Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans
Segui la storia  |       
Autore: Jackthesmoker7    06/12/2017    1 recensioni
Ho cercato di scrivere una storia il più simile possibile agli episodi della serie TV, che dia alla serie una conclusione (p.s. La quinta stagione non conta qui).
Vedrete uno Slado mai visto ed una Stella che potreste vedere solo nei vostri incubi.
E Robin...
Vedrete
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin, Slade, Starfire, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lampi verdi e neri saettavano ed esplodevano con fragore fra le strade della città, fulminando le due ragazze mentre compivano acrobazie ed avvitamenti tra i palazzi, entrambe con l'obiettivo finale di sopraffare l'altra. 
Ogni volta che un colpo centrava il bersaglio, un grido di dolore strozzato dalle smorfie di rabbia riecheggiava fra i canyon di cemento e acciaio, facendo accapponare la pelle ai pochissimi sopravvissuti che fuggivano strisciando dai buchi in cui si erano rintanati, solo per finire dalla padella alla brace davanti ai soldati di Slado, che facevano fuoco.
Slado le osservava da lontano, al sicuro sopra una piattaforma volante, protetto da un piccolo campo di forza prodotto allo stesso modo della cupola.
"Che spettacolo meraviglioso!" pensava il criminale, "Peccato essere il solo a poterlo ammirare."
Stranamente, il suo animo era pervaso da un triste sentimento di malinconia, e per un secondo distolse lo sguardo dal cielo abbassando la testa: "Vorrei tanto che Robin fosse qui, al mio fianco. È un vero peccato che si perda lo spettacolo. Ma ho il timore che si perderà anche tutti gli altri spettacoli che verranno" tornò a rivolgere la sua attenzione allo scontro aereo, giusto in tempo per vedere Stella contorcersi dal dolore provocato da un attacco di Corvina.
Ma la principessa si riprese rapidamente, ed preda alla rabbia cominciò a colpire l'ex compagna con i laser oculari.
"Un vero... peccato."
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
La pioggia continuava a cadere sulle rovine di Jump City, sebbene fosse molto diminuita di intensità.
Meno pioggia garantiva anche un campo visivo migliore per gli occhi, cosa che inaspriva ancora di più il già violento scontro volteggiante che stava avvenendo fra i grossi canyon di ferro e acciaio della città.
Corvina riusciva a stento ad evitare i dardi-stella dell'aliena, che era così tanto vicina alla strega che ormai riusciva a sentire il suo alito alieno sul collo. Ogni volta che tentava una manovra evasiva per scollarsela di dosso e seminarla fra gli edifici, in modo potersi nascondere e riprendere fiato, Stella spuntava fuori all'improvviso e le sparava una raffica di colpi. La strega rispondeva a sua volta parando con uno scudo magico e rispondendo al fuoco con la stessa grinta dell'avversaria, tanto che non si era in grado di comprendere chi delle due fosse in vantaggio.
Per tutta la città scoppiavano esplosioni verdi e nere, distruggendo ciò che era già distrutto
Ma poi, durante uno scambio particolarmente brutale, Stella venne ferita. Una sfera magica era riuscita a ferirle di striscio il fianco destro mentre compiva un avvitamento azzardato, che se fosse riuscito l'avrebbe messa in posizione di vantaggio.
Stella perse l'equilibrio necessario per volare dritto e sorpassò Corvina senza toccarla, scontrandosi contro la finestra a specchio di un edificio di uffici. Riuscì appena ad alzare le braccia per proteggersi prima che l'impatto con il pavimento la facesse rimbalzare fra le scrivanie vuote, distruggendole e disorientando la ragazza.
Corvina ne approfittò immediatamente per nascondersi tra le macerie di un edificio sventrato, in modo da poter tirare il fiato e riprendersi dai colpi subiti. Entrò da un buco aperto in uno dei piani inferiori, per poi salire attraverso le aperture del pavimento, fino a raggiungere una stanza di piano ancora sufficientemente riparata da muri non del tutto crollati.
