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Autore: Crissy_Chan    27/11/2017    1 recensioni
"La strega riuscì a fuggire nel bosco, maledicendo gli abitanti. Da allora, chiunque cercasse di catturarla, non faceva più ritorno. Oppure, se tornava, moriva nel giro di poche ore per il poco sangue che gli rimaneva in circolo. La città venne dunque chiamata "Scary City" e col tempo gli abitanti se ne dimenticarono. Ma ricordiamoci che la strega è immortale e detesta essere ignorata"
Genere: Avventura, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dorian trangugiò il suo caffè e appoggiò la tazza sul tavolo di legno. «Hai risolto con la sirena?».

Evelyn alzò la testa, intenta a leggere una rivista di moda. «Uhm?».

«La sirena, quella che dovevi cacciare…».

«Sì, ho risolto».

«E…?».

«“E” cosa?».

«Che ne so… l’hai presa? L’hai trovata?».

«Oh, quello…» la strega abbassò la testa e tornò alla lettura. «Non l’ho presa, ho soltanto scoperto dove si sta nascondendo».

«E andari a catturarla?» Dorian finì la bevanda, alzandosi per mettere la tazzina nel lavandino.

«No. La attirerò qui».

Il ragazzo prese nuovamente posto sulla sedia opposta a quella di Evelyn. «E come vuoi fare?».

La rossa sbuffò sonoramente. «Mi dai un po’ di pace? Stamattina mi sono anche svegliata male» sospirò.

«Va bene, va bene. Non preoccuparti» Dorian strinse la labbra e incrociò le dita sul tavolo, stringendosi nelle spalle.

Eve continuò a leggere per un po’, finché non alzò lo sguardo e scrollò le spalle. «Voglio farle credere che il canale della Manica sia stato minacciato dai tritoni».

Dorian batté le palpebre, confuso. «Dalle lucertole d’acqua?».

«No, deficiente» la strega emise un sospiro di rassegnazione. «I tritoni sono delle creature marine, mezzi uomini e mezzi pesci».

«Come le sirene?».

«Diciamo che i tritoni sono le sirene al maschile».

«Wow, geniale come piano» sorrise il corvino, facendo spuntare una fossetta sulla guancia.

Eve girò una pagina della rivista, soffermandosi sulla foto di un cappotto. «Devo soltanto ricevere conferma dal loro capo»

«Chi è?».

«Un vecchio che odia i giovani».

«Ottimo» ridacchiò Dorian, stiracchiandosi sulla sedia.

La porta d’ingresso si aprì, facendo sussultare i due ragazzi che si voltarono nello stesso istante. Sulla soglia apparve Morganne, con l’aria abbattuta e affranta. Notando la presenza di Evelyn, la fata diventò paonazza e spalancò lentamente la bocca.

«Le Fay, è un piacere rivederti» sorrise malvagiamente la strega, concentrando nuovamente l’attenzione sul settimanale di moda. La bruna deglutì silenziosamente, attraversando la cucina e sistemandosi sulla sedia accanto a Dorian.

«Ciao…» farfugliò il ragazzo, cercando un contatto visivo con lei.

Morganne girò la testa e gli rivolse un sorriso tirato, mascherando l’agitazione con un atteggiamento austero da regina sprezzante.

«Novellino, ci incontriamo ancora».

Evelyn si inumidì le labbra screpolate, girando pagina. «Dov’è finito Jo?» chiese, senza interessarsene davvero.

La fata cercò di superare la sorpresa che le produsse quella domanda e puntò gli occhi sulla rossa. «Non lo so, è andato via senza dire niente».

«Capito» la strega richiuse la rivista e la appoggiò sul tavolo, prendendo la tazza del suo caffè ormai freddo.

Morganne si torturò nervosamente le dita. «Per quanto tempo dovrò starmene qui senza far nulla?».

Evelyn bevve un sorso della bevanda amara e fissò la ragazza, apatica. «Chi ti ha detto che te ne starai con le mani in mano?».

«Sono una prigioniera, deduco che sia un intralcio per voi».

«No, non lo sei. Anzi, puoi rivelarti molto utile».

Morganne rabbrividì. Il tono gelido di Evelyn non prometteva niente di buono. «Tipo?».

«Tipo aiutarmi a prendere una ribelle abbastanza scontrosa».

