

Sul momento nessuno seppe cosa ribattere.

In effetti nelle loro regole era previsto che tutti potessero candidarsi senza fare alcuna distinzione e venire meno a quei patti voleva dire non rispettare la parola data.

"Molto bene" gli rispose infine Kohza, accigliato "Allora i candidati sono due e non ci resta altro che votare per alzata di mano!" "Ma Kohza..." cercò di interromperlo qualcuno, ma tutti capirono e accettarono quella decisione.

Tuttavia fu Kahlifa ad interromperlo ancora una volta "Aspetta, io ho ancora qualcosa da dire prima di votare! A tutti voi!" guardò in viso ognuno dei presenti con occhi vividi, pieni di foga "Se mi eleggerete vostro leader, vi prometto che porterò qui il più grande tesoro che abbiate mai visto!".

Dal gruppo si levarono grida e insulti verso il ragazzino, che spense subito il brusio facendo parlare uno dei suoi seguaci "E' la verità! Kahlifa conosce un posto segreto...nessuno sa dove si trovi a parte lui, ma ci ha mostrato le prove che esiste!" "E le mostrerò anche a voi se mi voterete!" concluse soddisfatto.

"Sei solo un bugiardo! Nessuno crederebbe alle parole di uno come te!"  lo schernì Eris.

Si voltò a guardare l'amico Kohza, che se ne stava in silenzio senza dire nulla.

Non fece nessun discorso per portare gli altri dalla sua parte, semplicemente si limitò a cominciare le votazioni senza troppi complimenti.

Nonostante l'indignazione di Eris e molti altri, alcuni del gruppo decisero di votare per Kahlifa, ma la situazione finì comunque in perfetta parità.

"Allora Kohza, che si fa adesso?" chiese l'intruso con aria sprezzante, infastidito per non essersi conquistato la vittoria.

Fu Jamal a rispondere "Se conoscessi così bene le nostre regole, sapresti che in caso di parità bisogna superare ben tre sfide tirate a sorte!" a quella risposta, il nemico tornò a sorridere "Perfetto! Non avrò nessun problema a superarti in tutto!".

"Eddai...di' qualcosa Kohza!" Eris cercò di spronarlo a parlare, ma il ragazzino sembrava non essere per nulla scalfito dai discorsi del rivale.

"Ci vediamo domani mattina per la prima prova! Arrivederci, fallito! Tra qualche giorno sarò io il capo qui!" tra molte grida di disprezzo, il piccolo gruppo estraneo uscì dalla sala, lasciandoli soli e pensierosi.

Angolo della scrittrice:

Ciao a tutti! Grazie per aver letto! Sono tornata e spero di riproporre il capitolo successivo in fretta! Ho avuto un periodaccio, scusatemi tutti! Alla prossima e grazie ancora!

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Eristhestrange