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Autore: Eristhestrange    21/05/2017    0 recensioni
Una figura misteriosa fa la sua comparsa nella città di Alubarna. Che cosa starà cercando?
...
"Perderla significa perdere memoria del nostro passato, e se non abbiamo passato non avremo futuro"
Poggiò una mano sulla pietra color sabbia, rivolgendo gli occhi verdi verso la punta dorata dell'obelisco.
Un velo di malinconia scese sul suo volto.
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciurma di Shanks, Nefertari Bibi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II

 

Crisi d'identità

 

"Quello che stai dicendo non ha alcun senso...perché dovresti sprecare tempo a cercare un posto che non esiste?" il re di Alabasta sembrava alquanto turbato, osservando accigliato la giovane ragazza parlare davanti a quella ristretta cerchia di persone.

In una delle stanze adibite per lei si erano riuniti infatti la principessa, le due guardie a capo degli eserciti reali, Pell e Chaka, e il sovrano stesso.

Nessun altro all'infuori di loro era al corrente della vera identità di Eris e quel segreto era da custodire con la vita, per il bene della ragazza e del regno.

"Sapevo che non saresti stato d'accordo zio, ma questa è una mia decisione..." sospirò, tenendo le braccia incrociate sotto il petto. Era consapevole che la sua scelta di partire non avrebbe incontrato l'approvazione di nessuno.

"Sua Maestà ha ragione, è un viaggio rischioso ed è altamente improbabile che tu riesca a trovare anche solo una traccia di ciò che cerchi..." Chaka era terribilmente serio e venne subito seguito dal compagno "Ho sorvolato per anni queste piane desertiche e non ho mai visto nulla di sospetto o che già non fosse segnato sulle mappe!".

Sbuffò, distogliendo lo sguardo "Come potete pensare che una cosa del genere compaia alla luce del sole sotto gli occhi di tutti? Una panoramica dall'alto è senza dubbio insufficiente" "Vorresti dire che vuoi incamminarti da sola nel deserto a piedi? Ma è una follia! Non sai nemmeno dove sei diretta! Senza una mappa o un'indicazione vagherai nella sabbia per anni!".

Lasciò che trascorresse qualche secondo per osservare nel volto ognuno dei presenti: i suoi occhi verdi esprimevano tutta la sua audacia e determinazione.

"Ti sbagli" esordì "Conosco il posto da cui devo cominciare le mie ricerche, ed è Alubarna!".

Tutti rimasero sbalorditi, forse Eris sapeva qualcosa di cui non erano al corrente?

"Come sarebbe a dire?" chiese sorpreso il re, guardandola ad occhi sgranati "Nessuno meglio degli abitanti della città conosce le storie riguardo a Nekhrebu e lo sai che molte leggende spesso nascondono un fondo di verità!" "Ma Eris, hai sentito già molte volte quelle favole, a cosa ti servirebbe riascoltare quello che già sai?" chiese Vivi perplessa.

"Non è delle storie riguardo a Nekhrebu che parlo. Un tempo vi era un'antica città che sorgeva nel cuore di Alabasta, che grazie alla sua biblioteca era famosa in tutto il mondo come il centro della conoscenza..." "Ad Anuat? Cara nipote, i tuoi piani mi sembrano fin troppo ambiziosi..." "Ne sono consapevole, ma devo tentare...non posso dipendere per sempre da questo!".

Con rabbia mostrò il polso sul quale teneva il grosso bracciale dorato.

Il tono della sua voce era aumentato, così come i battiti del suo cuore.

Non si trattava più di semplici scorribande o avventure per trovare vecchi tesori nascosti: si stava mettendo in gioco per la sua realtà, per la vita che ogni giorno era costretta a vivere, per combattere quelle difficoltà che non la abbandonavano mai, nemmeno nei suoi sogni.

I presenti percepirono la tensione e si preoccuparono per il suo stato d'animo.

Il suo malessere era palpabile nonostante il portamento fiero e la voce autoritaria.

"Eris, tesoro, cerca di essere ragionevole..." la voce e i modi del re si fecero più affettati di fronte all'evidente malumore della nipote "Come puoi chiedermi di essere ragionevole quando ho una maledizione sulla mia testa? Ho ragionato per troppo tempo zio, ora basta. Non rimarrò un mostro per sempre, dovesse costarmi la vita...".