Lì poté fermarsi per riposarsi un secondo. Atterrò bruscamente in mezzo ad un pavimento di legno coperto da un sottile strato di moquette verde scolorita dal tempo, su cui aleggiavano schegge dei vetri delle finestre e frammenti di intonaco, che le si conficcarono nella pelle delle ginocchia.
Corvina strinse i denti e contrasse il viso una smorfia per il dolore, ed usando una piccola magia in un secondo estrasse le schegge frastagliati e pulì un pezzettino di pavimento da tutti gli oggettini taglienti. Lì vi si sedette a leccarsi le ferite, lasciando che, lentamente e dolorosamente, la magia chiudesse i graffi e riducesse gli ematomi.
Nella stanza si sentiva distintamente la puzza di muffa e di topi morti, e questo non fece che acuire la sua rabbia.
<< Ugh. Figlia di... >> imprecò in un sussurro la strega, cominciando a tastare bene i lividi e le ammaccature che Stella le aveva procurato. Numerosi bozzi di colore neo-violaceo le stavano spuntando sul petto, sull'addome e sulle gambe, il viso era pieno di tagli, sentiva che le costole si erano incrinare in diversi punti dove era stata colpita con più forza, e sentiva una sensazione di calore pulsarle sotto l'occhio sinistro. La magia la stava curando, ma il processo era lento e le procurava enorme dolore.
<< Brutta stronza! >> proseguì a voce più alta.
<< È così che vuoi fare? Vuoi sconfiggermi ed umiliarmi come una misera puttana?
Te lo scordi! Non me ne frega niente di sapere perché diavolo mi stai attaccando, né perché tu voglia difendere quella feccia umana, ma hai commesso un grave errore a provocarmi così!
Io ti ucciderò e mangerò le tue budella sorseggiando il tuo sangue da un bicchiere che ricaverò staccando il tuo cranio dal collo!
Dopo di questo non ti lascerò vivere, stronzetta! >>
Corvina si concentrò cominciò a raccogliere dentro di se ogni singola oncia del suo tremendo potere.
Man mano che cresceva sempre di più, sentì l'enorme potere mistico che veniva caricato nel proprio corpo straripare in volute di pura energia oscura. Sentì un fuoco impuro bruciarla dentro, distruggendola e rimodellandola cellula per cellula, mentre la pelle tornava a colorarsi del sangue di un sacrificio umano e delle lunghe corna ricurve le spuntavano dalla fronte. I canini si allungarono spaventosamente, e quando riaprì gli occhi si mossero tre paia di palpebre.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
<< Ahh... Che botta. >> disse Stella massaggiandosi nel punto in cui aveva sbattuto la testa. Sentiva già crescerle il bernoccolo.
Ma non aveva tempo per questo: Corvina era sparita.
Stella la cercò con lo sguardo al di fuori della finestra che aveva attraversato, ma non vide alcun segno di lei.
"Dove diamine si sarà nascosta?
Non può essere fuggita, è troppo orgogliosa per lasciar correre in questo modo, quindi dove sarà?
Devo essere pronta a tutto."
Si alzò in piedi e cominciò a levitare da terra, ma prima di riuscire a sfrecciare in cielo come prima una forte fitta di dolore le tarpò le ali, facendola cadere scompostamente su un fianco.
<< Dannazione! >> imprecò tra sé, << Quanto fa male. Ma come può essere? >>
Abbassò lo sguardo verso l'origine del dolore, e vide spuntarle dalla carne molle del fianco destro un grosso frammento di vetro frastagliato, della larghezza di 5 centimetri.
<< Ma come ha fatto a penetrarmi la pelle? Avrebbe dovuto frantumarsi al contatto con la mia pelle, ma invece... >>
Lasciò cadere la frase nel vuoto perché la domanda non aveva bisogno di risposta. In un secondo rivide la scena in modo scomposto e fumoso; volava fra i grattacieli compiendo acrobazie per sfuggire alle sfere magiche di Corvina, quando all'improvviso lei comparve da dietro l'unica guglia ancora integra della città con le mani rivestite di energia oscura. Stella la colpì per prima, ma poi sentì un dolore lancinante infiammarle il fianco destro.
Tornando in fretta alla realtà, comprese che Corvina colpendola le aveva ammorbidito la pelle abbastanza da permettere al vetro di lacerarla.
