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Autore: Willow Whisper    23/06/2009    4 recensioni
Postato capitolo 14-parte seconda (POV SAM-ABRAHAM) del libro III
[LIBRO PRIMO- terminato]
(POV Sammy+ UN SOLO CAPITOLO POV Laura)
[LIBRO SECONDO- terminato]
(POV Sammy+ POV Laura + UN SOLO CAPITOLO POV Seth)
[LIBRO TERZO- iniziato]
*Second life- when you are a Cold*
(POV Sammy, Laura, Seth, Gabriel, Nessie & sorprese)
"Stare in mezzo a loro non mi piaceva.
Era orribile essere circondata dai nemici, dal pericolo.
Eppure ero lì, pronta a sacrificarmi per difendere chi amavo.
Mi ero chiesta tante volte se la mia seconda vita
sarebbe stata migliore della prima,
ma la risposta non c’era mai stata,
o almeno, fino a quel momento...
No. Non era affatto come speravo."
Genere: Dark, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Serie "Dream"'
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Capitolo 37 36. “Sono ansioso d’incontrare di persona la nuova signora Cullen”

Passò il tempo. Passò in fretta, come accadeva sempre, quando ad attenderci alla fine c’erano eventi spiacevoli. Passò perché così doveva andare, e così doveva essere.
Passò mentre me ne rimanevo chiusa in casa, con Seth che tentava di farmi compagnia sfuggendo ai suoi turni di ronda intorno a La Push, e cedendo sotto i miei continui rimproveri in cui ripetevo, come in una monotona cantilena, che non doveva ignorare i suoi doveri per me. “Ho Gabriel a farmi compagnia”, ma poi dentro mi dicevo “stupida, stupida, stupida”. Quanto tempo ci restava? Quanto, prima che tutto ciò in cui avevamo sperato –una famiglia più numerosa, una vita serena, un lavoro, una casa tutta per noi, adulti- cadesse a pezzi? In tante minuscole schegge sottili e taglienti? Tremavo, e stringevo mio figlio al petto, nutrendolo, baciandolo delicata sulla testolina coperta di capelli scuri.
Tenevo la finestra chiusa, perché con tutto che fossimo arrivati al mese di settembre, faceva freddo, e la pioggia non lasciava spazio all’immaginazione. Ero certa che presto avrebbe nevicato, e stranamente, non ci speravo. Mi ero isolata da tutto e tutti, dopo quel giorno a casa Cullen, in cui avevo gridato contro Isabella, Edward e Jacob, con l’imbarazzo a riempirmi l’animo. I sensi di colpa per aver avuto una reazione così esagerata mi si erano incollati addosso. Ero riuscita a perdermi tanti episodi teneri, come –e non solo- il compleanno di Bella, ma anche la sua sfida a braccio di ferro con Emmett, o Charlie che si ritrovava ad osservare Jacob trasformato e poi correva da sua figlia. Sospirai e iniziai a canticchiare a voce bassa, a Gabriel che faceva qualche versetto buffo, tenero.

That you were Romeo
You were throwing pebbles
'Till my daddy said Stay away from Juliet
And I was crying on the staircase
Beggin' you Please don't go

And I said

Romeo take me
Somewhere we can be alone
I'll be waiting
All that's left to do is run
You'll be the Prince
And I'll be the Princess
It's a Love Story
Baby just say Yes