"Tu non sei un mostro! Come puoi dire una cosa del genere?" rossa in volto, anche Vivi aveva cominciato ad alzare i toni.

Di fronte allo sgomento della cugina, Eris riprese subito il suo contegno rispondendo pacatamente ma con rigidità "E tu non hai visto quello che posso diventare...sottovalutare il problema è del tutto inutile, così come evitare di affrontarlo. Ho distrutto un'isola senza accorgermene e se non avessi avuto qualcuno alle spalle forse avrei potuto rifarlo ancora." si avvicinò passeggiando ad una delle grandi finestre arabeggianti della sala, che permetteva una meravigliosa visuale sui quartieri di Alubarna, la sua voce si fece più dolce man mano che la sua mente volava attraverso i ricordi di un'infanzia lontana anni luce da quella realtà "Questa città è meravigliosa e voi siete senza dubbio le uniche persone degne di governarla con giustizia e saggezza. Se dovesse mai accadere qualcosa a questo paese a causa mia non potrei mai perdonarmelo: non potrei mai vivere con un simile peso sulle spalle. Sono costretta a nascondere la mia identità e lo faccio volentieri per garantire a questo luogo la pace e la serenità che merita, ma se dovesse accadere qualcosa, se per caso dovessi battermi per questa terra? Cosa dovrei fare? Correre il rischio di raderla al suolo oppure non fare nulla?".

Si voltò verso i presenti, tutti ammutoliti e scuri in volto, senza riuscire a proferire parola di fronte alle nobili e giuste preoccupazioni della ragazza "Sono passati ormai quasi tre anni da quando Alabasta si trovava in grossi guai, tre anni dalla battaglia di Alubarna...ed io non ero qui per combattere...né qui né a Marineford..." ammise abbassando il capo, come se provasse vergogna.

"Eris, non è stata colpa tua, non potevi essere qui e in ogni caso non ti avremmo mai coinvolta. Se si fosse scoperto chi eri saresti stata in grave pericolo e la situazione si sarebbe maggiormente aggravata! La devi smettere di fartene una colpa!" le parole di Kobra erano sincere e piene di convinzione, ma non sembrarono scalfire l'animo turbato della giovane ragazza.

"Questo non cambia le cose. Non ho fatto nulla per proteggere il mio paese, ma se ne avrà bisogno in futuro devo essere preparata e pronta a tutto e per esserlo devo per forza sfidare la sorte" "Io ammiro la tua audacia e il tuo patriottismo Eris, sappiamo che tieni ad Alabasta quanto noi, ma devi avere veramente delle idee chiare su ciò che vuoi fare prima di intraprendere una simile spedizione!" "Ci ho pensato tanto Chaka, non è la prima idea che mi è passata per la testa!".

"Ma perché proprio Nekhrebu? Cosa ti ha portata ad una simile conclusione?" chiese Vivi impensierita, dando voce a ciò che si stavano in effetti chiedendo tutti "Il fatto è che ho avuto una visione che mi diceva espressamente di trovarla...non può essere un caso che mi abbia mandata proprio qui!" "Una visione?" il re non si aspettava di certo una simile risposta, tantomeno il resto dei presenti "Proprio così!" annuì la ragazza, pensierosa.

Quella di Dressrosa era stata la seconda visione che aveva avuto dopo essersi tramutata nel Diavolo Rosso, ed era stata quella che l'aveva più preoccupata.

Se prima era stata catapultata in un mondo surreale, di pace e tranquillità, la sensazione di successivo travaglio e confusione non poteva che inquietarla profondamente.

Quelle visioni non avevano fatto che aumentare la sensazione di instabilità e di impotenza nei confronti dei suoi poteri.

"Non è più il momento di pensare, ma di agire. Più passa il tempo, più questa cosa che ho dentro prenderà il sopravvento su di me. Che lo vogliate o no, io andrò a Nekhrebu" ormai nessuno aveva più nulla da obiettare. Per come appariva dalle parole di Eris, non sembrava esserci un'altra via e a nessuno veniva in mente un'alternativa migliore di quella.

