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Autore: Abby_da_Edoras    28/11/2017    3 recensioni
Mentre Elijah è sempre tormentato all'idea di dover scegliere tra Hope e Tristan, la famiglia Mikaelson si trova a dover affrontare un nuovo doloroso ostacolo: Vincent Griffith incarica gli Originali di cercare, trovare e custodire le quattro ossa di Inadu per ridurla all'impotenza, ma per fare ciò la famiglia dovrà separarsi. Ma forse, anche in questo caso, Tristan troverà una soluzione al terribile dilemma.
Questa storia prosegue la mia personale versione AU di The Original ed è dedicata a tutti coloro che seguono questa serie di ff con affetto e passione.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, autori, produttori e sceneggiatori di The Originals.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elijah, Hayley, Klaus, Tristan, Vincent Griffith
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Comme un ouragan'
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Don’t say a word (prima parte)

 

Mother always said:

“My son, do the noble thing

You have to finish what you started

No matter what

Now sit, watch and learn

It’s not how long you live

But what your morals say

Cannot keep your part of the deal

So don’t say a word!”

(“Don’t say a word” – Sonata Arctica)

 

 

Trascorsero tre giorni durante i quali il clima a villa Mikaelson rimase cupo e teso. Hayley continuava ad organizzare attività fuori casa per Hope e la bambina trascorreva nella villa solo il tempo necessario a dormire e alla prima colazione. Tuttavia il suo piano cominciava a scricchiolare e il malumore cresceva non soltanto in Elijah, ma anche in tutti gli altri membri della famiglia.

Freya, ad esempio, impegnata com’era a ricercare le ossa di Inadu e a tenersi in contatto con Vincent per proteggere la famiglia, non aveva troppo tempo per uscire con Hayley e la nipote e cominciava a sentire la mancanza della bambina; dal canto suo, Klaus iniziava seriamente ad irritarsi per il fatto di dover essere sempre lui a cercare la figlia in giro per New Orleans e sospettava anche che, in fondo, il vero obiettivo di Hayley fosse ancora una volta quello di tenere Hope tutta per sé ed escluderlo dalla sua vita.

Così quel giorno, di fronte all’ennesima uscita di Hayley e Hope per attività note solo a loro, Klaus perse la pazienza e decise di convocare una sorta di riunione di famiglia per fare il punto della situazione e, possibilmente, risolverla. Hayley, ovviamente, non sarebbe stata presente, ma per Klaus la cosa importante era che ci fossero Elijah e Tristan perché, secondo la sua visione, sarebbero stati loro a dover trovare un rimedio, visto che il problema nasceva proprio dalla presenza del Conte De Martel.

Si trovavano tutti nel patio di villa Mikaelson, seduti sulle poltrone o sulle eleganti sedie imbottite, per affrontare questo argomento tanto delicato e spinoso. Klaus li fissò uno alla volta e poi iniziò a parlare.

“La situazione non può proseguire così” esordì. “Hope è una Mikaelson e deve vivere con la sua famiglia e nella sua casa.”

“Non potrei essere più d’accordo” replicò subito Rebekah, “ma è Hayley che ce la tiene lontana e che, soprattutto, non vuole farle vedere Elijah.”

“Non approvo assolutamente che Hayley si serva di Hope per punire Elijah, tuttavia credo che l’unica soluzione sia quella di accettare il suo ricatto” riprese Klaus. “Hope è mia figlia e io la voglio accanto a me, nella nostra casa, non voglio essere costretto a inseguirla per tutta New Orleans.”

“Questo non è giusto, Niklaus” intervenne Elijah, prendendo la parola per la prima volta. “Tu stesso riconosci che ciò che Hayley fa è sbagliato sia nei confronti della bambina sia nei confronti della famiglia, eppure ritieni che dovrei mandare via Tristan per accontentarla?”

“So benissimo che non è giusto, ma non c’è altro da fare” tagliò corto Klaus.

“Per quanto si stia comportando male” aggiunse Freya, “Hayley è pur sempre parte della famiglia. Quante volte siamo venuti incontro alle esigenze di Kol, di Rebekah o di Klaus nonostante sapessimo che stavano sbagliando? Questo è ciò che significa essere una famiglia.”

“E Tristan non ne fa parte, è questo che vuoi dire, non è così?” replicò Elijah, spazientito.

“Beh, questa è la realtà, non puoi addomesticarla a tuo piacere” disse Klaus, prendendo le parti della sorella maggiore. “Hayley è infuriata per la presenza di Tristan in casa nostra e vuole che Hope stia lontana da lui, su questo non mi sento di darle torto…”

“Tristan non rappresenta un pericolo per Hope!” reagì Elijah con veemenza. “Ritieni forse che lo vorrei accanto a me se pensassi anche solo per un istante che potrebbe essere una minaccia per mia nipote? Per chi mi prendi, Niklaus?”

“Nessuno di noi ha detto questo” riprese Freya, tentando di appianare la discussione. “Il punto è un altro: Hayley terrà Hope lontana da questa casa fintanto che ci sarà Tristan.”