Tesi le labbra in una smorfia, riflettendo sulla fine che avevano fatto i due protagonisti della storia. Era troppo triste cantare qualcosa che riguardasse loro, così cercai qualche altra musica, ma in mente mi venivano solo strazianti storie d’amore finite male. Dovetti mordermi un labbro, perché avevo iniziato a pronunciare il ritornello di “Sere nere”. Gab tra le mie braccia rise, lo guardai e dissi divertita, pensando che mi capisse –Già…la tua mamma è negata con le cose allegre, amore-. Continuò a ridacchiare. Buttai la testa all’indietro, sullo schienale della sedia a dondolo, chiudendo gli occhi e godendomi il silenzio. Ero sola in casa, sola con mio figlio, a fare il conto alla rovescia dei giorni che separavano me e gli altri dalla fine di tutto. Tremai pensando che dopo la battaglia, sarebbe scomparsa ogni cosa. I vampiri, i licantropi, mio figlio, addirittura. Era un libro arrivato al termine. Strinsi di più Gabriel al mio petto, come se questo facesse sì che tutte le mie stupide paure insensate sparissero. Iniziai a piangere in silenzio, per un lasso di tempo che non saprei definire con certezza, poi mi decisi, all’improvviso, di andare dai Cullen e di chiedere scusa a tutti per il mio comportamento.
Ero stata infantile. Edward aveva ragione.
Misi Gabriel nel marsupio, dopo avergli infilato il cappottino ed il berretto per ripararlo dal freddo ed uscii di casa rapida, chiedendomi se il mio amico avesse visto il mio ultimo incubo tramite la mente, o attendesse me per parlarne. L’auto di Leah era parcheggiata davanti al giardino fangoso, che continuava ad essere attaccato da gocce d’acqua giganti. L’ombrello mi si piegò per colpa di una folata di vento, grugnii e mi sbrigai ad entrare nell’auto. Gabriel aveva iniziato a piangere, così dopo aver messo in moto (Leah mi aveva dato un doppione delle chiavi della sua macchina), accesi la radio, cercando una vecchia stazione che trasmetteva musica classica. Forse era il Caso, o forse il Destino, ma capitò Claire de lune. Guidai senza distogliere mai l’attenzione dalla strada, oltre il vetro appannato e colpito dalla pioggia che cadeva, arrivando con qualche minuto di ritardo –rispetto a quelli che avrei potuto impiegare con un tempo migliore- a casa Cullen. Parcheggiai più vicina che potevo al porticato ed uscii goffamente dal veicolo, correndo sotto il porticato e assicurandomi che il mio bambino fosse rimasto asciutto. Sembrava di sì. Non ebbi nemmeno il tempo di bussare, che Edward già aveva aperto la porta, osservandomi con un’espressione indecifrabile, fino ad aprirsi in un sorriso stupendo. Lo guardai in imbarazzo e sussurrai –Posso entrare?-, causando la sua risata. Mi prese per mano trascinandomi dentro –Non sono domande da farsi, sai perfettamente di essere la benvenuta, qui-. Restai confusa. Per quale motivo non mi teneva il muso? Perché mi parlava come se non gli avessi gridato contro? A lui e a sua moglie, accidenti! Rispose ai miei pensieri, facendosi un po’ più serio –Eri tesa, Sammy. Avrei dovuto capirti, invece ti ho sgridato come ad una bambina, e mi dispiace…- stavo per dire “scusa”, ma mi bloccò –Non scusarti. Nessuno ce l’ ha con te-. Sbuffai, e mi guardai attorno, incerta. Tutti mi sorrisero, perfino Bella. Eppure, notai qualcosa. Qualcosa che sarebbe dovuto sembrarmi ovvia da subito. Alice e Jasper.
Dove erano Alice e Jasper?
Edward si scurì in volto, e sussurrò –Li abbiamo cercati, ma non c’è stato niente da fare-. Capirono tutti a cosa aveva risposto, e sui loro visi apparve la stessa espressione affranta. Mi mancò il respiro. Eravamo già arrivati a quel giorno? Eravamo già così vicini al pericolo? Non potevo –non volevo- crederci. Eppure la prova era lì, il fatto che né Alice né Jasper si trovassero in quella casa, con il resto del piccolo clan. Mi morsi un labbro, per trattenere i singhiozzi, mentre la paura iniziava ad espandersi dentro di me come la cancrena di un fumatore accanito. Edward osservò me e mio figlio, poi disse –Eravamo pronti per dividerci. Per rintracciare gli altri clan ed i vampiri nomadi-. Annuii vuota, con la testa piena di pensieri degni di una persona depressa, finchè non sentii il freddo delle sue mani stringermi leggere per le spalle e non alzai gli occhi per guardarlo –Ho paura, Edward. Per voi, come per me. Sento che…- mi tremò la voce -…Sento che sarà diverso da come dovrebbe essere-. Carlisle sospirò –Spero che non vada come credi, Sammy. Non mi farebbe piacere combattere contro Aro e gli altri, in nessun caso-. Tentai un sorriso –Autodifesa, Carlisle-. Il vampiro tentò una risata –Non conta per quale motivo si combatta, ma il dolore che ne scaturisce-. Aveva sempre la risposta pronta, scossi il capo, prima di avvicinarmi timidamente a Bella, sussurrando –So che non dovrei parlarti dopo il modo in cui mi sono comportata…-, ma stavolta fu lei a bloccare me e dire –Non preoccuparti… davvero-. Mi domandai chi fosse più in imbarazzo tra noi due. Nessie fissò mio figlio, stando tra le braccia della neonata, e si tirò avanti per toccarlo. Sorrisi leggermente e pensai al nome di Edward, invece che chiamarlo a voce. Si materializzò al mio fianco in un attimo e dissi –Tieni Gabriel in braccio per un po’, zio Edward?- lui mi regalò un sorriso sghembo e annuì –Certo, con piacere…- poi aggiunse –E così, sarei lo zio, eh?- feci di sì con la testa.
-Tutti i bambini devono avere degli zii, ed io ti voglio bene come ad un fratello, lo sai-. Ci guardammo intensamente per un istante, poi sussurrò –Grazie. Sei la seconda umana, dopo Bella, a cui io tenga davvero-. Arrossii e non riuscii a rispondere, poi tirai Gabriel fuori dal marsupio, passandoglielo attenta. Lo strinse delicatamente e si sedette accanto a sua moglie, facendo sì che Nessie potesse sfiorarlo. Avevo deciso di dare fiducia alla bambina, sperando che mostrasse a mio figlio solo cose belle.
Carlisle interruppe quell’attimo apparentemente tranquillo dicendo –Sarà meglio andare, Esme-. Strinse la moglie per mano, e quella annuì.
Sospirai affranta. Prima tappa, il clan di Denali.
E che il gioco abbia inizio…