“La sirena…” pensò Dorain, scrutando attentamente le due ragazze.

«E se non volessi accettare?».

Evelyn incurvò le labbra in un sorriso sadico, quasi crudele. «Non vuoi finire rinchiusa nei sotterranei, vero?».

La fata chiuse gli occhi, ripensando a quel luogo buio e umido. «No, non voglio».

«Come immaginavo» ghignò la rossa, buttandò giù gli ultimi sorsi di caffè.

«Che… che vuoi fare, Eve?» domandò timidamente il corvino, intromettendosi nella discussione con un certo senso di inferiorità.

«Dobbiamo andare sul molo. Ci stanno aspettando alcuni alleati» la strega si alzò elegantemente dalla sedia, riponendo la tazzina nel lavandino, accanto a quella di Dorian. Schioccò le dita e queste si ripulirono del tutto, luccicando come se fossero nuove di zecca, poi armeggiò con le mani e le ripose nei sospensori di legno, voltandosi verso i due ragazzi.

«Ma non avevi detto che dovevi aspettare il consenso del vecchio tritone?» saltò su Dorian, confuso.

«La prassi dice questo. Ma io non seguo mai la prassi» Evelyn si avviò verso la porta della cucina, invitando anche gli altri a seguirla.

Morganne ormai aveva smesso di fare domande ed eseguì l’ordine, sistemando la mani dentro le tasche della felpa azzurra. Dorian riprese la giacca dalla sedia e corse impacciatamente verso di loro, tenendosi al passo.


 

Evelyn li teletrasportò vicino al vecchio e imponente molo di Brighton, a sud del Regno Unito. Fuori c’era caldo, ma la brezza marina donava ogni tanto un pizzico di freschezza. Camminarono tutti e tre sui ciottoli della spiaggia, cercando di non inciampare o affondare troppo i piedi nei sassi.

«Wow, non ero mai venuto qui…» osservò meravigliato Dorian, guardando a bocca aperta il grande pontile del Brighton Pier.

«Non farti ingannare dalla bellezza esteriore» lo avvisò Evelyn, procedendo a grandi falcate.

«Perché?» il corvino mise a fuoco la costruzione, notando che sul molo erano state messe alcune giostre.

«Perché dentro non è niente di speciale» rispose con sufficienza la strega, risalendo alcuni scalini che li portarono sul marciapiede.

«Dove stiamo andando? Il Palace non è da quella parte?» Morganne indicò il Pier alle loro spalle.

«No, dobbiamo raggiungere l’Afloat, la Donut Statue».

La fata guardò davanti a sé e scrutò una grande costruzione verdastra, a forma di ciambella. «Ah, ho capito» annuì.

I tre camminarono in silenzio, scansando alcune persone che facevano la loro corsetta pomeridiana. Scesero altri scalini e oltrepassarono un’insegna che su cui c’era scritto “Doughnut Groyne”, avvicinandosi alla statua di bronzo, resa verde dal tempo.

«Bene, seguitemi» intimò Evelyn, andando incontro all’Afloat e scomparendo al suo interno.

«Ma che… Eve?» Dorian si agitò, mettendo le mani sulla statua e cercando a tastoni un’entrata.

«Devi semplicemente attraversarla» rise Morganne, trapassando la Donut con semplicità.

«Ma io non so come si fa!» protestò il corvino, sconsolato.

Spuntò fuori un braccio di Evelyn che afferrò Dorian per il bavero della maglia e lo trascinò con poca grazia verso la ciambella. Il ragazzo strizzò gli occhi temendo una collisione diretta contro la statua, invece sentì soltanto una leggera pressione sulla pelle.

Riaprì le palpebre e si guardò intorno, ritrovandosi in una grotta umida che dava su un mare arigato e nero. «Dove siamo?» la sua voce riecheggiò tra le pareti cavernose, provocando un fragoroso rimbombo.

«Questa caverna è un ponte che collega il mondo degli umani e quello delle creature marine» spiegò Evelyn, avvicinandosi alla spiaggia.

«Abbiamo attraversato un portale?» chiese a voce alta Dorian, cercando di sovrastare il rumore delle onde.

«Esattamente» confermò Morganne. «Se ho capito bene, Evelyn vuole incontrare i tritoni guerrieri» si strinse nella felpa, cercando un po’ di calore.

