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Autore: directionercipriani    26/11/2017    1 recensioni
Non sapevo chi fosse, ma avevo l’impressione di non aver mai visto niente del genere. No, non sapevo chi fosse e non volevo saperlo, potevo restare ore ad osservarla ma non volevo saperlo.
~
No, non era lei a far paura, ero io, o meglio, la parte oscura di me.
~
Guardai l’orologi, salutai e corsi verso il mare. La mia missione avrebbe avuto inizio il mattino seguente.
Corsi, dovevo vederla, anche oggi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Passò del tempo, non la rividi più. Al bar andai con mia sorella, ma lei non si presentò.

Nel frattempo decisi di rivedere Adrienne per scusarmi, per dirle che ero profondamente pentito e dispiaciuto, lei mi raccontò che in realtà era innamorata di me, che voleva solo farmi sudare per averla. Continuai ad uscire con Adrienne per qualche mese e ci fidanzammo. Non andavo più al mare a spiarle Tracy, non sapevo se ancora ci andava. Ma inevitabilmente, ogni tanto il mio pensiero era rivolto a lei.

<< Miley ma, Tracy? >> chiesi un giorno

<< Che ti importa? >>

<< Era solo una curiosità >>

<< Non l’ho più sentita nemmeno io >> disse alzandosi dal divano e raggiungendo la sua stanza.

Erano ormai passati 7 mesi e mezzo, decisi che dovevo rivederla. Andai al mare, era lì, nonostante il freddo. 

Era ancora più bella di come la ricordassi.

Mi avvicinai lentamente.

<< Cosa c’è Harry? >> disse 

<< Nulla... >> 

<< Và dalla tua ragazza. Non vorrei che nascesse una questione a causa mia >>

<< Tracy...io... >>

<< Harry...vai >>

Obbedii.

Porca puttana! Il mio fottuto cuore batteva così forte. Cercai di non pensarci mentre raggiungevo Adrianne davanti scuola ma era praticamente impossibile. 

<< Harry cosa c’è? >> mi chiese Adrianne 

<< Nulla >> risposi 

<< Harry...Harry cos’hai? Hai il viso pallidissimo >>

Svenni.

Mi svegliai in ospedale urlando il nome di Tracy. Ma Tracy non c’era. C’era solo mia madre. 

<< Harry, ti sei svegliato >> 

Piansi. 

<< Mamma sono un coglione! >>

<< Lo so >> disse

<< Io sono innamorato di Tracy non dovevo farla scappare via da me >>

<< Ti sei sentito in dovere nei confronti di Adrianne...ma tu ami Tracy >>

<< Si, ma lei ora mi odia >>

<< È qui fuori con tua sorella. >>

<< Cosa? >>

<< Tua sorella l’ha chiamata e lei è corsa qui con il padre >>

<< Falla entrare per favore >>

Tracy entrò, bella come il sole.

<< Harry, come stai? Mi hai fatto morire dallo spavento. Ti odio da morire! >> disse correndo verso di me e accarezzandomi il viso. Scoppiai in lacrime.

<< Tracy mi dispiace un casino! Io ho bisogno di te! >>

<< E domani avrai bisogno di nuovo di lei? >> 

<< No Tracy no! Io mi sentivo solo in dovere nei suoi confronti! >>

<< Harry, capiscimi se ora non ti credo >>

<< Capisco >> dissi abbassando la testa.

Mi sentivo così male. Mi prese la mano. Il suo tocco non era come quello di Adrianne, era delicato e mi provocava quel vuoto allo stomaco. 

<< Harry >> disse il boss entrando 

<< Boss >> 

<< Allora, fatemi capire cosa sta succedendo >>

<< Succede che è uno stronzo >> disse Tracy 

<< Si. Lo sono. >>

Il boss rise. << Dai su, spiegate >>

Gli raccontai tutta la storia. Il boss ascoltò in silenzio e senza commentare. 

<< È un bel casino >> disse alla fine

<< Lei dov’è adesso? >> chiese Tracy

<< Non so.. >> 

Sentimmo la porta aprirsi. Era lei! 

Tracy mi lasciò la mano. 

<< Harry, come stai? >> chiese avvicinandosi a me 

<< Sto bene >> 

<< Cosa ci fai lei qui? >>

<< È venuta a far visita >> 

Ecco, lo stavo rifacendo. Che idiota! 

<< Tu ami me, vero? >> chiese 

<< Certo >> 

Tracy lasciò la stanza notevolmente infastidita. Spalancò la porta e prima di uscire mi guardò, con uno sguardo gelido e pieno di odio. Il boss la seguì. Odiavo me stesso. 

<< Perché ha fatto così? È innamorata di te? >> 

<< Cosa? No! >>

<< Lo è chiaramente Harry >> 

Non risposi.

Chissà ora quando l’avrei rivista. Già mi mancava la sua voce, le sue mani, i suoi occhi.

Poche ore dopo mi dimisero dall’ospedale. Era solo un calo di pressione. Avrei dovuto mangiare più zuccheri quel giorno. 

Tornato a casa aspettai che Adrianne andò via per prendere l’auto e correre a casa del boss, dove ormai viveva Tracy. 

Bussai alla porta e ad aprirmi fu Jasmine.

<< Dov’è Tracy? >> 

<< In camera sua >> disse 

<< Dov’è la sua camera? >> chiesi 

<< Secondo piano, terza porta a destra >> 

Corsi su per le scale e giunsi alla meta.

Bussai.

<< Avanti >> disse lei 

Aprii la porta. Indossava un leggins e una maglietta. Era seduta ad una scrivania intenta a leggere un libro. Alzò la testa per vedere chi fosse appena entrato.

Mi guardò. Non disse nulla.

<< Tracy, mi dispiace >>

<< Bene, ti sei scusato. Puoi andare via >>

<< Vorrei parlarti >>

<< Io no. >> disse ferma

<< Ok perfetto! Ero solo venuta a dirti che mi manchi >>

<< Ma Vaffanculo >> disse alzandosi e spingendomi fuori. 

Mi chiuse la porta in faccia. 

<< Tracy aprimi cazzo. Lascia che ti spieghi! >> 

<< Spiegarmi cosa? L’amore non si gioca in tre. >>

<< No, infatti! Lascia che ti spieghi >> 

Spalancò la porta. Mi puntò il dito contro costringendomi a indietreggiare 

<< Cosa devi spiegarmi? Che sei innamorato di lei e che vuoi solo scoparmi?? Ce ne sono tanti come te, sai? >> 

La strinsi a me e la baciai. Dopo un attimo di confusione si lasciò andare a quel bacio. 

<< Io voglio te >> dissi

<< No Harry, se volessi me questa situazione non esisterebbe!! >> 

<< Tracy, io voglio te cazzo! Ti ho già detto che mi sento solo in dovere nei suoi confronti. Mi fa troppo male pensare di doverla di nuovo deludere >>

<< Come sia sia, come pretendi che io ti aspetti? Quanto tempo vuoi che io sopporti questa situazione? >>

<< Io voglio te, punto. Tu sarai mia. >>

<< Non sono un oggetto! >>

<< No! Sei la ragazza che amo! >>

Avevo gli occhi lucidi e una lacrima mi percorse la guancia. Tracy mi guardò negli occhi e stavolta fu lei a baciarmi. La strinsi forte a me. Avevo così voglia di fare l’amore con lei. Ma non feci e dissi nulla, non volevo pensasse che io ero lì per quello. Io ero lì per lei, perché l’amavo cazzo! Si, l’amavo!

  
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