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Autore: Ori_Hime    01/12/2017    1 recensioni
[YOUR NAME ][YOUR NAME ]Storia ambientata alla fine del film “Your name” (Kimi no na wa) di Makoto Shinkai, quando Mitsuha e Taki si incontrano sulla scalinata e si chiedono: “Qual è il tuo nome?”
Mi sono presa la libertà di aggiungere particolari sui personaggi e sui luoghi che non vengono descritti, per il resto dovrebbe essere abbastanza fedele al romanzo del regista.
Vi lascio una citazione per incuriosirvi!
“-I tuoi disegni di Itomori, il mio cordino per i capelli... Non possono essere coincidenze, giusto?- spiego accennando a due delle tante cose che ci accomunano. (...)
Sembra che tutta la nostra vita sia stata una preparazione a questo incontro. Il modo in cui pensiamo diversamente, ma allo stesso tempo ci comprendiamo: siamo come due facce della stessa medaglia. Come due fili intrecciati dello stesso nastro.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mitsuha Miyamizu, Taki Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il filo rosso del Destino

Capitolo 8 – Il futuro assieme

Aprile 2021- Tiamat

 

Taki

Pirorin Pirorin

La mia sveglia è appena suonata e io come ogni mattina la silenzio e rimango ancora un po' nel letto, finché mi ricordo che oggi è il grande giorno, atteso ormai da sette mesi. Sarà tutto perfetto! A Mitsuha sarebbe piaciuta la presenza della nonna a presiedere la cerimonia nelle sue vesti di sacerdotessa, così abbiamo scelto di sposarci nel tempio Miyamizu, la cui ricostruzione è stata completata ormai da un mese e per l'occasione si è tenuta un'altra festa inaugurale.

Entrarci appena finito è stato come tornare indietro nel tempo e Mitsuha, sua sorella e persino suo padre si sono commossi: immagino che il dolore della perdita sia riaffiorato a quella vista e questo significa che il mio lavoro è stato ben fatto. Anch'io a stento trattenevo le lacrime, in fondo ci ho abitato un po' anch'io.

Lo spirito della nonna permea il tempio, mentre un nuovo sacerdote stanzierà qui e celebrerà il suo primo matrimonio in questa nuova struttura: il nostro.

Con questi bei pensieri mi alzo dal divano letto a casa di Tesshy e Saya-chin, che mi hanno ospitato così che possa prepararmi qui, senza vedere la sposa prima delle nozze. Sayaka, dopo essersi preparata, va da Mitsuha ad aiutarla, mentre io aspetto l'arrivo dei miei testimoni: Takagi e Tsukasa e le loro rispettive compagne, Akane e Okudera. Ci sono anche i gemelli che Okudera ha partorito a novembre, i piccoli Toshiro e Masashi che si fanno già i dispetti nel passeggino, anche se presto donne e bambini vanno a casa della sposa, lasciandoci un momento solo per noi uomini e per la nostra preparazione.

Mitsuha

La giornata inizia quasi all'alba e assonnata, ma eccitata, mi alzo dal letto che era di mia nonna e Yotsuha mi accoglie subito con una bella colazione abbondante in cucina. Mangio poco per via dell'ansia che prende sempre più possesso del mio corpo, oltre che della mente e corro a farmi una bella doccia, che spero mi levi di dosso lo stress e la stanchezza. Dopodiché arriva la mia testimone, Saya-chin, che mi aiuterà a prepararmi assieme alla mia damigella Yotsuha e ad Okudera e Akane. Pian pianino arrivano anche altre abitanti del paese ad assistere alla vestizione, dato che oggi non ci sono più molti matrimoni tradizionali shintoisti è raro vedere una sposa in kimono e partecipare al suo cerimoniale.