"Va bene, ma ricordati che sei qui in veste di Oracolo e devi fare la tua comparsa in pubblico prima di sparire...la gente di Alubarna non sarà soddisfatta se non ti mostrerai a loro, inoltre vorrei che passassi un po' di tempo con noi! In fondo fai sempre parte della famiglia, non è così?" nonostante fosse ancora preoccupato per la decisione della nipote, il re le indirizzò un sorriso affettuoso "Hai ragione zio, hai qualche idea in proposito?".

 

---

 

Mentre il sole spariva lentamente oltre le dune e il cielo si tingeva delle più varie sfumature del rosso e dell'arancio, migliaia e migliaia di luci si accendevano attraverso le strade di Alubarna.

Nonostante la notte fosse ormai prossima, il chiacchiericcio della folla non accennava a diminuire, anzi: i festeggiamenti erano solo all'inizio.

Le piazze e le vie erano gremite di gente che ballava, danzava e cantava; le locande erano colme di avventori e la strada principale che portava a palazzo era quasi impraticabile, tanto era affollata.

Ogni accesso alla residenza reale era ben presidiato per evitare imbucati spiacevoli al ricevimento che si stava consumando quella sera nella sala delle feste.

Nella grande stanza pendevano dai soffitti innumerevoli drappeggi colorati che nascondevano quasi completamente le pareti, mentre sui pavimenti di marmo bianco innumerevoli tavolini bassi dalla foggia orientale erano stati colmati delle più squisite prelibatezze locali.

Molte erano le personalità importanti che si erano presentate lì quella sera per festeggiare e la stanza del banchetto, così come i giardini reali, era affollata come non mai.

La gente, seduta su morbidi cuscini, panche e divani, chiacchierava allegramente; i più curiosi invece lanciavano sguardi o si dirigevano cercando di non dare troppo nell'occhio verso il baldacchino in fondo alla sala, sotto cui sedeva la famiglia reale con la propria scorta assieme all'ospite d'onore della serata: l'Oracolo.

La stragrande maggioranza della popolazione, estremamente credente, aveva sempre visto la figura dell'Oracolo come un segno divino di buon auspicio e il fatto che non si facesse viva troppo spesso sull'isola era una valida ragione per festeggiarne l'arrivo in quella città.

Nella tradizione popolare la misteriosa figura, dal volto sempre celato, era un'anima errante scelta dagli dei come portatrice delle loro verità più nascoste. Si diceva potesse compiere grandi miracoli e che prevedesse il futuro entrando in simbiosi con la vasta conoscenza di Thot, il dio onnisciente.

Non c'era da stupirsi perciò che nelle più alte sfere, tra i nobili e il clero, ci fosse anche qualche scettico che non era per nulla convinto riguardo alla misteriosa figura e che, anzi, vedeva nelle fugaci apparizioni di quella donna una volontà da parte del re di mantenere un rigido controllo sulla popolazione ospitandola a palazzo. Nessuno tuttavia si sarebbe mai opposto apertamente ad una simile scelta o avrebbe corso il rischio di tirarsi addosso l'ira dei fedeli e di molti fra i sacerdoti di Alabasta.

Conveniva quindi tenere la propria opinione per sé e approfittare della benevolenza del sovrano in quei giorni speciali.

Dalla sua posizione così centrale, Eris poteva vedere gran parte dei volti più o meno noti nella sala, ma la cosa non sembrava entusiasmarla troppo.

"E dire che la festa è cominciata è poco...speriamo che le cose si facciano più movimentate o questa sera me ne andrò a letto prima del solito!" pensò, sbuffando mentre appoggiava il mento sul palmo della mano. Tenere nascosta la sua identità e mantenere un certo contegno in pubblico iniziavano a pesarle, specialmente in quelle situazioni in cui magari avrebbe preferito ballare o girovagare senza una meta per la città, ma sapeva che il suo travestimento era necessario non tanto per il suo bene, quanto per quello dei suoi familiari.

Se si fosse mostrata in pubblico assieme alla famiglia reale avrebbe destato sui Nefertari l'ira del Governo, cosa che voleva assolutamente evitare. L'isola era ancora in fase di ripresa e non sarebbe stata in grado di difendersi da un nuovo eventuale assedio.

Accanto a lei, il re si intratteneva a conversare con chiunque gli si presentasse accanto con il suo usuale buonumore.

