Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    27/11/2017    1 recensioni
La passione di Lupin per la F1, o le corse di auto in generale, è stata evidente fin dalla prima puntata della prima serie. E nella seconda stagione aveva corso proprio sul noto circuito di Montecarlo, quindi mi è sembrato giusto "organizzare" un ritorno nel Principato. Ma questa volta non sarà lì per correre, ma bensì per uno dei suoi furti. Chissà cosa si sarà inventato, stavolta...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 - Piano di riserva


In quella domenica, niente sembrava intaccare il sorriso di Da Rocha. Non solo Pedro lo aveva avvisato che il piano per fregare Lupin era riuscito alla perfezione, ma anche che in pista la fortuna e la tattica lo stavano premiando nuovamente. Durante il secondo e ultimo pit-stop dei team, i meccanici di Alberobelli avevano commesso un errore mentre inserivano il bocchettone della benzina e non solo avevano permesso ad Andrade di passare in testa, ma adesso il pilota italiano si ritrovava in mezzo al gruppo. Sentendosi ormai al sicuro dalla minaccia di Lupin, il titolare del team brasiliano si mise a guardare gli ultimi giri del Gran Premio in relativa tranquillità.

In pochi minuti Jigen riuscì a rintracciare Goemon e a portarlo davanti l'albergo, dove Lupin e Fujiko lo stavano aspettando. Sebbene il samurai volesse andarsene, alla fine fu persuaso a rimanere con il gruppo.
«Ti aiuterò Lupin, ma solo perché me lo hai chiesto con tanta insistenza» chiarì Goemon.
«Perfetto! Ecco cosa dovrai fare...» accennò Lupin, mentre apriva una valigetta che aveva preso dalla sua camera, poco prima dell'arrivo di Goemon. Al suo interno c'era una serie di corde e carrucole collegate tra loro, che terminavano con una cintura da indossare attorno alla vita.
«A cosa ti serviva tutta questa roba?» domandò Fujiko.
«Prima del Gran Premio, si vociferava che la "Gemma di Brasilia" sarebbe stata messa al sicuro in una banca, con il caveau protetto da un sistema di sicurezza collegato al pavimento. Era il nostro trucco per rimanere appesi al soffitto senza far scattare l'allarme» spiegò Jigen.
«Lo avevamo messo da parte, ma ora ci sarà molto utile!» affermò Lupin.
«In che modo?» chiese il samurai.
«Ti avverto che non sarà un compito facile, Goemon! Dovrai essere preciso e avere un ottimo tempismo per farcela, stavolta!»
«Non mi tirerò indietro Lupin! Spiegami cosa devo fare...» disse Goemon, accettando senza indugi il piano di Lupin.
«Lo vedi il tunnel dove passano le vetture?»
«Sì.»
«Ti dovrai appendere al soffitto, verso l'uscita che porta alla chicane. Al momento giusto dovrai tagliare il pezzo più alto della vettura che ti indicherò: è una specie di antenna in carbonio, non puoi sbagliarti!»
«Ma sei completamente impazzito?!?» esclamò Fujiko, incredula alle parole di Lupin. «Le macchine passano sotto il tunnel a più di duecentocinquanta chilometri orari! Come farà a colpire nel momento giusto?»
«Senza contare che dovrà fare tutto a testa in giù e con il rimbombo dei motori!» aggiunse Jigen.
«Tranquilli! Ha pensato a tutto...» disse Lupin, consegnando una piccola radiotrasmittente a Goemon, da inserire nell'orecchio. «Quando la macchina di Andrade entrerà nel tunnel, ti avvertiremo via radio. Così facendo, faremo delle prove per calcolare i tempi giusti per colpire esattamente quella vettura!»
Senza aspettare oltre, il samurai prese la radiotrasmittente e l'attrezzatura e poi andò di corsa verso il tunnel. Nel frattempo Lupin diede un compito anche a Fujiko: dovevano procurargli una divisa arancione, la stessa che indossavano i commissari di gara che erano posizionati lungo il circuito. Sarebbe stato il tocco di classe nel suo piano di riserva.