Saya-chin mi acconcia i capelli e Okudera mi trucca disegnandomi una bella linea nera sulle palpebre e mettendomi un bel rossetto acceso. Indosso davanti ai loro occhi lo shiromuku e lo watabooshi, ovvero il kimono bianco e il copricapo che, secondo la tradizione, servirebbe a nascondere le corna della sposa, segni della sua gelosia: coprendole diventa sottomessa al suo sposo, obbediente e paziente. Il kimono bianco era di mia madre e mio padre lo ha conservato molto gelosamente, tanto che non credevo esistesse ancora dopo la tragedia, ma quando ha saputo che avremmo voluto una cerimonia shintoista me ne ha fatto dono.

Vestita di tutto punto, mi avvio con mia sorella che indossa l'abito bianco e rosso da miko, Saya-chin in un elegante kimono turchese accompagnata da Tessy, anche lui elegante in quanto mio testimone, e la piccola Yuko che cammina già.

Taki

Appena arriviamo al tempio scorgo Mitsuha che arriva dalla direzione opposta seguita dalle altre donne del paese e dai bambini, ma quando incrociamo gli sguardi per me non esiste nessun altro se non lei: è così bella in bianco! Sorride, all'inizio timidamente, poi lasciando intravedere i denti, ridendo per la forte emozione. Io devo proprio essere imbambolato perché Tsukasa mi dà un colpetto al braccio per farmi proseguire.

Svolgiamo il rituale di purificazione con l'acqua delle fontane e poi entriamo nel tempio. Io e Mitsuha ci mettiamo davanti all'altare e al sacerdote assistito da Yotsuha, mentre tutti gli invitatati si dispongono dal più anziano al più giovane per partecipare alla funzione. In questo momento stanno pregando le divinità e invocando altre benedizioni, ma io sono completamente assente, la mia mente è occupata solo da Mitsuha.

Mitsuha

Quasi mi annoio con tutte queste litanie... per fortuna c'è Taki che mi sostiene con lo sguardo. Quando sento che il tempo non passa più mi volto verso di lui che fa lo stesso, rassicurandomi e donandomi un po' della sua pazienza. Il matrimonio è anche questo no? Uno scambio reciproco di sé stessi, dare all'altro ciò che gli manca e ricevere ciò di cui si ha bisogno, compensarsi, come lo ying e lo yang.

Quando finalmente il sacerdote conclude, è giunto il momento tanto atteso: prendiamo il saké e lo beviamo da tre tazze di diversa grandezza. Taki mi precede e mi guarda impaziente ogni volta che prende una tazza e la riappoggia sull'altare pieno di frutta, sale e riso, come vuole la tradizione. Poi arriva il mio turno e... un sorso, due sorsi, tre sorsi... siamo marito e moglie.

Ci prendiamo le mani e, con un tocco all'occidentale, ci scambiamo le promesse di fedeltà attraverso degli anelli che la piccola Yuko ha portato all'altare adagiati su un cuscino e legati da fili rossi.

Taki

-Io, Taki Tachibana, prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, in ricchezza e in povertà, e prometto di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita, finché morte non ci separi- con queste parole le infilo all'anulare sinistro, come è di usanza in occidente, l'anello in oro bianco con inciso il mio nome all'interno. Dopodiché è il suo turno e sento un fremito dentro quando recita la stessa formula: -Io, Mitsuha Miyamizu, prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, in ricchezza e in povertà, e prometto di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita, finché morte non ci separi.- e mentre lei mi infila l'anello una stranissima sensazione mi prende: sento un“ding” e inizio a ricordare episodi della mia vita che credevo dimenticati. La richiesta di appuntamento ad Okudera, cibi squisiti assaggiati alla caffetteria dove io e Mitsuha siamo stati quando ci siamo rincontrati, i miei amici che mi guardano strano perché in realtà chi viveva nel mio corpo non ero io, ma lei. Assieme agli anelli stiamo ricevendo i nostri ricordi finalmente completi, con la certezza che non sono invenzioni, ma è realmente accaduto tutto. Io che mi risveglio nel suo corpo, Sayaka e Teshigawara che mi scambiano per lei, i racconti di Hitoha, ovvero la nonna di Mitsuha, i suoi intrecci, la gita sul monte con Yotsuha... fino alla fatidica notte dove ci siamo incontrati per la prima volta e le ho scritto “ti amo” sulla mano. È come se le nostre menti si fossero unite attraverso il vincolo del matrimonio.