Il posto di Vivi era invece ancora vuoto; qualcuno l'aveva probabilmente trattenuta e non ne sarebbe stata troppo sorpresa visto il fiume di persone presenti nel palazzo.

Sua cugina era una delle rarissime compagnie femminili di cui si era circondata durante la sua vita, nonché l'unica che avesse pressoché la sua età.

Eris era più grande di lei di qualche anno, ma avevano passato la prima infanzia assieme.

Nell'isola di sua padre invece non aveva avuto più modo di rapportarsi con le bambine della sua età, ma aveva sempre mantenuto i contatti con lei.

Dolce e comprensiva, nonché molto intelligente ed istruita, Vivi rappresentava il modello perfetto di principessa.  Aveva a cuore il regno e il suo popolo e le passate esperienze l'avevano adeguatamente dimostrato: anche nelle difficoltà la cugina non sarebbe venuta meno ai suoi ideali.  La ammirava anche per la sua affabilità e le sue maniere tanto gentili: i modi di fare di Eris erano tutt'altro che principeschi e mal sopportava le occasioni formali.

Era anche vero che Vivi era stata educata per essere una futura regina e questo influiva molto sui suoi modi di fare e di comportarsi, tuttavia in compagnia della cugina era sempre sé stessa e non sembrava avere niente da nasconderle.

"Oh! Ma guarda chi c'é!" esclamò da dietro il suo velo dorato, mentre sotto il baldacchino compariva proprio la principessa di Alabasta.

Vivi le fece una piccola reverenza, prima di sedere accanto a lei "Cugina! Come va? Ti stai divertendo?" chiese a bassa voce, per evitare orecchie indiscrete.

"Divertendo? Starai scherzando spero! Sono qui a fare la statua da quasi un'ora, ma mi sembra di stare ferma su questa sedia da un'eternità!" ribatté ridendo Eris,  la quale, squadrando meglio Vivi, si accorse che c'era qualcosa di diverso in lei.

"Che c'é che non va?" chiese la ragazza quando vide gli occhi incuriositi dell'Oracolo "Scusami ma non ti avevo mai vista così...così...beh, vestita bene! Che ti è successo? Sembri pronta per le Grandi  Celebrazioni di Isith!".

In effetti, Vivi aveva l'aria di essersi preparata di tutto punto: portava i capelli sciolti, un lungo vestito bianco e paramenti d'oro, per non parlare dei numerosi e splendidi gioielli.

Sua cugina le appariva proprio come una vera regina.

La ragazza scosse il capo, ridendo "Beh, scusami se quando sono con te di solito non ho voglia di indossare cose troppo impegnative! Anche perché in tua compagnia non si sa mai cosa possa succedere! Potremmo finire per arrampicarci su qualche montagna o a navigare in qualche fiume conoscendoti!".

Da sotto il velo, Vivi non la vide abbozzare un sorriso "Assomigli tutta a tua madre vestita così".

Eris aveva conosciuto Titi, sua zia, e se la ricordava molto bene nonostante fossero passati anni. Era una donna molto gentile, dal sorriso benevolo.

Spesso, durante i pomeriggi afosi ad Alubarna, leggeva loro delle storie all'ombra di un gazebo nei giardini, oppure organizzava dei piccoli giochi.

Si prendeva cura in prima persona della figlia e non aveva voluto che le balie si occupassero di lei; una scelta che anche la sua stessa madre aveva preso.

Vivi le sorrise amabilmente.

"Ti ringrazio..." rispose felice, prima che qualcuno richiamasse la sua attenzione.

"Buonasera principessa! Nobile Oracolo!" un ragazzo dai capelli biondo cenere chinò il capo di fronte al baldacchino, nella sua direzione.

Il sorriso di Vivi si allargò "Ministro! Sei arrivato finalmente!".

L'espressione perplessa di Eris venne celata dal suo travestimento: non aveva idea di chi avesse davanti, ma la principessa fugò i suoi dubbi in pochi istanti.

Si alzò dalla sua sedia per correre incontro al ragazzo, abbracciandolo felice, poi si volse di nuovo verso di lei, fingendo grandi riguardi nei suoi confronti.

