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Autore: Vanessa1995    27/11/2017    1 recensioni
Ned Stark, dopo la fine della ribellione, torna a casa con una bambina e sua madre.
Anni dopo Theon e Robb chiedono ad Emily di scegliere uno dei due, ma questa non vuole scegliere tra di loro e passa una notte con entrambi.
Poco dopo il corteo reale arriva a Grande Inverno ed Emily deve partire con loro, ma otto mesi dopo la ragazza dà alla luce una bambina, la cui nascita rischia di far crollare il regno nel caos.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Lo stomaco della rossa cominciava a mostrarsi sotto le stoffe dei vestiti e diventava sempre più difficile ignorare il gonfiore. Emily aveva impiegato un mese ad accettare la sua condizione, ma quando il piccolo aveva iniziato a muoversi aveva cominciato ad affezionarsi alla creatura. Accarezzava spesso la pancia o metteva le mani davanti ad essa nel tentativo di proteggerla da un'eventuale minaccia, prima fra tutte Cersei Lannister. Aspettava il figlio di Jaime e temeva cosa avrebbe potuto farle la bionda se avesse anche solo per un momento abbassato la guardia, sebbene fosse gentile, addirittura premurosa per certi versi. Le aveva confessato che le mancavano terribilmente i suoi figli e desiderava fare il possibile perché non accadesse lo stesso a lei.
Camminava lungo uno dei giardini del castello. Le permettevano di uscire due volte al giorno per circa un'ora, a condizione che con lei ci fosse sempre una guardia. L'uomo manteneva una certa distanza, però non la perdeva mai di vista, stando attento a controllare ogni suo minimo movimento, anche quello all'apparenza più innocente. La sua presenza non la infastidiva e lo ignorava per la maggior parte del tempo e lui le rivolgeva raramente la parola. Ignorava il suo nome e non le importava nemmeno conoscerlo.
« Voglio andare al roseto. » disse, dirigendosi verso il punto del giardino dov'erano situate le piante di rosa e, come al solito, il suo cane da guardia non protestò.
Tristemente constatò, come del resto temeva, che non c'era neppure un piccolo fiore e bocciolo in quel periodo. La sua attenzione dunque cadde sulla statua raffigurante la donna di cui forse portava il nome. Fissò attentamente i lineamenti del suo volto alla ricerca di un minimo segno di somiglianza, senza trovarne, e intrecciò le mani ad altezza della pancia.
« Penso sia arrivato il momento di rientrare. Si sta facendo tardi. » il sole stava tramontando e la regina le aveva imposto di tornare prima che facesse buio. In silenzio si allontanarono, dirigendosi verso le mura di pietra. Varcò per prima la soglia, sebbene l'uomo si premurò di aprirle la porta per farla passare. Appena furono entrati, udì una voce chiamarla.
« Emily. » si girò e tirò un sospiro scocciata vedendo Jaime che camminava verso la sua direzione.
« Non ho alcuna intenzione di parlare con te. » esclamò. « Lasciami in pace, Lannister. » aggiunse con freddezza, pronunciando con sdegno il suo cognome.
« Volevo sapere come stavi. » rispose con tono calmo.
« Stammi lontano. » insistette con freddezza allontanandosi, seguita a ruota dal suo cane da guardia. Raggiunsero la sua stanza e aprì la porta, entrando dentro e richiudendosela immediatamente alle spalle. Si piazzò dinanzi allo specchio in modo da poter ammirare il suo riflesso e si girò di lato, posando una mano sul suo stomaco, sottolineando in quel modo la pancia prominente. « Vedrai che sarai un… draghetto forte e sano. » sussurrò piano alla stomaco, senza smettere di strofinarlo, e sorrise felice.

Qualche ora dopo

Si stava preparando per andare a dormire, quando un bussare alla porta attirò alla sua attenzione. Aprì l'anta, ritrovandosi davanti Cersei che la fissava con i suoi occhi color verde smeraldo. Le annunciò che Tyrion sarebbe arrivato a corte; evidentemente qualche sua spia l'aveva visto in viaggio verso la capitale dei Sette Regni. Per poco la giovane non svenne nel sentire quella notizia. Ai suoi occhi era come un terribile incubo e invece per Cersei l'opportunità di catturare il nano. La bionda era tranquillissima e in un certo senso persino eccitata alla notizia che il fratello minore sarebbe arrivato a corte nel giro di pochi giorni. La sua visita comunque si rivelò breve. A quanto sembrava aveva fretta di andare a dormire e magari comunicare la novità pure a Jaime che - Emily ne era sicura - non l'avrebbe accolta proprio bene.