Mitsuha

Allo scambio degli anelli, uniti da un filo rosso, sento un “ding”, simile al suono di una campana. Ho come un deja vu: ora sono certa che ho davvero vissuto nel corpo di Taki e lui nel mio, perché nella mia mente scorrono come dei fotogrammi di ogni istante che ho vissuto a Tokyo nel corpo di Taki adolescente, accanto a Tsukasa, Takagi e Okudera. I sapori, gli odori e i colori di Tokyo erano reali quanto lo siamo io e lui adesso e ogni tassello di quegli anni si sta rimettendo al suo posto nella mia memoria, anche quelli che consciamente non ho vissuto ma che il mio corpo conosce grazie a Taki: le partite a basket vinte grazie a me, io che mi faccio rispettare a lezione di disegno, la lettera d'amore da parte di una ragazzina. Questa bolla di sapone temporale che ci ha chiuso e legato per questo istante viene rotta da un applauso da parte di tutti i presenti che si congratulano con noi, che torniamo al 10 aprile 2021.

La cerimonia si conclude con i nostri padri che bevono il saké unendo così anche le nostre famiglie e noi che lasciamo al santuario la nostra offerta agli dei: due rami di pino che portiamo inchinandoci due volte e battendo le mani due volte.

Taki

A cerimonia conclusa finalmente ha inizio il ricevimento, ma prima io e Mitsuha ci cambiamo per metterci gli abiti da cerimonia occidentali: io tolgo i vestiti da samurai e indosso uno completo nero da sposo e lei... quasi mi manca il fiato quando la rivedo con un abito ampio da principessa! Il corpetto le aderisce al busto come un guanto risaltandole il fisico e dalla vita in giù la seta drappeggia tutta la gonna rendendola di una bellezza accecante. I capelli sono semi raccolti e tenuti da quel cordoncino rosso che ci ha legato da quando ci conosciamo: è semplicemente perfetta!

Le porgo la mano e lei me la stringe camminando verso la pista da ballo, aprendo le danze che avrebbero accompagnato il resto della giornata.

Mitusha

Indosso il mio vestito, quello tanto sognato da ogni ragazza, ma che io ho desiderato solo da quando conosco Taki: è morbido e molto più comodo per ballare, noto quando Taki mi trascina sulla pista da ballo. Per tutto il tempo le mie braccia stringono la sua schiena e le sue la mia vita; a fine canzone ci scambiamo il nostro primo bacio da marito e moglie sotto gli occhi di tutti che brindano a noi ed esultano per la nostra felicità. In Giappone non è solito vedere le coppie baciarsi pubblicamente, ma un'eccezione non può che far bene no?

Poi ci avviamo ai tavoli per il pasto e neanche il più piccolo dettaglio sulla tavola è stato lasciato caso: i tovaglioli sono chiusi da un filo rosso, i bicchieri e i piatti sono decorati da nastri rossi che ravvivano il bianco della tavola. Mentre mangiamo riceviamo numerosi regali, così che, mentre i piatti si svuotano, il nostro tavolo si riempie e così la nostra gioia è sempre più grande ogni secondo che passa, lieti non tanto dei doni in sè, quanto del vero regalo che i nostri invitati ci hanno fatto: la loro presenza qui oggi e sempre nella nostra vita, l'averci supportato fino ad oggi, ognuno a suo modo. A loro in cambio avevo ricamato negli scorsi mesi i miei caratteristici cordoncini in kumihimo multicolore: al centro c'è la cometa, a seguire l'azzurro del lago di Itomori e del cielo, l'arancio del tramonto dove ci siamo visti per la prima volta e ci siamo baciati, per terminare poi con il rosso del nostro amore.