"Grande Oracolo! Ti presento il nostro Ministro dell'ambiente, Kohza!" disse giuliva, ignara di aver lasciato Eris totalmente a bocca aperta.

Le ci volle qualche secondo per riaversi e cercare di recuperare il suo contegno da Oracolo; senza dire una parola, fece un cenno affermativo con il capo in segno di benevolenza.

"Con il tuo permesso, mi assenterò per un po' con il Ministro. Spero tu gradisca la festa, Potente Oracolo!" fece un piccolo inchino, lanciandole di sfuggita un occhiolino, seguita a ruota dal suo accompagnatore "E' stato un piacere trovarmi al tuo cospetto, Oracolo di Thot!" porse poi il braccio alla principessa, per allontanarsi nella direzione opposta alla folla, verso i giardini esterni.

Eris li guardò scomparire pian piano in mezzo alla gente, ancora esterrefatta.

L'ultima volta che aveva visto Kohza era stato molto tempo addietro, quando era ancora una bambina, poco prima di lasciare Alabasta.

Sorrise da dietro il suo velo "Era veramente un discolo...e adesso è addirittura Ministro! Strano che Vivi non me ne abbia mai parlato...".

Il re interruppe bruscamente i suoi pensieri, facendola sussultare "Lo hai visto?" le chiese felice "Certo che l'ho visto zio! E chi lo avrebbe mai detto..." "Già...è sempre stato un ragazzino determinato però, e ti posso assicurare che si occupa egregiamente dell'amministrazione del regno! E' stata una vera rivelazione! Certo che non avrei scommesso nulla nemmeno su di te, vedendoti da bambina!" ammise ridendo, facendo ridere a sua volta anche lei.

"Hai proprio ragione zio, e devo dire che non sei l'unica persona rimasta affascinata da lui..." "Ma...Che cosa vuoi dire?" chiese il vecchio re, dubbioso, ma ottenne come risposta soltanto un'altra gran risata da parte della ragazza "Non preoccuparti, niente di importante!".

Sorrise fra sé e sé, rendendosi conto di quanto le cose fossero cambiate ad Alabasta e nella sua vita.

I luoghi, le cose e le persone, tutto si evolveva continuamente e lei era uno dei tanti spettatori del tempo che andava avanti.

Fissò il grosso bracciale dorato che portava al polso.

Finché non avesse potuto stare senza di esso, non sarebbe mai riuscita a  vivere quella vita come voleva davvero.

Si voltò verso il re, il quale si era però alzato per andare a conversare con alcuni ospiti poco distanti dal baldacchino, lasciandola sola con sé stessa.

Non aveva più voglia di stare seduta lì a non fare nulla, così decise di alzarsi senza dare troppo nell'occhio, per prendere una boccata d'aria.

"Permettetemi di scortarvi, Grande Oracolo" Pell giunse presso di lei non appena si alzò dal suo scranno coperto di cuscini colorati "No, no, grazie...vado da sola" lo fissò negli occhi per qualche secondo, prima di procedere verso la fine della sala sotto gli sguardi di molti fra i presenti.

Nel suo breve incedere tutti facevano qualche reverenza e la salutavano, rispose con noncuranza a tutti prima di scomparire dietro ad uno dei portoni che conducevano nei corridoi del palazzo.

A parte qualche guardia ed una manciata di ospiti vagabondi, non c'era pericolo che si trovasse a tu per tu con qualcuno quella sera, ma anche lei non aveva nessuna intenzione di rimanere a girovagare per i corridoi.

Facendo molta attenzione a non essere osservata, scostò uno dei tanti tappeti persiani che adornavano le pareti, ritrovandosi di fronte al muro di pietra giallastra.

Tastò con le mani finché non trovò il mattoncino giusto e spinse con forza verso l'interno della parete, la quale si aprì verso l'interno, rivelando un buio cunicolo.

Aveva giocato spesso nel palazzo reale e molti dei passaggi segreti presenti li avevano esplorati proprio lei e sua cugina Vivi.

Sorrise ripensando a quante volte si erano cacciate nei guai mentre entravano in quei luoghi nascosti.

Il muro si richiuse alle sue spalle mentre avanzava all'interno dello stretto passaggio.

Seguendo una serie piuttosto intricata di cunicoli giunse infine ad una piccola porticina, la aprì e vi trovò davanti quello che sembrava essere un muro.