Come la cognata, Jaime aveva appena finito di cambiarsi per andare a letto. Quella sera non si aspettava una visita della sorella. Il fastidio che aveva provato all'idea del nuovo bambino in arrivo era svanito in fretta e questo l'aveva lasciato sconcertato. La leonessa aveva il suo Sangue di luna, perciò era improbabile che sarebbe venuta, quindi il bussare alla porta lo colse si sorpresa e perplesso si diresse verso di essa.
« Buonasera. » disse e, come al solito, entrò senza aspettare un invito.
« C'è qualche problema? » era serissima in volto e dalla sua faccia comprese che era accaduto qualcosa di importante.
« Nostro fratello sta arrivando. » spiegò.
« Tyrion? » chiese vagamente terrorizzato, sperando che non fosse vero.
« Perché? Abbiamo altri fratelli di cui non so nulla? » le si sollevò un sopracciglio e il biondo si passò una mano tra i capelli.
« Perfetto! Una bellissima notizia! Appena Tyrion saprà quello che è successo, chiederà a Daenerys di incenerirmi vivo e lei non vede l'ora. » commentò rassegnato al suo destino, crollando sul letto.
« Oh, non essere melodrammatico. La soluzione è semplice. » esclamò serenamente e lui la guardò perplesso.
« E sentiamo, quale sarebbe? » domandò ironico e lei si sedette vicino a lui, prendendo le sue mani tra le proprie.
« Semplice: dai tutta la colpa a lei. » rispose e l'altro la guardò con gli occhi spalancati per lo stupore e lo sdegno. Scosse violentemente la testa, tanto da farsi male.
« Non se ne parla. Lei è l'unica persona innocente in tutta questa storia. » rispose, mettendo il viso tra le mani. La bionda gli accarezzò la schiena.
« Hai davvero intenzione di raccontare a Tyrion la verità? » chiese preoccupata.
« A chi pensi che crederebbe? A me o alla sua adorata mogliettina? » suo fratello era arrabbiato per il suo tradimento e amava la moglie.
« A sua moglie. » gli concedette la donna, alzandosi in piedi e incominciando a camminare pensierosa avanti e indietro.
« Cederò a Daenerys il trono. » annunciò alla fine. Lui la fissò incredulo con la bocca spalancata e ringraziò il fatto che fosse già seduto.
« Come?! » sicuramente aveva capito male o era uno scherzo di Cersei. Questa cadde in ginocchio ai suoi piedi.
« La mia e la tua sopravvivenza è più importante di qualunque cosa. Possiamo scappare, attraversare in Mar Stretto e vivere nelle Città Libere dove nessuno ci conosce. Potremo sposarci ed essere finalmente una famiglia vera, magari avere altri bambini. » propose con gli occhi che brillavano. Prese la sua mano, portandosela al ventre. « Oggi non mi è venuto il mio Sangue di luna. Potrei essere incinta. » aggiunse speranzosa.
« Incinta?! » ripeté piano, incredulo. « E se fosse come Joffrey? » ipotizzò, vagamente terrorizzato.
« Con Tommen e Myrcella siamo stati fortunati. » rispose positiva, con un sorriso contagioso sul viso.
« Beh, se veramente vogliamo altri figli però dobbiamo continuare a provare. Giusto per sicurezza. » disse malizioso, spingendola sul letto. La leonessa scoppiò a ridere.
« Ti adoro. » disse, avvolgendo le braccia attorno al suo collo e baciandolo.

Qualche ora dopo

Ancora una volta, finito di fare l'amore con Cersei, non poté evitare di pensare a Emily. Stava diventando un'abitudine fastidiosa e inappropriata. Tirò un sospiro e appoggiò la schiena contro lo schienale del letto.
« Cosa c'è che non va? » chiese perplessa la sorella, fissandosi su un gomito e posando la testa sulla mano.
« Niente, è che pensavo al figlio di Emily. » evitava di definirlo il loro bambino perché gli suonava strano e preferiva evitare di dare all'amata ulteriore dolore.
« Da quanto mi risulta, stanno entrambi benissimo. » rispose, sedendosi e poggiando la schiena contro lo schienale, lanciandogli un'occhiata seria.
« Lo so, ma sono preoccupato per la visita di Tyrion e mi dispiace. » rispose nervoso e lei parve sorpresa da quella rivelazione.
« Ti dispiace? » chiese con un sorriso ironico sul volto. « L'idea è stata mia. Non ci pensare. » rispose, accarezzandogli una guancia e sfiorandogli le labbra. Posò la testa sul suo petto e lui le diede un bacio sul capo.
« Avrei potuto rifiutarmi e non l'ho fatto. Ti amo immensamente. » affermò e lei alzò gli occhi verso il gemello.
« Grazie, amore. » disse.
Poco dopo si addormentarono e il leone sognò dei bambini dai capelli dorati e gli occhi color verde smeraldo. Per la prima volta, dopo tanto tempo, era sereno.