Taki

Quando tutto è finito veniamo accompagnati a casa nostra, dove prendo in braccio Mitsuha così che assieme varchiamo la porta dell'“altro mondo”, non il mondo che intendeva Hitoha, ma il nostro nuovo mondo, la nostra nuova vita assieme.

Finalmente siamo soli e assieme varchiamo anche la porta della camera da letto. Anche questo è un momento tanto atteso, la nostra prima notte da sposati. Nessuno ci potrà più interrompere ormai...

L'aiuto a slacciarsi il vestito da sposa mentre inizio già a baciarle il collo, così che stringa per stringa, bacio dopo bacio, il vestito cade ai suoi piedi e lei rimane con la biancheria intima che, nella penombra, noto essere molto audace nonostante il candore. Ora è il mio turno: Mitsuha mi spoglia con le sue mani, levandomi prima la giacca, poi la camicia, lasciando scie di baci lungo il torace. Ogni suo tocco mi fa fremere di impazienza, rendendo la mia pelle bollente. Quando cadono anche i pantaloni, io la riprendo in braccio e ci fiondiamo sul nostro letto: lei è sotto di me e si lascia spogliare completamente, aiutandomi ancora con il reggiseno in pizzo. Lei mi cattura il viso con le mani e ci baciamo intensamente. Ci stacchiamo per riprendere fiato e lei sussurra “ti amo” guardandomi così intensamente e dolcemente negli occhi che per poco non mi sciolgo. Ricambio il “ti amo” e diventiamo una cosa sola: ciò che siamo sempre stati destinati a essere.
 

Maggio 2039 – Tiamat

Mitsuha

Questa mattina Goha è alquanto strana: è iperattiva e spaesata. Le ci è voluta una vita ad alzarsi e continuava a ripetere “dove sono?” e parlava al maschile, con un linguaggio anche un po' colorito. Sicuramente arriverà tardi a scuola, anche se questa si trova a pochi passi da casa. Kazuo è già uscito da un pezzo e sembrava lui il fratello maggiore della situazione: aveva già preparato la colazione per entrambi e messo il pranzo anche nella scatola di Goha.

Che i miei figli si siano scambiati di corpo tra loro? Penso uscendo di casa per andare in negozio, non prima però di aver sollecitato Goha a sbrigarsi a vestirsi per la scuola e averle pettinato i capelli: non riusciva nemmeno a farsi una coda di cavallo da sola e li aveva sparati in su, come se avesse preso una scossa.

Mia sorella si trova già sul posto di lavoro, oggi mi dà una mano per una consegna importante ma domani tornerà a Tokyo, mi vede distratta e mi chiede se qualcosa non va. Le racconto di sua nipote, del suo strano atteggiamento... e lei semplicemente mi ricorda che ha 17 anni e che anch'io alla sua età ero strana certi giorni. -Ti toccavi persino le tette! - Mi ricorda ridendo come una matta e facendomi innervosire: - Yotsuha! E se entrasse qualche cliente?! Che figura ci faccio?!-

-Non ti scaldare per così poco! Piuttosto, sta' attenta a quel vestito, o l'orlo uscirà storto!- ha ragione: mi sono distratta così tanto che il vestito che mi hanno commissionato sta venendo un po' obliquo. Sono diventata anche una sarta a “Il filo rosso del destino” qui a Tiamat e devo tenere ben alto il nome del negozio per non perdere clienti. Un pensiero però mi attanaglia... decido di parlarne a Taki quando tornerò a casa.