“Pertanto, dato che Hayley è parte della famiglia e Tristan no, è lui che se ne deve andare” concluse Klaus laconico.

“Vi prego, continuate a parlare di me come se io non fossi presente” commentò il giovane Conte in tono ironico, intervenendo per la prima volta. “E’ esilarante, quasi come partecipare al proprio funerale. Inoltre noto con piacere che, ancora una volta, sono stato condannato senza processo e senza appello… dev’essere una vostra caratteristica di famiglia.”

Tristan si mostrava volutamente insolente e sarcastico per mascherare il dolore che provava di fronte alla cruda realtà: nonostante le promesse, ancora una volta Elijah non era in grado di imporsi e di scegliere lui a dispetto della sua famiglia.

“Non ho detto altro che la verità, piccolo mostro” ribadì tranquillamente Klaus.

“Klaus Mikaelson, sei un vero diplomatico: sono sorpreso che le Nazioni Unite non se ne siano ancora accorte” replicò sarcastico il giovane Conte, senza scomporsi.

“Per cortesia, Tristan, non dire un’altra parola, non peggiorare la tua situazione” lo rimproverò Elijah, esasperato. Sapeva che era ingiusto prendersela con il giovane Conte, ma in verità era infuriato con se stesso perché non sapeva trovare il modo di opporsi a suo fratello e a sua sorella. Avrebbe dovuto lottare per la sua creatura e invece lo stava nuovamente abbandonando, come aveva sempre fatto…

“Definisci peggiorare, Elijah, ti prego” lo canzonò il ragazzo. “La tua famiglia ha già deciso di cacciarmi perché rappresento un ostacolo per Miss Perfezione Marshall e, nonostante io sia la tua prima creatura e abbia salvato le vostre miserabili vite dall’Ombra, non sono ancora degno di far parte della ristretta cerchia dei Mikaelson. Cosa ci potrebbe essere di peggio? A meno che, ovviamente, non abbiate intenzione di rinchiudermi di nuovo in un container e liberarvi di me una volta per tutte.”

“Smettila, Tristan, non dirlo nemmeno per scherzo!” reagì Elijah con violenza, irrigidendosi. Il solo accenno a quella terribile condanna lo aveva trafitto al cuore…

“In realtà non è un argomento sul quale io scherzi volentieri” mormorò allora Tristan, rabbuiandosi improvvisamente.

“Nessuno vuole condannarti” intervenne Freya, cercando ancora una volta di calmare gli animi, “a meno che tu non faccia qualcosa per meritartelo, e non mi sembra questo il caso. Stavamo semplicemente dicendo che questa è l’unica soluzione possibile per il bene di Hope. Non siamo noi a non volerti in questa casa ma, se dobbiamo scegliere, è naturale che la nostra preferenza ricada sui membri della nostra famiglia.”

“E perché i De Martel non potrebbero essere parte della nostra famiglia?” s’intromise, a sorpresa, Rebekah. “Marcel lo è diventato, no?”

“Marcel non c’entra affatto con questa storia” ribatté secco Klaus. “Ad ogni modo, noi lo abbiamo adottato ancor prima che io lo trasformassi ed è stato cresciuto da me e da Elijah: è a tutti gli effetti un membro della famiglia. E comunque, se fossi costretto a scegliere tra lui e Hope, sceglierei comunque mia figlia.”

“Questo è naturale, Nik, ma il punto è che non sei tu a dover scegliere e, soprattutto, non stiamo parlando di scegliere tra Tristan e Hope, bensì tra i capricci di Hayley e la permanenza di Tristan in questa casa” obiettò Rebekah. “Voi vi ostinate a ripetere che è normale cedere al ricatto di Hayley perché considerate che lei faccia parte della famiglia e Tristan no, ma io vi sto domandando: perché i De Martel non potrebbero essere reputati membri della famiglia esattamente come Hayley o Marcel?”

“Beh, forse perché Tristan ha tramato contro di noi e quella pazza di sua sorella ha cercato più volte di ucciderci?” rispose, caustico, Klaus.

“Perché non puoi considerare il fatto che le persone possano cambiare?” replicò la ragazza, con calore. “Eppure tu ne sei la prova vivente, il tuo amore per Cami ti ha salvato e redento come nessuno di noi era riuscito a fare! Tristan ha rischiato la sua stessa vita per salvare Elijah e Aurora… Aurora è stata curata dagli Antenati e ha perduto la memoria, non ricorda più niente del suo passato. Ho parlato con lei e l’ho vista così felice di potermi incontrare, così emozionata quando le raccontavo episodi felici di mille anni fa…”

Sorpreso dall’appassionata quanto inattesa difesa di Rebekah, Tristan si voltò verso di lei, fissandola a lungo con quegli occhi così chiari nei quali parevano spuntare delle lacrime a stento trattenute.

