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Autore: __roje    28/11/2017    1 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Aki Nomura è solo un ragazzo di 16 anni che ha sempre sognato di poter condurre una vita scolastica del tutto normale, fatta di amicizia e nuovi amori. Tuttavia la realtà in cui si trova non è affatto così; a causa di diversi eventi il suo carattere è diventato molto più rude e introverso e i primi due anni di scuola non sono stati esattamente ciò che credeva ed una delle ragione è la continua presenza nella sua vita di quello che una volta era il suo migliore amico: Hayato Maeda. Un ragazzo di straordinaria bellezza che viene definito da tutti "Principe" per i suoi tratti e i suoi modi, ma la realtà è ben altra infatti Aki scoprirà presto i nuovi gusti sessuali della persona che credeva di conoscere bene e da quel momento tutta una serie di strani eventi cominceranno a susseguirsi nella vita di questo giovane ragazzo.
IKIGAI: è l'equivalente giapponese di espressioni italiane quali "qualcosa per cui vivere" o "una ragione per esistere" o "il motivo per cui ti svegli ogni mattina".
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CAPITOLO 25

Il nostro tentativo di preparare un semplice pranzo sfumò miseramente. Riuscimmo a bruciare persino degli udon così fummo quasi costretti ad andare dalla mia mamma per mangiare qualcosa visto che stavamo letteralmente morendo di fame.
Mia madre da parte sua non si stupì di trovarci entrambi dinanzi alla sua porta e se la rise di gusto, e la cosa non fece che farmi sentire ancora più inetto di quanto non fossi già mentre Hayato sembrava assolutamente tranquillo riguardo ciò, cercava solo disperatamente qualcosa da mettere sotto i denti.
“Sareste dovuti venire subito a mangiare qui” disse invitandoci a sedere, e notai che c’era Mei, che si illuminò nel vedermi e mi corse incontro per un caloroso abbraccio. Ricambiai contento di vederla.
“Credevo di poterci riuscire” commentai ancora preso dalla vergogna.
Mei poi passò ad Hayato e lo abbracciò come se nulla fosse, come se fosse uno di famiglia e quest'ultimo la lasciò fare.
“Quando mai ha saputo cucinare tu eh?” osservò la mamma e aveva ragione purtroppo.
“Muoio di fame!” mi lasciai cadere sulla sedia e presero posto anche Mei e Hayato. La piccola sembrava folgorata da quel bel principe appena entrato dalla porta e volle cambiare posto per sedersi accanto a lui. Hayato però non ne sembrò dispiaciuto e non fece altro che sorriderle, aiutandola anche a pranzare come un vero principe delle fiabe sfoderando un sorriso talmente luminoso da lasciare basite sia la mamma che Mei. Perché doveva sempre fare così?
“Quando torna tua madre Hayato?”
“Lunedì pomeriggio. Spero non sia un problema se Aki resta a dormire da me in questi due giorni.”
“Figurati, anzi magari lo farai studiare un po’ visto quanto sei bravo tu in ogni materia hahah”.
“Mamma...” e doveva sempre buttarla li, specificare quanto fossi mediocre nei miei voti mentre Hayato era perfetto in ogni cosa. Mi domandai se ci fosse qualcosa che non sapesse fare? Doveva addirittura trovare noioso essere tanto perfetto, non c’era quella soddisfazione nel riuscire in qualcosa e non c’era quella sensazione del posso farcela perché tanto ci sarebbe riuscito a prescindere anche senza farsi forza. Doveva essere noioso tutto ciò.
Notai che Hayato mi stava guardando e sorrise nel vedere quanto fossi indispettito dalle parole di mia madre, la cosa mi imbarazzò molto e mi voltai per guardare altrove. Non era la prima volta che mi fissava in quel modo, così facendo chiunque avrebbe capito che stavamo insieme. Che idiota.
Fu in quel momento che proprio il mio cellulare cominciò a squillare disturbando la conversazione, e chiedendo scusa mi spostai un po’ per vedere chi fosse.
“Pronto?”
- Oh ma allora sei vivo! – riconobbi la voce, era Yoshida che usò un velo di sarcasmo nella sua risposta.
“Scusa se non mi sono fatto sentire ma ero da Hayato ieri.”
- Ho paura di chiederti che cosa abbiate fatto... –
Non potevo raccontargli nel dettaglio tutto, e dirgli che avevamo fatto sesso. Era imbarazzante per la mia mascolinità visto il ruolo che avevo ricoperto. A pensarci la cosa mi metteva ancora a disagio.
“Tranquillo non è successo nulla” bravo bugiardo, “ma starò da lui fino a lunedì, visto che la madre torna quel giorno. Tu che mi dici?”
- Ti ho chiamato per chiederti un piccolo favore per oggi pomeriggio...”
Restai a telefono con Yoshida per una buona mezz’ora e lo lasciai parlare, mi raccontò di una tipa del dojo che aveva conosciuto e che trovava molto carina e che finalmente era riuscito ad invitare per un appuntamento. Fin qui ero contento per lui, poi erano cominciate le richieste assurde e sebbene gli avessi detto no diverse volte, alla fine non ero riuscito proprio a rifiutarmi visto il favore che gli dovevo.
“NO.”
Tuonò severo e buio Hayato quando poco dopo gli raccontai della telefonata. Nel frattempo aveva perso tempo a giocare con Mei che se ne stava seduta sul pavimento del salotto a giocare con i suoi giocattoli.
“Non ho potuto dirgli di no, gli devo già un favore!”
Mei gli parò davanti un altro giocattolo e lui lo afferrò “Ti rendi conto che ha organizzato il suo appuntamento solo perché ha detto di conoscermi? E adesso mi stai chiedendo di andare a questo appuntamento a quattro insieme al suo amico?”
Avvicinai le mani in segno di supplica “Ti prego! Recita come fai sempre e il pomeriggio passerà in fretta.”
“Sei incredibile... sei un totale idiota.” Gli stavo chiedendo qualcosa di assurdo e dentro di me non sentivo di star sbagliando totalmente, lo stavo facendo per un amico e Hayato doveva solo fingere come aveva sempre fatto a scuola con quelle quattro oche. “Ti va davvero bene che io esca con un altra?” fu questa la domanda.
“C-come?”
Hayato mi fissò serio con i suoi bellissimi occhi azzurri “E’ questo che mi stai chiedendo di fare idiota, di uscire con un altra per farlo contento. Se ti sta bene per me non c’è problema, anzi magari questa tipa potrebbe rivelarsi anche più interessante di te, chissà.”
Strinsi i pugni per la rabbia e mi morsi il labbro inferiore senza darlo vedere. Mi rendeva nervoso quando cominciava con i suoi scherzi, e odiavo quel modo di fare, diventava antipatico.
“Si mi sta bene!”
Lo dissi in maniera avventata senza nemmeno pensarci attentamente e lo avevo fatto solo perché Hayato si era messo a scherzare, e aveva usato quel suo stupido tono di sfida.
Hayato notando la cosa rispose allo stesso modo, era iniziata l’ennesima sfida a chi ce l’avesse più grosso ma non sarei stato io a cedere. Tanto sapevo bene come la pensava e quanto morisse di amore per me, sarebbe tornato a fine giornata lagnandosi di quanto si fosse annoiato, lo conoscevo.
 