Taki

Finalmente a casa per pranzo mi gusto un buonissimo ramen che Mitusha ha preparato e, appena finito, mi ferma ancora un po' per parlare, prima di tornare in ufficio. -Goha oggi era proprio strana, non trovi?- mi dice in tono preoccupato, tanto da farmi spaventare. -Ma che dici? Solo perché si è alzata tardi?- rispondo, sentendomi un po' in colpa per non averle prestato particolarmente attenzione a causa della fretta.

-No, non era sé stessa! Non sapeva dove fosse, cosa fare, dove andare... Taki, e se non fosse lei? Se nel sonno si fosse scambiata con un altro?- le sue parole arrivano alle mie orecchie come un pugno in pieno petto: la mia bambina allora dov'è?! In quale moccioso si è trasferita? Caccio quei brutti pensieri da padre iperprotettivo e torno alla realtà rispondendole: - Ma se gli scambi di corpo servivano ad avvisarci della cometa Tiamat, adesso che motivo avrebbe di avvenire? Non pensavo potesse succedere ancora.-

-Probabilmente a salvare la nostra famiglia da qualche catastrofe futura, non deve per forza accadere ora. Anche mia nonna e mia madre si erano scambiate di corpo con giovani della loro età di luoghi lontani, ma non si sono mai incontrati.- replica decisa, così che le mie paure tornano a galla.

Mitsuha

Goha rientra dopo scuola accompagnata da Aiko, grazie al cielo la secondogenita di Saya-chin le ha prestato soccorso! È piuttosto persa ancora e lo si nota da come si guarda attorno meravigliata e prova a chiamarmi “mamma” poco convinta. Guardo mia figlia come se fosse un alieno, eppure la capisco così bene! Anch'io per le strade di Tokyo mi ero sentita spaesata eppure entusiasta di vivere quella vita così colorata e frenetica! Lei torna nella sua camera e non si fa vedere fino a cena, quando Kazuo le bussa insistentemente alla porta e la sorprende... sì, anche lei a toccarsi il petto! “Tale madre tale figlia” penso, anche se in realtà non ero io e non è mia figlia che occupa il suo corpo. Mi viene in mente un'idea: corro in camera e prendo un faldone dal comodino e lo porgo a Goha: lì sono raccolte le pagine che abbiamo scritto io e Taki nel periodo di distanza tra noi, mentre io ero a Tokyo e lui a Tiamat per lavoro, dove abbiamo provato a ricostruire i nostri ricordi degli scambi. Le dico di leggerle e non preoccuparsi, che è capitato anche a noi, che la comprendiamo, o forse sarebbe meglio dire “lo” comprendiamo.

Taki

Appoggio la scelta di Mitsuha nel far leggere le nostre avventure l'una nel corpo dell'altro a Goha che, appena sentite le sue ultime parole, ha come un sussulto e una lacrima le scende dagli occhi. Abbraccio mia figlia, o chiunque sia, istintivamente e sento il suo battito cardiaco aumentare. È chiaramente spaventata da tutto questo, ma pian pianino si calma e ricambia l'abbraccio piangendo. Gli dico che non c'è bisogno di parole, se non vuole raccontare da dove viene e chi è, ma che gli vorrò bene come se fosse mia figlia. Sorride e ringrazia per la comprensione, finalmente sereno.

Kazuo osserva la scena stranito: è l'unico a non capire che cosa sta succedendo, ma lo rincuoriamo dicendo che tra qualche anno probabilmente comprenderà anche a lui. Cenando annuncio che in luglio arriveranno sia la famiglia di Tsukasa e Okudera che quella di Takagi e Akane per il festival d'estate organizzato per i turisti della zona e persino Goha sembra entusiasta dell'idea, anche se non ha idea di chi siano. Che speri di esserci quel giorno?
 