Anche Dorian sentì freddo: quell’improvviso abbassamento di temperatura l’aveva leggermente scombussolato. «Vuoi dire quelle persone?» indicò un gruppo di uomini a torso nudo, ognuno dei quali reggeva in mano un lungo tridente dorato.

«Esattamente» la fata raggiunse il corvino e seguirono entrambi la strega, che avanzava verso i tritoni con passo deciso. Giunti di fronte a questi, Dorian non poté non notare la forma allungata dei loro occhi e la pelle bluastra, attraversata da diverse squame.

«Evelyn Rosaline Grey» sentenziò uno di loro, puntando le iridi grigie sulla rossa. «Accogliamo con onore la richiesta di un membro del Consiglio» inchinò la testa, in un gesto di umiltà e sottomissione.

La strega gli rivolse un’espressione indifferente. «Puoi anche parlare come mangi, Marlon, non sono chissà chi».

Il ragazzo sorrise, rivelando due file di denti fitti e affilati come aghi. Ma, nonostante quel dettaglio raccapricciante, la sua bellezza non sfigurava. «Accettiamo la tua proposta».

«Bene» sorrise debolmente la rossa. «Anche voi tritoni ne avete abbastanza di Pearl?».

I tritoni bisibgliarono tra loro e Marlon, il rappresentante, prese parola. «Ha seminato terrore tra le nostre genti, non possiamo più muoverci liberamente» la informò con tono di rammarico.

«Comprendo la situazione» sospirò la rossa. «La prenderò con le mie stesse mani, avete la mia parola».

A Dorian parve quasi che gli occhi di Evelyn potessero prendere fuoco da un momento all’altro, tanto era la sua determinazione. E non poté non trovare quel dettaglio maledettamente adorabile.

«Qual è il piano, quindi?» chiese Morganne, sbattendo i piedi sulla sabbia per riscaldarsi.

«I tritoni fingono una rivolta contro le truppe di Pearl, mentre noi ce ne staremo qui per aspettarla» si pronunciò Evelyn, incrociando le braccia al petto.

«Qui? Al freddo e al gelo?» commentò contrariata la fata. «Diventerò un fottuto ghiacciolo!».

«Almeno sarai più interessante».

Morganne lanciò un’occhiata torva alla strega e decise di non ribattere, per non darle soddisfazione. «Che ruolo abbiamo io e Dorian?»

Il corvino alzò la testa, sentendosi chiamato in causa.

«Voi due mi parerete il culo, ecco cosa farete».

«Fungiamo da spalla?» chiese il corvino con una smorfia.

«Esattamente» confermò la ragazza, spostando lo sguardo sul mare in tempesta. «Quando tempo ci resta?»

«Pochi minuti» rispose il tritone, stringendo saldamente il suo tridente. «Ce la farai?».

«Ho mai fallito?».

Marlon sorrise sghembo e scosse la testa. «Direi di no».

«Allora abbiate tutti fiducia in noi».

 

 



Buonsalve gente!

*scansa tutti gli oggetti che le vengono lanciati contro* Lo so, lo so, sono settimane che non aggiorno! Chiedo UMILMENTE scusa!!
Però mi rifarò con il prossimo capitolo, anche perché questo, messo insieme all'altro, risultava troppo lungo e perdeva d'effetto... chiedo ancora scusa!
che dire, abbiamo scoperto che esistono anche quei bonacci dei tritoni, ed Evelyn ne conosce pure uno! Che culattona che è ahaha.
Aggiornerò il più presto possibile, non temete :)
Ringrazio ancora chi ha la pazienza di recensire i miei obbrobri e un grazie speciale va a chi ha inserito la storia tra i preferiti, i seguiti o i ricordati! Senza di voi non saprei come fare ;)

Inserisco ancora la piccola lista dei personaggi incontrati finora, per dare una rinfrescata:

Dorian Evans --> protagonista / membro del consiglio / umano
Evelyn Grey -->  membro del consiglio / strega
Jo (Jonathan) --> membro del consiglio / mago
Dottor Gil Alvarez --> membro del consiglio / rappresentante mostri (si scoprirà in seguito la razza)
Juliet Hill--> membro del consiglio / fata
Morganne Le Fay --> ex membro del consiglio / fata
Marlon --> alleato del consiglio / tritone

Alla prossima!


Cri
   
 
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