Con una mano raggiunse il frammento seghettato, ed usando due dita lo afferrò ai bordi, e tirò.
Pian piano trascinò la lama fuori dalla ferita, da cui cominciò a sgorgare sangue copiosamente, sporcando l'ufficio con una grande pozzanghera di sangue alieno. Premette la mano destra contro lo squarcio
"Dannazione, sta uscendo troppo in fretta. Devo ricorrere a misure estreme."
Stella caricò la mano libera con un energia a bassa intensità, creando un dardo-stella di dimensioni estremamente ridotte. Con attenzione avvicinò la mano col dardo al fianco ferito.
<< Okay. Lentamente... Con cautela. >> disse, cercando di concentrarsi nonostante il dolore lancinante al fianco. Dolore che sarebbe aumentato entro pochi secondi.
Muovendo le mani con una velocità tale da distinguerle a malapena, Stella tolse la mano dalla ferita e vi schiacciò sopra quella che reggeva il dardo fiammeggiante.
Dapprima non sentì alcun dolore, solamente una sensazione di calore mentre l'aria si riempiva dell'onore della carne al sangue arrostita. Ma quella sensazione durò solo un istante, dopodiché arrivò subito l'intenso dolore dell'ustione, mentre il resto del corpo sembrava sciogliersi come un gelato messo dentro un forno.
La carne nella vicinanza dello squarcio cominciò a bollire come se si trovasse sopra la piastra di un barbecue, mentre i potenti muscoli delle gambe e dell'addome si contrassero fino allo spasimo cercando di attutire il dolore accecante, che voleva espandersi dal fianco fin dove poteva. Fu solo grazie alla sua grandissima forza di volontà che Stella non gridò per il dolore; era stata allenata fin da piccola a sopportare il dolore, tutta la sua vita l'aveva passata imparando a resistere al dolore, e dopo tutto quello che aveva vissuto ed a cui era sopravvissuta, una bazzecola quella non era degna neanche di lucidarle gli stivali.
L'aliena dopo qualche secondo smise di alimentare il dardo e tolse la mano dalla ferita, rivelando una ustione sulla sua pelle a forma di mano, ma che grazie al suo metabolismo extraterrestre stava già cicatrizzando. Pian piano il dolore si attenuò, pur continuando a pulsare, ed una leggera brezza filtrò attraverso la finestra rotta rimuovendo l'odore di carne arrosto dagli uffici.
Facendo attenzione a mantenere l'equilibrio per non cadere Stella si alzò in piedi, reggendosi ad una scrivania, e tentò di volare.
I suoi piedi riuscirono a staccarsi dal pavimento cosparso di vetri rotti al primo colpo. Stella riuscì a levitare traballando leggermente, ma dopo pochi secondi di volo di prova quel problema sparì.
Dopo mezzo minuto riuscì già a volteggiare in aria come un'acrobata su delle funi invisibili, e dopo un minuto intero era tornata in forma come prima di essere ferita.
A quel punto sentì le forze ritornarle in massa, mentre il suo corpo bramava il combattimento e la sua anima la vendetta.
<< Slado... >> disse, uscendo in volo dal buco della finestra, << Sto arrivando. >>
E in quel momento, i suoi occhi vennero ricoperti da un velo nero.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Non aveva perso conoscenza.
Corvina l'aveva avvolta con un velo crepitante di energia oscura, creato dal suo potere assoluto. 
Per lei non era stato difficile individuare una traccia così evidente della sua presenza etera usando i suoi sensi amplificati dalla magia, per poi seguirla librandosi in aria fino a trovare il punto dove era precipitata.
La ragazza si era librata senza peso nello spiazzo dell'incrocio davanti al quale sorgeva anonimo in mezzo a decine simili l'edificio a cui portava la pista lasciata da Stella. 
Nonostante fosse così tremendamente malmesso che per un secondo Corvina aveva temuto che sarebbe crollato da un momento all'altro, la finestra che Stella aveva sfondato risaltava come il cadavere di un moscerino spiaccicato su un parabrezza, e soprattutto era da lì che proveniva la traccia eterea dell'aliena. Corvina l'aveva percepita da venticinque piani più in basso, dalla strada, come se ci fosse stata davanti.