Luglio 2039 – Tiamat

Mitsuha

Oggi è il dodicesimo compleanno di Kazuo, e Goha per festeggiare e lasciare a noi adulti i preparativi del festival esce con il fratello, Yuko e Aiko, Keiichi e Kaori a fare un pic-nic sulle sponde del lago. È stata una vera sorpresa per Kazuo l'arrivo anticipato di Kaori, la sua amica d'infanzia figlia di Takagi e Akane, mentre lo stesso sembra Aiko per Kaori, visto come hanno iniziato subito a parlare nonostante non si conoscano, ma d'altronde hanno la stessa età.

Goha mi ha davvero sorpreso in questi mesi: riconoscevo subito quando non era lei agli inizi, ma pian pianino si è “adeguata” alla persona che dovrebbe essere. Che abbia preso spunto dalla nostra storia e si siano dati delle regole? Ogni tanto mi accorgo ancora che qualcosa non va, come per esempio l'altro giorno mi ha chiesto una mano a cucinare un piatto che solitamente sa preparare anche da sola, oppure a farsi acconciature o indossare il kimono. L'idea però della festa per il fratello non so di chi sia, da quale delle due Goha provenga, ma è stato senz'altro un pensiero molto carino.

Taki

Mentre dirigo i lavori per l'allestimento degli stand in paese scorgo Goha che corre verso casa, appena mi vede si avvicina a me e dice di essersi dimenticata la chitarra di Kazuo e che lui e Kaori vogliono fare un piccolo concerto alla festa, perciò si vogliono esercitare. La osservo mentre si allontana fino a diventare quasi un puntino e la noto nuovamente quando sta per tornare alla spiaggia, mentre il sole sta per tramontare. Non corre più però: si è fermata di colpo e poi ricomincia a camminare al rallentatore. O così pare a me fin quando non la vedo incrociarsi con un ragazzo alto, atletico, dai capelli gellati in su... anche lui pare riconoscerla perché si ferma davanti a lei. Si parlano, anche animatamente ad un certo punto, ma per sciogliersi in un abbraccio.

Si staccano solo all'arrivo di quello che sembra essere il fratello gemello del ragazzo: la sua copia con un paio di occhiali e i capelli lasciati liberi. Perché qualcosa mi dice che dovrei conoscerli?

Mitsuha

Goha rientra in casa con la chitarra in mano: non doveva portarla alla spiaggia a suo fratello? Mi chiama con insistenza e la raggiungo: alla porta ci sono Tsukasa e Okudera con i loro figli, ormai diciannovenni. Sono anni che non li vediamo: tra il lavoro, la scuola e i loro impegni non li vedo da quando erano bambini. Ricordo che Goha giocava con Toshiro e litigava con Masashi che le faceva i dispetti. Ora, forse, saranno abbastanza grandi da non darsi fastidio a vicenda, anche se, noto ora, Masashi e Goha sembrano già in confidenza, come se si conoscessero già.

Entrano in casa e preparo il thé: Goha si offre di aiutarmi, ma Masashi la ferma e prepara lui la tavola. Lo ringrazio, sorpresa: sa esattamente come disporrei le tazze, lo zucchero, i tovaglioli e i cucchiaini. Anche Tsukasa e Okudera sembrano sbalorditi con quanta naturalezza si muova in una casa non sua.

-Goha, non dovevi portare una certa cosa a tuo fratello?- le ricordo, sperando che si porti dietro i due fratelli, così da lasciarci soli. Coglie il segnale e assieme escono di casa.

Taki

Al mio rientro trovo i miei amici venuti da Chiba per il festival: li accolgo con un caloroso abbraccio, tanto mi sono mancati! Chiedo subito come va a Chiba e loro mi rispondono sorridenti che va tutto bene, ma sono un po' perplessi per Masashi che lo vedono stranamente diverso a volte. -Certi giorni mi ricorda te alle superiori- dice Tsukasa e Okudera annuisce. -È tipico dell'età, a quanto pare!- cerco di scherzarci su, anche se è chiaro anche a loro che qualcosa non vada. “Aspetta... Goha che si comporta da maschiaccio, Masashi che sembra me... Non è che si sono scambiati loro due?!” Penso all'improvviso. -Perché non chiamiamo anche Takagi, Akane e i ragazzi? Andiamo a mangiare qualcosa fuori...- faccio per distrarli e capirci di più in quella storia. Usciamo di casa e raggiungiamo i nostri figli sulla spiaggia che stanno cantando attorno ad un falò.