Qualche giorno dopo

La regina avrebbe preferito parlare personalmente con Tyrion, però suo fratello aveva insistito per parlarci prima lui e da un lato, forse, era giusto così. In fondo era Jaime il padre del bambino.
Rimase seduta sul suo trono, tesa come una corda di violino. Tentò di concentrarsi sulle richieste di alcuni contadini che le avevano chiesto udienza e si prostravano ai suoi piedi, intimoriti dalla sua presenza.
Il portone si spalancò di colpo e il nano varcò la soglia, seguito da Jaime, che aveva una faccia terribilmente colpevole. Il piccoletto, invece, era a dir poco adirato e la donna si alzò in piedi piano.
« Avrete quello che desiderate. » disse, sebbene non aveva idea di cosa avessero chiesto. « Uscite tutti. »
intimò con un tono che non ammetteva repliche e tutti i presenti lasciarono velocemente la sala, eccetto i suoi due parenti.
« Buongiorno sorella, è bello rivedervi. » disse acido Tyrion, dirigendosi verso la bionda, che gli andò incontro.
« Buongiorno. » finse che la sua presenza non le suscitasse alcun effetto, tuttavia non era esattamente vero e tirò un profondo sospiro. Il leone allargò le braccia.
« Jaime mi ha dato la lieta novella. Immagino che tu sappia già tutto. » Esattamente cosa gli aveva raccontato? Non sembrava particolarmente adirato, però neanche al settimo cielo, il che era perfettamente comprensibile.
« Jaime ti ha detto tutto, deduco. » disse con cautela. Non le importava il suo giudizio, ma dal momento che stava per cedere il suo trono a Daenerys voleva avere un rapporto, per quanto possibile, con il suo Primo Cavaliere del Re.
« Esattamente ed è inutile dire che sono arrabbiato con voi due. » subito credette di aver capito male e sbatté le palpebre perplessa.
« Te la stai prendendo con noi? » chiese scioccata, indicando se stessa e poi il fratello.
« Avete manipolato, ingannato e usato mia moglie. » il suo ragionamento non faceva una piega. Jaime aveva una terribile aria severa e si fregava nervosamente il collo, tenendo il capo chino.
« L'idea è stata mia. » dichiarò, volendo difendere il gemello e tenendoci a precisare.
« La cosa non mi sorprende, più che altro sono stupito dal fatto che voi lo ammettiate. » disse sbigottito. Prima di avere il tempo di dargli una degna risposta, alcune guardie irruppero nella sala del trono.
« Vostra maestà, è appena giunto un corvo con una terribile notizia: la Barriera è caduta e un centinaio tra Estranei e Non-morti sta marciando verso di noi. » esclamò uno terrorizzato. Adesso, oltre ai problemi di famiglia, si univa pure una minaccia terrificante come quella.
« Temo che la nostra riunione di famiglia dovrà aspettare. » disse, rivolgendosi al fratello minore, che sollevò le mani e le agitò.
« Avete bisogno di Acciaio di Valyria. » sentenziò.
« In qualche modo ce la caveremo. » ribadì e si diresse verso il portone, però il nano si parò dinanzi a lei con suo profondo disappunto.
« No, non potete farcela. Non voglio mettere in dubbio la bravura dei vostri uomini, Cersei, ma la cosa più saggia
che potete fare sarebbe quella di evacuare la città. » consigliò.
« Odio ammetterlo, ma avete ragione. » ammise, con grande stupore di entrambi i fratelli. « Date l'ordine di evacuare la città. » annunciò, decisa a non passare per la regina che aveva restituito il trono ai Targaryen e lasciato morire il suo popolo. La donna che era stata un tempo l'avrebbe fatto, quella che aveva fatto esplodere il Grande Settembre di Baelor, tuttavia quella parte di lei era morta da tempo.

L'evacuazione dalla città richiese tutto il giorno, ma verso il tramonto non c'era più nessuno e ormai tutti si chiedevano dove sarebbero potuti andare e cosa fare. Bisognava organizzarsi e in fretta. Alla fine si decise di andare al Nord, evitando di passare per la strada che percorrevano i loro nemici. Forse sarebbero andati loro incontro, però c'era la possibilità di raggiungere il Nord e armarsi in modo da sconfiggere quei mostri. Per Emily c'era un altro fatto terribile: suo marito le aveva rivolto a stento la parola. Tyrion desiderava rasserenarla, ma era troppo preso dalla terribile situazione per far davvero caso alla moglie che andava in giro pallida come un cencio.
   
 
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