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Autore: MidnightRavenKuro    04/12/2017    1 recensioni
Il destino non lascia nessuno da solo.
Una giovane anima, tra le pieghe del tempo trascorso nella Soul Society, verrà a patti con un segreto celato al mondo da ricordi di una vita terrena che non sono mai riaffiorati prima,ricordi che potrebbero mettere alla prova l'amore e l'affetto che scorre tra lei e coloro che hanno scelto di starle accanto
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Isane Kotetsu, Nuovo personaggio, Rangiku Matsumoto, Retsu Unohana
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Tie the knot

 

Gli sconvolgimenti migliori accadono per caso, secondo te?

Come avrai capito, mi piace parlare del destino. Non dirmelo, è un clichè tremendo. Forse è perchè ci credo davvero, non te lo so dire.

Quello che so, è che mi piace pensare che fosse già stato deciso che ci dovessimo incontrare.

 

~☆~

 

L’alloggio di Unohana era solo leggermente più grande di quello che sarebbe spettato ad un luogotenente, probabilmente perchè non era il tipo di persona da interessarsi a grandi lussi.

Consisteva in quattro camere in totale: il soggiorno, una camera da letto, una camera per gli ospiti ed un bagno.

Il soggiorno era l’ambiente più grande. Il pavimento di quest’ultimo era ricoperto da tatami, i muri di erano tappezzati di tele decorate con motivi orientali, al centro vi era un basso tavolinetto circondato da cuscini. In fondo vi era un piccolo comodino sul quale erano posate delle stoffe insieme ad ago e filo. A destra vi era la cucina parzialmente separata dal soggiorno da un muro, e a sinistra due porte shoji* che davano accesso ad altre stanze.

Ordinatamente posizionati in tutto l’appartamento vi erano dei vasi di fiori, i quali ricevevano molta cura da parte del Capitano.

 

Quando Kaede entrò in casa per la prima volta rimase a bocca aperta. Si guardò intorno senza riuscire in alcun modo a nascondere lo stupore: lei di certo non aveva mai messo piede in un ambiente così raffinato, e di colpo provò disagio mentre ammirava le bellissime tele appese alle pareti.

Era tutto così perfettamente ordinato e curato che lei si sentì totalmente in disordine e in stono.

 

Era rimasta imbambolata nell’ingresso quando Retsu le camminò davanti e si voltò verso di lei.

 

- Prego, entra pure. Da ora fino all’inizio dei corsi all’Accademia vivrai qui, mettiti pure a tuo agio. - disse gentilmente, e Kaede non potè far altro che arrossire fino alle orecchie.

 

- Ah...ehm, sì, certamente...con permesso. - fece un piccolo inchino, dopodichè si tolse i sandali e camminò sul tatami. Si guardò di nuovo intorno non sapendo cosa fare.

 

Cavolo, vengo davvero a vivere nella casa di un Capitano…

 

Prima di attraversare la porta di ingresso non aveva proprio pensato a quanta soggezione potesse metterle quel non proprio piccolo particolare della sua nuova vita.

 

- Mi sembra il caso di mostrarti subito tutte le stanze. Non ci vorrà molto. - Retsu le sorrise prima di camminare verso la prima porta a destra.

Kaede annuì e la seguì.

 

- Qui c’è la cucina. Non la uso molto, di solito mangio nella mensa della divisione con gli altri, ma ogni tanto capita che mi venga voglia di provare a fare qualche dolce da accompagnare al tè. Puoi usarla tranquillamente. Presumo che tu sappia cucinare, da come parlava la signora con cui vivevi. -

 

- Oh, sì. Dovevo fare sempre da mangiare, a pranzo e cena, tutti i giorni. Suppongo di cavarmela abbastanza. Perlomeno non manderei a fuoco tutto, ecco… - Kaede si posò una mano dietro il collo e fece un ghigno.

 

- Spesso di giorno non sarò qui per via del mio lavoro, quindi a meno che tu non voglia seguirmi alla divisione dovrai provvedere ai tuoi pasti. Ora che ci penso, dovrei comprare altro cibo, non ne ho molto… -

 

Kaede ponderò attentamente cosa dire.

 

Se non la seguo, sarò sola tutto il giorno ogni giorno...ma se la seguo, sarei continuo bersaglio di occhiate e voci di corridoio, giusto? Tipo “Unohana raccoglie gatti randagi adesso?” o cose del genere...no no no no.

 

- Uhm...penso di voler restare qui per il momento… - disse mettendo su una finta espressione pensierosa.

