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Autore: JeremyGender    01/12/2017    1 recensioni
Crocifissa è una ragazza di 16 anni che dalla vita tranquilla del paese si è ritrovata catapultata nel mondo magico.
Ma le cose diventano ancora più difficili quando ritrova in uno dei bagni della scuola di Kairawan, l'Arcaica Scuola Siciliana di Magia e Stregoneria, una ragazza ricoperta di sangue e un libro tanto antico quanto misterioso.
Chi è la Dama del Lignaggio e perché tra tutte ha scelto proprio lei?
Genere: Commedia, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Nuova generazione
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Capitolo 10. Dove ti lasciano messaggi inaspettati
 
‘Pensavate di fare i furbi, vero?’ urlò Crocifissa mentre aprì la porta.
Non sapeva precisamente cosa aspettarsi, ma sicuramente non si aspettava un uomo. Quell’uomo.
Scattò indietro.
Un uomo dalla corporatura robusta e i marcati tratti asiatici si affacciò, lentamente, dalla porta.
L’uomo cinese, vestito con un completino da marinaio, sorrideva gentilmente. Teneva in mano qualcosa.
‘Possibile sia un pezzo di sushi?’ si chiese Egidio mentre assisteva in silenzio a quell’assurda scena.
Crocifissa, davanti all’uomo, sembrava sotto effetto di Petrificus Totalus.
Il volto era pallido, gli occhi spalancati e piccole gocce di sudore le imperlarono al fronte. Perse persino la presa della borsetta che cadde a terra.
‘Può essere mai?’ si chiese a quel punto.
D’impulso estrasse la bacchetta e con decisone recitò: ‘Riddikulus!’
Un paio di pattini si materializzarono ai piedi dell’uomo che subito si barcamenò per cercare di non perdere l’equilibrio, ma non ci riuscì e con un tonfo violento cadde a terra di faccia.
Il naso evidentemente si ruppe perché una piccola pozza di sangue comparve vicino il volto, contratto in una smorfia di dolore, dell’uomo.
‘Che razza di idiota che sono!’ pensò Egidio mettendosi le mani nei capelli. Come aveva potuto avere un’idea tanto stupida!
Si stava avvicinando mortificato all’uomo per aiutarlo a rimettersi in piedi quando due rumori lo bloccarono.
Il primo fu il tonfo di un corpo che si accasciava per terra; quello di Ranavalona, l’altro fu una risata.
Una risata fredda e tagliente che riempì la stanza.
Quella risata, che ad Egidio mise i brividi, fece dissolvere il corpo dell’uomo che, con un frullo, sparì.
‘Ma si può sapere che diamine è successo?’ chiese Geronimo confuso mentre Crocifissa continuava a ridere.
‘Era un molliccio!’ rispose Egidio incredulo. ‘Cioè la tua più grande paura…’ disse rivolto a Crocifissa. ‘E poi hai visto come ha riso quando quel poverino si è fatto male?’ chiese a Geronimo. ‘E lei che ci fa a terra?’ domandò guardando Ranavalona stesa sul pavimento.
‘Senti tu!’ disse Crocifissa quando si riprese. ‘Non ti permetto di giudicarmi. I cinesi sono un popolo inquietante: mangiano schifezze crude e sembrano tutti uguali; se sono grassi poi…’ disse Crocifissa rabbrividendo. ‘E le persone che cadono fanno ridere tutti.’ aggiunse facendo spallucce.
‘Per lei non vi preoccupate, quella scema non tollera la vista del sangue. Ora ci penso io a rianimarla.’ disse raccogliendo la borsetta da terra.
Egidio notò uno stano luccichio negli occhi di Crocifissa mentre si avvicinava al corpo di Ranavalona.
 