"Eccoti qui" aveva pensato la demone esibendo un ghigno sadico, mai stata più demone di adesso, "Vengo a prenderti piccola..."
Si era preparata a schizzare da terra come un jet supersonico diretta verso la finestra settanta metri più in alto, il potere scoppiettante dentro di lei che bramava di essere scatenato, quando all'improvviso un pensiero drammatico, più veloce di quanto lei avrebbe mai volato, le attraversò la mente: "Se la attacco avventatamente potrei essere sconfitta di nuovo come una stupida principiante, nonostante adesso abbia più potenza di fuoco di lei.
Se i ruoli si invertono ed è lei quella che prende me di sorpresa, sono fregata.
Devo evitare di lasciarmi andare, ed essere cauta."
Allora per prima cosa aveva raccolto dentro di se la grande energia straripante che crepitava come elettricità viva dal suo corpo, poi si era avvicinata con attenzione alla posizione di Stella, tenendosi al riparo contro la parete, e salendo lentamente nel caso la principessa potesse sentire il lieve rumore che produceva il suo mantello quando sbatteva contro la sua schiena. Quando non mancarono che poco più di due metri al buco nella finestra allora si era fermata, galleggiando come un pallone aerostatico in mezzo alle nuvole, aveva raccolto a se il suo mantello, ed aveva aspettato, in agguato come un predatore affamato attende che la preda sfinita esca dal suo rifugio con la guardia abbassata.
Nell'attesa, aveva captato nell'aria un odore particolare, pungente e intenso; le aveva fatto venire in mente i barbecue che avevano fatto insieme ai suoi compagni di squadra.
L'odore della carne arrostita.
"Questo sì che è un odore che mi piace." aveva pensato, estasiata da quello che per lei era diventato un vero e proprio aroma, quasi un afrodisiaco.
E poi, inebriata dalla nube di profumo, quasi non vide la bella aliena levitare fuori dalla finestra, incauta come aveva potuto essere Corvina. Quasi non se ne accorse tanto era distratta.
Quasi.
Quando lei uscì, lei se ne accorse, e da una sua mano aperta era scaturito un velo di magia oscura. Quel velo aveva raggiunto Stella viaggiando alla velocità del pensiero, e l'aveva avvolta in un bozzolo scuro di forma umana.
L'aveva catturata. E tra poco l'avrebbe anche distrutta.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Corvina si avvicinò al bozzolo fluttuando.
<< Ora non fai più tanto la sbruffona, non è vero cocca del capo? >> le inveì contro con veemenza. Nel velo Stella si dibatteva come una dannata per uscire.
<< Non hai idea di quanto segretamente ti odiassi per come gli facevi gli occhietti da cerbiatta e da come ti fingevi debole e indifesa accanto a lui. Ti ho proprio odiato! >>
Corvina liberò il suo potere, ed intorno a lei crebbe una grande aura di energia oscura, che sfrigolava e si dibatteva intorno alla sua figura come se fosse viva e che, ogni tanto, prendeva la forma di un oscuro demone cornuto.
<< E mi hai anche attaccata, nonostante non ti avessi ancora fatto niente!
Ma non è importante. Non mi interessa il motivo per cui l'hai fatto.
Ma mi hai finalmente dato l'opportunità per sbarazzarmi di te! >>
Contrasse le dita della mano in un pugno e contemporaneamente il velo  si strinse attorno a Stella come un serpente, facendola restare senza fiato.
La sentiva dimenarsi nella sua presa come un pesce nella rete, e ne godeva ogni singolo istante: << Ed ora, per aver tradito i nostri compagni, ma soprattutto per aver osato attaccare me, ti condanno... a morte! E che sia il più dolorosa possibile! >>
Il bozzolo continuò a stringersi lentamente, diventando sempre più stretto ad ogni secondo che passava, e le ossa della prigioniera cominciarono a scricchiolare in modo allarmante.
<< Ecco, ti stai divertendo Stellina? Perché io me la sto spassando un mondo! >>
La strega scoppiò in una spaventosa risata malvagia, da supercattivo con tanto di diploma.