 

- Capisco. Bene, continuiamo questo piccolo giro. -

 

Retsu si diresse verso la parte opposta del soggiorno ed aprì lo shoji posto più in fondo dall’entrata.

 

- Qui c’è la mia camera da letto. Le mie librerie sono tutte qui, quindi se vuoi leggere qualcosa non farti problemi ad entrarci. -

 

Kaede rimase di sasso.

Non aveva mai, mai visto un libro vero in vita sua, figurarsi una libreria intera. O meglio, ben tre grandi librerie addossate ad una parete.

Totalmente incantata da ciò che aveva davanti, non fece caso a nient’altro. Si diresse spedita verso di esse, un’ansia nuova ora si faceva strada dentro di lei.

 

Voglio...voglio toccarne uno...

 

Però si fermò. Si fermò prima di fare qualunque cosa: si era ricordata che quei libri non erano suoi, non poteva prenderli come se nulla fosse. Per cui si voltò verso Unohana, la quale comprese subito le intenzioni della ragazza e le annuì incoraggiante.

 

Kaede allora scorse con gli occhi i frontespizi senza indugiare, attratta dai colori sgargianti di alcuni. Le cadde lo sguardo su un libro di un blu profondo, e la sua mano andò piano a posarvisi. Lo tirò fuori dallo scaffale, era abbastanza pesante. Guardò la copertina e vide delle creature che non aveva mai visto, di cui aveva solo sentito parlare da Hiiro: ricordandone la descrizione, stabilì che quelli dovevano essere pesci.

Lo aprì, e spalancò gli occhi per la meraviglia davanti alle illustrazioni di cui era pieno: tantissimi tipi diversi di animali sottomarini, di tutte le taglie e forme, insieme a quelle che parevano piante ma molto più strane e insolite. E tutto era immerso nell’acqua.

 

È stupendo, non ho mai visto niente di simile!

 

Non riusciva a staccarsi da quelle immagini, le guardò avidamente una per una fino ad arrivare a metà del libro. C’erano molte parole scritte, ma non vi badò minimamente.

 

Nel frattempo Retsu le si era avvicinata ed aveva inclinato la testa per vedere meglio le espressioni che stava facendo.

 

Quando la rossa si accorse di lei fu come lo scoppio di una bolla. Si era immersa talmente tanto in ciò che aveva visto da aver perso la cognizione del tempo e dello spazio.

 

- O-oh! Mi dispiace, mi sono lasciata trasportare… - affermò dispiaciuta mentre richiudeva il libro. Retsu però la fermò prima che lo riponesse sullo scaffale.

 

- Non è un problema. - disse mentre scuoteva la testa. - Tienilo,  sicuramente vorrai leggerlo. Mi sbaglio? -

 

- L-leggerlo? Ah ma certo...non si sbaglia, Capitano...-

 

- Qualcosa non va? -

 

Kaede sospirò. - In realtà c’è un problema… -

 

- Quale? -

 

Fece un profondo respiro. Aveva davanti una persona che sicuramente sapeva fare un sacco di cose, e dire qualcosa del genere le veniva estremamente difficile. Distolse lo sguardo e lo puntò sulla copertina.

Arrossì di nuovo, non voleva dirlo ma non aveva certo scelta.

 

- Io non… -

 

- Mhm? -

 

Una decina di secondi di esitazione. Retsu inclinò la testa e aggrottò la fronte, incuriosita.

 

- Nonsoleggere. - sussurrò in fretta, sperando che l’altra avesse compreso.

 

- Temo di non aver capito bene cosa hai detto Kinoshita-san, potresti ripetere ad alta voce per favore? - le chiese l’altra.

 

- Io non so leggere. - affermò ad alta voce Kaede piuttosto a fatica. Arrossì nuovamente (stava diventando un’abitudine ormai).

 

Unohana la fissò per due secondi. Sbattè le ciglia un paio di volte e poi disse:

 

- Tutto qui? Possiamo risolvere facilmente la cosa, se vuoi. -

 

- Davvero? - chiese Kaede. Fece un gran sospiro di sollievo a quelle parole. Cominciò ad avvertire un senso di fretta, forse di eccitazione al pensiero.

 

- Certamente. Posso insegnarti come si fa già da stasera, ma immagino che prima tu voglia fare un bagno. E mangiare qualcosa. -

 

Un brontolio di ovvia provenienza si udì nella stanza. Kaede maledì mentalmente il proprio stomaco e Unohana si lasciò scappare una risata.