***
Leggere il biglietto di Aro mi fece sentire come morta. Ero di sopra, con Bella. Solo io e lei, a fissare quel pezzetto di carta, con su scritto:

Sono ansioso d' incontrare di persona la nuova signora Cullen

Eravamo entrambe tese, ognuna con i suoi pensieri apprensivi, con le proprie paure. Tesi le labbra e parlai per prima –Ho fatto un sogno…-
-Sì, Edward ci ha detto tutto-.
-Ah…bene-.
Eravamo sempre in difficoltà, quando si trattava di comunicare. Ci guardammo, e tentammo nello stesso istante un sorriso timido, poi disse –Mi hanno anche spiegato cosa sai fare. Premonizioni, più o meno…- continuò a tenere gli occhi rossi fissi sulla carta -…Spero che il tuo ultimo sogno sia privo di significati-. Mi tremò la voce, quando risposi –Sai, Bella, ci spero tanto anch’io-. Paura. Ormai, era davvero come un tumore ai polmoni. Peccato che per curarla, non ci fosse la chemioterapia.
Sentimmo bussare, ma fu lei a dire –Avanti-, e Laura comparì da dietro la porta, richiudendola dietro di sé subito dopo. Ci fissò un istante, poi notò il biglietto e la scatola intagliata, con dentro il ciondolo antico, dono di Aro. Si paralizzò, e mi domandai se non fossi in procinto di beccarsi un infarto, prima di vederla correre letteralmente verso quel pezzo di carta, che Isabella aveva tenuto in mano così tanto da consumarlo. Lo lesse, soffermandosi con lo sguardo su ogni singola parola, e lettera.
-Quindi siamo già a questo punto…- disse tra sé, riflettendo. Mi feci attenta, cercando di capire cosa stesse pensando. Avevo notato che veniva spesso -da sola o accompagnata da Embry, che faceva compagnia a Jake di sotto, un po’ in difficoltà per il numero elevato di “sanguisughe”- chiudendosi nello studio di Carlisle, a “fare ricerche” diceva lei. Ma per cosa restava un mistero. Era diventata strana, quasi…ansiosa, ed ora leggevo quell’ansia nei suoi occhi, mentre teneva tra le mani il foglio stropicciato. Anche Bella osservava in silenzio la mia amica, che soltanto dopo alcuni istanti, prese fiato e parlò di nuovo –Immaginavo che fosse questo il motivo per cui non ho trovato quasi nessuno in casa…- ci guardò, e disse col tono meno dispiaciuto di quello che avremmo avuto io od un’altra persona –Alice e Jasper se la sono data a gambe come previsto-. Sapevo che non aveva detto “sono partiti in cerca di Nahuel e del clan delle Amazzoni” per lasciare Bella all’oscuro e farle compiere tutte le azioni raccontato sul libro.
Le risposi facendo di sì con la testa, poi tornai a guardare il gioiello nella scatola, e un brivido mi corse lungo la schiena. Dal volto di Laura, non trasparivano emozioni.