 
Raggiungemmo il centro della città pochi minuti dopo, Hayato prima di andare si era voluto cambiare e aveva deciso di indossare un completo casual ma alla moda che gli faceva risaltare i perfetti tratti del viso e che metteva in luce il fisico che aveva. Lo aveva fatto solo per farmi arrabbiare ancora di più, ma in tutta risposta non aveva fatto altro che ignorarlo.
Andando verso il centro non avevamo fatto altro che litigare indirettamente lanciandoci delle frecciatine, e quando in lontananza vidi Yoshida ringraziai il cielo. Sarebbe finita presto quella mia tortura. Il mio amico però quando vide Hayato rimase a bocca aperta. “Ma non ti avevo detto di farlo vestire da modello!”
“Ha fatto tutto da solo in verità...” commentai seccato.
Hayato si passò una mano tra i capelli proprio a voler attirare l’attenzione della gente intorno e ci riuscì, sembrava uno di quei diamanti luccicanti e la cosa mi irritò moltissimo.
Yoshida mi tirò a se e cominciò a bisbigliare qualcosa “Se anche la mia ragazza si innamora di lui me la paghi!”
“Ehi non è colpa mia se sta facendo lo splendido!”
Yoshida lanciò un’altra occhiata verso Hayato “Sembrate di cattivo umore, avete litigato?”
“Nulla del genere. Allora dove sono le tue amiche?”
“Oh giusto! Tranquillo Aki non dovrai tornartene a casa da solo, ho chiesto a Mina di portare un altra amica così non ti sentirai solo.”
Sgranai gli occhi per quella rivelazione, “Cosa?”
Non fui l’unico a recepire quella novità, Hayato subito si piazzò davanti a Yoshida con un sorriso terrificante stampato in faccia “Yoshida-san ma che CAZZO stai combinando?” e lo afferrò per il colletto della camicia.
Immediatamente intervenni per fermarlo, e tutta quella faccenda stava diventando ancora più strada, mi resi conto che stavamo dando spettacolo.
“Hayato smettila. Non ho intenzione di venire anch’io!”
“Oh ma stai sicuro che tu te ne torni a casa, non permetterò una cosa del genere.”
Yoshida nel frattempo era diventato bianco come un lenzuolo mentre ascoltava quella imbarazzante discussione.
La risposta di Hayato non mi piacque affatto. Odiavo quel suo modo di fare, voleva sempre comportarsi da capo e imporre regole che io non volevo seguire. “Non sei tu che puoi dirmi cosa fare!”
“Sta zitto idiota, è per colpa tua se dobbiamo partecipare a questa pagliacciata!” A quel punto Hayato lasciò andare Yoshida e cominciò ad urlarmi contro, aveva cambiato il suo bersaglio. “Ora ce ne andiamo a casa” fece per tirarmi via ma io opposi resistenza. Doveva smetterla di fare così.
Tirai via la mano dalla sua presa e lo guardai furioso, Hayato ne rimase sorpreso ma in viso aveva stampato un espressione cagnesca. “Non sei il mio capo, e io non farò tutto quello che vuoi tu!”
“Ragazzi su calmatevi” cercò di intervenire Yoshida.
Tu sta’ zitto” rispondemmo in coro verso di lui.
Era incredibile come potessero cambiare in fretta le cose. Ieri sera eravamo li ad abbracciarci, e darci baci affettuosi e ora ci stavamo scannando per una sciocchezza. Non riuscivo nemmeno a capire perché avesse preso a male tutta quella situazione, ma una cosa era sicura: si stava comportando da bambinone.
“Questo sarò un lungo pomeriggio...” commentò in fine Yoshida osservando tutta la situazione.
  
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