 

- Direi che il tuo corpo ha risposto per te, non trovi? -

 

- Ehm...credo di sì. -

 

- Allora ti mostro la tua stanza… -

 

   ~☆~

 

- Che lettere sono queste? -

 

- C r, e..o...no, a...t...u...r...e.  Quindi formano la parola “Creature”. -

 

- Il titolo per intero, quindi, com’è? -

 

- Uhm… “L’oceano e le sue cre...creat...creature” .

 

- Molto bene, Kinoshita-san. Hai imparato piuttosto in fretta, ne sono contenta. - 

 

- Lo sono anche io Capitano...grazie davvero per avermi insegnato come si fa. -

 

Dopo essersi data una ripulita ed aver mangiato, Kaede indossò dei nuovi abiti che le aveva prestato il Capitano e le due si misero subito all’opera per risolvere il problema della giovane. Retsu per facilitare il compito aveva scelto alcuni libri piuttosto semplici da leggere e dalle tematiche che potevano facilmente interessare una fanciulla.

La rossa ci aveva messo un po’ prima di rilassarsi durante quell’attività dato che si vergognava a morte di non saper leggere. Una volta scoperto che si non trattava di qualcosa di difficile il ghiaccio si ruppe, ed Unohana non fece più alcuna fatica ad insegnarle.

L’intera parentesi aveva fatto provare di nuovo a Kaede quello strano calore che proprio non riusciva a spiegarsi. Una sensazione quasi totalmente estranea.

Entusiasta però per la sua nuova capacità, non vi si soffermò troppo su e rimase a leggere “L’oceano e le sue creature” fino a tardi, sdraiata sul morbido letto di quella nuova stanza che già adorava.

 

~☆~

 

Isane andava di gran fretta sotto il cielo notturno del Seireitei.

Aveva il respiro affannoso e non più molta forza nelle gambe, ma si costrinse a spingere su di esse sempre di più. Usare lo Shunpo in quel momento era impensabile, per cui doveva limitarsi a correre.

Voleva vedere il suo Capitano.

Diavolo, aveva bisogno di vedere Unohana ora.

 

Svoltò rapida un angolo, la Quarta divisione era ora in vista. Accelerò nonostante il dolore agli arti le stesse facendo patire l’inferno.

Dannò il lavoro e la tarda ora per lo stato di sfinimento in cui versava. L’impazienza la stava divorando, e pregò soltanto che Retsu non fosse andata a dormire.

Entrò nell’edificio cercando di fare meno rumore possibile per non disturbare i pazienti, poche luci erano accese e la quiete la faceva da padrona. Cominciò a rilassarsi e cercò di riprendere fiato mentre attraversava la struttura.

Raggiunse la porta della sua camera e si chiese se cambiarsi prima di andare dal Capitano o rimanere nei suoi abiti da serata, ma l’urgenza era troppo grande e decise di dirigersi direttamente verso il suo obiettivo.

Quello stesso corridoio in cui si trovava il suo dormitorio si apriva in un portico, il quale dava sull’amato giardino di Retsu e conduceva alla sua porta. Prima di svoltare l’angolo si fermò. Provò a sbirciare e la vide lì, seduta a sorseggiare tè immersa nella luce lunare.

Sentì il respiro mozzarsi, il battito accelerare e le gambe bloccarsi lì. Era sempre bellissima, ma la luna sembrava delineare la sua figura in un modo quasi divino, etereo.

Si sentì un’idiota per essersi fermata in un corridoio a osservare di nascosto una donna che stava solo bevendo del tè, ma si giustificò con sè stessa dicendosi che quella non era una donna qualunque. Nonostante passasse tutto il giorno in sua compagnia durante il lavoro era quando si trovavano sole in quell’atmosfera che i suoi sentimenti avevano la meglio su di lei, rendendola pienamente consapevole e accorta di ogni sguardo o piccolo gesto.

 

Andiamo, Isane...vi siete parlate un sacco di volte a quest’ora, devi esserci abituata ormai, no?

 

In tutto ciò, si era totalmente dimenticata di mascherare il suo Reiatsu, rendendo praticamente inutile qualunque tentata discrezione.

E infatti...

 

- Isane? -

 

Alla grigia sembrò che il cuore si fosse fermato di colpo.

 

- B-buonasera, Capitano! -

 

La luogotenente smise di nascondersi dietro l’angolo e si rese ben visibile agli occhi dell’altra. Fece un inchino profondo, ma le gambe le tremarono non riuscendo più molto a reggere il suo peso. Mosse dei passi insicuri verso la donna, la quale le fece segno di sedersi di fianco a lei.

 

- Hai passato una bella serata? - le chiese Unohana mentre versava del tè in una tazza e glielo offriva.