A dieci giri dal termine, tutti i componenti della banda Lupin erano ai loro posti, come stabilito: Goemon era appeso al soffitto del tunnel e si stava concentrando, nonostante il rumore infernale delle vetture che passavano sotto di lui; Jigen era rientrato nella camera d'albergo e dalla finestra stava osservando l'entrata del tunnel, in costante collegamento con il samurai e infine Lupin si trovava nella chicane dopo il tunnel, con indosso una tuta arancione da commissario di gara. Non fu troppo difficile per Fujiko sedurre uno degli addetti alla sicurezza e rubargli la tuta che indossava, dopo averlo colpito a tradimento...
Ogni volta che la vettura di Andrade entrava nel tunnel, Jigen avvertiva via radio Goemon, che a mente calcolava il tempo impiegato dalla vettura per raggiungere la sua posizione. A dare il via all'operazione sarebbe stato Lupin, che stava valutando attentamente il momento più adatto per agire.
A quattro giri dal termine, la monoposto di Andrade aveva un largo vantaggio su Schumann, e davanti al brasiliano non c'erano doppiati che potevano rallentare la sua corsa: era l'occasione che Lupin stava aspettando. In un attimo chiamò Goemon e gli comunicò che al prossimo passaggio poteva entrare in azione, ma gli pose una condizione: non doveva tagliare completamente il deviatore di flusso, ma una minima parte doveva rimanere attaccata alla vettura. Sarebbe stata la forza d'inerzia a fare il resto.
Puntualmente Jigen seguì la vettura di Andrade che dalla parte alta del circuito scendeva verso il tunnel. La monoposto passò il tornante della Vecchia stazione, poi superò senza sbagliare le successive curve a destra ed infine si infilò nel tunnel, e in quel preciso momento Jigen avvertì Goemon che la vettura era entrata. Il samurai, che fino ad un attimo prima era completamente concentrato, aprì gli occhi e impugnò la sua fedele spada; appena sentì arrivare la vettura sotto di lui, eseguì un colpo secco e preciso, quasi impercettibile. Poi ripose la spada nel fodero e usando l'attrezzatura che lo teneva appeso, si allontanò dal tunnel. Quando uscì all'aperto, Goemon si sentì disorientato, un terribile mal di testa lo stava perseguitando. Non era per niente abituato a tutto quel rumore di motori...
La macchina di Andrade uscì velocissima dal tunnel e a pochi metri della chicane fece una potente frenata. In seguito a ciò, il deviatore di flusso in cima alla vettura si staccò del tutto e andò a colpire le protezioni di gomma, fermandosi all'interno della chicane. Come un fulmine Lupin saltò le protezioni, prese quel pezzo caduto dalla vettura di Andrade ed infine tornò indietro, nella postazione che occupava in precedenza. Per non farsi scoprire dagli altri commissari di gara, Lupin rimase fermo al suo posto, aspettando la fine della gara per scappare dal circuito insieme a Fujiko, che si trovava vicino a lui, e al resto della banda.

Appostati come due sentinelle abbandonate al loro destino, Zenigata e Lucchini erano posizionati in cima ad una vecchia piattaforma e stavano osservando da parecchio tempo l'intero circuito, nella speranza di trovare Lupin. Ai due era stato vietato l'ingresso ai box, dopo il caos creato il sabato, ma Zenigata era un uomo pieno di inventive e pensò a quella soluzione per vigilare il gioiello ambito da Lupin. Ma il noto ladro non si era ancora fatto vivo e ciò fece innervosire non poco l'ispettore...
«Si calmi! Ora sta esagerando!» lamentò Lucchini.
«Come faccio a rimanere tranquillo, se Lupin non si è ancora fatto vivo!» ribatté Zenigata. «Dove sarà sparito quel maledetto?»
«E io che ne so! Avrà cambiato idea!»
«Impossibile!!! Lupin non è il tipo che si arrende così facilmente!»
Un po' intimorito, Lucchini mise le mani avanti, cercando di far ragionare l'ispettore, che poco dopo si calmò.
«Ha ragione, sono troppo agitato!» affermò Zenigata scusandosi. «E' tutto dovuto al fatto che non ci vogliono far entrare nei box dopo il pasticcio di ieri... sono stato troppo imprudente...»
«Non è colpa sua ispettore! In parte la colpa è anche mia, Lupin mi ha fregato con quel trucco delle manette!»
«Tutti possono commettere degli errori, tenente Lucchini, ma adesso è inutile lamentarsi! Torniamo al nostro compito!»
«Giusto! Lupin potrebbe apparire all'improvviso, nell'ultimo secondo di gara!»
«Sarebbe nel suo stile!» commentò Zenigata, che poi aggiunse: «Sono contento che ci siano persone come te tra le forze dell'ordine...»
«Grazie del complimento ispettore. Posso dire altrettanto di lei» affermò Lucchini, sottolineando l'amicizia che era nata, in maniera casuale, tra i due agenti dell'ordine.


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