***
Forse tutto sarebbe andato per il meglio, in fondo. Irina non si era ancora messa in viaggio, quando Carlisle chiamò Tanya dicendole che sarebbe arrivato da lei e dalle sue sorelle assieme ad Esme parlandole di “un favore” e ripartire subito per radunare altri “amici”.
Se Irina non avesse visto Nessie, di conseguenza non sarebbe corsa dai Volturi, in Italia, a dare false testimonianze ed a condannarsi a morte certa. Sarebbe stata un’alleata in più, e faceva comodo.
Pensare questo mi risollevava un po’ il morale, ma non abbastanza per sentirmi tranquilla. Restai assieme a Laura dai Cullen fino alle sette, poi Embry si alzò di scatto ed esclamò –Oh, cavolo!- facendomi sobbalzare, mentre la mia amica aggrottava la fronte –Emb? Che c’è?-. Il ragazzone disse –Devo scappare amore, mi sono scordato che è il mio turno di guardia adesso! Paul mi romperà se non mi trova lì con lui-. Jacob sghignazzò –Corri, Embry, ti conviene- e l’altro baciò Laura rapido e prima di correre fuori disse –Sammy, la riporti tu a La Push vero?-, stavo per dire sì, ma era già sparito. Laura ridacchiò leggera, la guardai sorridendo tra me, poi mi alzai sospirando –Andiamo anche noi?- annuì e si tirò su. Gabriel si era addormentato stretto al mio petto, col viso sereno. Salutammo Edward, Bella, la piccola Renesmèe, Emmett e Rose. Jacob ci fece “ciao, ciao” con la mano continuando a guardare Nessie con amore. Sia io che Laura sbuffammo, poi ci sbrigammo a salire in auto, per tornare a casa.
Durante il viaggio di ritorno, restammo in silenzio per un bel po’, e mi chiesi cosa stesse accadendo a lei. Non era da Laura restare in silenzio. Non così tanto, almeno. Storsi un po’ la bocca e provai a dire –Mmm…Laura? C…c’è qualcosa che non va?-. La ragazza voltò la testa, che fino a quel momento era rimasta girata verso il finestrino, per osservare il paesaggio verde, omogeneo, e disse regalandomi un sorriso allegro –No, è tutto apposto. Beh, se non pensiamo al fatto che un esercito di vampiri, nostri connazionali, arriverà da qui a poco tempo per attaccarci…- si zittì quando notò le mie mani stringersi sul volante, e sussurrò –Scusa, non dovrei farci del sarcasmo. E’ davvero fuori luogo-. Annuii tesa, poi cercai di rilassarmi. Avevo dato a lei mio figlio, che continuava a dormirle tra le braccia sereno, così mi era più facile guidare tranquilla. Deglutii prima di dire –Se ci fosse qualcosa che ti disturba, che ti spaventa…me lo diresti, vero?- non la guardai, neanche di sfuggita. Lei restò in silenzio, pensando, poi parlò -…Sì. Sì, te lo direi-. Sospirai più serena –Scusa…è che…mi sembra tutto così difficile…e ti voglio bene, quindi mi preoccupo…-.
Rise. –Anch’io te ne voglio. Tanto, tanto-.
Risi un pochino con lei –Dovremmo pensare positivo, fino all’ultimo-.
Sogghignò e disse –D’accordo. Nessun pensiero negativo, stile “vampiro roscio”-. La fulminai esclamando stizzita –Laura!- ma questo la fece divertire il doppio. Misi il broncio scherzosamente.
Quella sì che era la Laura che conoscevo.









Angolino autrice

Ed ecco che iniziano ad esserci problemi...da adesso potete iniziare a preoccuparvi xD Volturi in arrivo <3
Per chi non ricordasse -e avesse il dubbio che io abbia invertito gli eventi xD-: Aro invia il regalo prima che Irina veda Nessie e decida di andargli a raccontare idiozie <.< (xD). A presto!!! spero che il capitolo vi piaccia ;-p
By Sammy C.
   
 
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