Ma si sa, un cattivone non ride mai a lungo.
All'improvviso, all'interno del guscio cominciò a brillare una tenue luce verde. La luce lentamente si ingrandì, diventando sempre più intensa e luminosa, fino a bucare il telo nero ed a fuoriuscirne come raggi laser.
Corvina smise di ridere e, per la seconda volta da quando venne eretta la cupola, sentì l'orribile odore della paura.
Della sua stessa paura.
Il bozzolo si distrusse in una potente esplosione di verde, che accecò i sei occhi della strega e la colpì in pieno, nonostante essa si fosse protetta con un grande scudo magico.
La forza dell'impatto scagliò Corvina contro le porte di un palazzo, che vennero sfondate dal corpo della ragazza.
Con un grido di guerra che avrebbe fatto accapponare la pelle ai gladiatori spartani, l'aliena raggiunse la sua avversaria in un battito di ciglia e cominciò a tempestarla di pugni che avrebbero potuto spaccare il cemento, senza neanche darle il tempo di respirare. Stella era furiosa, ed i suoi occhi emanavano scariche di energia di colore verde chiaro.
I suoi colpi erano veloci e pesanti, oltre che precisi e micidiali. Corvina fu in grado di pararne alcuni con i suoi poteri, ma alcuni pugni riuscirono ad oltrepassare la sua guardia incerta, facendole molto, molto male.
Stella non accennava a smettere, quindi la strega fu costretta ad agire velocemente se non voleva finire spiaccicata come una mosca. Con un calcio colpì la gamba di Stella, che era già stata danneggiata dai precedenti attacchi. Con un gemito di dolore la principessa guerriera cadde in ginocchio, e quando rialzò lo sguardo vide Corvina rialzarsi in piedi;  la sua aura di potere la circondava sempre, ma sembrava più piccola, indebolita dallo sforzo gigantesco del combattimento.
<< Arrenditi Corvina. Io non voglio ucciderti! >> disse Stella impassibile, fredda come il ghiaccio. Non dimostrava niente alla sua avversaria in quel modo, proprio come le avevano insegnato su Thamaran, ma dentro di se si sentiva esausta ed a quel ritmo sarebbe crollata dopo appena qualche scambio di colpi.
Anche la strega era sfinita, ma il rancore e l'odio che provava nei confronti di Stella la facevano restare in piedi. Con furore rispose a Stella: << Mai! >> e le lanciò contro una potentissima onda telecinetica. Il colpo raggiunse Stella ma la mancò di pochissimo, provocandole solo una leggerissima ferita sul braccio, subito ripulita dalla pioggia. Dopodiché, Corvina stramazzò al suolo.
<< Corvina, per favore smettila. Il tuo corpo è troppo provato dallo scontro; rischi che la prossima volta che cadrai, sarà l'ultima. Ragiona, e lascia che ti aiuti. >> stavolta una vena di preoccupazione incrinò la voce della Thamaraniana, che cercava di trattenere dietro una facciata di pietra il turbinio delle sue emozioni.
<< No >> sussurrò Corvina incespicando per rimettersi in piedi. Al primo tentativo scivolò su dei sassolini e cadde di faccia, ferendosi il volto, ma poi riuscì a rimettersi in piedi. Alzò poi una mano e se la passò sulle ferite del viso, e cominciò a ridere sommessamente.
Gradualmente le risa si trasformarono da dei lievi sogghigni in autentiche risate isteriche. Nel suo sfoggio di ilarità, sollevò la mano ricoperta dal suo stesso sangue, e fissò Stella dritta negli occhi venati di rosso. La sua risata si interruppe di colpo e, mormorando sommessamente, si rivolse all'aliena un'ultima volta: << Sei morta. >>
All'improvviso accadde di tutto. Corvina alzò la mano insanguinata, ed insieme mosse le labbra per formare le parole appartenenti ad un linguaggio sconosciuto proveniente da un'altra dimensione, e pronunciò la formula di un antico incantesimo: << Azerat Metrion Zinthos! >>
Immediatamente, Stella sentì l'aria divenire più densa, tanto che le sembrava di muoversi nel miele, e di botto smise di piovere. Il tempo sembrava muoversi in modo incomprensibile attorno a loro, saltando e schizzando avanti e indietro come in un flipper, mentre le due restavano inalterate. Infine, le mani di Corvina si ricoprirono improvvisamente di tatuaggi, in cui fluì il sangue sulla sua mano.