Ranavalona si svegliò con un forte dolore addominale.
Accovacciata accanto a lei Crocifissa toglieva un pelo lungo e riccio dalla borsetta mentre, in piedi al centro della stanza si trovavano Egidio e Geronimo intenti a guardare in un punto della stanza.
‘Hey… Guardate li!’ disse Geronimo in un fiato.
Stava guardando un piccolo rettangolo di legno con dentro una figura femminile.
L’immagine della donna era sfocata e distorta e dai suoi movimenti sembrava irrequieta.
‘E’ uno specchio. State attenti. Sapete cosa succede durante il mundus patet.’ li avvertì Crocifissa.
Eppure allo stesso tempo non riusciva a distogliere lo sguardo da quella donna che, elegante e sofferente allo stesso tempo, sembrava attrarla verso di lei.
Aveva la carnagione pallida, neri capelli racconti in uno chignon alto e una tiara che gli incorniciava un viso delicato.
Solo dopo alcuni secondi la donna sembrò in grado di vedere i ragazzi e allora iniziò ad agitarsi. Batteva i pugni sullo specchio e muoveva la bocca con l’intensione di dire qualcosa ma ai ragazzi sembrava di guardare un grosso pesce in una boccia
‘Non riesco a capire cosa dice, l’immagine è troppo sfocata. Ma sembra stia chiedendo aiuto.’ disse Egidio che non riusciva a staccare gli occhi di dosso dal riflesso della donna.
Quando il riflesso capì che così era impossibile comunicare si fermo scoraggiata ma, dopo alcuni secondi, illuminata da una nuova speranza, iniziò a comporre dei numeri con le dita.
Tre, ventisei, sessantasette.
Ranavalona si affrettò a segnare i numeri in una pergamena.
‘Sette, quarantacinque, ottantuno.’ dettò Geronimo.
Diciassette, ventitré.
Poggiò il palmo della mano nello specchio, un gesto che a Crocifissa sembrò carico di speranza e, come era comparsa, sparì.
‘Questo è in assoluto il pomeriggio più strano della mia vita.’ disse Geronimo mettendosi a sedere.
 
Cosa volevano dire quei numeri?
Era questa la domanda che ossessionava Crocifissa nei giorni successivi all’incontro con la donna allo specchio.
Anche se il progetto di erbologia era finito, era andato così bene da far guadagnare a tutti 5 punti di scolastica, il gruppetto di amici neoformato continuava regolarmente a vedersi in biblioteca per cercare di risolvere il mistero dei numeri.
‘Terranova dovresti fare una pausa. Non vorrei che a furia di sfogliare tutti questi libri il tuo cervelletto si surriscaldi troppo ed esploda.’ disse Crocifissa chiuso un altro grosso volume.
‘Non ti preoccupare, sto controllando solo i libri illustrati. Nessuna fatica.’
‘Basta, ci rinuncio.’ disse Geronimo rassegnato.
Effettivamente i ragazzi cercavano senza sapere di preciso cosa cercare.
‘Ho trovato! Ho trovato!’ gridò Ranavalona entrando tutta eccitata in biblioteca e trottando verso i suoi amici.
‘Come ho fatto a non pensarci prima!’ aggiunse appoggiandosi al tavolo per riprendere fiato.
‘Ha trovato un modo per farsi mandare dritta dall’Emiro?’
I ragazzi alzarono lo sguardo. Era Sismonda Envie, la severa addetta alla biblioteca di Kairawan.
‘Non so cosa state complottando voi quattro, soprattutto tu signor Terranova che non eri mai entrato nella MIA biblioteca, ma se a stento tollero che mi disordiniate i libri, non tollererò certo che vi mettiate a urlare. Quindi adesso fuori da qui, prima che vi levi punti di scolastica!’
I tre raccolsero velocemente le loro cose e con Ranavalona e sotto il cipiglio severo di Madame Envie, uscirono di gran carriera dalla biblioteca.
‘Quindi cosa hai scoperto?’ chiese Egidio a metà corridoio.
‘All’inizio pensavo fossero date, ma non avevano alcun senso. Mi stavo arrovellando la mente quando davanti a me è passata la Caldeo.’
‘E hai capito che quell’occhio dovrebbe essere illegale?’ la interruppe Crocifissa.
‘Poverina. Invece ha perso l’occhio in modo molto eroico. Ho avuto modo di farle un intervista in radio a inizio anno e mi ha raccontato che…’ continuò Geronimo.
‘Scusate.’ si intromise Egidio. ‘Non potere scegliere un altro momento per diventare amici e far parlare Rana?’
‘Ranavalona, lo preferisco.’ disse timidamente la ragazza.
‘Comunque ho capito che quei numeri potrebbero essere una sequenza aritmatica. Un cerchio numerico che nasconde qualcosa!’ concluse entusiasta.
‘Un cosa?’ chiese Egidio che non colse l’entusiasmo.
‘Terranova sai cosa sono i numeri?’ rispose acida Crocifissa.
‘Quando possiamo provarci?’ disse Geronimo ignorando gli altri due.
‘Stanotte!'
   
 
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