Sembra che si siano integrati tutti, anche Toshiro parla fitto fitto con Yuki: sono due ragazzi seri e amanti della natura, starebbero bene assieme!

Mitsuha

Non vedo più Goha e Masashi tra di loro: -Dove sono?- chiedo a Kazuo. Mi risponde che sono andati al pontile a fare una passeggiata, così mi avvio anch'io per radunarli. È già buio, ma non abbastanza da accendere i lampioni e in quella penombra scorgo due figure lontane sedute sul pontile. Hanno i visi vicini, abbastanza da poter vedere solo gli occhi dell'altro. Solo quando esplodono in una risata imbarazzata mentre si sfregano i nasi, mi accorgo che sono Goha e Masashi e li chiamo, rompendo il loro momento di intimità. Sussultano sentendo la mia voce e un po' scocciati mi seguono. So già che probabilmente le sentirò su da mia figlia per averle rovinato il momento romantico, ma era meglio che farsi vedere da me mentre si baciava con lui, no?

Al ristorante si comportano come una coppia e tiro una gomitata a Taki per farglieli notare: anche lui ha pensato la mia stessa cosa e ci pare sempre più evidente come si siano conosciuti così bene: l'uno dentro il corpo dell'altro come me e lui. Formano un bel gruppo i nostri figli e anche Taki, Okudera, Tsukasa, Takagi e Akane concordano. Per un attimo me li immagino tutti sposati tra di loro: è stato come una visione dentro un sogno: uno spettacolo magnifico.

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Note:

È stata un'impresa scrivere questo capitolo: è da quando ho iniziato a scrivere questa storia che ho in mentre come sarebbe finita, ma fin quando non ci si mette in concreto è tutt'altra cosa, specialmente quando si arriva all'ultimo capitolo e non lo si vuole rendere banale. L'inizio è stato scritto ancora a inizio settembre, mentre la conclusione a novembre, dopo aver comprato il dvd (anzi, i dvd, visto che ho acquistato a Lucca comics il box da collezione) di Your name e averlo visto e rivisto... Quanto lo adoro!
Ho scritto in totale con gli scorsi capitoli circa 50 pagine... è la fan fiction più lunga in termini di pagine che abbia mai scritto perciò sono molto orgogliosa del mio risultato! Grazie Shinkai per averci dato Your name!

Devo ringraziare un mio amico in particolare per avermi accompagnato al cinema a vederlo, per avermi sopportato sentirne parlare all'infinito e avermi dato la dritta del nome Goha, ovvero “cinque foglie” grazie al suo corso di giapponese e per aver letto i miei primi capitoli, dandomi le prime impressioni: Masashi sei tu, anche se probabilmente non arriverai mai a leggere fin qui! ;-)

A Flos Ignis devo un enorme ringraziamento (e ancora una colazione!!!! ) per le correzioni dei capitoli (per questo in particolare perché ho fatto parecchi errori per via dei momenti diversi in cui l'ho scritto) e a Manto un altro GRAZIE per aver condiviso con me questa passione: voi siete Aiko e Yuko, mi spiace solo non aver potuto sviluppare questi personaggi in questa storia...

Ringrazio Mr Creepy, multifandomiana e izumeh per aver aggiunto la mia storia tra le preferite o seguite! Spero possa aver soddisfatto la vostra voglia di avere un seguito! Io almeno l'ho scritta per quello! ;-) Grazie anche a tutti coloro che hanno recensito stimolandomi a continuare!