 

- Abbastanza...e lei? - rispose cercando di non lasciare che la sua voce tremasse dall’emozione.

 

- Piacevole, sì. Kinoshita-san è una buona compagnia. -

 

- Capisco...ne sono contenta. -

 

Per un po’ la giovane non seppe cosa dire, limitandosi a bere e osservare l’altra con la coda dell’occhio. Il silenzio cominciò ad agitarla, spesso parlare era un modo per coprire e ignorare la vulnerabilità che sentiva quando era di fianco a lei. Deglutì forte quando Unohana le si avvicinò per versarle altro tè nella tazza.

Isane non ce la fece più, per quanto andasse abbastanza contro la sua natura sentiva il bisogno assoluto di parlare.

 

- Non per impicciarmi, C-capitano ma… posso chiederle cosa avete fatto? Voglio dire...giusto per curiosità, ecco... -

Maledì all’istante la sua lingua, ma Retsu non sembrava infastidita da quella domanda.

 

- Le ho insegnato a leggere. -

 

Isane corrugò la fronte.

 

 - Davvero?-

 

-Sì. Ci ha messo un po’ per dirmi che non sapeva farlo, suppongo che la cosa la imbarazzasse abbastanza. L’analfabetismo è una situazione comune per chi cresce nel Rukongai fin da bambino o vi nasce direttamente... quando le ho mostrato la libreria era piuttosto meravigliata. Vedendo quanto i libri la attirassero ho deciso di non poter lasciare le cose com’erano. - Il Capitano fece un sospiro contento e sorrise alla grigia seduta al suo fianco.

 

- Ehm...è stato davvero un bel gesto da parte sua, Capitano. Kaede-san ne sarà stata sicuramente felicissima. -

Isane immaginò come potesse essere quella libreria. Lei non era mai stata in casa di Unohana,anche questo contribuì alla stretta allo stomaco che avvertiva.

 

- Oh, sì. Si è perfino addormentata abbracciata ad un volume sugli habitat sottomarini. Non ho mai visto nessuno rivolgere tanta sincera attenzione alla carta stampata in vita mia, e penso di aver vissuto già molto. -

 

Entrambe fecero una piccola risata, e la tensione nelle spalle della luogotenente si allentò lievemente.

Isane era sinceramente felice per Kaede, le voleva bene, e nonostante l’invidia non accennasse proprio a lasciarla in pace si ripromise di non pensare mai male sul suo conto.

Il silenzio si fece nuovamente strada tra loro, e stavolta le tornarono in mente le parole di Rangiku.

 

Prova a pensare, invece, se ti abbia mai dato segnali di interesse.

 

La ragazza osservò di nuovo Retsu di nascosto con la coda dell’occhio, ma non notò nulla di particolare in quel momento quindi puntò lo sguardo al cielo. Provò a rilassarsi respirando a fondo e chiudendo gli occhi.

 

- Non ti ho mai vista con questi vestiti, Isane cara. Ti stanno davvero bene, sarebbe bello vederti indossarli più spesso. - disse Retsu occhiando la giacca di jeans e la maglia leggermente scollata della giovane. Sotto indossava jeans e quelle che i mortali chiamavano “Sneakers” o roba del genere. L’affermazione scosse la giovane, la quale sobbalzò e puntò gli occhi sul pavimento.

 

- G-grazie, li ho comprati nel mondo umano tempo fa... non mi capita troppo spesso di uscire, quindi... -

Elaborò meglio ciò che Retsu le aveva appena detto e arrossì ancora.

Subito dopo, però, avvertì un giramento di testa e una sensazione di pesantezza colpirla improvvisamente. D’un colpo le ossa le facevano male. Il viso aveva assunto un colorito paonazzo non molto sano: pensò che probabilmente era colpa dell’effetto combinato di alcol, stanchezza da lavoro, invidia e stress da imbarazzo. Poggiò una mano sul legno del portico e resse il peso del proprio torso sul braccio. Cercò di farlo senza far notare la sua reale condizione a Retsu, ma davanti alla guaritrice più abile del Gotei 13 era praticamente uno sforzo inutile.

 

Unohana infatti notò che qualcosa non andava e le strinse una spalla.

 

- Isane, non ti senti bene? -

 

La luogotenente cercò di ricomporsi e di assumere una postura normale, e poi le rispose:

 

- Oh no, sto benissimo, davvero. È stato solo un capogiro, è già passato. -

 

Ovviamente quell’affermazione puzzava di bugia lontano un miglio.