Lo spinse di lato con facilità e si ritrovò in un punto in ombra dei ballatoi che costeggiavano le merlature del palazzo. Rimise il blocco di muratura, in realtà molto esile, al suo posto, nascondendo il passaggio alla vista di chiunque non ne fosse a conoscenza e cominciò a percorrere le terrazze che si estendevano lungo tutto il perimetro del palazzo. Da lassù poteva avere una visione quasi completa di Alubarna in festa.

Un tripudio di suoni e di luci sparse ovunque.

L'aria della sera, col suo profumo di incenso e fiori di ibisco, la pervase come una misteriosa magia. Nessuno dal basso, nel giardino esterno, l'avrebbe potuta vedere, nascosta dai merli alti dei ballatoi. Di tanto in tanto, durante la sua passeggiata, spiava i presenti con fare incuriosito, sperando di trovare sua cugina o suo zio intenti a conversare amabilmente con qualche illustre ospite.

Incrociando qualche guardia di vedetta, annuiva con un grazioso cenno del capo alla reverenza e proseguiva per la sua strada. Il lato positivo della sua falsa identità era che nessuno poteva intralciare il suo cammino o i suoi piani: in un certo senso la sua libertà era pressoché illimitata.

Mentire su chi fosse tuttavia le risultava come un peso troppo grande da sopportare, per non parlare dell'etichetta di corte che le era sempre stata fin troppo stretta. Per questi e tanti altri motivi aveva deciso di sparire per un po' quella sera.

Passo dopo passo, sempre più pensieri si affollavano nella sua mente: ricordi e domande senza risposta, nodi che prima o poi sarebbero venuti al pettine...

"Assurdo che non abbia accennato a Kohza...Vivi mi dice sempre tutto. Avrà pensato che fosse un argomento di poco peso, e poi, anche se volessi, non potrei parlare con lui...non sotto queste spoglie ovviamente" ritornò un po' con la mente alla sua infanzia; tutto lì le ricordava qualcosa che aveva fatto nel suo lontano passato.

Alabasta le era sempre piaciuta e aveva il desiderio di ritornarvi ogni qualvolta ne era in grado.

"Chissà come sarebbe stato se non me ne fossi mai andata..." appoggiò entrambe le mani sul cornicione, guardando oltre la merlatura, prima la città e poi sempre più lontano, verso il deserto ormai ridotto ad un'enorme macchia nera dal buio della notte.

Sopra la grande distesa di sabbia, le stelle brillavano facendo da mappa ai viandanti più esperti di quelle remote regioni, nonché ai marinai che salpavano dai porti dell'isola.

"Non sarei mai diventata ciò che sono adesso...non si può cambiare ciò che è stato, ma posso ancora decidere di ciò che sarà. So che le mie rispose si trovano laggiù, nel deserto...non so ancora come, ma riuscirò a trovarle!" sospirò: aveva decisamente troppi grilli per la testa.

In quei giorni non si era nemmeno premurata di dare un'occhiata alla Gazzetta Mondiale.

Dopo gli eventi di Dressrosa e l'aumento della sua taglia si ritrovava a leggere di malavoglia e per forza le notizie che riguardavano il Nuovo Mondo. 

In un certo senso, preferiva rimanere all'oscuro di tutto.

"Ehi tu! Vieni qui!" chiamò con fare imperioso una guardia che passava di lì, questa si inchinò brevemente per salutarla "Comanda, Oracolo! Cosa posso fare per te?" "Dimmi, si sa più niente di quel Kidd?" chiese con curiosità e una punta di disprezzo.

"No signora, non ne ho più sentito parlare da dopo Redfalls...alcuni dicono che sia sopravvissuto, ma io non credo dopo quello che gli è capitato! Non c'è nemmeno più bisogno della Marina, i pirati finiranno per uccidersi a vicenda!" "Va bene, va bene...basta così! Ti ringrazio. Torna pure a fare quel che devi..." disse, incitandolo con un cenno della mano, ma la guardia non si mosse.

La guardò con trepidazione prima di parlare ancora "Ehm...Grande Oracolo, non vorrei darti troppo disturbo ma sai, ci sarebbe una cosa che vorrei chiederti!" la ragazza si accigliò, sapeva di non poter negare un favore a qualcuno nelle vesti in cui si trovava "Parla!".