I tatuaggi presero velocemente il possesso di tutta la pelle della strega, trasformandola in una sorta di feticcio tribale, penetrando dentro lei e nutrendola di energia oscura.
I segni ricordavano quelli che erano improvvisamente comparsi mesi prima sul corpo di Corvina; erano simili, ma avevano lo stesso significato. La ragazza stava cedendo al suo lato demoniaco, e questa era una notizia orribile.
Di fronte agli occhi intimoriti di Stella Corvina crebbe, ingigantendosi e gonfiandosi di potere. Divenne gigantesca, alta il doppio di Stella, ed i suoi muscoli crebbero e si ingrossarono fino a sporgere dalla pelle come funghi.
Il suo aspetto divenne sempre più simile a quello di suo padre, il demone Trigon. Le corna divennero più accentuate, e la pelle si tinse di una sfumatura più simile al rosso del sangue; le crebbe una coda da diavolo, ed i canini si allungarono come quelli di un vampiro.
Raggiunto il culmine della trasformazione, Corvina ammirò il suo nuovo corpo, ebbra del potere che emanava, e sembrò che avesse perso interesse nei confronti di Stella.
L'eroina dalla pelle arancione era inorridita dalla trasformazione appena compiuta, ma appena si riebbe approfittò della distrazione e muovendosi velocemente lanciò verso la strega un potente dardo-stella. A Corvina bastò una mano sola per pararlo, quasi svogliatamente, senza neanche usare la sua magia, e rispose all'attacco a mani nude; in un secondo ricoprì la distanza che le separava, ed il suo pugno fu così forte che quando si schiantò sul viso della nemica l'onda d'urto fece tremare gli edifici.
La ragazza-demone era convinta di aver annientato definitivamente la sua nemica, poiché era sicura che il suo pugno fosse stato così forte da distruggerla definitivamente. 
Perciò Corvina reagì con stupore quando venne colpita all'improvviso da un potentissimo raggio di energia verde, che la prese in pieno. Il raggio le fece attraversare mezza città, facendole oltrepassare parecchie pareti ancora intatte e demolendo alcuni edifici, fino a raggiungere la baia della Tyrans Tower, dove si fermò dopo aver aperto un grosso fosso nel terreno.
<< Corvina... >> sentirono le orecchie della strega: << Io non ti voglio fare del male, ma non ho intenzione di lasciare che questa storia continui, perché mi sta facendo perdere tempo preziosissimo.
Quindi ti sconfiggerò, a costo di rompere ogni osso del tuo corpo! >>
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Stava per morire, se lo sentiva dentro.
Ha vissuto molte avventure, ed in molte delle quali la morte gli aveva alitato sul collo, quindi sapeva riconoscere la fine quando la vedeva. Ma non era soddisfatto.
Aveva ancora molti conti da regolare prima di passare all'altro mondo: << Non posso morire. Non ancora. >> disse con un fil di voce cercando di sollevarsi dal letto << Devo salvare i miei amici e... e Stella. >>
Mise una mano tra se ed il materasso e spinse. Lentamente il suo corpo ferito si sollevò, ma quando cercò di raddrizzarsi il braccio cedette e ricadde di lato' scivolando poi lungo il pavimento.
<< Dannazione Robin >> disse a se stesso: << Alzati coglione! I tuoi amici hanno bisogno di te. Alzati e vai a salvarli! Alzati e... e... >>
I tremori della febbre gli percorrevano tutto il corpo, ed il torpore che prima lo avvolgeva stava sparendo velocemente. Mancava poco ormai.
La candela stava per spegnersi per sempre.
Ma ad un tratto, Robin si sentì sollevare da terra, verso l'alto. Verso il cielo.
Credeva di essere morto, ma non era vero.
<< Sei stato bravo Dick. Ora ce ne occupiamo noi. >>
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans / Vai alla pagina dell'autore: Jackthesmoker7