 

- Credo ti farebbe bene svagarti e vedere di più i tuoi amici, cara. Concentrarsi troppo sul lavoro non va bene, per quanto apprezzi il tuo prezioso aiuto e la tua compagnia dovresti rallentare il ritmo… - la voce si ridusse gradualmente a un dolce sussurro.

 

Effettivamente Isane lavorava troppo, facendo straordinari spesso non necessari, ma non pesava sulla sua psiche quanto sul suo corpo: stare vicino al Capitano le faceva ignorare quasi naturalmente la fatica che la appesantiva. Quello però era un comportamento alquanto rischioso, e solo ora ne stava avvertendo gli effetti. In quel preciso istante.

 

- Voglio che domani tu ti prenda un giorno libero. Hai chiaramente bisogno di riposo. - disse il Capitano in tono più autorevole.

 

- Ma no...davvero, sto bene. Non c’è bisogno che… -

 

- Isane. -

 

Con gran sorpresa della giovane, Retsu le prese il viso tra le calde mani e puntò gli occhi dritti nei suoi.

 

- Non mentirmi, sai bene che è una cosa che odio da parte dei miei sottoposti. Specialmente quando sei tu a farlo, e sulla tua salute nondimeno. Odio vedere queste occhiaie. -

Affermò severamente mentre tracciava il pollice sui segni di stanchezza di Isane.

 

- E sentire questo bruciore… -

Posò la bocca sulla sua fronte e avvertì chiaramente che scottava. Con una mano cercò inoltre il battito nel polso. Si chiese se lei fosse minimamente cosciente delle condizioni in cui versava.

 

La ragazza era totalmente immobile, gli occhi spalancati e la bocca leggermente aperta.

 

Unohana la guardò di nuovo, poi la prese tra le sue braccia e strinse forte.

 

- ...eh? - 

Il cuore di Isane fece un salto. Il calore di Retsu l’aveva avvolta, forse la miglior sensazione che avesse mai avvertito in vita sua, ma non fece in tempo a bearsene che percepì una mano posata sulla sua fronte e un mormorio provenire dalla voce dell’altra.

Il mondo cominciò a diventare buio esattamente quando una calda energia la pervase.

 

Sta usando il kido…

 

Cadde pesantemente fra le braccia del Capitano, senza più un briciolo di forza o di volontà. La sua coscienza scivolava via, aiutata dal bozzolo caldo in cui la faceva sentire quell’abbraccio.

Per quella notte l’ultima cosa che sentì fu Retsu che le augurava bei sogni nell’orecchio, e l’ultima cosa che disse fu il nome della donna che la teneva fra le braccia.

 

~☆~

 

Di nuovo nell’abisso.

Più vicina al fondo stavolta.

La stessa sensazione di pace, la stessa voglia di far niente.

Sul fondo c’era ancora l’Hollow che la guardava malinconico, silenzioso e immobile. Il suo mantello lurido fluttuava morbidamente in quella materia così simile all’aria.

Rispetto alla volta precedente, ora poteva scorgere delle macerie su quello che sembrava il terreno di quel posto. Macerie di...cosa erano quelli? Non aveva mai visto delle costruzioni simili. Inoltre tutto era sfocato e non troppo distinguibile.

Sembrava che qualcosa avesse distrutto quegli edifici. Era stato l’Hollow? Non poteva saperlo.

Andò ancora più a fondo.

Notò che tutto era ricoperto di cenere…

 

~☆~

 

- Huh… -

Kaede aprì un occhio, poi aprì l’altro. Era ancora buio pesto.

Avvertì un forte dolore ai muscoli delle spalle e del fianco destro e si accorse che si era addormentata con il libro in braccio. Grugnì mentre lo posava sul comodino, poi rotolò dall’altra parte del letto e richiuse gli occhi.

Passarono alcuni minuti ma il sonno non si decideva a tornare, probabilmente per via di quel sogno che stava diventando ricorrente. Ripensò ai resti che aveva visto mentre dormiva, ma non riusciva a trovarvi un senso: cosa c’entravano con l’Hollow? E con lei? Non ne aveva neanche mai visti di simili.

Doveva schiarirsi le idee. Calciò via le coperte (ma le risistemò subito), si alzò e uscì dalla stanza. Le luci spente e il silenzio totale le comunicarono che ormai era l’unica sveglia. Aprì piano lo shoji dell’ingresso e inalò l’aria fresca dell’esterno. Notò che il cielo si stava schiarendo, quindi il sole sarebbe sorto di lì a poco.

Poi gli occhi si posarono dove non avevano avuto il tempo in precedenza: il giardino.