"Oh...beh..grazie Grande Oracolo! Io volevo solo sapere se...beh...ci sarebbe una ragazza che...insomma...mi piace molto, ma io non so se..." "Fermati." rispose atona "La saggezza di Thot che mi ispira ti dice di non esitare, sotto il sicomoro troverai ciò che ti manca".

Tra i due intercorse qualche minuto di silenzio tombale, poi, quasi senza respiro, l'uomo si chinò

fino a terra "Potentissimo Oracolo, ti sono infinitamente grato per la tua predizione! Come posso ripagare la tua saggezza?" "Non mi è necessario alcun compenso, ed ora va'...anzi no, aspetta. Prima dovrai fare una cosa per me..." "Tutto ciò che desideri, Grande Oracolo!" "Molto bene, allora cerca il re e digli che per stasera io mi ritiro nelle mie stanze".

La guardia rimase un po' perplessa nell'ascoltare quella breve richiesta "Tutto qui?" "Tutto qui. Ed ora vai!" rispose con noncuranza, mentre quello si allontanava con inchini e frasi beneauguranti.

"Cosa mi tocca fare..." pensò sospirando mentre si dirigeva all'entrata più vicina.

Quella serata non era stata di certo fra le migliori della sua vita, in più aveva l'assoluta necessità di riposare prima di partire per il suo lungo viaggio.

Non avrebbe dormito per giorni in un letto vero e proprio, forse addirittura per settimane, avrebbe fatto meglio ad approfittarne finché si trovava a palazzo.

Oltrepassando corridoi e percorrendo scale arrivò finalmente all'ingresso delle sue camere, costantemente sorvegliate da due guardie armate, le quali le aprirono i battenti per consentirle l'accesso.

Il grande atrio trovava il suo fulcro in una grande fontana centrale quadrata provvista di un orlo in muratura che le consentiva anche di fungere da seduta lungo tutto il suo perimetro.

Vi era poi un'alcova in cui erano stati sistemati tavolo e sedie per poter pranzare nella comodità delle sue stanze e un altro vano che fungeva interamente da salottino, le cui uniche sedute consistevano in grossi e comodi cuscini sistemati su un enorme tappeto.

Alla fine della stanza vi erano finestre orientaleggianti che davano su un cortile interno del palazzo, in cui non accedeva quasi nessuno se non i giardinieri adibiti alla manutenzione del rigoglioso giardino che lì fioriva.

Da un arco coperto da innumerevoli cortine di veli si accedeva alla stanza da letto vera e propria, grande abbastanza da contenere la pregevole struttura in legno.

Si tolse gli abiti in una manciata di secondi e levò la parrucca nera dalla testa, lasciando liberi i suoi lunghi capelli rossi, per poi gettarsi a capofitto fra le soffici coperte variopinte.

Si sarebbe addormentata di lì a pochi secondi, se non fosse stato per un rumore indiscreto proveniente da una delle finestre aperte dell'atrio. Si coprì in fretta e furia.

Era vietato a chiunque entrare in quelle stanze, pena la morte.

Non appena fu sufficientemente irriconoscibile, tornò nella sala principale ma non vi percepì nessuno. Si avvicinò alle finestre, da dove aveva sentito provenire il rumore.

Scostò con cautela le tende che le coprivano e notò qualcosa sul davanzale di una di esse.

"Sembrerebbe un foglietto..." prese in mano il pezzetto di carta e lo lesse fra sé e sé.

 

'Perdonami, ma ho bisogno del tuo aiuto. Ti prego, vieni al Grande Obelisco domani a mezzogiorno e ti spiegherò tutto.'

 

 

Angolo della scrittrice:
Ciao a tutti! Eccomi con un altro nuovo capitolo dopo il mio infinito blocco dello scrittore! Ci voleva l'inizio della bella stagione per ispirarmi, ma alla fine eccomi qua! Spero che vi sia piaciuto e che vi abbia un po' incuriosito l'inizio di questa nuova avventura! Gradirei sapere cosa ne pensate e avere qualche consiglio da parte vostra! Grazie mille per aver letto e al prossimo capitolo!

   
 
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