Leggendo le interviste a Shinkai del cofanetto del film e guardando video su Your name, che negli ultimi mesi hanno fatto, ho notato delle incongruenze o affinità con la mia storia: Mitsuha sarebbe diventata stilista per il regista e proprio per questo nella seconda parte del capitolo è l'ho resa sarta, ma direi che è comunque appropriato in quanto già in precedenza faceva anche lavoretti di sartoria, oltre a intrecciare cordini... Inoltre nel manga viene raccontato che lei arriva a Tokyo per studiare all'università, assieme a Sayaka e Teshigawara. È anche chiaro in alcune scene del film che non è da poco in città e che Taki abita ancora con il padre, ma questi dettagli non si notano nel libro, perciò li avevo scordati. Okudera si è sposata davvero con Tsukasa! Quanto amo azzeccare le ship! ;-) Taki ha davvero solo il padre perché i suoi han divorziato e per il regista, su suggerimento di un fan, sarebbe stata un'idea carina se lui e Takagi avrebbero ricostruito Itomori, cosa a cui avevo pensato parzialmente! Ho sbagliato invece la data del festival di autunno: è il 4 ottobre e non all'equinozio! Anche i compleanni di Mitsuha e Taki ho scoperto che sono il primo dicembre... quindi tanti auguri ragazzi!!!!

Per la prima parte del matrimonio mi sono informata da questi articoli: http://www.tradurreilgiappone.com/2016/05/04/matrimonio-giappone/ e https://ilbiancoeilrosa.it/il-matrimonio-shintoista/ anche se ho fuso la tradizione giapponese a quella occidentale con le fedi.

Il “ding” che ho ripreso durante lo scambio degli anelli è quel suono che durante il film si sente quando i due si incontrano al tramonto e mi è sembrato ottimo per ridare quel senso di magia dello scambio, anche se questo non avverrà più tra loro.

Ho ripreso il cordino originale del film che è esattamente come ho descritto per le bomboniere, mentre nei capitoli precedenti era solo rosso per rafforzare l'idea dell'amore predestinato.

Altre due citazioni sono “l'altro mondo”, ovvero quello degli spiriti della montagna e la frase conclusiva del capitolo, spero le avrete notate!

Il nome Kazuo non è casuale ma significa “primo maschio” e ci tengo a sottolinearlo perché davvero il primo dopo 5 generazioni della famiglia Miyamizu di cui mantiene il cognome, in quanto in Giappone c'è la tradizione che se la famiglia della sposa è più importante allora si assume il suo cognome e non quello del marito.

Gli altri nomi sono stati scelti in base ai significati che mi piacevano: Aiko (secondogenita di Sayaka e Teshigawara) significa “bambina d'amore”, simile alla sorella Yuko, “bambina affettuosa”, Toshiro, o almeno il nome Toshi, significa “sveglio, splendente, intelligente” e infatti sarebbe un ragazzo molto studioso e serio, mentre il suo gemello Masashi, che significa “elegante, splendido”, è più l'opposto: scherzoso e solare! ;-) Notare come siano però “splendidi” entrambi, ma in maniera diversa! ;-) Keiichi, figlio primogenito di Takagi e Akane significa “figlio prezioso come un gioiello” e la sorellina Kaori invece “profumi intrecciati”, un po' come i fili! ;-)

Mi piacerebbe continuare le loro storie, specialmente quelle di Goha e Masashi, magari continuo sotto il loro punto di vista raccontando il loro scambio!

Fatemi sapere se vi piacerebbe! Un altro grazie a tutti anche solo per essere arrivati fin qui!

Se vi va di passare ho aperto una pagina facebook in cui condivido frasi e immagini varie del mio mondo, per così dire, se volete conoscermi meglio! Si chiama Fairy Floss: https://www.facebook.com/fairyflossblog/?ref=br_rs , vi aspetto anche lì! :-)

Baci,

Ori_Hime

  
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