Anche nella debole luce del primissimo mattino era una bellissima visione: un’esplosione di colori e profumi differenti. Diverse e ben curate specie di fiori regnavano in quel non tanto piccolo spazio. Non vedeva l’ora che si facesse giorno per poterli osservare meglio da vicino. Si tolse i sandali che si era appena rimessa e camminò sulla terra nuda, era leggermente fredda ma nulla a cui non fosse abituata:meditare l’aveva abituata a quel contatto. Era sempre una sensazione bellissima.

Si chinò su degli esemplari di campanula particolarmente belli e li annusò,le erano sempre piaciute le campanule.

Felice come una bambina come era sempre quando si trovava in mezzo alla natura, ebbe l’improvviso impulso di mettersi a correre, ma non voleva rischiare di inciampare e commettere un floricidio cadendo su un’aiuola.  Si immaginava già la giustificazione che avrebbe dovuto dare al Capitano: “non riuscivo più a dormire dopo aver fatto un sogno inspiegabile e così ho pensato di mettermi a correre nel suo giardino, Capitano.”

No no no no.

 

Fu quando vide l’unico albero presente che le venne in mente un’idea, e si mollò una pacca in fronte per non averci pensato prima: cosa c’era di meglio della meditazione per schiarirsi le idee?

 

Un secondo dopo era già nella solita posizione, regolazione del respiro in atto.

Pregustava già la pace interiore e la chiarezza dei pensieri che la sua attività preferita le avrebbe donato,ma non aveva messo in calcolo che era ancora stanca e assonnata. Morfeo tornò a farsi sentire non appena abbassò definitivamente la guardia, una decina di minuti più tardi, e senza neanche accorgersene Kaede si addormentò sotto l’albero.

 

~☆~

 

- Uhm...mmh... che cosa…? -

Qualcosa stava solleticando il naso alla rossa. Prima di aprire gli occhi si chiese come mai il letto fosse diventato così duro all’improvviso, e dopo averlo fatto si accorse che quello non era un letto

 

- Ah...ahiaaa… -Si mise a sedere e si stiracchiò in quello che ora riconosceva come il giardino, dolorante in tutto il corpo per aver dormito sul terreno.

 

- Cavolo, che ore saranno? - si chiese ad alta voce, mentre si passava una mano fra i capelli.

 

Che imbecille...spero che nessuno si sia accorto che mi sono addormentata qui…

 

Si strusciò gli occhi con le dita e osservò ciò che prima le si era posato sul naso.

Era una strana farfalla blu, di un tipo che non aveva mai visto in precedenza. Si agitava allegra davanti a lei e sembrava quasi volerle dire qualcosa. Kaede tese una mano ed ella vi si posò su. Quel che accadde dopo le fece quasi venire un colpo.

 

- Kinoshita-san, buongiorno. Questo esserino che hai davanti è una Farfalla Infernale, noi Shinigami le usiamo per comunicare a distanza, spero non ti abbia spaventata. Non ti ho voluta disturbare prima nel caso stessi ancora dormendo, quindi ti avviso adesso confidando che tu sia già sveglia: Isane ha il giorno libero oggi. In caso tu non sappia cosa fare potresti farle compagnia, ho pensato che potrebbe averne bisogno. Buona giornata! -

 

- Farfalla Infernale, uh… -

Pensò che quegli animaletti le piacevano. Avrebbe imparato anche lei a mandare messaggi così, all’Accademia? Sicuramente sì.

 

- Ok, forse farei meglio a svegliarmi e andare a vedere cosa sta facendo Isane… - si alzò in piedi, si stiracchiò ancora e si spazzò i vestiti stropicciati, poi tornò in casa.

 

~☆~

 

Poco dopo essersi data una sistemata e cambiata d’abito, Kaede stava bussando alla porta della luogotenente.

 

- Isane-chan? Ci sei? Se ci sei, sei sveglia? -

 

La porta si aprì rivelando una assonnata Isane in pigiama e munita di termometro.

 

- Oh! Ciao Kaede-chan...yaawn...come mai sei qui? - Isane si appoggiò allo stipite, chiaramente era stata appena svegliata dalla rossa.

 

- Il Capitano mi ha detto che oggi hai il giorno libero, quindi sono venuta a romperti le scatole, a meno che tu non abbia da fare, ovviamente. Ti ho svegliata, vero? Mi spiace. Quello...cosa porti in mano? - Kaede fece una faccia buffa mentre le poneva quella domanda. Nonostante si conoscessero da pochi giorni con Isane le veniva naturale atteggiarsi un po’da giullare.