“Rebekah ha ragione” concordò Elijah. “Aurora non è più quella di un tempo ed è stato tutto merito di Tristan. Approfittando della sua perdita di memoria, lui le ha parlato soltanto di ciò che non le avrebbe risvegliato dolore o rabbia, non le ha mai detto nulla del nostro abbandono, né di ciò che abbiamo fatto loro: ha voluto che fosse in pace con se stessa e con gli altri. Inoltre le ha insegnato a nutrirsi soltanto con sacche di sangue, reprimendo l’istinto predatorio e riservandolo esclusivamente a momenti eccezionali. Immagino che voi non sappiate che, a Londra, un uomo che stava per bruciare viva la sua compagna è stato ritrovato completamente dissanguato e che le forze di polizia non hanno saputo spiegare il singolare omicidio…”

Freya si voltò a guardare Tristan, stupita, ma lui non se ne accorse nemmeno, assorto com’era a contemplare prima Rebekah e poi Elijah che, adesso sì, finalmente, stava combattendo per lui…

“Dici sul serio, Elijah?” domandò la strega Mikaelson.

“Puoi controllare sui notiziari online, se non mi credi. Il fatto è accaduto tre mesi fa, proprio nel periodo in cui Tristan e Aurora si trovavano a Londra” rispose Elijah, dimostrando così di aver seguito passo passo gli spostamenti della sua creatura nel lungo periodo della sua assenza.

“Sì, ne avevo sentito parlare, ma non me ne ero curato più di tanto. Come fai ad asserire con tanta sicurezza che siano stati loro? Perché te lo ha raccontato il tuo mostriciattolo?” ribatté Klaus, sarcastico. “Perdonami se non mi fido ciecamente di ogni sua parola…”

“Lo so perché me lo hanno riferito degli informatori, vampiri che avevo messo sulle loro tracce. Non sono l’ingenuo che credi, Niklaus” tagliò corto il vampiro Originale.

La notizia inaspettata parve incrinare le certezze di Klaus e Freya. La strega rifletté per un istante prima di riprendere la parola, adesso con un tono più conciliante.

“Tuttavia il problema rimane: Hayley non accetterà mai un compromesso e noi…” iniziò a dire, ma si interruppe quando nel patio di villa Mikaelson fece il suo ingresso, improvvisamente, un Vincent dall’espressione molto preoccupata.

“Per fortuna siete tutti qui, o quasi. Devo parlarvi urgentemente, si tratta di Hope e della sua sicurezza!” esordì lo sciamano.

Fu come se avesse buttato una bomba. Klaus e Elijah si alzarono in piedi di scatto e l’ibrido quasi lo aggredì.

“Mia figlia è in pericolo? A che cosa ti riferisci, Vincent? Avanti, parla!” esclamò, con occhi fiammeggianti.

“Non lo è ancora, per fortuna, ma potrebbe esserlo” rispose lo stregone. “Ho avuto una visione degli Antenati che mi hanno rivelato il vero scopo di Inadu: impossessarsi del corpo di Hope. Non voleva un corpo qualsiasi, voleva proprio lei per il suo particolare potere e per il legame di sangue che ha con lei.”

“Ciò che quell’essere vuole o non vuole non è più di nostro interesse, visto che gli Antenati l’hanno imprigionata. Non è forse così, Vincent? O c’è ancora qualcosa che dobbiamo sapere?” insisté Klaus con veemenza.

“Sapete già che il miglior modo per assicurarci che Inadu perda i suoi poteri è trovare le sue ossa e distruggerle” riprese a spiegare lo sciamano, “tuttavia gli Antenati mi hanno rivelato che quelle ossa non possono essere distrutte e che il modo per renderle inutili è un altro.”

“Quale sarebbe, dunque?” domandò Elijah.

“Quando la tribù di stregoni nativi americani uccise Inadu e bruciò il suo corpo, distrusse anche le sue ossa, ma quattro rimasero intatte. Allora, per indebolire il potere della creatura e impedirle di reincarnarsi, quattro famiglie della tribù decisero di custodirne una ciascuna. Le famiglie dovettero separarsi e non incontrarsi mai più, perché solo così avrebbero impedito a Inadu di riacquistare i suoi poteri.”

“Questo cosa significa?” chiese brusco Klaus.

“Che anche voi dovrete fare lo stesso” rispose Vincent. “Non appena avrete recuperato le quattro ossa, dovrete scegliere tra voi quattro custodi: ognuno prenderà un osso e lo conserverà al sicuro, ma non potrà mai più incontrare gli altri tre, affinché Inadu resti inoffensiva per sempre. Un eventuale riavvicinamento potrebbe permettere a quello spirito maligno di riacquistare potere.”

Un silenzio cupo e opprimente calò come una coltre di nebbia sui Mikaelson.

Vincent aveva appena dichiarato che quattro di loro avrebbero dovuto sacrificarsi, custodendo per sempre un osso della malefica strega e abbandonando New Orleans e gli altri membri della famiglia.

Quattro Mikaelson separati per l’eternità…

 

Fine prima parte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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