 

- Questo? Oh, è un termometro. Serve a misurare la temperatura corporea. Comunque non preoccuparti, ero già sveglia! - la grigia fece una piccola risata. - Non avevo...yawn...programmi in mente per oggi, non mi dispiace se vuoi tenermi compagnia. Entra pure. -

 

- Sissignora. Comunque, non hai la febbre spero... -

 

Isane guardò l’aggeggio, ma non vide nulla di anomalo.

 

- A quanto pare no, tranquilla. -

 

L’appartamento di Isane era più piccolo di quello del Capitano, e versato su uno stile leggermente più occidentale. Aveva anche un minor numero di stanze (tre e non quattro) ed era pieno di oggetti sparsi in giro. Al posto delle tele orientali erano appesi calendari di alcune band della Soul Society. Kaede si sentì più a suo agio in quell’ambiente disordinato e giovanile rispetto a quello perfetto in cui era ospite.

 

- Hai fatto colazione? - le chiese Isane, mentre cercava qualcosa nella dispensa della cucina.

 

- In realtà no, sono venuta quasi subito qui dopo essermi svegliata nel giardino e aver ascoltato il messaggio di Unohana-sama… -

 

- Nel giardino? -

 

Kaede si rese conto di cosa aveva appena detto e arrossì (ancora).

 

- Ti prego Isane-san, non dirlo a nessuno. Verso l’alba mi sono svegliata e non riuscivo più a dormire, quindi sono uscita a prendere una boccata d’aria e...mi sono addormentata sotto un albero. Ehi, n-non ridere! -

 

L’altra aveva cominciato a sghignazzare senza sosta, tanto che si era dovuta aggrappare al lavandino della cucina.

 

- Scu...scusami ahahah...è solo che...ahahahahah! -

 

- Ma dai...mpf! - la rossa mise su un broncio scherzoso.

 

- Su non ti offendere...immagino che Ret...che il Capitano non ti abbia vista, o ti avrebbe sicuramente svegliata e sgridata per l’insalutare condizione in cui hai dormito. Comunque adesso vedrò cos’ho da mangiare e metterò qualcosa su. -

 

Isane frugò a lungo nella dispensa, lanciando quiete imprecazioni nel non trovare quasi nulla. Si voltò verso Kaede, che nel frattempo spulciava una delle riviste di musica che lei aveva preso in prestito da Kiyone.

 

- A quanto pare non ho nulla che vada bene per colazione. - sbuffò - siccome… -

 

- ...mangi sempre alla mensa della divisione, giusto? -

 

- Esattamente. Però ora che ci penso c’è una caffetteria in cui mi piace andare quando non lavoro. Ti va di venirci con me? - le chiese sorridendo.

 

- Certo, non sono mai stata in una caffetteria... Dovrei avere anche abbastanza Kan dietro… -

Le rispose Kaede frugando nelle tasche interne dei vestiti.

 

- Non preoccuparti dei soldi, ci penso io. Dammi solo un po’ di tempo per vestirmi e poi andiamo subito...ah, ci sono degli amici che vorrei farti conoscere oggi, visto che abbiamo abbastanza tempo. -

 

- Davvero? Forte… - alla ragazzina quest’ultima frase diede ansia. Si stava ancora ambientando nel Seireitei e l’idea di conoscere altre persone la inquietava leggermente. Soprattutto perchè non era molto abituata a relazionarsi, essendo cresciuta con una donna misantropa che sapeva allontanare praticamente ogni forma di vita possibile. Isane,Unohana ed Hanataro erano un’eccezione alla sua difficoltà.

Si disse però che ora le cose erano totalmente diverse da come erano sempre state, e doveva comportarsi di conseguenza.

 

- Sì, sono un po’ esuberanti ma persone per bene. Quando possiamo usciamo sempre insieme per una bevuta. Non che accada troppo spesso, però.

 

Il che è esattamente il motivo per cui stiamo parlando in questo preciso istante. Buon cielo…

 

Arrossì in modo pazzesco quando ricordò cosa era accaduto la sera prima.

Unohana che le parlava così vicina.

Unohana che la stringeva.

Unohana che le augurava la buonanotte dopo averle regalato un sonno senza incubi.

Isane quella mattina si era svegliata nel suo letto, e sapeva bene chi ce l’aveva portata.

 

- Tutto bene, Isane-chan? Sei avvampata di colpo. - le chiese Kaede che la guardava dal basso (la luogotenente era molto più alta).

 

- Huh? Sì sì, sto bene. -

Isane decise che la prima persona che avrebbe fatto conoscere a Kaede sarebbe stata Rangiku. Un po’ perchè la bionda era tra le persone più curiose nei confronti della rossa, un po’ perchè doveva parlarle di quello che era successo la notte precedente.

 

- Ah sì, conoscerai anche mia sorella Kiyone...ehm...preparati… -

 

~☆~

 

In orario di lavoro, le strade che circondavano le Divisioni erano affollate di gente che andava e veniva. C’era chi partiva per una missione, chi tornava, chi trasportava documenti importanti… Kaede si teneva stretta a Isane. Non era nuova alla folla, nel Rukongai era anche più numerosa, ma lì sapeva come muoversi nelle strade. Il Seireitei pareva tutto un altro mondo.

Pensò che un giorno anche lei avrebbe camminato come loro e in mezzo a loro, indaffarata per le faccende da Shinigami, e la cosa le causava un misto di eccitazione e paura.

 

Raggiunsero un grosso edificio che recava un grande 10 sul davanti. Il cortile era pieno di soldati che si addestravano con la spada (Kaede avrebbe appreso in seguito che si trattava di uno stile di combattimento chiamato Zanjutsu) e la rossa rimase affascinata da ciò che vide. Portò istintivamente la mano all’elsa della kodachi, che portava legata al fianco, e desiderò di poter essere lì con loro a fare ciò che stavano facendo.

 

- Vedo che già ti interessa l’addestramento, direi che è un bene. - commentò Isane in tono gentile, avvicinandosi al campo.

 

- Direi di sì, sembra davvero…-

 

Poi vide qualcosa che sembrò colpirla alla testa.

 

- ...interessante. -

 

Una donna camminava pigramente avanti e indietro, supervisionando gli allenamenti e dando qui e là consigli tecnici. Indossava la divisa da Shinigami e una sciarpa rosa acceso. I capelli biondi erano lunghi fino al collo. Gli occhi di Kaede caddero sull’imponente scollatura che rivelava buona parte di una generosissima taglia di seno, ma si sentì colpevole e distolse lo sguardo. Quest’ultimo finì sui fianchi perfetti della donna. La sua figura era semplicemente sconvolgente e Kaede rimase inevitabilmente imbambolata.

La dea- la donna bionda si voltò verso di loro e salutò Isane, poi camminò verso di loro con passo ancheggiante e le raggiunse.

 

- Yo, Isane! Giornata libera oggi? -

Chiese allegramente, ma subito dopo represse uno sbadiglio.

 

- Ciao Rangiku-san. Sì il Capitano Unohana ha insistito molto per lasciarmela…stavamo andando a mangiare qualcosa e ho pensato di fare un salto. Come va la sbornia? -

- Beh, mi è quasi passata. Sai che reggo abbastanza bene. -

 

L’altissima luogotenente mimò con le labbra le parole ti devo parlare all’altra, la quale comprese subito ed annuì.

 

- Ah, giusto, lei è… -

 

- ...Kinoshita, giusto? -

 

Rangiku guardò Kaede, la quale non le aveva staccato gli occhi di dosso neanche un secondo.

 

- Finalmente riesco a incontrarti! Sono giorni che non si parla altro che di te. Io sono Matsumoto Rangiku, luogotenente della Decima divisione. - fece un piccolo inchino, che l’altra ricambiò subito.

 

- K-kinoshita Kaede...piacere di conoscerti, Matsumoto-san… -

Il colore del viso della ragazza ora si intonava perfettamente con quello dei suoi capelli.

 

Guardando la giovane più da vicino, però, Rangiku ebbe una sensazione. Quel viso delicato, quegli occhi d’argento, quelle lentiggini e quei capelli rossi rievocavano qualcosa in lei. Forse un ricordo sbiadito?

 

Sinceramente stupita, le chiese: - Ehi, mi sembra di conoscerti… ci siamo già viste prima? -

 

- E...eh? -

 

~☆~

 

NdA: un capitolo di gente che dorme, senza dubbio.

Buonsalve everyone e grazie per aver letto. Ci ho messo un sacco ad aggiornare, sorry (inchino).

Qualcosa inizia a muoversi, qualcosa invece procede. Oh oh oh(?). Spero che le orrende descrizioni presenti non vi abbiano fatti fuggire come gazzelle.

F i n a l m e n t e Kaede ha conosciuto Rangiku. F i n a l m e n t e posso dare il via a tutte quelle cosine che avevo in mente. Evvai.

Intanto, il natale si avvicina.Spero siate stati bimbi buoni quest’anno ~ (io no. *coff*)

In caso non riesca a portarvi il capitolo prima del 25, buone feste a tutti guys~

 

~ Kurocchi 

   
 
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